ADRIAN TOMINE ( 31 maggio 1974 , Sacramento, California, Stati Uniti ), americano di quarta generazione ma di origine giapponese.
IL SUO SITO + E PUBBLICA ANCHE SU INSTAGRAM
Redazione
13 Giugno 2020 + altre date
Adrian Tomine è uno dei principali autori americani di graphic novel, ma è anche un prolifico illustratore. Collabora con prestigiose riviste statunitensi e non solo, tra cui, soprattutto, il New Yorker, realizzando copertine e illustrazioni interne che accompagnano articoli e racconti di fiction.
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Molti di questi lavori vengono condivisi dall’autore sul suo profilo Instagram, utilizzato per mostrare inoltre schizzi e fotografie e anche per raccontare qualche aneddoto personale. La sua pagina è consigliata a chiunque ami l’autore o magari anche a chi lo ha scoperto solo di recente grazie al suo nuovo libro autobiografico La solitudine del fumettista errante, pubblicato a giugno da Rizzoli Lizard.
La sinossi diffusa dall’editore e l’incipit del libro:
È strano quando la tua passione d’infanzia si trasforma in un lavoro. Così è andata a Adrian Tomine, che ha realizzato il sogno che si porta dietro dalle scuole elementari: diventare un fumettista importante! Ora però deve fare i conti con gli aspetti più irritanti della sua “fama”. Perché, per quanto sia un autore molto rispettato dai suoi pari, la maggior parte dei lettori di fumetti si dividono tra manga e supereroi e non hanno idea di chi sia Adrian Tomine.E così, durante uno dei tanti festival in cui è invitato, è facile che un ragazzo dello staff lo scambi per Neil Gaiman o che per sbaglio si ritrovi seduto in uno stand al posto di Alan Moore (con grande dispiacere dei fan in fila per le dediche).In questo divertente diario dei suoi tour promozionali, Tomine ci fa rivivere interviste imbarazzanti, ridicoli incontri con lettori disinteressati o troppo invadenti, impietosi retroscena delle chiacchierate tra colleghi e una misera figuraccia con Frank Miller. E tra una gaffe e l’altra, Tomine cerca a fatica di concentrarsi sulle difficoltà della sua vita privata: l’essere genitore e gli alti e bassi del matrimonio. La solitudine del fumettista errante è un memoir agrodolce, nel quale l’epica dell’ambizione giovanile si schianta contro le noie dell’età adulta e si trasforma in un’irresistibile farsa.
Le illustrazioni di Adrian Tomine, con segno morbido e colori tenui, hanno la capacità di ritrarre momenti fugaci e di catturare sguardi intensi. Soprattutto le sue copertine per il New Yorker (ne è un esempio il primo disegno sottostante), riescono a racchiudere in una sola immagine storie e vite che spesso si incrociano per appena un attimo o scene ordinarie (come l’illustrazione sopra, che descrivere la sua esperienza del lockdown per l’emergenza legata al Coronavirus).
Ecco di seguito una selezione di illustrazioni dell’autore, tratte dal suo profilo Instagram.
C’è uno strano imbarazzo nel sapere di non essere notati: ci sentiamo più liberi, ma non amiamo essere ignorati troppo a lungo. È lo condizione che vivono i protagonisti di queste storie: decisi, delusi, teneri, ironici e arresi, figli di un’America minima che si sforza di mantenere il controllo in situazioni che puntualmente sfuggono di mano. Sei racconti di uomini e donne accomunati da una stessa condanna: vivere il riflesso delle scelte di un altro.
«Adrian Tomine disegna, pensa, scrive e sente. Vede ogni cosa, conosce ogni cosa; è nel vostro appartamento, nella metropolitana, nei vostri sogni. Adrian Tomine ha più idee in venti tavole che certi romanzieri in una vita intera», così scrive Zadie Smith, autrice di White Teeth, a proposito di Morire in Piedi (Rizzoli Lizard, 2016), l’ultimo libro dell’autore, esponente di spicco del fumetto americano.
Morire in piedi è il nuovo di Adrian Tomine, affermato autore americano, di cui in Italia sono state pubblicate le notevoli raccolte di racconti Sonnambulo e Summer Blonde. Dopo una rapida scalata che dall’autoproduzione lo ha portato al successo, la produzione fumettistica di Tomine si è fatta un po’ più lenta e discontinua. Per leggere le sue storie si è dovuto aspettare sempre di più. Poi sono arrivati il sentimentale Una lieve imperfezione e il trascurabile, seppur simpatico Scene da un matrimonio imminente. Con la maturità artistica e i riconoscimenti – ormai copiosi –, il suo lavoro si è fatto via via sempre più trasversale, ed è frequente vedere i suoi lavori sulle copertine del New Yorker, di cui è collaboratore regolare.
Per questo Killing and Dying (il titolo originale del volume) era particolarmente atteso. Soprattutto da chi non aveva seguito la pubblicazione in albetti delle storie contenute nel volume. Sì, perché Tomine è rimasto uno dei pochi autori vecchio stile, di scuola anni ’90, a pubblicare le sue storie in albetti aperiodici formato comic book e poi a raccoglierle in volume.
Adrian Tomine è nato nel 1974 e sin dagli anni Novanta realizza fumetti, dopo aver avviato la propria carriera nel mondo dell’autoproduzione. Ha scritto e disegnato storie brevi e graphic novel dai temi realistici, che raccontano frammenti di vita di gente comune nell’America contemporanea. Tra i suoi libri più apprezzati ci sono Morire in piedi, Summer Blonde e Sonnambulo. Nel 2014 la casa editrice canadese Drawn & Quarterly ha pubblicato un volume che raccoglie parte delle sue illustrazioni, intitolato New York Postcards.
Bellissimi questi disegni, nitidi, precisi ma ricchi di umanità.