LUCA RAFFAELLI, Il disegnatore è morto a Maiorca a 86 anni. Addio Mordillo la tenerezza con il naso a palloncino- REPUBBLICA DEL 1° LUGLIO 2019 –pag. 27

 

 

chiara :

 

ringraziamo questo sito :: http://resistart.ir/en/artists/guillermo-mordillo/

che ci ha fatto scoprire quelle che a noi sono sembrate le nostre vignette più belle,

che ci

hanno fatto innamorare della tenerezza di Mordillo così  come tanti anni fa ci eravamo

innamorati di quella di Schulz.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Il suo matrimonio a Parigi nel 1969 con Amparo Camarasa

 

 

 

 

 

 

 

 

Guillermo Mordillo Menéndez–foto 2012

Guillermo Mordillo Menéndez, più noto semplicemente come Mordillo (Villa Pueyrredon, Buenos Aires, 4 agosto 1932 – Palma di Maiorca, Spagna,  29 giugno 2019), è stato un fumettistaillustratore e autore di cartoon di animazione argentino.

 

 

 

 

È stato tra i cartoonist maggiormente pubblicati in numerosi paesi del mondo durante gli anni settanta.[1] I suoi disegni – che appaiono su puzzlediari e poster[2] – sono caratterizzati da colori vivaci e, soprattutto, da uno spiccato senso umoristico. I personaggi delle sue vignette sono perlopiù buffi ometti che non si esprimono a parole ma attraverso la gestualità, in scene sviluppate particolarmente nell’ambito dello sport (specialmente calciogolf) e della vita di coppia. Altri suoi personaggi molto conosciuti sono gli animali dal lungo collo, come ad esempio le giraffe, le cui avventure sono state raccolte in diversi volumi.

wikipedia

 

 

 

 

 

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REPUBBLICA DEL 01 LUGLIO 2019–pag. 27

https://quotidiano.repubblica.it/edizionerepubblica/pw/flipperweb/flipperweb.html?testata=REP&issue=20190701&edizione=nazionale&startpage=1&displaypages=2

 

 

 

 

 

 

 

 

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Il disegnatore è morto a Maiorca a 86 anni

Addio Mordillo la tenerezza con il naso a palloncino

di Luca Raffaelli

 

 

 

 

 

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È famoso per il suo mondo pieno di personaggi dal naso grosso, a palloncino. Che si comportano tutti alla stessa maniera, con le stesse paure, le stesse curiosità, le stesse reazioni. Quelli di Mordillo sono personaggi senza nome e tutti morbidi, irresistibilmente simpatici, ai quali possiamo perdonare le piccole debolezze. È morto improvvisamente a Maiorca, in Spagna, poco prima di compiere 87 anni.

 

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Proprio dalla Spagna i suoi genitori partirono per trovare il proprio futuro in Argentina, a Buenos Aires, dove Guillermo Mordillo è nato nel 1932 ed ha studiato illustrazione. Dopo aver imparato i segreti del disegno animato si è trasferito a ventitré anni in Perù dove, oltre a lavorare in uno studio pubblicitario, ha anche trovato il modo di realizzare disegni per libri di favole.

Nel 1960 è negli Stati Uniti alla Paramount a disegnare i cartoni animati di Braccio di Ferro e della Piccola Lulù. Ma evidentemente stava ancora cercando la propria strada se tre anni più tardi lo troviamo a Parigi a collaborare con alcuni periodici tra cui lo sportivo Paris Match

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È qui che costruisce il suo mondo disegnato ed è qui che trova Amparo Camarasa dalla quale avrà due figli: Sebastian Jerome nel 1970 e Cécile Isabelle due anni più tardi. Del 1972 è Crazy Cowboy, un successo internazionale in cui prende in giro il personaggio western per antonomasia, inserendolo in un mondo assurdo in cui perfino il mito a cavallo si trova incapace di comprendere e di agire.

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Uno dei primi premi internazionali vinti da Mordillo è lo Yellow Kid che il Salone di Lucca dei Comics gli assegna nel 1974. Poi ne vince un altro importante, a Tokyo, tre anni dopo, e ancora in Canada, a Montreal. I suoi non sono veri e propri fumetti, ma storie che si svolgono nell’ambito di una tavola, spesso colorata, spesso stracolma di personaggi.

 

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Cosa accada all’interno di questi suoi quadri bisogna cercarlo tra gli infiniti particolari. Ed anche questo è stato il gioco di Mordillo: cercare la complicità del lettore, colpire la sua curiosità. Il cartoonist argentino affermava che il suo mondo nasceva dai suoi sogni e dal desiderio di gioia che gli ispiravano. E poi anche da quella che definiva come la “tenerezza della paura”.

 

 

 

 

 

 

Perché proprio questo faceva il grande Guillermo: trasformare in situazioni dolci quelle che avrebbero potuto essere dei momenti da incubo. Basti pensare ai suoi campi di calcio contornati da burroni (dove la palla, cadendo, non potrà mai essere recuperata), oppure quelli affollati da centinaia di giocatori che non trovano neppure lo spazio per potersi muovere.

 

 

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Da incubo anche questo. Ma il tutto disegnato con uno stile così sorridente e rassicurante da poter diventare cartolina, biglietto d’augurio e d’amore. E poi puzzle, tanti puzzle perché il gioco è proprio quello di andare a trovare il naso a palloncino da mettere nel punto giusto.

 

 

 

 

 

Una sua passione è stata quella dello sport, ma delle imprese sportive amava la conquista dell’inutile. «Se vince la squadra per cui tifiamo il mondo non cambia, eppure siamo felici. Siccome molto si fa per i soldi, mi fa molto piacere pensare che si possa essere felici per qualcosa di totalmente inutile», diceva. Famose erano anche le sue giraffe, dal collo lunghissimo, che cercavano di capire il senso del mondo dall’alto del loro punto vista.

 

 

 

 

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Alla fine si è trasferito a Maiorca nel 1980 ma si muoveva volentieri in giro per il mondo a raccogliere le testimonianze di un successo planetario conquistato, in fondo, con una quindicina di libri tra storie d’amore, campi di golf, storie di safari e di calcio.

Una delle ultime sue visite in Italia è stata in occasione della sua partecipazione alla mostra su calcio e fumetto allestita a Torino al Museo della Juventus. Tra le tavole esposte anche quella di un dio (casualmente vestito con la maglietta bianconera) che esulta per aver volutamente deviato un tiro destinato in rete. Un dio che esulta per una gioia di quelle che a lui piacevano tanto: una gioia totalmente inutile.

 

 

 

Uno dei suoi segreti era trasformare la paura che abbiamo tutti in quella che lui stesso chiamava la “gioia inutile” L’unica gioia che conti

 

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  1. Donatella scrive:

    Davvero grande Mordillo, che ci fa gioire con le sue vignette dolci e ironiche.

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