LUDOVICO PRATESI, Tra pittura, materia e azione. Cesare Tacchi a Roma —ARTRIBUNE, 20 MARZO 2018 — MOSTRA AL PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI A ROMA, -2018 ++ ALTRI INSERTI

 

 

Cesare Tacchi | s.t. foto libreria galleria

CESARE TACCHI ( ROMA, 1940 -ROMA, 2014 )

 

 

Cesare Tacchi - ArteInvestimenti

 

 

 

 

20 marzo 2018

 

 

Tra pittura, materia e azione. Cesare Tacchi a Roma

 

 

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CAFFE’ ROSATI, 1979 –. FOTO DA FACEBOOK ”  La Passione Romana “

 

 

Cafe Rosati Piazza Del Popolo Immagini e Fotos Stock - Alamy

AL CAFFE’ ROSATI SI RIUNIVANO GLI ARTISTI DELLA

” SCUOLA DELLA PIAZZA DEL POPOLO “

 

 

 

 

 

Tra pittura, materia e azione. Cesare Tacchi a Roma

By

 Ludovico Pratesi

 –

 

CESARE TACCHI, I FIDANZATI, 1965- LILLO COLLECTION, PARIGI,  ARCHIVIO CESARE TACCHI

 

 

 

Palazzo delle Esposizioni (Roma): AGGIORNATO 2021 - tutto quello che c'è da sapere - Tripadvisor

PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI DI ROMA

 

 

LA MOSTRA ALLESTITA AL PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI DI ROMA RIPERCORRE LA STORIA CREATIVA DI CESARE TACCHI. DALLE PRIME TELE FINO ALLE “AZIONI”, INCLUDENDO UNA SERIE DI OPERE POCO NOTE O ADDIRITTURA INEDITE.

Lucido, schivo e consapevole: Cesare Tacchi (Roma, 1940-2014) è stato un perfetto testimone di un clima artistico che ha sempre vissuto da protagonista, e lo dimostra l’esemplare mostra Cesare Tacchi. Una retrospettiva, curata con preciso rigore filologico da Daniela Lancioni e Ilaria Bernardi. Un omaggio che Roma doveva a uno dei suoi artisti più intensi e rappresentativi degli Anni Sessanta, reso celebre dalle sue tappezzerie ma in realtà artista ben più aggiornato e complesso. E lo si vede già a partire dalla prima sala, dove le curatrici hanno riunito una serie di opere giovanili a partire da Figura (1959), una tela astratta densa di riferimenti ad Alberto Burri ma soprattutto a Franz Kline, che Tacchi aveva potuto vedere, come suggerisce Daniela Lancioni, nella sua mostra personale alla galleria La Tartaruga nel 1957. Un’opera ancora informale ma aperta ad altre suggestioni, che puntuali arriveranno all’alba degli Anni Sessanta, con opere come Giallo Cromo (1961) e Senza Titolo (1961), dove si possono scorgere alcune affinità con le opere dell’artista americana Louise Nevelson, che espone per la prima volta in Europa nel 1960, a Parigi.

Cesare Tacchi, Struttura bianca su nero, 1962. Collezione privata, Roma. Photo Salvatore Piermarini - Archivio Cesare Tacchi

Cesare Tacchi, Struttura bianca su nero, 1962. Collezione privata, Roma. Photo Salvatore Piermarini – Archivio Cesare Tacchi

Cesare Tacchi, Renato e poltrona, 1965 | Collezione privata, Svizzera. Foto Salvatore Piermarini – Archivio Cesare Tacchi

 

DA: PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI — LINK

https://www.palazzoesposizioni.it/mostra/cesare-tacchi-una-retrospettiva

LAVORARE SUL DETTAGLIO

 

Già dall’anno successivo Tacchi mette a fuoco la sua ricerca che lo accompagna per più di un decennio: lavorare sul dettaglio, visto in close up, per raccontare una società dove i mass media sono sempre più presenti fino a dominare la cultura visiva.

Tacchi guarda l’Italia con occhio ironico e leggero, ma sempre interessato ai nuovi stilemi dell’immagine, non per celebrarne le regole ma prendendo atto della sua forza intrinseca. Così le macchine da corsa, le utilitarie e perfino i tram raccontano l’interesse verso una pittura urbana, giocata sul rapporto tra dentro e fuori, come in Circolare Rossa (1963), che trasferisce in chiave iconica le suggestioni dei capolavori futuristi di Giacomo Balla. O, ancora di più, in Piazza Navona dall’automobile (1964), che sembra riprendere le suggestioni di certe sovrapposizioni di Francis Picabia.

 

 

 

Cesare Tacchi, Com’è liscia la tua pelle, smalto su stoffa imbottita, cm 70x90,5, 1966

Cesare Tacchi, Com’è liscia la tua pelle, smalto su stoffa imbottita, cm 70×90,5, 1966

E’ morto a Roma, (dove era nato nel 1940) Cesare Tacchi, l’artista che insieme a Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa, Sergio Lombardo, Mario Ceroli, Pino Pascali, fu protagonista della Pop Art italiana, che si esplicò essenzialmente nella cosidetta ’Scuola di Piazza del Popolo’ . 

