LA RIVISTA MARIE CLAIRE HA FATTO UN BELLISSIMO SERVIZIO SU ” VIENNA, GRANDEUR IMPERIALE “, ARTICOLO DI DANILO ASCANI, FOTOGRAFIE DEL ” GRANDE MATTEO CARASSALE ” –2 OTTOBRE 2019

 

 

MARIE CLAIRE.COM/IT /  2 OTTOBRE 2019 /  VIENNA CAPITALE

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Vienna, grandeur imperiale

Le ultime tendenze in fatto di architettura & arte duettano con il pedigree blasonato di una capitale in rapida evoluzione.

 

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Nella fotografia in alto, la vista di Vienna dal ristorante Das Loft all’interno del Sofitel Stephansdom.

 

 

Classica e contemporanea, attraversata da una linea di faglia tra i fasti del passato e un presente ricco di promesse: dall’arte alla musica, passando per moda e design. Vienna si racconta attraverso le fitte pagine di uno spartito. Sa farlo magistralmente sulle note di Mozart e Strauss – che risuonano nella Sala d’oro del Musikverein per il concerto di Capodanno – e con le nuove architetture sparse su uno scenario metropolitano in continuo divenire. Non a caso, le forme avveniristiche e aerodinamiche del Campus WU, con biblioteca e learning center progettati dalla compianta Zaha Hadid per la facoltà di Economia, somigliano a righe di un pentagramma. A segnare il passo è lo scorrere lento del Danubio, storico trait d’union di quella Mitteleuropa testimone di tanti mutamenti.

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Velluti e broccati rossi sono il prezioso biglietto da visita del Rote Bar, ristorante gourmet dell’hotel Sacher, a Vienna.

Photo di Matteo Carassale

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La scalinata della Wiener Staatsoper: teatro in stile neorinascimentale inaugurato nel 1869

foto  di Matteo Carassale

 

 

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Il Belvedere Superiore si specchia in un grande bacino d’acqua, che discende a cascata nei giardini alla francese, tra parterre a ricami vegetali e aiuole di sabbia colorata.

Foto di Matteo Carassale

 

 

Oltre la sponda orientale, dove il fiume sembra disegnare un’isola, svettano grattacieli realizzati da illustri progettisti. È il caso delle DC Towers di Dominique Perrault: silhouette alte duecentocinquanta metri, che regalano un’incredibile vista sulla città. «Vienna è stata per secoli snodo e crocevia di popoli e culture, motivo d’attrazione per molti». A raccontarlo è Christina Steinbrecher-Pfandt, giovane direttore artistico di Viennacontemporary, fiera internazionale d’arte sempre più gettonata da galleristi e creativi costretti a disertare gli appuntamenti di altre capitali, alla stregua di Londra e New York, «dove una bolla speculativa ha stravolto ormai il mercato», spiega. Forte della sua expertise, Christina riesce a catalizzare l’attenzione di grandi nomi e artisti emergenti, «che di quest’area metropolitana apprezzano la capacità di intercettare tendenze e cambiamenti repentini». È un po’ come rivivere una seconda Secessione. Ma non è quella “viennese” celebrata da Joseph Maria Olbrich nell’omonima costruzione sulla Friedrichstrasse.

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Il Palazzo della Secessione, progettato nel 1897 dall’architetto Joseph Maria Olbrich.

foto di Matteo Carassale

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La scala del Museo di storia naturale.

Foto di Matteo Carassale

 

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Una camera dell’hotel Park Hyatt.

Matteo Carassale

 

 

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La Scuola di equitazione spagnola.

Matteo Carassale

 

 

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La Biblioteca nazionale austriaca, che ha sede nella Hofburg.

Matteo Carassale

 

Il suo moderno epicentro è il MuseumsQuartier, che racchiude, tra gli altri, 21er Haus, Mumok e Kunst Haus Wien: poli espositivi che vantano opere, sculture e fotografie di Gerhard Richter, Günter Grass, Yoko Ono e Annie Leibovitz. Basta poi chiudere gli occhi e riaprirli di fronte ai capolavori di Egon Schiele al Leopold Museum o alle opere di Gustav Klimt nelle sale del Belvedere Superiore, per cogliere – rapiti da una girandola di colori – la graduale trasformazione dallo Jugendstil (questo il nome dell’Art Nouveau in Austria) all’Espressionismo. Come un sontuoso scrigno dal décor barocco, Vienna custodisce autentici gioielli. Assieme all’iconica saliera di Benvenuto Cellini in ebano, oro e smalto – trofeo del Kunsthistorisches Museum – brillano di luce propria il Tesoro della corona del Sacro Romano Impero, i monili dell’imperatrice Sissi e la coppa d’agata che un tempo si pensava fosse il Santo Graal.

