La roverella di Passo di Treia
LA ROVERELLA DEL PASSO DI TREIA HA UN’ETA’ PROSSIMA A 450 ANNI, E’ ALTA 23 METRI E HA UNA CIRCONFERENZA DI 6.45 METRI
foto da :
https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cosa%20fare/foto/alberi-monumentali-1.4204084
Treia, citando Carlo Bo, rappresenta “un paese dove l’uomo ha saputo trovare una sede che non contraddica l’aspirazione alla libertà e alla dignità. Un paese nobile, nel giusto senso del termine, perché si adatta alla natura della terra, sapendola sfruttare senza mai violarla o offenderla”.
DAL FACEBOOK ” CITTA’ DI TREIA ”
Treia è un comune italiano di 9 209 abitanti ( NOVEMBRE 2019 ) della provincia di Macerata.
Treia è un comune situato a nord della valle del Potenza. Il centro storico è posto su una lunga e stretta sella di arenaria dalla quale è visibile tutta la valle.
Fondata o dai Piceni in epoca pre-romana o dai Sabini intorno al IV secolo a.C., prende nome da quello della dea Trea-Jana, divinità di origine greco-sicula che qui era venerata; prima colonia romana, poi municipio (109 a.C.), raggiunse una buona estensione urbana e notevole importanza militare. Treia fu distrutta una prima volta dai Visigoti nel V secolo e poi, tra il IX e X secolo, dai Saraceni, per cui gli abitanti la ricostruirono su tre piccoli colli vicini che permettevano una più facile difesa, dandole anche il nuovo nome di Montecchio (Monticulum o Monteclum: piccolo monte).
CONTINUA LA SUA AVVENTUROSA STORIA NEL LINK::
https://it.wikipedia.org/wiki/Treia
TREIA IN PROVINCIA DI MACERATA–VISTA DALLA CONTRADA SCHITO
Jonathan Corbet – Flickr: Treia
TREIA NELLA PROVINCIA DI MACERATA NELLE MARCHE
PORTA VALLESACCO — FACEBOOK ” CITTA’ DI TREIA ”
PORTA SAN MARTINO — FOTO DAL FACEBOOK DELLA CITTA’
Situata all’estremità Nord delle mura, è una porta quattrocentesca, ricavata a filo del muro di cinta, con un fornice ad arco a tutto sesto.
PORTA ROMA — FACEBOOK DELLA CITTA’
Chiamata anche Porta degli Elci, è una riedizione ottocentesca di una porta con fornice ogivale, risalente al XIV secolo che si trovava nella zona del Castello degli Elci. L’originaria fisionomia è stata alterata dai numerosi interventi di restauro subiti nel tempo.
PORTA PALESTRO—Orientata all’estremo sud della città. Era una porta-torre verosimilmente munita di apparato a sporgere con beccatelli, caditoie e merli. Nulla di ciò è pervenuto a noi.
FACEBOOK DELLA CITTA’
PORTA NUOVA–Detta anche Porta delle Scalette, è una porta a forte dislivello del terreno, raggiungibile salendo le scalette. Ha fattezze settecentesche.
PORTA MONTANA–Sostituisce una antica porta castellana, ma non rappresenta un’architettura militare.
FACEBOOK DELLA CITTA’
Da dove vengo io,
Si vede il mare, ma in lontananza.
Prima di vedere il mare si vede la campagna,
quella ritagliata a quadrati che si alternano, marroni e verdi.
Ma più verdi che marroni.
Da dove vengo io, giù in piazza non c’è mai nessuno,
proprio come scriveva Dolores Prato,
ma la piazza è bella lo stesso.
Anzi è la più bella, abbracciata com’è da quelle braccia di pietra,
che la circondano, la conservano e la riservano,
per chi guarda, come fosse un gioiello prezioso.
Da dove vengo io, le strade sono silenziose e pulite,
ma i mattoni raccontano le storie della gente.
Di chi ha fatto la storia della città.
Con le loro azioni semplici, quotidiane, piene di vita.
L’aria profuma. C’è il sapore del sugo della nonna
e pure quello del pane fresco nell’aria.
C’è l’odore dell’erba ma soprattutto quello della mia infanzia.
Ci sono vie colorate dai fiori e dai panni stesi all’aria aperta.
Ci sono bambini per strada, che giocano al pallone.
Ci sono pure quelli che vanno in bicicletta e ridono,
e con le loro risa riempiono l’aria di paese.
Da dove vengo io “lo chiamerà paese, ma è città”.
Da dove vengo io si gioca a palla, con un bracciale di legno
e noi, ogni volta, guardiamo giocare come se
quello fosse il gioco più bello del mondo.
Da dove vengo io c’è il ricordo di me al riparo,
con quella serenità che solo da bambini si sa avere,
circondata dagli amori più veri.
Da dove vengo io c’è una me che oggi non c’è più.
C’è ancora la mia famiglia,
c’è l’aria di casa,
c’è una limpidezza che non ho ancora imparato
a vedere da nessuna altra parte.
Da dove vengo io, certi giorni, mi manca così tanto.
(Questo post è apparso per la prima volta su c’eraunavodka.it scritto da Lucrezia Sarnari)
— a Treia, Marche, Italy.
FACCIA DEL SUO BLOG — sotto::
Lucrezia Sarnari
vive a Perugia. Da quando è mamma, ne scrive sul blog ceraunavodka.it. Lavora come ufficio stampa e giornalista freelance collaborando con diversi siti e riviste. Per Rizzoli ha pubblicato Dieci cose che avevo dimenticato (2018).
FOTO DAL FACEBOOK ” CITTA’ DI TREIA ”
Facciata dell’ Accademia Georgica, fondata da Bartolomeo Vignati nel 1430 a Treia
Trejenses – Opera propria
STEMMA DELL’ACCADEMIA GEORGICA-
Eurap – Opera propria
Pergamena relativa agli atti del processo Baglioni, svoltosi tra il 1278 e il 1296, lunga 11.98 metri.
Trejenses – Opera propria
REPERTI ARCHEOLOGICI DELL’ACCADEMIA
Ritratti di Balla presenti nell’appartamento Simboli. In basso, si può vedere, tra le foto, la foto autografata di Giacomo Balla.
Eurap – Opera propria
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https://it.wikipedia.org/wiki/Accademia_Georgica