“Quella di Piazza del Popolo fu una densa e fertile stagione vissuta da quegli artisti che seppero assorbire lo straordinario clima della città creando uno stile. Uno stile in bilico tra opera e comportamento, tra materia e immagine, tra impegno e nichilismo. Il loro andirivieni nella magia di questa piazz, ha tessuto quella trama che oggi possiamo riconoscere come una delle esperienze più esaltanti dell’avventura moderna in Italia.” (Plinio de Martiis, Galleria L’Attico) 

Cesare Tacchi, ‘il trovarobe di genio’, l’Arcimboldi della tappezzeria’, esordisce nel 1959 presso la Galleria Appia Antica insieme a Renato Mambor e Mario Schifano. Ma è fondamentalmente attorno alle gallerie La Salita di Gian Tommaso Liverani, L’Attico di Fabio Sargentini e La Tartaruga di Plinio De Martiis che si svolgerà l’attività di questi giovani artisti.

CONTINUA NEL LINK :

https://www.dazebaonews.it/cultura/arti-visive/24849-e-morto-a-roma-cesare-tacchi-protagonista-della-pop-art-italiana.html

 

 

 

 

Tacchi studia, conosce la storia dell’arte e legge i testi di Foucault e McLuhan, ed è al corrente di quanto accade nel mondo dell’avanguardia. E la mostra rende ragione della complessità del suo pensiero, espresso in maniera esemplare dai quadri a rilievo, che occupano due sale.

Tacchi ci lavora per soli tre anni e ne realizza circa settanta: “Sono per l’artista un importante approdo e costituiscono la serie più nota dei suoi lavori”, spiega Daniela Lancioni, sottolineando il fil rouge che attraversa questa fase della ricerca di Tacchi, annunciata dal dialogo tra Poltrona Rossa e Poltrona Gialla, entrambe del 1964. E qui la mostra prende il volo, con una serie di opere che documentano le icone di una società del benessere, che aveva trovato il suo manifesto in un’opera come Just What Is It That Makes Today’s Homes So Different, So Appealing? (1956) di Richard Hamilton. Un immaginario diverso per raccontare un mondo nuovo, attraverso citazioni tratte dalla storia dell’arte, dalla musica pop, dalla pubblicità o semplicemente dalla mollezza del quotidiano.

Cesare Tacchi, La primavera allegra, 1965. Collezione Maramotti, Reggio Emilia

ESSENZA E AZIONE

Già dal 1966 però la sua arte si fa più essenziale, avvicinandosi a suggestioni concettuali e poveriste, prima con i mobili privi di funzione (Poltrona inutile, 1967) e poi con una serie di progetti per azioni e installazioni, arricchite da salaci commenti dell’amico poeta Nanni Cagnone, che seguono la Cancellazione d’artista realizzata da Tacchi nel maggio 1968, in quel vulcanico ed effimero contesto del Teatro delle Mostre, promosso da Plinio de Martis alla galleria La Tartaruga.

In una delle sale più intense del Palazzo delle Esposizioni viene presentata la lastra originale che l’artista in quell’occasione dipinge fino a scomparire: uno statement simbolico preciso che apre la strada alla fase “concettuale”, analizzata da Ilaria Bernardi in un nutrito saggio in catalogo. Un periodo che Tacchi definisce come uno zigzagare durato 45 anni (dal 1969 al 2014), che costituisce la vera sorpresa della rassegna, attraverso opere poco note o addirittura inedite, in grado di rivelare quanto l’artista fosse in piena e totale sintonia con lo zeitgeist del tempo.

Dai libri extraverbali del 1972, del tutto privi di parole sostituite da pagine colorate, all’azione Io sono-Tu sei. Due basi per un colloquio (1972), composta da due basi per sculture che accolgono un dialogo muto tra due individui, Tacchi si interroga sul linguaggio dell’arte attraverso un’attitudine “afasica” ma densa di significati, che culmina nell’opera Senza titolo (La mano che scrive) (1972), con evidenti riferimenti a esperienze poveriste condotte da Giovanni AnselmoAlighiero Boetti e Giulio Paolini negli stessi anni.