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La cupola monumentale della Hofburg vista da Michaelerplatz. Centro del potere austriaco per più di sei secoli (il complesso fu costruito a partire dal 1100 e si espanse sotto la dinastia degli Asburgo), è tuttora residenza ufficiale e luogo di lavoro del presidente federale.

Matteo Carassale

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Una statua dello scultore austriaco Anton Hanak.

Matteo Carassale

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L’edificio del Parlamento.

Matteo Carassale

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Una fontana di Rudolf Weyr su Michaelerplatz.

Matteo Carassale

 

 

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Un ritratto di Christina Steinbrecher-Pfandt, art director di Viennacontemporary.

Matteo Carassale

 

 

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La chiesa cattolica di Karlskirche, dedicata a San Carlo Borromeo.

Matteo Carassale

 

Tra mito e leggenda, lo splendore di un tempo rivive nei della Hofburg. E la Scuola di equitazione spagnola non fa eccezione; qui persino i cavalli Lipizzani, guidati da cavalieri in livrea napoleonica, sanno muoversi con rara eleganza. Tra levade e capriole vanno in scena sorprendenti spettacoli di dressage, sulla musica della Wiener Philharmoniker. Non lontano, sul palco della Staatsoper – mirabile teatro in puro stile neorinascimentale – trionfano opera e danza. Tant’è che per le festività natalizie il calendario propone Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini e Le corsaire: un grande classico del balletto di fine Ottocento, sulla coreografia di Marius Petipa. Raffinato quanto un leggiadro pas de deux è il palazzo di Schönbrunn, con il suo regale parco che si estende – tra labirinti, giardini e aiuole – sino alla Gloriette, maestosa costruzione enfatizzata da una panoramica esplanade.

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Il ballerino Davide Dato, étoile del Wiener Staatsballett.

Matteo Carassale

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Raffinati stucchi decorano l’interno della grandiosa cupola del Museo di storia naturale.

Matteo Carassale

 

 

La magnificenza di questa residenza estiva si deve a Maria Teresa d’Austria, che volle un teatro di corte dai pomposi interni rococò, nel quale si esibì perfino Joseph Haydn. Altri sono gli esempi di evoluzione urbana. Di recente, la progettazione ha puntato i riflettori sulle stazioni ferroviarie e sulle aree circostanti. Dopo un rilevante upgrade, tra le vie del Quartiere Belvedere e nelle piazze di Sonnwendviertel si respira aria di trasformazione. Slanci costruttivi e superfici green sono il manifesto di una nuova era, le cui fondamenta poggiano sui principi dell’ecosostenibilità. La stessa seguita nell’agricoltura biodinamica, che da queste parti vanta un invidiabile primato. «Vienna è l’unica capitale al mondo a produrre vini eccellenti tra i campi e le colline della cerchia urbana», sottolinea il sales & marketing manager dell’hotel Sacher. Le eccellenze finiscono sui tavoli di ristoranti stellati o storici caffè, come Demel, Sperl e Landtmann. Basta varcare la soglia di uno dei tanti templi dell’haute pâtisserie in pieno centro o sugli eleganti viali alberati della Ringstrasse per scoprire luoghi ancora avvolti da un’aura magica. Perché Vienna rappresenta sì la Secessione nell’arte, ma se si parla di art de vivre l’intesa è coesa e compatta.

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Il Campus WU con la biblioteca progettata da Zaha Hadid.

Matteo Carassale

 

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La hall del Grand Ferdinand.

Matteo Carassale

 

 

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Edith Schiele in a Striped Dress, Sitting (1915), di Egon Schiele, al Leopold Museum.

Matteo Carassale

 

 

 

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Il ristorante Das Loft, con un’opera di Pipilotti Rist a soffitto.

Matteo Carassale

 

Mangiare

The bank. Brasserie e bar dal tocco glam, dove bere ottimi cocktail accompagnati dai piatti dello chef Stefan Resch e dai dolci di Oliver Ivanschits. Bognergasse 4, www.restaurant-thebank.com

The guest house. Aperta dalle 6.30 fino a mezzanotte, questa brasserie & bakery è il posto ideale per mangiare bio e provare le carni provenienti dalla Stiria e dalla regione del Kamptal.Fűhrichgasse 10, www.theguesthouse.at

Grüne Bar. Premiato dalla guida Gault & Millau, questo è il tempio dello chef Dominik Stolzer. Tra ricercate boiserie e dipinti di Anton Faistauer, si gustano vere prelibatezze. Philharmonikerstrasse 4, www.sacher.com

Comprare

Jäeger tee. Inaugurata nel 1862, è la più antica tea room e boutique in città. Qui si trovano pregiate miscele, come il Buddha Ama Cha, e il cioccolato al matcha. Operngasse 6, www.jaegertee.at

Palais interiors. Il piano terra dell’elegante Palais Ferstel ospita questo raffinato store che vende arredi d’epoca, broccati e velluti, ma anche argenti di manifatture storiche e lampade Art Déco. Herrengasse 14, palais-interiors.com

Eva Blut. Un’eclettica collezione di borse e accessori moda nati dall’estro creativo della stilista Eva Buchleitner. Tra i suoi best seller: le Twister bag da modellare attorno al busto o le Velocité, da bicicletta. Kühfußgasse 2, www.evablut.com

Vedere

Leopold Museum. Le sue sale accolgono la più importante collezione al mondo di capolavori di Egon Schiele. A completare l’esposizione anche monili e arredi di Koloman Moser, Otto Wagner e Adolf Loos. Museumsplatz 1, www.leopoldmuseum.org

Scuola di Equitazione Spagnola. Fondata nel 1572, è un’arena indoor dove cavalieri in livrea napolenica e cavalli Lipizzani si esibiscono in spettacoli di dressage, anche sulle note della Wiener Philharmoniker. Michaelerplatz 1, www.srs.at

Biblioteca Nazionale. Voluta da Carlo VI, si tratta di un capolavoro barocco. Fu progettata dall’architetto di corte Johann Bernhard Fischer von Erlach, tra il 1723 e il 1726. Pregevoli gli affreschi di Daniel Gran. Josefsplatz 1, www.onb.ac.at

Campus Wu. È il campus per le Scienze economiche più esteso d’Europa; qui la piazza centrale accoglie le costruzioni di Zaha Hadid, NO.MAD e Peter Cook. Welthandelsplatz 1, www.wu.ac.at

Dc Towers. Nell’area a nord del Danubio, i due grattacieli di Dominique Perrault svettano per 250 metri. All’ultimo piano della Torre Uno c’è il 57 Lounge: bar con vista su tutta Vienna. Donau-City-Strasse 7, viennadc.at

Belvedere. Perla dell’architettura barocca, questa dimora principesca è ora un museo. Qui si trova la più grande collezione di tele di Gustav Klimt: tra le tante, Il bacio (1908) e Giuditta I (1901). Prinz Eugen-Straße 27, www.belvedere.at

Dormire

Sacher Wien. Inaugurato nel 1876, questo elegante cinque stelle vanta pregevoli suite come la 719 – Pelléas et Mélisande – con toile de Jouy alle pareti nei toni del rosso e terrazza panoramica. Doppia da €400. Philharmonikerstrasse 4, www.lhw.com/sacher

Park Hyatt Vienna. Nell’edificio che un tempo ospitava una banca oggi sorge un raffinato hotel in stile Art Déco. Da provare la Arany Spa e un afternoon tea negli ambienti del The Lounge. Doppia da €375. Am Hof 2, www.vienna.park.hyatt.com

Sofitel Stephansdom. Progettato da Jean Nouvel come una grande torre, ha 182 camere e suite (dal sesto piano in su). Agli altri livelli: Spa, bar Le K-Fé e ristorante Das Loft con i soffitti firmati Pipilotti Rist. Doppia da €210. Praterstrasse 1, www.sofitel.com

Grand Ferdinand. Chandelier Lobmeyr nella spaziosa hall, arredi Thonet e Gubi nelle 188 camere. Ma anche un ristorante gourmet noto per il bollito, il bistrot Gulasch & Champagne, il club Grand Étage. Doppia da €180. Schubertring 10/12, www.grandferdinand.com

Hotel Beethoven Wien. Quella che un tempo era una casa di tolleranza oggi è un sofisticato hotel di design. Ogni suo piano è decorato a tema: si spazia dai caffè letterari viennesi al teatro e alla musica, passando per la Secessione e i personaggi celebri. Attesa novità per l’inizio del 2020 il lounge bar Ludwig. Doppia da €120. Papagenogasse 6, www.hotel-beethoven.at

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Una camera dell’Hotel Beethoven Wien.

Courtesy Photo

 

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