Antonio Gramsci, “Socialismo e cultura” ( Il Grido del Popolo, 29 gennaio 1916 ) + altro

 

 

Antonio Gramsci, il vero fondatore del Pci che viveva con 50 anni di anticipo - di David Romoli - Il Riformista

 

Antonio Sebastiano Francesco Gramsci (Ales22 gennaio 1891 – Roma27 aprile 1937) è stato un politicofilosofopolitologogiornalistalinguista e critico letterario italiano.

Nel 1921 fu tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia, divenendone leader dal 1924 al 1927 e ricoprendone la carica di Redattore capo o segretario dal 1924 al 26 gennaio 1926 e, dopo questa data, e fino al 1927, segretario generale del partito. Nel 1926 fu arrestato e incarcerato dal regime fascista.

segue nel link :

https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Gramsci

 

 

” SOCIALISMO E CULTURA ”

 

“Bisogna disabituarsi e smettere di concepire la cultura come sapere enciclopedico, in cui l’uomo non è visto se non sotto forma di recipiente da empire e stivare di dati empirici; di fatti bruti e sconnessi che egli poi dovrà (in)casellare nel suo cervello come nelle colonne di un dizionario per poter poi in ogni occasione rispondere ai vari stimoli del mondo esterno. Questa forma di cultura è veramente dannosa specialmente per il proletariato. Serve solo a creare degli spostati, della gente che crede di essere superiore al resto dell’umanità perché ha ammassato nella memoria una certa quantità di dati e di date, che snocciola ad ogni occasione per farne quasi una barriera fra sé e gli altri.

 

Serve a creare quel certo intellettualismo bolso ( fiacco ) e incolore […] che ha partorito tutta una caterva di presuntuosi e di vaneggiatori, piú deleteri per la vita sociale di quanto siano i microbi della tubercolosi o della sifilide per la bellezza e la sanità fisica dei corpi. Lo studentucolo che sa un po’ di latino e di storia, l’avvocatuzzo che è riuscito a strappare uno straccetto di laurea alla svogliatezza e al lasciar passare dei professori crederanno di essere diversi e superiori anche al miglior operaio specializzato che adempie nella vita ad un compito ben preciso e indispensabile e che nella sua attività vale cento volte di piú di quanto gli altri valgano nella loro. Ma questa non è cultura, è pedanteria, non è intelligenza, ma intelletto, e contro di essa ben a ragione si reagisce. […]

 

La cultura è una cosa ben diversa. È organizzazione, disciplina del proprio io interiore, è presa di possesso della propria personalità, è conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri. Ma tutto ciò non può avvenire per evoluzione spontanea, per azioni e reazioni indipendenti dalla propria volontà, come avviene nella natura vegetale e animale in cui ogni singolo si seleziona e specifica i propri organi inconsciamente, per legge fatale delle cose. L’uomo è soprattutto spirito, cioè creazione storica, e non natura. Non si spiegherebbe altrimenti il perché, essendo sempre esistiti sfruttati e sfruttatori, creatori di ricchezza e consumatori egoistici di essa, non si sia ancora realizzato il socialismo. Gli è che solo a grado a grado, a strato a strato, l’umanità ha acquistato coscienza del proprio valore e si è conquistato il diritto di vivere indipendentemente dagli schemi e dai diritti di minoranze storicamente affermatesi prima. E questa coscienza si è formata non sotto il pungolo brutale delle necessità fisiologiche, ma per la riflessione intelligente, prima di alcuni e poi di tutta una classe, sulle ragioni di certi fatti e sui mezzi migliori per convertirli da occasione di vassallaggio in segnacolo di ribellione e di ricostruzione sociale. Ciò vuol dire che ogni rivoluzione è stata preceduta da un intenso lavorio di critica, di penetrazione culturale, di permeazione di idee attraverso aggregati di uomini prima refrattari e solo pensosi di risolvere giorno per giorno, ora per ora, il proprio problema economico e politico per se stessi, senza legami di solidarietà con gli altri che si trovavano nelle stesse condizioni. […]

 

È attraverso la critica della civiltà capitalistica che si è formata o si sta formando la coscienza unitaria del proletariato, e critica vuol dire cultura, e non già evoluzione spontanea e naturalistica. Critica vuol dire appunto quella coscienza dell’io che Novalis dava come fine alla cultura. Io che si oppone agli altri, che si differenzia e, essendosi creata una meta, giudica i fatti e gli avvenimenti oltre che in sé e per sé anche come valori di propulsione o di repulsione. Conoscere se stessi vuol dire essere se stessi, vuol dire essere padroni di se stessi, distinguersi, uscire fuori dal caos, essere un elemento di ordine, ma del proprio ordine e della propria disciplina ad un ideale. E non si può ottenere ciò se non si conoscono anche gli altri, la loro storia, il susseguirsi degli sforzi che essi hanno fatto per essere ciò che sono, per creare la civiltà che hanno creato e alla quale noi vogliamo sostituire la nostra. […]”

 

 

(Antonio Gramsci, Socialismo e Cultura, da Il Grido del Popolo del 29 gennaio 1916)

 

testo da 

I Maestri del Socialismo — Facebook 

 

 

A Speech by Lenin at the outset of the Russian revolution.

