JAN KARSKI ( 1914 – 2000 ) ::: ” Consegnai all’Occidente le informazioni sulle dimensioni dell’Olocausto, ma nessuno se ne curò. I politici e i militari non avevano tempo di occuparsi dei crimini contro gli ebrei. Volevano vincere la guerra con l’aiuto non dei partigiani, ma dei propri carri armati e dei propri aerei”… da documenti vari–

 

GARIWO- LA FORESTA DEI GIUSTI
https://it.gariwo.net/educazione/libri/shoah-e-nazismo/racconti-e-testimonianze/jan-karski-luomo-che-scopri-lolocausto-19279.html

 

JAN KARSKI. L’UOMO CHE SCOPRÌ L’OLOCAUSTO

di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso Rizzoli Lizard, 2014

Evase da un gulag e dal ghetto di Varsavia, sopportò le torture delle SS e sfuggì al fuoco dei bombardamenti. Portava con sé una verità che avrebbe dovuto scuotere il mondo dalle fondamenta, ma una volta al cospetto dei potenti la sua voce si perse nell’incredulità e nell’indifferenza, schiacciata dalle ferree leggi della guerra.

Queste sono le parole inascoltate del partigiano polacco che nel 1943 denunciò a Churchill e a Roosevelt gli orrori della shoah.

Questa è l’incredibile storia di Jan Karski.

Scheda è a cura di Rizzoli Libridel fumetto, realizzato dal giornalista e sceneggiatore di fumetti Marco Rizzo e il fumettista illustratore Lelio Bonaccorso, sulla figura di Jan Karski.

Guarda il booktrailer!

 

https://youtu.be/Hgh04QnyCGI

 

 

CITAZIONI :

 

“Per noi, polacchi, c’era la guerra e l’occupazione. Per loro, ebrei, c’era la fine del mondo. Erano stati condannati a morte soltanto per il fatto di …esistere” Jan Karski.

Si tratta dei “crimini senza nome” che hanno segnato l’intero ventesimo secolo, per definire i quali il giurista di origine polacca Raphael Lemkin ha creato il termine “genocidio”.

Il messaggio umano e umanistico di Jan Karski ebbe un significato che né il tempo, né le forze del male riuscirono a cancellare o a dilavare. Grazie a lui le generazioni future potranno credere nell’umanità…Elie Wiesel

 

 

Jan Karski alla fine degli anni ottanta

 

Edizione italiana di "Story of a Secret State"

 

«Non le darò istruzioni né le farò raccomandazioni … Dovrà soltanto riferire obiettivamente quello che ha visto, raccontare quello che ha vissuto in prima persona e ripetere ciò che in Polonia le è stato ordinato di dire su coloro che vivono là e negli altri paesi occupati d’Europa»: con questo viatico il premier Sikorski mandò Jan Karski a informare gli Alleati di ciò che stava accadendo agli ebrei nel suo paese e di come i polacchi non avessero mai smesso di lottare. Unitosi alla Resistenza nel 1939, il giovane ufficiale della riserva era stato incaricato di tenere i collegamenti fra lo Stato segreto polacco – una struttura clandestina perfettamente funzionante nelle sue varie ramificazioni, caso davvero unico quanto misconosciuto nell’Europa occupata dai nazisti – e gli organi ufficiali del governo in esilio a Londra. Oltre a svolgere temerarie missioni – culminate nella sua cattura da parte della Gestapo e in una rocambolesca fuga –, Karski aveva compiuto un’impresa inaudita: era riuscito a infiltrarsi nel ghetto di Varsavia e nel campo di transito di Bełzec  (successivamente identificato come il campo di Izbica Lubelska)  e, fatto ancora più inaudito, a uscirne indenne, deciso a denunciare al mondo le atrocità commesse dai nazisti ai danni della nazione polacca e degli ebrei tutti. Porterà in effetti la sua testimonianza diretta ai grandi della terra, incluso il presidente Roosevelt, ma per motivi politico-strategici il suo appello non verrà raccolto né avrà seguito: non gli resterà, nel 1944, che affidarlo a questo libro.

Dimenticato nel dopoguerra in ragione dei nuovi assetti politici mondiali, Karski sarà riscoperto e intervistato dal regista Claude Lanzmann per il celeberrimo Shoah (1985), che darà l’avvio alla seconda fase della sua missione: ricordare l’indifferenza degli Alleati di fronte al consumarsi del geno

 

 

Claude Lanzmann e Jan Karski

video, 38 minuti ca

APRI QUI

https://youtu.be/me7wxaebkRM

 

 

DA :

https://gruppodiletturadelgiovedi.blog/haenel/

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1 risposta a JAN KARSKI ( 1914 – 2000 ) ::: ” Consegnai all’Occidente le informazioni sulle dimensioni dell’Olocausto, ma nessuno se ne curò. I politici e i militari non avevano tempo di occuparsi dei crimini contro gli ebrei. Volevano vincere la guerra con l’aiuto non dei partigiani, ma dei propri carri armati e dei propri aerei”… da documenti vari–

  1. DONATELLA scrive:

    Mi sembra importantissima la messa in luce di questa persona che, con la sua testimonianza, avrebbe forse potuto accelerare il corso della guerra.

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