Interviene Victor Petrovic Gaiduk.
Conversazione : Armando Torno.
Ceceni, georgiani, osseti, jakuti, tatari, calmucchi, kazaki, cabardini: per secoli attorno alla Russia hanno gravitato decine di gruppi etnici “estranei”, con momenti di alterna integrazione nell’impero zarista prima e sovietico poi: una convivenza difficile e all’origine di problemi ancora oggi presenti.
nel 2010 a Trento-
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Viktor_Gaiduk_a_Trento.jpg
nota 1.
Viktor Gaiduk, professore di Storia presso l’Accademia delle Lingue di Mosca, è stato Direttore dell’Accademia Russa delle Scienze. Membro della Società Europea di Cultura e insignito della laurea ad honorem presso l’Accademia Valdarnese del Poggio, è stato Presidente dell’Associazione Russia-Italia. Nel 2004 ha ricevuto l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana. Ha pubblicato volumi con i maggiori editori russi. Vincitore di molti premi internazionali, collabora alle maggiori riviste di storia e filologia.
presentazione di Armando Torno
«Tolstoj disse di lui che “prendeva dalla vita ciò che vedeva, indipendentemente dal contenuto di ciò che vedeva”. Ma chi si fermasse all’“obiettività” dell’opera di Anton Pavlovič Čechov, alla sua precisione nei dettagli, che egli stesso riteneva essenziale in uno scrittore, all’apparente freddezza del medico che annota i sintomi della malattia senza intima partecipazione, rischierebbe di comprendere ben poco di un autore che, nei testi teatrali come in quelli narrativi, ha sempre saputo esprimere e filtrare attraverso la precisione del linguaggio la sua personale visione della condizione umana.»
Un altro studio sul grande drammaturgo e narratore russo? No, qualcosa di ben più nuovo e intrigante. La rievocazione di Čechov uomo, assai diverso dai ritratti un po’ inamidati della critica ufficiale, un Čechov giovane, pieno di vita e di fascino, sempre innamorato, che si diverte a scherzare, che tiene come animale da compagnia una mangusta. Ma anche uno scrittore appassionato nei suoi slanci umanitari, generosissimo nell’esercizio della sua professione di medico, dotato di grande coraggio nell’affrontare la malattia che lo accompagna dalla prima giovinezza alla morte. L’uomo, in breve, a cui, secondo le parole di uno scrittore, ogni russo vorrebbe assomigliare.
DA :
Armando Torno (Milano, 22 ottobre 1953) è un giornalista, saggista e conduttore radiofonico italiano. È stato uno dei vincitori del Premiolino nel 1996.
2020
Ares, 2021
QUALCOSA SUI POPOLI A NOI SCONOSCIUTI NOMINATO NELLA LEZIONE – VIDEO
nota 2– gli Jacuti
SIBERIA: CAPANNA DI JACUTI
Sacha (Jacuzia)
TUBS
SAKTA – YAKUTIA
Il territorio della repubblica jacuta si estende nella parte orientale della Siberia per più di tre milioni di chilometri quadrati, che ne fanno la maggiore unità amministrativa russa per dimensione territoriale.
Nel territorio della Jacuzia sono presenti 443.000 corsi d’acqua, che si sviluppano per un totale di 1,5 milioni di chilometri lineari.
Nel 2013 in questo territorio è stato ritrovato, sepolto nel ghiaccio perenne, un cucciolo di Mammut vissuto circa 39 mila anni fa e perfettamente conservato. Successivamente nel 2015, sono stati ritrovati due cuccioli (maschio e femmina) di una specie preistorica vissuta nel Pleistocene Superiore e ormai estinta: il leone delle caverne. Grazie al loro DNA si tenterà un processo di de-estinzione, usando una leonessa come madre surrogata. I cuccioli, entrambi perfettamente conservati, vissero in due periodi diversi: il maschio visse 44 mila anni fa, la femmina circa 15 mila anni dopo.
Nel XIII secolo la Sacha occupava, oltre a tutto il suo territorio attuale, anche una parte di Asia centrale. Era abitata principalmente da cacciatori e raccoglitori, di cui successivamente genti provenienti dalla Mongolia conquistarono i territori. Chiamarono la popolazione indigena popolazione Sacha, le cui origini sono a tutt’oggi sconosciute.
Nel XVII secolo cominciò la colonizzazione russa: all’epoca, oltre agli Jakuti,
vivevano sul territorio gli evenchi (detti anche tungusi) e alcune comunità di Eveni.
Negli anni della guerra civile russa la Jacuzia si dichiarò indipendente sia dalla Russia sia dalla Repubblica di Siberia, in alleanza con gli Stati di Transbajkalia, Buriazia, e Repubblica Ucraina dell’Estremo Oriente. La rivolta jakuta fu soffocata solo nel 1923.
Dopo la rovinosa caduta dell’Unione Sovietica, la Jacuzia (come molte altre regioni della neonata Federazione Russa) chiedeva la secessione dalla Russia.
I cittadini della Jacuzia sostenevano la loro differenza etnica rispetto ai russi, ma il vero motivo per cui si voleva creare una Jacuzia indipendente erano le enormi riserve di gas naturale, idrocarburi, minerali, pietre e legname, che rendevano (e rendono) gli abitanti della Jacuzia tra i più ricchi della Russia, con un reddito superiore di 8 volte rispetto a un normale cittadino russo. Le spinte indipendentistiche vennero frenate quasi immediatamente, riconoscendo alla Jacuzia una certa indipendenza da Mosca all’interno della Federazione Russa.
LA CAPITALE : JAKUTSK
Piazza Ordzhonikidze a Jalutsk, la capitale della Sacha-Jacutia
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Jakutsk (in russo Якутск, in jakuto Дьокуускай, D’okuuskaj) è una città della Russia situata nel nord-est della Siberia. È il capoluogo della Sacha-Jacuzia ed è il maggiore porto sul fiume Lena con 322 999 abitanti (2020).
Il teatro cittadino
– geliovostok.ru
La banca russo-asiatica
– Fotografia autoprodotta
una veduta della città sotto la neve
E’ la città più fredda del mondo: si vive e lavora anche a meno 60°
nota 3 — I CABARDINI
LA REPUBBLICA CABARDINO-BALCARIA
a Cabardino-Balcaria o Repubblica di Cabardino-Balcaria, a volte citata anche come Cabarda-Balcaria o Cabardinia-Balcaria(in russo: Кабарди́но-Балка́рская Респу́блика?, Kabardíno-Balkárskaja Respúblika; incabardo: Къэбэрдей-Балъкъэр Республикэ, Qabardej-Bałqar Respublika; inbalcaro: Къабарты-Малкъар Республика, Qabartı-Malqar Respublika) è una repubblica della Federazione Russa, situata nel Caucaso settentrionale.
Nal’čik è la capitale della Repubblica mentre Tyrnyauz è il centro amministrativo della Balkaria.
La Cabardino-Balcaria è formata da due territori etnici, uno abitato in prevalenza da cabardini (che parlano un linguaggio caucasico nordoccidentale) e l’altro in modo prevalente da balcari (che parlano un linguaggio turco).
La popolazione totale era, nel 2002, di 901.494 abitanti e l’età media di poco meno di 31 anni.
- Cabardini: 55,3%
- Russi: 25,1%
- Balcari: 11,6%
- Altri: 8%
Cabardini — (russo, Kabardintzy). Popolazione della Russia che costituisce la maggioranza etnica della Repubblica autonoma Cabardino-Balcaria; risiedono nella regione montuosa a E dell’Elbrus, sono dediti all’agricoltura e ormai in gran parte acculturati ai costumi russi. Anche gli Adighè orientali vengono chiamati Cabardini.
Nel corso dei secoli il territorio dell’odierna repubblica ha subito il dominio di Mongoli (XIII secolo), Georgiani (XIV e XV secolo), Persiani (XVI secolo) e Ottomani (XVI secolo), per poi divenire Protettorato Russo nel 1557. La regione fu annessa all’Impero russo nel 1827. Nel 1936 la regione diviene Repubblica Socialista Sovietica della Cabardino-Balcaria; nel corso della seconda guerra mondiale i Balcari furono accusati di collaborazionismo con i tedeschi che avevano occupato la regione e furono deportati in massa in Asia centrale. La repubblica divenne semplicemente Cabardinia, per riacquistare il nome originale solo nel 1957, anno in cui i Balcari furono riabilitati e fu loro concesso di fare ritorno nelle proprie case.
L’economia è principalmente legata al settore primario: agricoltura, produzione di legname ed estrazioni minerarie. La caduta dell’Unione Sovietica e lo scoppio dei vari conflitti caucasici hanno colpito duramente la Repubblica, causando un collasso del turismo nella regione e provocando un altissimo tasso di disoccupazione (circa il 90%). La povertà sembra essere un problema endemico del territorio.
LA CAPITALE : NALCHIK
La Casa Bianca, sede del governo della Repubblica di Cabardino-Balcaria , nel centro di Nalchik.
Una strada a Nalchik
LA CAPITALE AMMINISTRATIVA : TYRNYAUZ
Tyrnyauz – Veduta
nota 4 — I CALMUCCHI – LA CALMUCCHIA
La Repubblica di Calmucchia dentro la Russia
Repubblica di Calmucchia
PANONIAN
La Repubblica di Calmucchia, o Calmicchia (in russo: Респу́блика Калмы́кия?, Respúblika Kalmykija; incalmucco: Хальмг Таңһч, Hal’mg Tañḥç) è una repubblica della Federazione Russa, l’unico territorio di religione prevalentemente buddhista del continente europeo.
La particolarità di questa repubblica è data dal fatto che si tratta dell’unico territorio europeo in cui una quota consistente della popolazione professa il buddhismo tibetano. I russi cominciarono a utilizzare il termine “calmucco” nel XVI secolo, apprendendolo dai tatari, per poi utilizzare anche il nome Oyirad, che era invece di origine mongola. Furono proprio i calmucchi (e non i mongoli) a controllare quella vasta area, nota come “Grande Tataria” o “Impero Calmucco“, che andava dalla Grande Muraglia cinese al fiume Don, dall’Himalaya alla Siberia.
Il tempio dorato a Ėlista
Buzava at en.wikipedia
Le steppe europee, grazie all’aria umida proveniente dall’Oceano Atlantico, sono da sempre molto più accoglienti di quelle asiatiche. Proprio per questo motivo spesso, nei secoli passati, le tribù nomadi dell’Asia centrale tentarono di ottenere il controllo delle estese pianure dell’Europa orientale. I primi furono gli ungari (che i calmucchi chiamavano Uugr) nell’VIII secolo, poi fu la volta dei tatari (Mangyd in lingua calmucca) nel XIII secolo; infine arrivarono i calmucchi (o, come loro stessi si definiscono, Dörvn Öörd, cioè “i quattro alleati”) nel XVII secolo.
I calmucchi arrivarono fino alle steppe dell’Europa sud-orientale nel 1630. La terra non era libera, era la patria delle potenti orde Nogai. Ma sotto la pressione dei guerrieri calmucchi i Nogay scapparono verso la Crimea e il fiume Kuban’. Tutti gli altri nomadi delle steppe europee divennero vassalli del Khan calmucco.
I calmucchi non si insediarono solo attorno ad Astrachan’ sul delta del Volga. I domini calmucchi si estendevano dagli Urali al fiume Terek e mantenevano ancora uno stretto legame con i calmucchi rimasti nella patria centro-asiatica.
Alleati con la Russia, i Torghuud prosperarono durante il regno di Ayuki Khan, che ottenne il titolo di Khan dal sesto Dalai Lama.
Alla fine del XVIII secolo delusi dalla crescente interferenza russa, Kalmyk Khan e Ubashi, nipote di Ayuki, decisero di ritornare alla loro patria. Per ordine del Khan circa 200.000 calmucchi iniziarono una marcia senza precedenti verso l’Asia centrale. Dopo quasi sette mesi i calmucchi riuscirono a raggiungere gli avamposti in Manciuria attorno al Lago Balkhaš. L’opinione per cui solo in pochi sopravvissero al rischioso viaggio, venne creata dalla propaganda della Russia Imperiale.
Parte dei calmucchi non riuscì ad attraversare il Volga e l’Ural per unirsi al loro Khan nel ritorno in Asia. Questa parte del popolo calmucco si assoggettò quindi alla sovranità russa, prima sotto gli Zar, e successivamente sotto i sovietici. Gradualmente crearono insediamenti fissi con case e templi, invece delle loro iurte rotonde trasportabili. Questo processo durò fino a ben oltre la Rivoluzione russa.
La Calmucchia ottenne lo status di oblast’ autonoma il 4 novembre 1920, e venne elevata allo status di repubblica autonoma della RSSF Russa il 22 ottobre 1935. Nel 1943 lo status di repubblica venne revocato e la Calmucchia venne posta direttamente sotto il controllo del governo centrale.
La collettivizzazione forzata fu un disastro sociale, economico e culturale, non adatto al temperamento calmucco e all’ambiente secco e privo di alberi. Durante la seconda guerra mondiale Stalin, dopo aver assistito allo schieramento dei Calmucchi con i Tedeschi e alla formazione del Kalmucken Kavallerie Korps a causa del risentimento locale per il regime sovietico, al termine del conflitto deportò l’intera nazione calmucca senza preavviso in Siberia, su carri bestiame in pieno inverno. Metà dei deportati perirono durante il viaggio e nei successivi anni di esilio, una pulizia etnica fino ad oggi sconosciuta al mondo esterno.
A causa della diffusa dispersione in Siberia la lingua e la cultura calmucche hanno sofferto un declino probabilmente irreversibile. Chruščëv permise il loro ritorno nel 1957, quando trovarono le loro case, posti di lavoro e terre occupate da immigrati russi e ucraini, che vi rimasero. Nondimeno, il 9 gennaio 1957, la Calmucchia divenne nuovamente un’oblast’ autonoma e il 29 luglio 1958 una repubblica autonoma della RSSF Russa.
Negli anni seguenti la cattiva pianificazione agricola e i progetti di irrigazione produssero una diffusa desertificazione. Vennero costruiti anche impianti industriali non redditizi. Con il crollo dell’Unione Sovietica l’economia subì ulteriori danni, provocando diffusi problemi sociali e un crescente spopolamento delle aree rurali che mancavano di risorse e servizi. Dopo la dissoluzione dell’URSS, la Calmucchia ha mantenuto lo status di repubblica autonoma all’interno della Federazione Russa a partire dal 31 marzo 1992.
I CENTRI ABITATI SONO TRE ::
Non esistono centri urbani con status di insediamento di tipo urbano all’interno della Repubblica della Calmucchia
ELISTA
Ėlista – Veduta
– Opera propria
Ėlista (in russo: Элиста́?; calmucco: Элст, Ėlst oppure Элэсүтү, Ėlėsütü in alfabeto cirillico, ᡄᠯᡄᠰᡉᡐᡉ, Elesütü in alfabeto oirat) è una città della Russia sud-occidentale. Situata nella pianura adiacente al mar Caspio, è la capitale della Calmucchia.
Fondata nel 1865, nel 1920 diventa il centro amministrativo dell’allora Regione Autonoma dei Calmucchi; un certo periodo di crescita comincia negli anni trenta con la collettivizzazione forzata dei calmucchi. Dopo la seconda guerra mondiale Stalin costrinse all’esilio in Siberia gran parte dei calmucchi residenti nella da poco istituita Repubblica Autonoma Sovietica dei Calmucchi, e cercò di ripopolarla con russi. Risale dunque a questo periodo un’altra ondata di sviluppo della città, che venne ribattezzata Stepnoj (Степно́й), nome che mantenne fino al 1957 quando i sopravvissuti furono autorizzati al rientro. Essendo i calmucchi di religione buddista tibetana, la città ha un aspetto abbastanza insolito per questa regione, dominata dalla cultura cristiana ortodossa e musulmana.
La capitale degli scacchi
Dal 1993 al 2010 la Repubblica dei Calmucchi è stata governata da Kirsan Iljumžinov, uno dei maggiori appassionati di scacchi della Russia, nonché presidente della Federazione internazionale degli scacchi (FIDE) dal 1995. Nel 1998 Elista è stata la capitale delle Olimpiadi degli scacchi. Per l’occasione è stato realizzato un intero complesso “a tema”, il City Chess. Tra le principali attrattive, oltre al Palazzo degli Scacchi, sede degli incontri per le Olimpiadi, c’è un museo che ospita la collezione privata del celebre scacchista sovietico Michail Tal’, acquistata da Iljumžinov dopo la scomparsa del maestro.
foto : https://vesti-kalmykia.ru/news/elista-yubilejnaya-stolica-kalmykii-otmechaet-155-letie
La Repubblica di Calmucchia sul mar Caspio, segnata la capitale
Questa straordinaria varietà di culture, che accende la nostra curiosità e fantasia, purtroppo rappresenta anche una serie ininterrotta di violenze, di stragi, di deportazioni.