Abdelaziz Khayr, “traditore” … DA LEGGERE COME UN ROMANZO!

 

Quattro anni dopo: Abdelaziz Khayr, “traditore” di tutte le Sirie

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[Dettaglio di una carta di Laura Canali. Localizzazione delle notizie sulla mappa a cura di Caterina Pinto]

La rassegna dal e sul Medio Oriente di oggi: l’attualità del messaggio di un decano degli oppositori di Asad nell’anniversario della sua scomparsa; l’avanzata dell’esercito iracheno a sud di Mosul; il primo cargo di petrolio esportato in Italia dai giacimenti libici di Haftar.

a cura di SiriaLibano

Abdelaziz Khayr, il “traditore” sulla via di Damasco scomparso quattro anni fa

Damasco (al-Safir1, al-Safir2). Siriano. Alawita. Comunista. Tre aggettivi bastano per immaginare quanto sia stata travagliata la vita di Abdelaziz Khayr, sparito nelle celle del regime e accusato di tradimento sia dalle opposizioni in esilio che dal potere baathista in patria. Sono esattamente quattro anni che si sono perse le tracce di Abdelaziz Khayr.

È stato prelevato – questo il termine più corretto – da uomini di una delle agenzie di controllo e repressione governative a Damasco il 21 settembre 2012. Era in auto assieme ad altri due noti oppositori, Maher Tahhan e Iyyad Ayyash. I tre viaggiavano su un’auto che li riportava in città dall’aeroporto internazionale della capitale siriana. Ayyash era andato a prendere i due colleghi e amici appena rientrati da un viaggio ufficiale in Cina. A Pechino Khayr e Tahhan avevano incontrato rappresentanti del ministero degli Esteri cinese, esponenti di un governo da decenni alleato del regime di Damasco. Il giorno dopo il loro arrivo nella capitale siriana era prevista l’apertura di una conferenza delle opposizioni. Con i tre scomparsi nel nulla, il convegno – una rarità nello scenario siriano – fu rinviato sine die.

Di Aziz non si sono più avute notizie certe: alcuni oppositori, suoi colleghi del Comitato di coordinamento nazionale (Ccn), affermano che sia ancora vivo in una delle carceri del regime; altri assicurano che sia stato ucciso poco dopo esser stato prelevato; un’altra fonte afferma di aver avuto l’assicurazione dal presidente Bashar al-Asad in persona che “Aziz non è nelle nostre mani”.
Abdelaziz Khayr non era nuovo alle carceri né alle torture. Dal 1992 al 2005, per ben 13 anni, era stato rinchiuso dal regime nel carcere di Saydnaya, alle porte di Damasco. Lì i compagni di cella sopravvissuti alle torture lo ricordano come al-hakim, il dottore. Aveva studiato medicina ma per lunghi anni non aveva esercitato la professione. Eppure, in carcere – afferma chi lo ha conosciuto dietro le sbarre – si adoperava per alleviare le sofferenze dei compagni di cella.

Arrestato nel 1992 a Damasco, tre anni dopo fu condannato a 22 anni per “appartenenza a un’organizzazione politica illegale” e per “diffusione di notizie false per minare la fiducia del popolo negli obiettivi della rivoluzione e del sistema socialista”. La sua opposizione politica era particolarmente scomoda per il regime.

Khayr era nato negli anni Cinquanta a Qirdaha, luogo di origine della famiglia presidenziale degli Asad e località immersa nella montagna alawita sulla costa siriana. L’alawismo, branca dello sciismo a cui appartengono alcuni clan al potere in Siria da mezzo secolo, è a torto considerata la confessione del regime siriano. Una percezione non solo esterna ma anche di molti siriani, persino dentro gli organi del sistema di sicurezza. Per questo motivo gli aguzzini erano particolarmente violenti con Khayr, considerato un “traditore” per eccellenza.

Un marxista, dal 1980 al 1992 aveva diretto il Partito d’azione comunista nascondendosi nel sottobosco dei dissidenti. Una vita difficile e pericolosa. Il partito era stato messo al bando nel 1980, anno cruciale e infame per la Siria contemporanea. Era l’anno del famoso editto contro la Fratellanza musulmana (per cui ogni membro della confraternita sarebbe stato condannato a morte), ma nella repressione anti-islamisti – come avvenne anche in Egitto – il regime cercò di fare piazza pulita di tutti i suoi nemici interni, compresi i marxisti “laici”.

Amnistiato nel 2005, Khayr fece in tempo a partecipare tra il 2005 e il 2006 a un nuovo tentativo delle opposizioni di smuovere lo scenario interno, firmando la Dichiarazione di Damasco in cui si chiedevano graduali riforme politiche. Una posizione che lo mantenne comunque sotto lo sguardo minaccioso dei servizi di sicurezza.

 

 

 

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http://www.limesonline.com/quattro-anni-dopo-abdelaziz-khayr-traditore-di-tutte-le-sirie/94272

 

 

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