Pittore sconosciuto ha rappresentato Lenin che parla al popolo russo  all’inizio  della Rivoluzione russa nel 1917

 

 

Ales – Veduta

comune di ALES
Gianni Careddu – Opera propria

Ales (Abas in sardo) è un comune italiano di 1 372 abitanti ( DATI 2019 ) della provincia di Oristano in Sardegna, nella regione storica della Marmilla. Ha una sola frazione: Zeppara.

 

undefined

FACCIATA DELLA CATTEDRALE DI ALES
cristianocani – https://www.flickr.com/photos/cristianocani/2716487216/sizes/o/

 

 

 

 

GIO’ POMODORO– PIAZZA GRAMSCI

AD ALES – ORISTANO

 

 

FOTO DAL FAI
https://fondoambiente.it/luoghi/piano-d-uso-collettivo-a-gramsci?ldc

 

 

 

Nel 1976 dal centro milanese degli Amici della Casa Gramsci di Ghilarza venne affidato a Gio’ Pomodoro l’incarico di studiare la possibilità di realizzare una struttura-ricordo ad Ales. Nacque in tal modo il progetto del “Piano d’uso collettivo”, una struttura monumentale inaugurata ad Ales il 1° maggio 1977.

Lavorarono alla sua realizzazione muratori e scalpellini di Ales e lo stesso centro Amici della Casa Gramsci di Ghilarza in collaborazione con il Comitato Unitario Antonio Gramsci di Ales si occuparono di raccogliere fondi per la realizzazione dell’opera. Si tratta di un “antimonumento non celebrativo” dove l’omaggio a Gramsci nel paese natale è un nuovissimo e ardito tentativo plastico di far rivedere l’uomo, il popolo sardo, perché si trovi nel costruito spazio come collettività e come tale si riconosca.

Il “Piano d’uso collettivo” consiste in una vasta piazza, un’area triangolare lastricata di pietre, utilizzata come fulcro della vita sociale; l’area è fornita di un focolare quadrangolare ribassato rispetto al livello della piazza, dove si possa accendere il fuoco e sedersi a conversare; una fontana (con la sagoma molto stilizzata di un ariete, costruita in basalto di Mogoro); una pietra verticale, a sagoma triangolare, di calcare di Masullas, con la scritta “zenith”.

Ai due lati dello spiazzo vi sono: una mola da frantoio, in basalto, rinvenuta nella zona e posta come simbolo di una delle più antiche attività agricole locali; una scultura in pietra bianca di Trani, a forma semicircolare spezzata.

 

 

 

 

 

Il monumento è composto da un piano in pietra con inserite varie figure che richiamano episodi della vita travagliata di Gramsci e fu inaugurato dal presidente della Camera Pietro Ingrao, il 1º maggio 1977, per celebrare il quarantennale della morte del filosofo, avvenuta il 27 aprile 1937. Su alcune delle pietre sono riportate alcune parole in sardo: “sa terra” (“la terra”), “s’agua” (“l’acqua”), “su fogu” (“il fuoco”), “sa pedra” (“la pietra”), “su soli” (“il sole”), “sa luna” (“la luna”), “sa roda” (“la ruota”).

DA : https://it.wikipedia.org/wiki/Ales

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

anche il testo è del FAI

https://fondoambiente.it/luoghi/piano-d-uso-collettivo-a-gramsci?ldc

 

 

 

UNA FOTO D’EPOCA, INTORNO AL 1977– SI VEDE LA PIAZZA INTERA

DA : https://censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it/scheda-opera?id=2171#gallery-1

 

 

FOTO DI SANNA

 

FOTO DI SANNA

 

 

FOTO DI SANNA

LINK SOPRA: https://censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it/scheda-opera?id=2171#gallery-1

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

1 risposta a Antonio Gramsci, “Socialismo e cultura” ( Il Grido del Popolo, 29 gennaio 1916 ) + altro

  1. DONATELLA scrive:

    Bellissimo questo articolo di Gramsci, che dovremmo leggere ogni giorno per imprimerlo nella nostra mente. Bello anche il quadro, che non mi sembra retorico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *