11 AGOSTO 2013 ORE 21:05 IMMIGRAZIONE: REFERENDUM PER ABROGARE LA LEGGE BOSSI-FINI DI MARIO STADERINI (NOTIZIE SUE AL FONDO)

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Immigrazione: sì al referendum ma per abrogare la Bossi-Fini

 

Fateci caso: da quando è divenuta ministro della Repubblica una donna africana è ripresa sui media la campagna razzista e xenofoba che negli ultimi due anni era scemata.

La tecnica è collaudata: si pescano episodi di cronaca nera che coinvolgano immigrati, meglio se neri, e ci si costruisce intorno il solito teatrino per far passare l’equiparazione immigrato=pericoloso criminale. Esemplare la puntata del 7 maggio di Porta a Porta, dove più che Bruno Vespa erano gli ospiti in studio a parlare dell’omicidio di Ilaria Leone attraverso generalizzazioni e luoghi comuni.

E la politica? È bastato che il ministro Kyenge parlasse di cittadinanza agli stranieri nati in Italia, di interventi su quell’infamia che sono i Cie e di eliminazione del reato di clandestinità per far uscire dalle grotte i vari BorghezioLa Russa.

Una cosa appare chiara: questo governo ben poco potrà fare per rimuovere gli effetti devastanti che l’ideologia leghista –fiancheggiata dai reduci del Msi con la condiscendenza di Berlusconi– ha prodotto con dieci anni di politiche criminogene, nell’illusione di poter risolvere un fenomeno sociale con la proibizione e la galera.

Nessuna soluzione, dunque, rispetto a una realtà fatta di 500 mila migranti che lavorano in nero, di 1 milioni di giovani italiani di seconda generazione, di 24 mila stranieri in carcere molto spesso perché manovalanza del mercato illegale dei falsi e degli stupefacenti.

La scelta oggi è tra proseguire lo scontro ideologico che non porta a nulla oppure porsi obiettivi di governo dei flussi migratori che rimangono una opportunità negata.

Beppe Grillo ha affermato che ci vorrebbe un referendum propositivo per decidere che la cittadinanza venga data a chi nasce in Italia (principio dello jus soli).

In attesa di una riforma costituzionale che lo consenta, sarebbe intanto cosa buona e giusta se fosse calendarizzata in Parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare per il riconoscimento della cittadinanza agli stranieri nati qui, su cui la campagna “Italia sono anch’io” ha raccolto 110 mila firme.

Confido che il M5S riesca a imporre presto la modifica dei regolamenti parlamentari per dare tempi certi alla discussione e votazione delle proposte di legge di iniziativa popolare, avendone subito l’insabbiamento delle proprie.

Quanto al referendum, credo anch’io che siano urgenti, solo che mi riferisco a quelli per rimuovere le follie della Bossi-Fini e del pacchetto sicurezza Maroni.

Per questo abbiamo depositato 3 referendum abrogativi nazionali: uno per cancellare il reato di clandestinità (caso aberrante di criminalizzazione di una condizione anziché di una condotta),  uno relativo alla disumanità dei Cie, uno per eliminare quelle norme che precarizzano il lavoratore migrante e lo costringono ad accettare condizioni economiche e lavorative così misere da far gridare “concorrenza sleale!” gli italiani.

Tre referendum, tre riforme non solo per restituire diritti umani a coloro cui vengono negati, ma per avviare un’integrazione che vedrebbe uscire vincitori sia i vecchi che i nuovi italiani.

L’alternativa è tra avere 500 mila lavoratori in nero soggetti ai ricatti dei datori di lavoro e della microcriminalità oppure regolarizzare queste persone già attive portando nelle casse dello Stato 3 miliardi di euro ogni anno di sole tasse (la Fondazione Ismu stima che ogni immigrato regolare versa in media quasi seimila euro l’anno tra tasse e contributi); è tra far vivere 1 milione di giovani senza sapere se e quanto potranno rimanere e dare loro la certezza di far parte di una comunità, con il suo portato di diritti e di doveri.

Iniziando la raccolta firme nel mese di giugno, i referendum si voterebbero nella primavera 2014: il tempo necessario perché si apra un dibattito pubblico su concrete proposte di governo anziché sulle sparate buone solo per l’audience de “La zanzara”.

Per raccogliere 500 mila firme in un Paese come il nostro dove gli ostacoli ai referendum –dagli autenticatori all’informazione- sono massimi, però, occorre allargare il fronte dei promotori. Per questo mi appello a tutte le forze politiche e sociali, ai cittadini che non possono più tollerare che una questione seria come l’immigrazione sia rimossa o utilizzata per fare propaganda sulla pelle di milioni di persone.

 

 

 

CHI E’ MARIO STADERINI CHE HA SCRITTO QUESTO ARTICOLO:

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Mario Staderini

Segretario di Radicali Italiani

Biografia

Ho 37 anni, sono un avvocato, credo nel diritto e nella sua effettiva applicazione. Il 15 novembre 2009, il Congresso di Radicali Italiani mi ha eletto Segretario nazionale. Sino ad allora ho lavorato, dal 1999, occupandomi di telecomunicazioni e media, dopo un’esperienza alla Commissione europea nella direzione “Tutela dei consumatori”. Dal 1992 sono un militante del movimento Radicale, con il quale ho animato nel corso degli annicentinaia di tavoli referendari per un’Italia più libera, giusta e moderna, impegnandomi nella lottaper l’affermazione della legalità e delle regole democratiche. Anticlericale per religiosità, nel 2003 ho scritto il libro Otto per mille, come lo Stato sottrae un miliardo di euro ogni anno agli italiani per darli alla Chiesa cattolica, per informare i cittadini e denunciare l’utilizzo politico dei fondi della CEI. Con inchieste riprese da stampa e televisioni ho svelato le nuove strategie immobiliari del Vaticano, la conversione dei conventi in strutture turistiche e gli sfratti delle classi più deboli. Credo nella democrazia diretta; sono stato promotore delle delibere popolari per il registro dei testamenti biologici, delle unioni civili, e dell’anagrafe pubblica degli eletti. Con l’Associazione Luca Coscioni ho coordinato iniziative per la conquista di spazi di vita indipendente per disabili e malati. Nel 2006 sono stato eletto per la Rosa nel pugno consigliere al Municipio Roma centro storico; in carica per 18 mesi durante i quali ho lottato contro l’abnorme crescita dei palazzi della politica e denunciato il nuovo sacco urbanistico di Roma. Dal 15 novembre 2009 ho un Co.co.pro da 2.800 euro al mese. Non possiedo auto privata ma l’abbonamento ai mezzi pubblici, del car sharing e del bike sharing.

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