RAPTUZ, UNO DEI PIU’ FAMOSI WRITER ( graffiti ) ITALIANO –NASCE A RODANO (MI) NEL 1968 — DA TEMPO ESPONE NEI MIGLIORI MUSEI ITALIANI E ALLA CREWEST ART GALLERY DI LOS ANGELES +++ intervista a Notorious Agency

 

 

Raptuz—Faniale – Opera propria—murales a cipro

 

Raptuz, pseudonimo di Luigi Maria Muratore (Rodano30 aprile 1968), è un writer italiano.

 

Rodano (Ròdan in dialetto milanese, localmente Roeudin) è un comune italiano di 4 575 abitanti ( dati 2018 )  della città metropolitana di Milano, in Lombardia. Fa parte del territorio della Martesana.

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Nasce a Rodano, nell’hinterland milanese, e dopo le scuole dell’obbligo si diploma alla “Scuola del fumetto” di Milano dove apprende i fondamenti e le tecniche del disegno, dell’illustrazione e della grafica pubblicitaria.

Nel 1987 inizia la sua carriera nella disciplina del writing. Il suo primo collettivo è quello che diventerà uno tra i più importanti del writing italiano, la TDK   (The Damage Kids, 1990), che nella prima formazione era composta anche da Skah, Mec, Sten, Reo e Rendo.

 

 

 

Nel 1991 parte per Los Angeles e entra nella storica crew di West Hollywood “CBS”, della quale ne è tuttora onorato membro.

 

 

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Verso la metà degli anni novanta insieme ai rapper J-Ax (allora membro degli Articolo 31) e Space One, fondano il collettivo Spaghetti Funk, con Gemelli DiVersiDJ Enzo e Chief. Raptuz è l’unico membro del collettivo a non dedicarsi alla musica (gli altri membri sono  rapper o DJ). Segue inoltre i tour di J-AxSpace One e dei Gemelli DiVersi in alcune tappe, eseguendo graffiti alle spalle degli artisti durante i concerti.

 

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Tornato a Milano e diventato anche grafico e designer, Raptuz collabora negli anni con aziende e partecipa esibendosi live, in innumerevoli eventi e mostre; negli anni espone le sue opere in gallerie e musei importanti, come il PAC di Milano, La Triennale di Milano, il MART di Trento e Rovereto, e la Crewest Gallery di Los Angeles.

 

 

Photo of Crewest - Los Angeles, CA, United States. Outside gallery view from Winston Street.

LA CREWEST GALLERY DI LOS ANGELES–Edit

110 Winston St

 

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Dal 2006 (anno di fondazione) al 2008 è stato presidente dell‘”Associazione italiana writers tribù dell’indice”.

 

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Nell’autunno 2012 collabora al progetto di riqualificazione del Palapalestre di Ferrara con altri noti artisti di street art come Mendez, Human Alien, Vesod, Esck, Wer ed altri.

 

 

Nel 2017 torna a Milano per celebrare i 30 anni di attività con High Frame Rate, solo show dedicato alla sua tecnica denominata Broken Window Futurism. Raptuz realizza lavori di estremo impatto cromatico, altissima definizione nella composizione e nell’applicazione del colore,

 

 

 

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Intervista a Raptuz

 

 

Il volto della street art italiana

Raptuz, al secolo Luigi Muratore, classe 1968, nasce e cresce nell’hinterland Milanese fino a diventare, nel 1987, uno dei più affermati street artist d’Italia e uno dei fondatori della TDK crew, punto di riferimento del writing italiano, e, assieme a J Ax, della storica Spaghetti Funk.

I suoi pezzi nascono tra le periferie dei sobborghi, sui muri, sui treni e sui ponti, e parlano attraverso tecniche e materiali classici della tradizione writing: vernice spray, acrilici e smalti, idropitture, ma non disdegna l’utilizzo di oggetti che hanno un significato simbolico e fanno parte del suo vissuto, come pennelli, matite da muratore, bombolette, proiettili e bandane. Tra pittura, grafica e design, Raptuz crea una spazialità surreale, dall’aspetto grafico decorativo. Un caos narrativo esaltato dagli accostamenti cromatici. Ricorrenti sono le grandi scritte gotiche create e realizzate con un lettering crudo, lineare e tagliente, marchio riconoscibile che diventa simbolo del carattere diretto e concreto, proprio come i suoi dipinti.

 

 

 

Raptuz, forte del proprio unico mix di entusiasmo e professionalità, ha risposto a qualche nostra domanda:

Raptuz: un nome, una garanzia. Ma qual è la storia che c’è dietro al tuo nome da writer?

In realtà, all’inizio (1987) il nome era KLONZ, tratto da una storia all’interno di un fumetto del grande Giorgio Cavazzano (Altai & Jonson). Successivamente fu un mitico writer e compagno di mille avventure, ASSO, a darmi il nome “RAPTUS” (evoluto poi in RAPTUZ) durante una vacanza in tenda in Romagna, nella quale venivamo spinti, da pulsioni più o meno irresistibili, a commettere atti che potrebbero quantomeno venir definiti “vandalici”, o comunque illegali.