 

 

 

 

L'artista “tappezziere” Cesare Tacchi in una retrospettiva a Roma

Cesare Tacchi, sul letto immaginando un prato 1966

 

DA : 

Roma | L’artista “tappezziere” Cesare Tacchi in una retrospettiva a Roma 08/02/2018 – Elena Paloscia

 https://www.golcondarte.it/recensioni/lartista-tappezziere-cesare-tacchi-in-una-retrospettiva-a-roma

 

 

 

 

Cesare Tacchi : Il bacio di Bond (2007) - Tappezzeria imbottita dipinta applicata su tavola - Asta N.164 - I, Dipinti, Disegni, Sculture e Grafica - Arte Contemporanea - Casa d'aste Farsettiarte

 

IL BACIO DI BOND, 2007

Tappezzeria imbottita dipinta applicata su tavolacm. 50×70

DA : https://www.farsettiarte.it/it/asta-0164-1/cesare-tacchi-il-bacio-di-bond.asp

 

Nel medesimo anno, attraverso l’azione Painting, presso lo studio di Elisabetta Catalano, l’artista si riappropria della propria immagine cancellando la pittura da una lastra, in modo da far riapparire il proprio corpo. Riscopre la pittura non più come rappresentazione di un mondo bensì in quanto veicolo di sperimentazione, codice di comunicazione tra sé stesso e gli altri. Opere come Quadro Elastico (1975) o dipinti come Sécrétaire (1980) fino al trittico Lo spirito dell’arte n.1, n.2, n.3 (1990) indicano un’attitudine legata alla didattica da una parte (l’artista ha insegnato dal 1971 al 2007) e alla psicanalisi dall’altra, che costituisce un punto di riferimento per Tacchi a partire dal 1981.

L’itinerario da percorrere è soprattutto quello di essere fedeli a se stessi, perché la via è solitaria al fine e porta lì dove sei nato nella materia”, ha scritto l’artista.

Una mostra come questa è la maniera corretta per entrare nel cuore del pensiero dell’artista e comprenderne tutta la complessità.

‒ Ludovico Pratesi

Cesare Tacchi, Lo spirito dell’arte, 1990 | Collezione privata. Foto Salvatore Piermarini – Archivio Cesare Tacchi

 

 

Cesare Tacchi, Cornice, 1968 | La Galleria Nazionale, Roma – Inv. 6199. Foto Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma – su concessione del Ministero dei Beni e le Attività Culturali e Ambientali e del Turismo

 

DUE IMMAGINI SOPRA DA : PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI, ROMA — LINK

https://www.palazzoesposizioni.it/mostra/cesare-tacchi-una-retrospettiva

 

CESARE TACCHI A PIAZZA NAVONA , ROMA 1964 — PHOTO RENATO MAMBOR

CESARE TACCHI  NEL SUO STUDIO , ROMA 1965– PHOTO  PLINIO DE MARTIIS- ARCHIVIO  GALLERIA IL SEGNO, ROMA

CESARE TACCHI , CANCELLAZIONE D’ARYTISTA,  18 MAGGIO  1968

CESARE TACCHI, DEFOGLIATO, 1995 – ARCHIVIO CESARE TACCHI- PHOTO  SALVATORE PIERMARINI

CESARE TACCHI, IL RITO, INCONTRI INTERNAZIONALI D’ARTE, ROMA, 1972

CESARE TACCHI, LO SPIRITO DELL’ARTE, n. 2 – 1990 — COLLEZIONE  PRIVATA- ARCHIVIO  PRIVATA,  FOTO SALVATORE PIERMARINI

CESARE TACCHI, PAINTING, 1972 – PHOTO ELISABETTA CATALANO, COURTESY  ARCHIVIO ELEISABETTA CATALANO

CESARE TACCHI, PAINTING, 1972 – PHOTO ELISABETTA CATALANO, COURTESY  ARCHIVIO ELEISABETTA CATALANO

CESARE TACCHI, PAINTING, 1972 – PHOTO ELISABETTA CATALANO, COURTESY  ARCHIVIO ELEISABETTA CATALANO

CESARE TACCHI, PAINTING, 1972 – PHOTO ELISABETTA CATALANO, COURTESY  ARCHIVIO ELEISABETTA CATALANO

CESARE TACCHI, PAINTING, 1972 – PHOTO ELISABETTA CATALANO, COURTESY  ARCHIVIO ELEISABETTA CATALANO

CESARE TACCHI, POLTRONA GIALLA, 1964, COLLEZIONE PRIVATA, PHOTO ARCHIVIO  GALLERIA D’ARTE NICCOLI, PARMA

CESARE TACCHI, SECRETAIRE, 1980, COLL. PRIVATA

Cesare Tacchi. Una retrospettiva. Exhibition view at Palazzo delle Esposizioni, Roma 2018
SALA DELLA MOSTRA
Cesare Tacchi. Una retrospettiva. Exhibition view at Palazzo delle Esposizioni, Roma 2018
Cesare Tacchi. Una retrospettiva. Exhibition view at Palazzo delle Esposizioni, Roma 2018
Cesare Tacchi. Una retrospettiva. Exhibition view at Palazzo delle Esposizioni, Roma 2018
Cesare Tacchi. Una retrospettiva. Exhibition view at Palazzo delle Esposizioni, Roma 2018
Cesare Tacchi. Una retrospettiva. Exhibition view at Palazzo delle Esposizioni, Roma 2018
Cesare Tacchi. Una retrospettiva. Exhibition view at Palazzo delle Esposizioni, Roma 2018
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