CRISTINA NADOTTI : Domande e risposte: asintomatici, presintomatici e tamponi, ecco cosa c’è da sapere –REPUBBLICA.IT — 26 OTTOBRE 2020

 

 

REPUBBLICA.IT — 26 OTTOBRE 2020

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Domande e risposte: asintomatici, presintomatici e tamponi, ecco cosa c’è da sapere

 

di Cristina Nadotti

 

 

Quanto è contagioso chi non presenta sintomi? Deve stare in isolamento quanto gli altri? Quando è indispensabile fare il tampone, anche se non si ha nessun segnale di aver contratto il virus? L’allarme del microbiologo Crisanti: “Solo il traccciamento può arginare l’epidemia”

26 OTTOBRE 2020

Le Regioni sono in affanno e non sono in grado di soddisfare tutte le richieste di tamponi, che si tratti di quelli rapidi antigenici, o molecolari. Per questo, come scritto oggi da Repubblica, la Conferenza delle Regioni ha chiesto al ministero della Salute di “riorganizzare le attività di tracciamento e screening individuando specifiche priorità di intervento tempestivo” e di non fare necessariamente il tampone a chi, dopo un contatto stretto con un contagiato, è in isolamento, ma non presenta sintomi.

Queste le richieste per organizzare i tracciamenti e individuare i contagiati. Vediamo però, dal punto di vista medico, chi può definirsi asintomatico e perché potrebbe non sottoporlo a tampone potrebbe essere un rischio.

Chi sono gli asintomatici?

Essere positivo asintomatico al nuovo Coronavirus vuol dire aver contratto il virus, ma non manifestare i sintomi della malattia Covid-19. I sintomi sono febbre, tosse, malessere, naso che cola, mal di testa, mal di gola, bronchite e, in alcuni casi, difficoltà a respirare.

L’unico modo per capire se si è contratto il virus, in assenza di sintomi, è di sottoporsi al tampone.

 

Chi sono i presintomatici?

Una volta avvenuto il contagio, c’è un periodo di incubazione, una fase, cioè, in cui il virus è già presente nell’organismo, ma non si sono ancora sviluppati i sintomi.

 

Ci sono poi i paucisintomatici, cioè coloro che sviluppano sintomi lievissimi tra quelli descritti sopra.

 

Gli asintomatici sono contagiosi?

Anche senza ammalarsi, chi è positivo al Sars-Cov 2 può contagiare gli altri. Alcuni rapporti hanno indicato che le persone senza sintomi possono trasmettere il virus, soprattutto nelle prime fasi della malattia, in particolare due giorni prima di sviluppare sintomi. Sono in corso studi per capire con quale frequenza ciò avvenga.

I presintomatici sono contagiosi?

Sì, è ormai cosa nota che il nuovo coronavirus Sars-CoV-2 si trasmetta anche nella fase presintomatica dell’infezione, come detto sopra. Proprio sulla trasmissibilità del virus nel periodo di incubazione o dagli asintomatici si sono concentrati molti studi, perché le ricerche su alcuni focolai (in Italia quello su Vo’, nel Veneto, all’estero soprattutto quello di Singapore), hanno accertato che un gran numero di pazienti positivi aveva contratto la malattia  da asintomatici o presintomatici. Questi dati hanno indicato che isolare un malato solo quando comincia a mostrare i segni clinici della Covid-19 non è sufficiente a limitare i contagi.

 

Chi è asintomatico o presintomatico deve restare in isolamento?

Sì, proprio perché, come detto, può essere contagioso e perché, comunque, non è escluso che possa sviluppare in seguito alcuni sintomi.

VIDEO, 1.37 –

Covid a Roma, l’ospedale San Giovanni in difficoltà. Un medico: ”I pazienti arrivano nei reparti e poi scopriamo che sono positivi”

 

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Per quanto tempo?

Sul sito del ministero della Salute si legge: “La nuova Circolare del 12 ottobre 2020 aggiorna le indicazioni riguardo la durata e il termine dell’isolamento e della quarantena, in considerazione dell’evoluzione della situazione epidemiologica, delle nuove evidenze scientifiche, delle indicazioni provenienti da alcuni organismi internazionali (OMS ed ECDC) e del parere formulato dal Comitato Tecnico Scientifico l’11 ottobre 2020”.

In particolare, le persone asintomatiche risultate positive alla ricerca di Sars-CoV-2 possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa della positività, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare con risultato negativo (10 giorni + test).

 

I contatti stretti di persone asintomatiche devono osservare la quarantena?

Sempre il ministero della Salute riporta che i contatti stretti di casi con infezione da Sars-CoV-2 confermati e identificati dalle autorità sanitarie, devono osservare un periodo di quarantena di 14 giorni dall’ultima esposizione al caso; oppure un periodo di quarantena di 10 giorni dall’ultima esposizione, se al decimo giorno effettuano un test antigenico o molecolare che risulta negativo. Sempre il ministero raccomanda di “eseguire il test molecolare a fine quarantena a tutte le persone che vivono o entrano in contatto regolarmente con soggetti fragili e/o a rischio di complicanze”.

Quali sono i rischi se non si sottopongono a tampone gli asintomatici?

Il microbiologo Andrea Crisanti, che in Veneto ha studiato proprio la diffusione del virus da pazienti asintomatici, ha affermato: “Escludere gli asintomatici dal tracciamento è una catastrofe annunciata. La vera lotta contro il virus è una lotta contro chi lo trasmette. Dopo decine di pubblicazioni sulle riviste scientifiche internazionali, rimango stupito quando ancora qualcuno ha il coraggio di sostenere che gli asintomatici non siano un problema”.

Crisanti, una volta di più, osserva infine: “La strada da seguire è quella del tracciamento e della prevenzione, queste sono le parole d’ordine. Tutti i programmi che hanno avuto successo nel contrasto del virus erano basati sul tracciamento degli asintomatici. La Cina ha fatto 9 milioni di tamponi, per prendere gli asintomatici. E oggi parliamo di modello-Wuhan. Il differente andamento dell’epidemia in Veneto, durante la prima ondata, è dovuto al fatto che abbiamo cercato gli asintomatici”.

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