Spaghetti Funk e TDK crew: gruppo di amici, artisti, colleghi o famiglia? Raccontaci qualcosa di questi due cazzutissimi gruppi.

Tutte queste definizioni sommate assieme rappresentano esattamente e perfettamente sia SF che TDK (e CBS Los Angeles) crew. L’unica differenza è che, mentre TDK e CBS riguardano esclusivamente la sfera “writing”, parlando di SF si parla di un ambiente connesso alla musica, al rap, all’hip hop italiano. Potrei raccontare mille aneddoti e storielle, ma per non dilungarmi oltre dico solo, non senza orgoglio, che indistintamente tutte le mie crew hanno scritto e stanno ancora scrivendo pagine su pagine di storia del writing e dell’hip-hop, in Italia e nel mondo.

 

 

I tuoi graffiti degli anni ‘90 attirano giovani writers in “pellegrinaggio” per le strade di Milano: cosa vorresti dire loro?

Magari “attiravano”, dal momento che ormai di mio sui muri pubblici di Milano non è rimasto praticamente nulla… i muri e le hall of fame sbiadiscono o lasciano posto giustamente a nuove cose. Si evolve, si cambiano stili e punti di vista. Quello che rimane per sempre è comunque la grandezza di chi è stato “pioniere”, l’aria che si respira vicino a quei muri è comunque pregna di sangue, lacrime, cemento, vernice e storia. Posso solo dire a chi ha apprezzato e apprezza tutt’ora le mie cose… che ha un ottimo gusto, e di continuare a seguirmi.

Ci piacciono un fottìo i tuoi ultimi murales, quelli in cui il soggetto appare sezionato, decostruito, quasi futurista: in che modo sei passato dall’old style a questo tuo own style particolarissimo?

Dopo anni di writing “canonico” ho iniziato a ricercare e a provare nuove vie. Le solite cose mi avevano stufato e avevo bisogno di trovare uno stile riconoscibile e solo mio, anche uscendo dagli schemi soliti del circuito underground. Ispirandomi ad alcuni dei miei idoli (come Fortunato Depero, Tullio Crali, Giacomo Balla) ho solo ripreso e sviluppato una strada che avevo già intrapreso (e mollato) in alcuni pezzi del ’92, per poi arrivare, naturalmente dopo vari step, allo stile attuale.

Quali soggetti preferisci disegnare?

Disegno tutto quello che ho visto e vissuto, da frames metropolitane, alla natura che amo e che mi circonda, ad opere e personaggi cult che sono rimasti nel mio cuore.

 

 

Che progetti hai in futuro?

Dipingere, lavorare, vivere… worldwide!!! (non esclusivamente in quest’ordine)

I writers in Italia avranno sempre vita difficile? Dobbiamo rassegnarci a vederli sparire oltreoceano?

Non mi sembra che i writers abbiano vita particolarmente difficile. Ora hanno spazi, materiali, opportunità e riconoscimenti che “ai miei tempi” ci sognavamo. Rispetto a prima, il mercato e la scena sono globali, si può fare tutto e di più. La differenza, come in tutte le cose, la fa la PASSIONE, LA VOGLIA DI LAVORARE, e soprattutto LA QUALITA’.

Dagli anni ‘90 ad oggi, cos’è rimasto davvero dello street writing?

Dall’avvento di internet e dei social network, molto poco! Soprattutto non si inizia quasi più per passione pura, ma si comincia con un obbiettivo bene in mente, con una strada già tracciata da percorrere… guarda caso però alla fine chi esce davvero dalla mischia (fatta eccezione per i talenti cristallini ed incontenibili) è quasi sempre chi quella strada l’ha aperta dal nulla, con il sudore del proprio lavoro, credendoci e non mollando mai.

 

Qual è l’opportunità che dovrebbero cogliere i giovani, oggi?

LAVORARE SODO, PARLARE MENO, e TIRARE FUORI IL MEGLIO DI QUELLO CHE HANNO DA DARE (se ce l’hanno… ma non è obbligatorio essere un writer).

Puoi sfidare “all’ultimo sangue” qualcuno, decidere le armi e il terreno della sfida. Vuoi provarci? Chi sfideresti?

Non sfido nessuno, al limite sono gli altri che devono sfidare me… se proprio non hanno un cazzo di meglio da fare.

Tra le persone che conosci chi è… “so Notorious”?

MARCO e LISA….chi altri? (maledetto Topo).   –   Thanx Guys

 

Raptuz espone le sue opere in gallerie e musei importanti, come il PAC di Milano, La Triennale di Milano, il Museo d’Arte Contemporanea di Trento e Rovereto, la Galleria Civica di Monza, il Museo e la Galleria Civica di Bolzano, la Crewest Gallery di Los Angeles.


www.raptuz.com

 

 

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