Il ficus di Bordighera (Imperia)
Il fico del Bengala del Giardino inglese a Palermo (Palermo)
Il pino dAleppo di Dolianova (Sud Sardegna)
L’olivo di Villamassargia (Sud Sardegna)
Il platano della Tesoriera a Torino (Torino)
Il maggiociondolo di Saint Oyen (Aosta)
Il castagno di Melitani a Cerva (Catanzaro)
I cipressi di Salò (Brescia)
La roverella della Badia di San Vito a Aquilonia (Avellino)
I larici di Santa Gertrude a Ultimo (Bolzano)
L’olmo campestre di Budrio (Bologna)
La roverella delle Checche a Pienza (Siena)
Il cedro di Cassano Magnago (Varese)
Il pioppo nero di Sesto Campano (Isernia)
La quercia di Dalechamp di Supersano (Lecce)
La roverella di Barete (Aquiila)
L’olivo di Sant’Emiliano a Trevi (Perugia)
La roverella di Treja (Macerata)
Il faggio di Forca Canepine a Arquata del Tronto (Ascoli Piceno)
La farnia di Malga Costa a Borgovalsugana (Trento)
Il larice di Pejo (Trento)
La sequoia gigante di Longarone (Belluno)
continua nel sito del MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E AMBIENTALI
https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11277/GPI/22#GPContent
ANSA — 7 APRILE 2020
Mipaaf, online le Linee guida per la cura alberi monumentali
Sono 3326, diffusi in ogni Regione d’Italia
Viaggio tra gli alberi monumentali d’Italia: la quercia delle streghe di Gragnano, in provincia di Lucca, che ha ispira
– Pubblicate sul sito del Ministero delle Politiche agricole le “Linee guida per gli interventi di cura e salvaguardia degli alberi monumentali” approvate il 31 marzo scorso con Decreto del Capo Dipartimento per le politiche europee, internazionali e dello sviluppo rurale.Sono 3326, diffusi in ogni Regione d’Italia, gli alberi monumentali inseriti nell’elenco, curato dalla Direzione generale foreste su segnalazione delle Regioni e Province autonome.
Dal 2013 il legislatore italiano ha sancito che anche alcuni alberi possono a buon diritto rientrare tra i beni “che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale, singolarità geologica o memoria storica” e possono quindi a buon diritto fregiarsi del titolo di “monumento”. Si tratta di alberi singoli, in viali, in parchi e giardini ed anche nei boschi, di specie nostrali o esotiche, di proprietà pubbliche e anche private che contribuiscono a testimoniare la grande biodiversità presente in Italia, arricchendone il paesaggio cui spesso contribuiscono in misura straordinaria.
Proprio per garantire la massima tutela agli esemplari monumentali e con l’obiettivo di fornire criteri di univocità utili alla loro salvaguardia, sono state elaborate dalla Direzione generale delle Foreste le Linee guida. (ANSA)