+++ MARINA GORI, grazie! –VLADIMIRO POLCHI, PER DIRE BASTA LA RAZZISMO NASCE IL MOVIMENTO DEI NUOVI ITALIANI, IL PROGETTO DEL GIORNALISTA STEPHEN OGONGO, ORIGINARIO DEL KENIA–REPUBBLICA, 22 FEBBRAIO 2019

 

LINK DEL MOVIMENTO ” CARA ITALIA ”  SU FACEBOOK —i post + recenti sono messi dopo:: ci sono delle vere discussioni…

https://www.facebook.com/stephenogongo/photos/cara-italia-sta-per-lanciare-una-battaglia-fortissima-contro-la-conversione-del-/283099262314111/

 

 

 

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 Stephen Ogongo 

 

REPUBBLICA.IT

Per dire basta al razzismo nasce il partito dei nuovi italiani

Il movimento fondato da Stephen Ogongo, giornalista originario del Kenya, conta già seimila adesioni e punta a diventare un partito per presentarsi alle prossime elezioni. Tra gli obiettivi la riforma della cittadinanza e il diritto di voto

di VLADIMIRO POLCHI

ROMA – “Ho scelto di essere contro chi promuove il razzismo. Ho scelto di essere contro chi si diverte a vedere i naufraghi soffrire. Ho scelto di essere contro chi ordina lo sgombero dei centri che ospitano persone disperate. Ho scelto di essere contro chi non rispetta la dignità umana”. Stephen Ogongo è un giornalista 44enne, originario del Kenya. È arrivato in Italia per motivi di studio 25 anni fa, ha insegnato all’università Gregoriana, ha due figlie, è caporedattore di 10 testate del gruppo “Stranieri in Italia”. Con la sua redazione, di fronte all’escalation razzista degli ultimi mesi, ha lanciato un nuovo movimento: “Cara Italia”. In poche settimane ha incassato seimila adesioni. A breve varerà uno statuto e si darà una forma politica per partecipare alle prossime elezioni nazionali e amministrative (a partire da quelle di Roma). Insomma, un vero e proprio partito per “per dare voce a chi non ce l’ha, ai tanti delusi della mancata riforma della Bossi-Fini, dello Ius soli e delle politiche razziste dell’attuale maggioranza”.

Il partito dei “nuovi Italiani”

 

La storia di Stephen comincia 25 anni fa, quando atterra a Roma dal Kenya. “Sono arrivato da solo per motivi di studio. Mi sono iscritto alla facoltà di scienze sociali all’università Gregoriana. Dopo un dottorato di ricerca, ho insegnato giornalismo presso la stessa università per quattro anni. Oggi sono caporedattore di ‘Stranieri in Italia’ e delle varie testate pubblicate nelle lingue delle principali comunità di migranti del nostro Paese”. Ogongo è sposato con una donna di origine congolese e ha due figlie, di 16 e 11 anni, senza cittadinanza italiana. A ottobre scorso l’idea: aprire con i colleghi della redazione un sito e una pagina Facebook per lanciare il movimento Cara Italia (caraitalia.org), che “ha come protagonisti gli immigrati e gli italiani che lavorano insieme contro il razzismo e tutte le altre forme discriminazioni. Una casa comune per cercare di mettere insieme associazioni, organizzazioni, gruppi che si occupano dei diritti dei nuovi italiani. Con l’ambizione di diventare un soggetto politico, di entrare nelle istituzioni, per una società davvero interculturale. Come dice un proverbio africano: se si sogna da soli, è solo un sogno; se si sogna insieme, è la realtà che comincia”.

Cittadinanza e diritto di voto

La forza del nuovo movimento è il sostegno “dei nostri giornali e siti di ‘Stranieri in Italia’, grazie ai quali raggiungiamo ogni mese un milione e mezzo di immigrati e nuovi cittadini, insieme agli italiani”. In agenda la lotta per “una legge di cittadinanza coerente con la realtà del Paese e per il diritto di voto attivo e passivo per gli immigrati residenti in Italia”.

L’emergenza razzismo

“Questo è il momento giusto per mettersi in gioco – sostiene Ogongo – da una parte c’è delusione dopo il tradimento per la mancata riforma dello ius soli e della Bossi-Fini sempre criticata e mai modificata dai partiti di sinistra. Dall’altro, c’è una società che sta cambiando anche dal punto di vista demografico, con sempre più figli di immigrati che stanno diventando italiani. È il momento di dare voce a chi non ce l’ha. Inoltre viviamo tempo di odio. Il razzismo è diventato qualcosa di normale, accettato, di cui non vergognarsi. Tocca reagire”.

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