ansa.it — 19 febbraio 2020–17,16
Laika riattacca il murales di Zaky: ‘non ci ridurranno al silenzio’
Torna l’abbraccio con Regeni, con la scritta ‘Free Patrick’
Nella notte del 18 febbraio la street artist Laika è tornata sul muro che circonda Villa Ada, a Roma, a pochi passi dall’ambasciata d’Egitto, per un “atto secondo” della sua opera sull’abbraccio fra Giulio Regeni e Zaky, lo studente ancora trattenuto in carcere in Egitto, che era stata rimossa da “mano ignota”. “Dopo la rimozione, in tanti mi hanno chiesto di riattaccare l’opera – spiega l’artista – ma il bello della strada è proprio questo: le opere diventano organismi viventi in continua evoluzione e, come tali, possono cambiare”. E così è stato. Laika ha voluto rappresentare il momento esatto dello strappo del poster ad opera del misterioso “qualcuno”: ma dietro l’immagine non c’è un vuoto, ma un mare di persone che fa sentire la propria voce per la liberazione di Patrick. “Ci siamo tutti noi”, precisa. Nella nuova opera, infatti, si vede un’ombra la cui mano strappa l’abbraccio di Regeni e Zaky e ci trova sotto l’immagine di un gruppo di persone, capeggiato dalla poster-artist con maschera e caschetto rosso d’ordinanza, con in mano tanti cartelli gialli con su scritto “Free Patrick”.( VEDI IMMAGINE SOTTO ) “Ho voluto far capire che nessuno può ridurci al silenzio, che si può strappare un disegno – sottolinea – ma che dietro ad esso ci sarà sempre qualcuno pronto a gridare a gran voce. Tutto sommato l’anonimo che ha rimosso il poster ha fatto un favore e tutti: ha dimostrato che insieme possiamo cambiare le cose”. (ANSA).
ROMA.REPUBBLICA.IT / 9 FEBBRAIO 2010
Roma, Laika ripristina il murale dell’abbraccio tra Zaky e Regeni
Laika è tornata. E con lei sono tornati Patrick George Zaky e Giulio Regeni. Dopo lo strappo del primo poster, 6 giorni fa, la misteriosa street artist romana è tornata sul “luogo del delitto” tra la notte del 18 e 19 febbraio per ripristinare l’opera. Stesso punto – il muro di Villa Ada di Roma all’altezza dell’entrata dell’Ambasciata d’Egitto – stesso messaggio – sia quello di conforto che il monito verso le autorità ad agire sul caso Zaky – ma un’immagine leggermente diversa. Maturata, ancora più d’impatto: un tributo non solo al ricercatore ucciso e allo studente incarcerato in Egitto, ma anche a tutte le persone che nei giorni scorsi, dopo la rimozione della prima opera che aveva fatto il giro del mondo, hanno manifestato supporto all’artista. Stavolta, accanto alle effigi dei due protagonisti, si vede un’ombra nera: una mano che materialmente strappa l’opera. E sotto al lembo di carta rimossa fanno capolino tante piccole persone: una moltitudine capeggiata dalla poster artist – sempre con la maschera e caschetto rosso d’ordinanza – che tengono in mano cartelli gialli con su scritto “Free Patrick”( E’ L’IMMMAGINE SOPRA ). “Ho voluto rappresentare il momento esatto dello strappo del poster ad opera del misterioso “qualcuno”, per farglielo rivivere – spiega Laika – Solamente che dietro a quell’immagine non c’è un vuoto, ma un mare di persone che fa sentire la sua voce per la liberazione di Patrick. Ci siamo tutti noi. Nessuno può ridurci al silenzio, si può strappare un disegno ma dietro ad esso ci sarà sempre qualcuno pronto a gridare a gran voce”. Secondo la street artist, l’anonimo che ha rimosso il poster “ha fatto un favore a tutti, ha dimostrato che insieme possiamo far cambiare le cose”. La street artist sarà presente giovedì 20 febbraio al Pantheon alle 18.30 per la fiaccolata per Zaky.
(foto francesco fotia Agf)
di ARIANNA DI CORI
Sì, dietro a tante ingiustizie c’è un mare di persone che non hanno potere, ma che ci sono. E’ anche la lezione che ci hanno dato le Sardine. Peccato che non ci sia nessun partito organizzato progressista che sappia cogliere questa lezione ( almeno finora).