ANTONELLO GUERRERA, LONDRA : Irlanda, l’omaggio alla donna che sparò al Duce-REPUBBLICA.IT — 21 GEBBRAIO 2021  + NOTIZIE DA WIKIPEDIA + LINK ENCICLOPEDIA DELLE DONNE

 

 

REPUBBLICA.IT — 21 GEBBRAIO 2021 

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Irlanda, l’omaggio alla donna che sparò al Duce

21 FEBBRAIO 2021

Nel 1926 Violet Gibson tentò di uccidere Mussolini. Fu internata: “Ma non era pazza”. Ora Dublino vuole riabilitarla

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANTONELLO GUERRERA

LONDRA – “Finalmente, la donna che sparò a Mussolini avrà il riconoscimento che merita. Un uomo, al suo posto, avrebbe da tempo una statua in suo onore”.

Perché il Comune di Dublino ha deciso: Violet Gibson, l’irlandese che il 7 aprile 1926 a Roma provò a uccidere Benito Mussolini con una St Etienne 1892 nascosta sotto la veste nera, verrà onorata con una targa nella capitale irlandese. Forse proprio nella georgiana Merrion Square, dove nacque e crebbe con un papà importante, Lord Ashbourne, la più alta carica giudiziaria del Paese fino alla creazione dello Stato libero d’Irlanda nel 1922 dopo la guerra civile contro i britannici e la partizione dell’isola.

Ma perché Gibson voleva ammazzare Mussolini? Ci fosse riuscita, avrebbe rivoluzionato la storia contemporanea. Nel 1922, a 48 anni, Violet è vittima di un esaurimento nervoso che sfocia in disturbi mentali sempre più gravi. Due anni dopo si trasferisce a Roma, dove vive in un convento con un’altra suora, Mary McGrath. Poco dopo Violet, secondo le testimonianze dell’epoca, si convince che “Dio vuole che faccia un sacrificio: uccidere qualcuno”. Nel 1925 Gibson prova a suicidarsi: si spara in petto, riesce miracolosamente a salvarsi. Un anno dopo, ha deciso: il suo obiettivo è Benito Mussolini.

Il 7 Aprile 1926, Gibson aspetta il dittatore italiano in piazza del Campidoglio, a Roma, dopo un convegno con un’associazione di chirurghi. Con sé ha anche una grossa pietra. All’improvviso, tra la folla, prende la pistola e spara. Il primo colpo sfiora e ferisce al naso Mussolini, che si scansa all’ultimo. Il secondo si inceppa nell’arma, e forse pure il terzo. La polizia arresta la donna prima che venga linciata. Agli inquirenti Gibson dirà di aver provato ad ammazzare Mussolini “per glorificare Dio, che mi ha mandato un angelo”. La donna viene presto estradata in Inghilterra, a condizione che non sia mai rilasciata. Gibson morirà all’ospedale psichiatrico di St Andrews nel 1956, a Northampton, dove è sepolta, dopo aver scritto invano a Winston Churchill e alla futura Regina Elisabetta per essere graziata.

Dei quattro tentativi di omicidio di Mussolini, Gibson è colei andata più vicino all’obiettivo. Anche per questo “non può essere dimenticata”, dice alla Bbc Mannix Flynn, consigliere regionale di Dublino, che ha presentato la mozione per la targa commemorativa: “Come capitato a molti autori di gesti straordinari, soprattutto se donne, Gibson è stata dimenticata dall’establishment britannico e irlandese. Col tempo è diventata una pazza da nascondere. Ma adesso basta”. Aggiunge Barrie Dowdall, marito e collaboratore di Siobhan Lynam autrice del documentario The Woman who shot Mussolini del 2014:“Se Gibson fosse stata un uomo avrebbe già avuto una statua. Invece, perché donna, fu per tutti una matta. Ma chi era più matto, lei o Mussolini?”.

 

 

NOTIZIE E FOTO DA WIKIPEDIA

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Violet_Gibson

 

 

 

 

 

FOTO DI IGNOTO

 

 

Mussolini con un vistoso cerotto sul naso nei giorni successivi all’attentato– FOTO DI IGNOTO

 

 

Violet Albina Gibson (Dublino, 31 agosto 1876 – Northampton, 2 maggio 1956) figlia di Edward Gibson, primo Barone di Ashbourne e Lord Cancelliere d’Irlanda.

Si è supposto che la donna, allora cinquantenne, fosse mentalmente squilibrata all’epoca dei fatti e che potesse essere stata indotta a commettere il gesto da qualche istigatore sconosciuto. A tal fine il giovane funzionario di polizia Guido Leto fu inviato a Dublino per raccogliere informazioni in maniera discreta. A Dublino, Leto conobbe la governante della Gibson, la signorina Mc Grath, la quale rivelò come pure in passato la donna era stata soggetta a brusche crisi nervose e che qualche anno prima aveva improvvisamente aggredito un’amica con un temperino custodito nella borsetta. La Mc Grath in seguito venne a Roma per testimoniare sullo stato di salute della Gibson[6]. Furono inoltre sollevati pesanti sospetti all’indirizzo di Giovanni Antonio Colonna di Cesarò.

Il giorno dopo l’attentato, Mussolini compì un viaggio in Libia e si mostrò a Tripoli con un vistoso cerotto sul naso, come testimoniano le foto dell’epoca.

Secondo il giornalista Bruno Vespa, fu in quella occasione che Claretta Petacci scrisse al Duce la lettera di felicitazioni per lo scampato pericolo con cui egli la notò e volle conoscerla, legandola in seguito al suo destino. Anche papa Pio XI scrisse una lettera analoga per congratularsi.

 

 

DALLA ” ENCICLOPEDIA DELLE DONNE “

 

NEL LINK SOTTO: — qualche particolare in più, se mai risulta ancora più malata che negli altri due testi

Violet Gibson

 

 

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1 risposta a ANTONELLO GUERRERA, LONDRA : Irlanda, l’omaggio alla donna che sparò al Duce-REPUBBLICA.IT — 21 GEBBRAIO 2021  + NOTIZIE DA WIKIPEDIA + LINK ENCICLOPEDIA DELLE DONNE

  1. Donatella scrive:

    Povera donna: nessuno le restituirà la sua vita.

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