FILM DEL 1946, IL FILO DEL RASOIO, DI EDMUND GOULDING — DAL ROMANZO DI SOMERSET MAUGHAM PUBBLICATO NEL 1944 –TRAMA DA WIKIPEDIA ++ RECENSIONE DI MY MOOVIES

 

 

Il filo del rasoio (The Razor’s Edge) è un film del 1946, diretto da Edmund Goulding e tratto dal romanzo omonimo scritto da William Somerset Maugham.

Protagonisti del film sono Tyrone Power, Gene Tierney, John Payne, Anne Baxter, Clifton Webb e Herbert Marshall nei panni dello stesso Maugham. Clifton Webb ed Anne Baxter furono candidati ai Premi Oscar 1947 rispettivamente come miglior attore non protagonista e miglior attrice non protagonista, ma solo la Baxter vinse il premio.

 

 

 

 

Screenshot del film "Il filo del rasoio".png

TYRONE  POWER IN UNA SCENA DEL FILM

Utente:Carmela Angela

 

Il filo del rasoio

W. Somerset Maugham

Articolo acquistabile con 18App e Carta del Docente
Traduttore: Franco Salvatorelli
Editore: Adelphi
Collana: Biblioteca Adelphi
Edizione: 3
Anno edizione: 2005
In commercio dal: 4 maggio 2005
Pagine: 396 p., Brossura
20 EURO, PREZZO PIENO

Descrizione

Camminare sul filo del rasoio è difficile e, in effetti, tutt’altro che facile si presenta l’impresa di Larry, un giovane americano traumatizzato dagli orrori della Grande Guerra che si decide a percorrere – molto in anticipo sui suoi coetanei di qualche decennio dopo – la via dell’India, e dell’Illuminazione. E lo fa senza rinunciare a una fitta schermaglia amorosa con l’incantevole Isabel, a un duello col feroce zio di lei, e al cimento più arduo di tutti: la mera sopravvivenza nella spietata comunità di espatriati che fra le due guerre abitava la Riviera francese.

 

TRAMA DEL FILM::

 

 

1919, dopo la prima guerra mondiale: Lo scrittore Somerset Maugham partecipa ad una festa in un country club di Chicago, Illinois. Qui Maugham conosce Elliott Templeton, un espatriato tornato negli Stati Uniti per la prima volta dall’anteguerra per venire a trovare sua sorella Edith, e sua nipote, Isabella, fidanzata con un giovane di nome Larry Darrell, fortemente disprezzato da Elliott per il suo modo di pensare molto diverso dal suo, in quanto Larry mal sopporta le ipocrisie e le falsità della guerra. Larry è turbato da pensieri esistenziali, non sa che fare della propria vita e infatti rifiuta continuamente invitanti posti di lavoro, perché si sente responsabilizzato a darle un significato superiore, essendo un suo amico morto in guerra per salvarlo. Isabella decide di rimandare il matrimonio per permettere a Larry di andare a Parigi nella speranza che possa trovare se stesso. Intanto Sophia Nelson, carissima amica d’infanzia di Larry, sposa il suo fidanzato Bob MacDonald e i due hanno una figlia, Linda.

A Parigi, Larry vive una vita da bohèmien e, un anno dopo la sua partenza, riceve una visita di Isabella, che gli chiede di sposarla. Larry rifiuta perché non ha ancora trovato il senso della sua vita, e Isabella, non comprendendo la sua continua ricerca di se stesso, rompe il fidanzamento. Benché ancora innamorata di lui, la donna sposa il suo spasimante Gray Maturin, al fine di vivere una vita comoda e agiata. Intanto, Sophia perde il marito e la figlia in un incidente d’auto. Sotto consiglio di un suo amico, Larry decide di partire per l’Himalaya, dove incontra un guru che lo accoglie. Dopo aver vissuto da eremita e aver studiato nel monastero, Larry decide di ritornare a vivere tra la gente comune. A Parigi, Maugham incontra nuovamente Elliott, che gli dice che Gray e Isabella si sono trasferiti lì in seguito alla grande depressione, che ha causato la perdita del lavoro di Gray. Maugham, Gray e Isabella incontrano Larry, con cui passano insieme la serata che si conclude in un night club, dove rivedono Sophia, la quale, incapace di superare il grande dolore, passa la vita bevendo in locali malfamati e prostituendosi. Larry, comprendendo che il comportamento della sua amica Sophia è motivato dalla grande tragedia che l’ha colpita, decide di salvarla. Per prima cosa, riesce a farla smettere di bere, e poi pensa di sposarla, ma Isabella, che non sopporta l’idea di un matrimonio fra i due, rinfaccia a Sophia tutti gli errori passati e la invita ad assaggiare la becherovka, per mettere alla prova la sua volontà di non bere mai più. Quindi la lascia per andare a prendere dal dentista la figlia Joan, e così crudelmente ricorda a Sophia che ha perso la sua. La poveretta, rimasta sola, non riesce a resistere alla tentazione della bottiglia che ha davanti a sé e beve, per poi fuggire. Larry cerca Sophia e la trova in uno squallido locale dove ha appositamente chiesto di bere la becherovka. L’uomo tenta di riportare Sophia a casa, ma lei, ubriaca e in preda all’isteria, provoca una rissa fra Larry e due clienti del locale. Mentre i tre si azzuffano, Sophia scappa via e scompare. Di lei non si avranno notizie per un anno circa, quando si scopre che il suo cadavere è stato rinvenuto al porto di Tolone con la gola tagliata. Durante le indagini, Larry incontra nuovamente Maugham, e viene a sapere che Elliott è sul letto di morte nella sua villa in Riviera. Larry riesce a far morire l’uomo in pace procurandogli l’invito, tanto desiderato, al ballo di una principessa, grazie al fatto che da anni ne conosce la segretaria.

Isabella eredita la fortuna di Elliott, cosa che assicura un futuro felice a lei e a Gray, e tenta di ricongiungersi a Larry, che non ha mai smesso di amare. Larry però la respinge, perché lei ha rigettato, con premeditata cattiveria, Sophia nel baratro dell’alcolismo ed è la vera responsabile della sua morte.

Isabella sa di aver perduto il suo amore per sempre, ne è dispiaciuta, ma Maugham la consola spiegandole che Larry possiede la vera bontà e che fare il bene è il senso della sua vita. Larry è partito per lavorare come mozzo in un piroscafo, e continuare ad aiutare chiunque incrocerà sul suo cammino.

 

 

RECENSIONE DI MY MOOVIES

https://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=9258

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Locandina Il filo del rasoio

Il film si apre sull’inquadratura di un cielo nuvoloso. Attacca la voce fuori campo: “Questo è quanto io ricordo della storia di un giovane dalla personalità non comune che ebbi la ventura di incontrare in varie fasi della mia vita. Nell’estate del ’19 io ero di passaggio a Chicago, quando un mio amico, Elliott Templeton, che avevo incontrato a Londra e a Parigi, mi invitò a pranzo. Il ricevimento doveva aver luogo in uno di quei brillanti circoli di campagna tipici di quel dopoguerra americano…”. Il racconto è di Somerset Maugham (impersonato da Herbert Marshall), il grande scrittore inglese che pubblicò il romanzo nel 1944. Maugham conosce in pochi istanti, al suono di una dolce orchestra, tutti i personaggi che comporranno la storia: la stupenda Isabella (Tierney), la romantica Sofia (Baxter, premio Oscar), Gray (Payne), rampollo ricchissimo innamorato di Isabella. Ed è in scena anche Elliott (Webb), delizioso snob a oltranza (“… non capirò mai come si possa andare a Parigi senza abiti da sera…”). Poco dopo appare Larry, il protagonista, interpretato da Tyrone Power. Maugham continua il suo racconto: “È questo il giovane di cui scrivo. Non è celebre. Forse, quando la sua vita giungerà al termine, egli non avrà lasciato maggior traccia di quella che lascia il sasso che cade nell’acqua, e forse la vita che egli si è scelta avrà un’influenza sempre crescente sull’umanità e molto tempo dopo la sua morte ci si renderà conto che ai nostri tempi viveva una creatura non comune…”. Isabella vorrebbe sposare Larry, che però ha in programma una vita particolare: non lavorerà, ma girerà il mondo alla ricerca di se stesso. Isabella per un po’ lo aspetta, poi sposa Gray, mentre Larry continua la sua ricerca fra gli artisti di Parigi, i lavori in miniera, la frequentazione di ogni tipo di umanità, e l’India, dove un santone gli impartisce le lezioni decisive. Nel frattempo Sofia si è “perduta” e Isabella ha continuato a essere innamorata di Larry. È un’espressione esemplare del grande cinema di mestiere hollywoodiano. Un grande romanzo, di un grande scrittore, tradotto secondo le regole del grande cinema. La voce fuori campo rappresenta un altro esercizio strano e splendido. Il fraseggio della scrittura viene ridotto allo spazio della necessità del film, un’operazione che solo apparentemente è blasfema. La sintesi che ne risulta, rispetto al racconto, spesso è più efficace del romanzo stesso. Il compromesso filologico, in sostanza, può risultare ottimo cinema.

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