I SONNAMBULI DI CHRISTOPHER CLARK — un titolo attualissimo e indovinato per studiare ” Come l’Europa arrivo’ alla Grande Guerra “- Laterza 2016 + piccole recensioni

 

 

I sonnambuli. Come l'Europa arrivò alla Grande guerra - Christopher Clark,David Scaffei - ebook

 

I sonnambuli. Come l’Europa arrivò alla Grande guerra

 

 

 

Descrizione

Re, imperatori, ministri, ambasciatori, generali: chi aveva le leve del potere era come un sonnambulo, apparentemente vigile ma non in grado di vedere, tormentato dagli incubi ma cieco di fronte alla realtà dell’orrore che stava per portare nel mondo. La Grande Guerra continua a essere studiata come un modello di catastrofe evitabile… se solo se ne smontano con lucidità tutti i meccanismi. È quello che fa Clark nel suo magistrale, avvincente affresco. Federico Rampini, “la Repubblica” I sonnambuli descritti da Clark sono i governi che scivolarono nella guerra presentendo il cataclisma, simulando allarmi, ma senza far nulla per scongiurarla. Da allora sono passati quasi cent’anni, e molte cose sono cambiate. L’Europa ha istituzioni comuni, l’imperialismo territoriale è svanito. Non si combatte più per spostare confini ma l’Unione non è in pace, e la crisi che traversa la sta squarciando come già nel 1913-14. Gli Stati odierni, oggi come allora, sono incapaci di trarre conseguenze da quello che apparentemente presagiscono. Barbara Spinelli, “la Repubblica”

 

 

 

 

DESCRIZIONE LATERZA

 

1914. Re, imperatori, ministri, ambasciatori, generali: chi aveva le leve del potere era come un sonnambulo, apparentemente vigile ma non in grado di vedere, tormentato dagli incubi ma cieco di fronte alla realtà dell’orrore che stava per portare nel mondo.

La mattina di domenica 28 giugno 1914, l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austro-ungarico, e sua moglie Sofia arrivarono in treno a Sarajevo e salirono a bordo di un’autovettura, imboccando il lungofiume Appel, per raggiungere il municipio. Non apparivano affatto preoccupati per la loro sicurezza. Venivano da tre giorni di soggiorno nella cittadina di vacanze di Ilidze, dove non avevano incontrato che facce amiche. Avevano perfino avuto il tempo per un’imprevista visita al bazar di Sarajevo, dove avevano potuto muoversi senza essere disturbati nelle viuzze affollate di gente. Non sapevano che Gavrilo Princip, il giovane serbo bosniaco che li avrebbe uccisi solo tre giorni dopo, era anch’egli nel bazar, intento a seguire i loro movimenti.

Anche l’Europa si avviava inconsapevole al dramma. Non sapeva di essere fragile, frammentata, dilaniata da ideologie in lotta, dal terrorismo, dalle contese politiche. Così l’atto terroristico compiuto con sconcertante efficienza da Gavrilo Princip ai danni dell’arciduca ha un esito fatale: la liberazione della Bosnia dal dominio asburgico e l’affermazione di un nuovo e potente Stato serbo, ma anche il crollo di quattro grandi imperi, la morte di milioni di persone e la fine di un’intera civiltà.

Impeccabilmente documentato, sostenuto da una prosa brillante e provocatoria, questo libro è un modello esemplare di ricerca.
Max Hastings
, “Sunday Times”

Ci sono molti libri sulla prima guerra mondiale, ma pochi illuminanti come questo. Clark indaga ogni dettaglio, ma è particolarmente acuto sulle cause balcaniche del conflitto.
“Financial Times”

 

Il libro è stato inserito dal “New York Times” tra i 10 Best Books of 2013

 

 

 

RECENSIONE SEGUE DA :
https://www.sissco.it/recensione-annale/i-sonnambuli-come-leuropa-arrivo-alla-grande-guerra/

 

Barbara Bracco

 

Nell’ormai vasto panorama delle opere dedicate alla Grande guerra, il volume di Clark offre uno dei racconti più dettagliati delle fasi che precedettero lo scoppio del conflitto. E lo fa con una scansione narrativa molto particolare. Se infatti riserva ai decenni precedenti al 1914 buona parte dell’opera offrendo un quadro ricco – forse eccessivo – delle relazioni internazionali e della politica interna dei principali Stati europei, il ritmo improvvisamente rallenta nell’ultima parte dove i tragici giorni dell’estate 1914 vengono come fissati in un fermo immagine. Dichiaratamente disinteressato al tema delle colpe, l’a. ricostruisce il come, i meccanismi attraverso i quali maturò la grande crisi. Una fitta rete di relazioni diplomatiche, storie dinastiche, relazioni tra militari e civili nei singoli stati, interessi economici, brevi e talvolta gustose annotazioni su regnanti e politici, orientamenti dell’opinione pubblica (in verità solo poche osservazioni) va così componendosi sotto gli occhi del lettore. Ed è da questo intreccio – le cui pericolose potenzialità si erano già manifestate nel decennio precedente – che sarebbe maturata la prima catastrofe del secolo, non senza la complicità degli attori finali, politici e militari, i sonnambuli appunto, che come sospesi sulla polveriera europea optarono per il rischio dell’intervento militare nella convinzione di poter circoscrivere il conflitto.

Quanto mai attento a evitare una lettura «colpevolizzante» della crisi o volta a proiettare retrospettivamente su quella estate indizi di vicende successive, l’a. rimane però intrappolato proprio nel gioco del prima e del dopo. Come è stato possibile – questa la domanda alla base del volume – che l’Europa sia corsa senza avvedersene verso la più grande catastrofe della sua storia? Il punto di partenza sembra insomma essere ancora la consapevolezza acquisita ex post del valore epocale del conflitto 1914-1918 quale inizio della modernità, quando una ricca letteratura storiografica ha ormai illuminato il carattere premoderno della crisi. In fondo il quadro offertoci anche da questo stesso volume è quello di un intreccio politico-diplomatico assai più complicato e difficile ma non diverso da quello dei decenni precedenti: quasi tutti gli attori giocarono una partita a scacchi convinti di poter o dover assumere un rischio calcolato. Il saggio finisce insomma per confermarci la genesi quasi «antica» della guerra, iniziata come un conflitto ottocentesco e trasformatasi ben presto in un’apocalisse novecentesca. Un’ultima annotazione. Dispiace dover rilevare come anche in un volume così ricco la storia italiana non solo trovi poco spazio ma anche e soprattutto riferimenti imprecisi. A parte infatti l’attribuzione (frutto di una lettura retrospettiva) di inaffidabilità all’Italia nell’ambito della Triplice in tempi non «sospetti», e altre inesattezze, fa un certo effetto apprendere che i socialisti italiani furono in fondo favorevoli alla guerra di Libia. Più che una forzatura alla storia italiana, pare essere una semplificazione della storia europea alla cui complessità il libro è in fondo dedicato.

 

 

 

Christopher Clark

 

Christopher Clarkè Regius Professor di Storia all’Università di Cambridge. È autore di: The Politics of Conversion: Missionary Protestantism and the Jews in Prussia 1728-1941Kaiser Wilhelm IIIron Kingdom: The Rise and Downfall of Prussia 1600-1947 (che, con il titolo Preußen, è stato un bestseller in Germania). Laterza ha pubblicato I sonnambuli. Come l’Europa arrivò alla Grande Guerra.

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