BLOG ZONADIDISAGIO, DIRETTO DA NICOLA VACCA:::LA POESIA DI ANDREA D’URSO —un omaggio speciale pieno di affetto ad un giovane poeta che ci ha fatto visita…

 

Blog diretto da Nicola Vacca, in redazione un numero lunghissimo di collaboratori…

zona di disagio.wordpress.com

 

 

La poesia di Andrea D’Urso

–link, sopra in verde

 

 

LA POESIA DI ANDREA D’URSO

 

P1100822

ANDREA D’URSO

 

(Solamente una brevissima introduzione: quando scrivo una raccolta di poesie, mi piace che ci siano un protagonista e una scena ben definiti. In Occidente Express il protagonista era un personaggio che non si capiva bene che lavoro facesse, ma si capiva che per lavoro ogni giorno doveva prendere vari mezzi pubblici dentro una grande città.

In questa raccolta inedita (ne sono uscite solamente una decina su un paio di riviste francesi, La revue des ressources, Etat Civil) il protagonista è invece un rappresentante di rubinetti che si sposta in automobile lungo strade di provincia. Tutto qui. Andrea)

 

 

 

 

 

 

 

RUBINETTERIA

 

 

Mia madre ha sempre sognato per me

un lavoro importante, rispettabile e rappresentativo,

ed i suoi sogni son diventati realtà, perché  sono un rappresentante.

A me piace come lavoro, mi trovo bene, mi è naturale,

perché  è più facile rappresentare rubinetti che se stessi.

I rubinetti non si fanno troppe domande e dove li metti stanno.

Quando apro la valigetta e comincio a spiegare, a sfogliare i cataloghi,

mi sento alla grande e non mi fermerei mai,

quando poi scorgo nel viso del commerciante i primi segni di cedimento

mi coglie una gioia immensa, primordiale,

così come quando ho appena piazzato un rubinetto

mi assale una certa malinconia,

perché  con quel rubinetto se ne va per sempre una parte di me.

 

Eh no, i rubinetti venduti non tornano più indietro.

Io li conosco tutti i miei rubinetti, e anche quelli degli altri,

sono un po’ come figli, e quelli degli altri sono un po’ come nipoti.

La gente comune forse non lo sa,

ma ogni rubinetto ha una sua anima ed un suo portamento.

Non ci avete mai fatto caso ?

Un rubinetto che perde è un po’ come un uomo che piange.

Ma i miei rubinetti non perdono mai, vincono sempre.

Sono rubinetti di ultimi generazione, dal getto potente e voluminoso,

io la mattina ci metto le mani sotto

e starei le ore a sentire l’acqua calda che scende sulle mani,

se non fosse che devo andare a piazzare altri rubinetti

come quello che ho di fronte.

Peraltro io viaggio molto, il mio non è un lavoro sedentario

e conosco sempre nuovi paesi e città, e anche nuovi ferramenta.

 

Certo, a volte la sera quando ritorno a casa e ricalcolo l’iva,

sento una voce dentro di me che dice:

Dio, ma perché  io vendo rubinetti ? Non sono anch’io una creatura ?

Essendo parte del creato non sono anche i rubinetti delle creature ?

E non solo i rubinetti hanno un’anima, anch’io ho un’anima,

e allora perché ’ mi hai lasciato solo in balia dei grossisti ?

Non dovrei stare lì  con te, con gli angeli che cantano

ed una vita eterna come un rubinetto in bronzo ?

Ma poi sento un’altra voce che dice:

l’anno prossimo mi metto in proprio, se Dio vuole.

 

 

 

 

 

L’INFINITO, IL MAL DI SCHIENA, APPUNTO

 

 

Io vendo rubinetti e la sera, a volte

sfoglio il catalogo dei rubinetti, appunto.

Io scrivo poesie e la sera, a volte

leggo delle poesie, appunto.

Per esempio, il rubinetto Franke atmosfera

è un gran bel rubinetto, mi piace.

Per esempio, l’Infinito

e’ una gran bella poesia, mi piace.

Solo che a volte, quando sono in macchina,

quando sono a casa, quando sono al bar,

mi prende un gran mal di schiena,

che quando il dolore si fa particolarmente intrepido,

mi sembra infinito, appunto,

e mi sembra che d’infinito qui ci sia solo lui.

Infinito perché  senza soluzione, senza motivo,

un po’ come il rubinetto Franke atmosfera,

che almeno però si piazza alla grande.

Il mal di schiena, invece,  sembra che non lo voglia nessuno.

E l’infinito pure, appunto.

 

 

 

 

LUNGO LA STRADA

 

 

 

Ieri sera alla cena con i colleghi

Gianni mi ha chiesto ma tu non sei su feisbuc ?

No, io sto a via Romagnoli

e tutti sono scoppiati a ridere.

Certo, se te ne intendi di donne come di computer,

andiamo bene qua.. mi dice Vermini.

In effetti, di computer non ne so nulla

e di donne, beh quanto Vermini, credo,

ma ho capito subito che stavano esagerando un po’.

No, non ne so molto di computer, e di donne non so,

ma voi che ne sapete della deflazione ?

Sono scoppiati di nuovo tutti a ridere.

La deflazione significa che stasera paghi tu..

Vermini, secondo quanto raccontano,

tre anni fa ha tentato il suicidio,

ma ha sempre la battuta pronta,

e questo non lo raccontano, è un dato di fatto.

Nonostante proprio la mattina stessa

avessi visto in tv un servizio sulla deflazione,

ho capito che la serata stava prendendo una brutta piega.

Lungo la strada, ognuno ha le sue avventure.

Queste sono le mie. E non solo queste.

 

 

 

 

Andrea D’Urso nasce a Roma nel 1970, dove attualmente vive e lavora. Alcuni suoi racconti e poesie vengono tradotti su numerose riviste di lingua francese e inglese.  Nel 2007 pubblica una raccolta di poesie (Occidente Express) per  Ennepilibri, uscita successivamente in Francia per Le Grand Os Editions. In Francia viene pubblicato anche un altro suo testo poetico (Hier est un autre jour, Editions Josè Martin).

La strada è un libro aperto, (Vydia Editore, 2017), La società delle ombre (Rayuela Edizioni, 2018), Inevitabile Follia, (Stampa Alternativa, 2018) e,  Rubinetteria (Eretica Edizioni, 2016).

Nel 2013 è tra i finalisti del Premio Calvino con il romanzo “Nomi, cose e città”, pubblicato nel 2014 dalle Edizioni E/O con il titolo Just a gigolò.

 

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

3 risposte a BLOG ZONADIDISAGIO, DIRETTO DA NICOLA VACCA:::LA POESIA DI ANDREA D’URSO —un omaggio speciale pieno di affetto ad un giovane poeta che ci ha fatto visita…

  1. Donatella scrive:

    Belle e originali queste poesie, tra il grottesco, l’ironico e il dolente.

  2. roberto scrive:

    ci devo pensare sopra
    o forse è meglio che ci pensi di lato
    o
    magari sotto, proprio sotto?
    Non lo so
    mi ricordano qualcuno o qualcosa
    e non so se è un bene o un male.

    Ne riparleremo?
    Forse è un nuovo che è avanzato?
    Magari è appena passato.
    Inutile, non lo so.
    Ma lo so che ci penserò.

Rispondi a Chiara Salvini Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *