GIULIANO SANTORO, «Non mi considero minoranza». La sfida di Bonaccini a Schlein –IL MANIFESTO — 26 MARZO 2023  + link IL FATTO QUOTIDIANO, 25 MARZO ’23

 

 

IL MANIFESTO — 26 MARZO 2023
https://ilmanifesto.it/non-mi-considero-minoranza-la-sfida-di-bonaccini-a-schlein

 

«Non mi considero minoranza». La sfida di Bonaccini a Schlein

PD. Su capigruppo e segreteria il presidente riunisce i suoi rivendica la gestione unitaria. Domani si riuniscono i parlamentari, intanto tra chi lo aveva sostenuto al congresso nasce l’area degli «ulivisti 4.0»

«Non mi considero minoranza». La sfida di Bonaccini a Schlein

Stefano Bonaccini ed Elly Schlein – LaPresse

 

Alla vigilia della riunione congiunta dei parlamentari e delle convocazioni al Senato e alla Camera dai quali dovranno venir fuori i nuovi capigruppo, Stefano Bonaccini fa sapere di non considerarsi minoranza. Prima di partire alla volta di Houston, in missione per conto del distretto aerospaziale emiliano, chiede a Elly Schlein di procedere ai nuovi assetti dei gruppi parlamentari e della segreteria del Partito democratico mantenendo il «clima di unità e collaborazione» dell’assemblea nazionale del 12 marzo.

 

LA PARTITA È DELICATA anche perché la posta in palio è l’agibilità della nuova segretaria e l’autonomia politica della sua funzione. Uno dei nodi concreti è il disallineamento, lo stesso che avevano sperimentato nella scorsa legislatura sia Nicola Zingaretti che Enrico Letta, tra leadership e composizione dei gruppi parlamentari.

Questo si va ad aggiungere al fatto che le due votazioni per eleggere il leader, quello degli iscritti nella fase congressuale e quello allargato anche ad elettori e simpatizzanti dei gazebo, hanno fornito risultati discordanti. Dunque, il presidente dell’Emilia Romagna (nonché, da due settimane, del Pd stesso) chiama a raccolta deputati e senatori che lo hanno sostenuto e davanti a loro espone la sua linea di fronte alla possibilità che in nuovi presidenti di gruppo siano Francesco Boccia a Palazzo Madama e Chiara Braga a Montecitorio.

«Elly mi ha rappresentato il suo orientamento sui capigruppo la settimana scorsa e mi sono sentito in dovere di consigliarle subito prudenza – afferma Bonaccini – Non perché io creda che spetti a me dare pagelle sui nomi, ma perché penso che coi gruppi parlamentari vada costruito un rapporto positivo: da un lato rispettoso della linea uscita al congresso ma al tempo stesso rispettoso dell’autonomia dei gruppi e degli orientamenti che ci sono».

 

ALLA COMUNICAZIONE del presidente non è seguito dibattito: la proposta è che come da richiesta di Schlein, della quale Bonaccini dice di avere apprezzato la scelta di non aver convocato ancora le assemblee dei gruppi, si aspetti fino a lunedì per «proseguire nel confronto» e capire come la segretaria «intenda comporre il quadro complessivo». Questo spirito, sottolinea Bonaccini, «fa bene all’immagine del Pd, finalmente in campo. Il fatto che si torni a discutere di noi per quello che pensiamo, proponiamo e facciamo anziché per le nostre vicissitudini interne è cruciale». Da qui il rifiuto di collocarsi all’opposizione, e dunque di subire le nomine della maggioranza rappresentata da Schlein: «Non mi sento minoranza – scandisce ancora Bonaccini – Voglio dare una mano a rafforzare il Pd a tutti i livelli, anche condividendo responsabilità. Costruire questa sintonia a me non pare così difficile se si fanno i passaggi giusti e non si calano dall’alto proposte chiuse e indiscutibili».

Bonaccini sostiene di aver raccolto «malumori» e descrive un quadro problematico nel partito. «Il nostro compito – dice formulando una rassicurazione che potrebbe essere letta come velata minaccia – non è organizzare i malumori e il dissenso, ma rappresentare ad Elly il quadro delle valutazioni che emergono, al solo fine di non sbagliare e se ci riesce anche di individuare delle possibili soluzioni».

 

TRA I PARLAMENTARI che hanno sostenuto la mozione Bonaccini al congresso ce ne sono ventuno che hanno scelto di distinguersi e non partecipare alla riunione. Non si sono costituiti in una corrente ma vengono già chiamati «ulivisti 4.0».

Tra questi figurano l’ex coordinatore della segreteria Letta Marco Meloni, il segretario romano Andrea Casu, l’ex renziana Anna Ascani e anche l’europarlamentare Pina Picierno, che se Bonaccini avesse vinto le primarie sarebbe diventatata sua vice. «Per noi era essenziale dare un segnale chiaro per evitare un ritorno alle dinamiche di litigiosità e di scontro, che tanto male hanno fatto al Pd», spiegano. Gli eletti in Parlamento del Pd sono in tutto 107, 69 alla Camera e 38 al Senato.

Con Bonaccini al momento ci sarebbero una quarantina di deputati e senatori. Il fatto che si sia creato un gruppo cuscinetto fa pensare che sia difficile che il presidente vada alla conta. Anche perché il gruppo degli «ulivisti» sarebbe destinato ad allargarsi.

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 25 MARZO 2023

https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/03/25/pd-prosegue-il-confronto-sui-capigruppo-bonaccini-riunisce-i-suoi-a-schlein-ho-chiesto-prudenza-e-di-tenere-conto-dei-malumori/7109194/

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

1 risposta a GIULIANO SANTORO, «Non mi considero minoranza». La sfida di Bonaccini a Schlein –IL MANIFESTO — 26 MARZO 2023  + link IL FATTO QUOTIDIANO, 25 MARZO ’23

  1. DONATELLA scrive:

    E’ un momento delicatissimo per la sinistra. Francamente non so cosa potrebbe essere meglio, se scegliere una linea più chiara a sinistra ( viste anche le votazioni allargate che hanno portato Schlein a vincere) col pericolo di una rottura, oppure mediare continuamente con la linea dei cosiddetti ulivisti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *