3 marzo 2014 ore 07:05 FUTURISMO —- HO TROVATO UN SITO MAGNIFICO CON IMMAGINI E TESTI E REGISTRAZIONE RADIOFONICHE, PER ANDARE IL SOLITI PRE-CONCETTI SU QUESTO MOVIMENTO RIVOLUZIONARIO ITALIANO: INSOMMA, NON BUTTAR VIA L’ACQUA COL BAMBINO! SCELGO UN CAPITOLO A CASO…

http://www.homolaicus.com/arte/futurismo/manifesti.htm

 

CHIARA; mi permetto, caro Giancarlo – autore dell’articolo, vedi in fondo- di segnalarti una distrazione: dove hai scritto “Parmenide” (teorico che l’essenza dell’essere è l’assoluta immobilità”), forse volevi scrivere “Eraclito” (tutto è movimento, non ci bagniamo due volte nella stessa acqua”…il fatto è che li nominano sempre insieme…e allora ci si confonde, ciao, chiara

 

 

I futuristi prendono le mosse da una semplice constatazione: la statica e conservativa società contadina si stava trasformando in una società industriale dinamica e progressiva, in cui fondamentali erano i mezzi di comunicazione moderni.Essi, di conseguenza, si sentirono attratti da quelle idee letterarie e filosofiche che davano importanza ai cambiamenti radicali, alla velocità, al dinamismo, al movimento, all’eterno fluire: da Parmenide a Leonardo da Vinci (che considerava il movimento causa della vita), da Einstein a Freud (che rivelava la realtà degli istinti irrazionali dell’inconscio, più reali e sicuri della realtà della logica e della ragione). Accettarono il positivismo di Bergson che esaltava l’intuizione che, contrariamente all’intelligenza, capta la vita cambiante e il movimento spaziale.

Nel campo socio-politico abbracciarono le teorie anarchiche e nichiliste (nel senso Dostoievskiano, come opposizione all’ordine stabilito, e nel senso Nietzschiano, come rivolta antiborghese e anticlericale, contro i valori imposti dalla morale corrente). Non a caso si trovavano pienamente d’accordo con questo paragrafo che Nietzsche aveva scritto nel suo libro Così parlò Zaratustra: “Vedi questi uomini buoni, quei giusti? Chi odiano loro maggiormente? Colui che distrugge le sue tavole di valori, il distruttore, il delinquente, però costui è realmente il creatore. Io vi dico: la buona guerra santifica ogni causa, la guerra e il valore hanno fatto cose più grandi dell’amore al prossimo. Non dovete avere che nemici degni del vostro odio, e mai nemici degni del vostro disprezzo”.

I futuristi, nel manifesto politico del 1913 proclamavano l’istituzione di un divorzio facile, la svalutazione del matrimonio e l’istituzione dell’amore libero; la socializzazione ed espropriazione, da parte del Ministero delle Finanze, delle terre incolte o male coltivate e di tutte le proprietà delle Opere Pie. Esigevano la giornata lavorativa di otto ore come massimo, equiparare i salari maschili e femminili e l’attuazione d’un anticlericalismo d’azione, violento e impegnato, che sostituisse quello retorico e quietista, affinché si liberasse l’Italia e Roma dal Medio Evo teocratico. Affermavano che il loro anticlericalismo voleva liberare l’Italia dalle chiese, dai preti, dai frati, dalle monache, dalle Madonne, dai ceri e dalle campane.

I futuristi esaltarono l’ottimismo, l’azione, il pericolo, l’ardimento, l’avventura, la velocità e facevano di tutto per scuotere e rendere cosciente la massa inerte, passiva, abulica, pessimista e legata alle idee tradizionali caduche, alla nostalgia del passato (passatismo), ed utilizzavano qualsiasi mezzo per riuscirvi, includendo “lo scandalo, la bestemmia, lo schiaffone”.

Esaltavano la macchina per la sua essenza “impersonale, fredda, antiromantica, antipsicologica, antiborghese, poderosa e sfrenata” eccellente mezzo rivoluzionario che cambierà la società.

Ma la macchina non era sufficiente, doveva venire accompagnata dalla “pazzia, dalla guerra, dalla liberazione degli istinti”.

Qualsiasi mezzo era buono per trasformare la vita, le abitudini, la morale, affinché tutto fosse consono all’epoca in cui vivevano, unica nella storia (alcune manifestazioni di protesta futuriste saranno riutilizzate dagli hippies).

Lanciarono la moda dell’abbigliamento effimero, pratico, informale, bizzarro, multicolore (furono i nordamericani ad applicarla per primi).

Anche la casa doveva essere funzionale, pratica, provvisoria e i pasti dovevano essere frugali e consumati velocemente (anche qui gli americani furono i primi ad applicare queste regole).

Odiavano tutto ciò che era “antico, pedante, professionale, prolisso e teutonico” ed esaltavano la gioventù col loro motto “Avanti i giovani!”

Un altro motto preferito e ripetuto all’infinito era la completa bellezza totale dell’amore e dell’amicizia.

Nel campo delle arti volevano attuare un rinnovamento radicale dell’estetica e di tutta la sua problemática.

Siccome la scienza e la tecnica stavano trasformando rapidamente il mondo, consideravano del tutto superati i giudizi estetici tradizionali. Il ritmo, l’armonia, la staticità e la bellezza classica dovevano essere cestinati e al loro posto si dovevano utilizzare elementi come “la velocità, il dinamismo, la lotta, lo scontro violento di forze opposte, le disarmonie e le dissonanze”.

In letteratura si dovevano liberare completamente le parole abolendo le regole sintattiche e grammaticali, e in poesia la rima e la metrica.

Anche in musica si dovevano sopprimere le note musicali tradizionali e gli strumenti musicali, creando nuovi suoni, includendo i rumori, utilizzando quelli prodotti dal mondo naturale stesso e da oggetti comuni.

In architettura ogni generazione doveva costruire la sua città e la sua casa, utilizzando, come in scultura, ogni materiale moderno, come vetro, acciaio, alluminio.

Marinetti, il principale esponente di questo movimento, poco prima di morire lasciò una sintesi delle sue principali invenzioni, innovazioni e idee futuriste:

“Arte. Vita esplosiva. Italianità paradossista. Antimuseo. Anticultura.
Antiaccademia. Antilogica. Antigrazioso. Antisentimentale. Contro le città morte. Modernolatria. Religione della novità. Originalità, velocità.
Disuguaglianza. Intuizione e inconscio creatori. Splendore geometrico.
Estetica delle macchine. Eroismo e pagliacciate in arte e nella vita. Caffè concerto. Fisicopazzia e notti futuriste. Distruzione della sintassi.
Immaginazione senza fili. Sensibilità numerica e geometrica. Parole rumorose in libertà. Tavole libere-parole sinottiche colorate. Dichiarazione sinottica camminante. Solidificazione dell’Impressionismo. Sintesi di forma colore. Lo spettatore nel centro del quadro. Dinamismo plastico. Stati d’animo. Linee-forze. Trascendentalismo fisico. Pittura astratta di suoni rumori odori, pesi e forze misteriose, Compenetrazione e simultaneità del tempo-spazio, lontano-vicino, esterno-interno, vissuto-sognato. Architettura pura (ferro-cemento). Imitazione della macchina. Luce elettrica decoratrice. Sintesi teatrali a sorpresa senza tecnica e senza psicologia. Simultaneità scenografica d’allegro-triste. Realtà-sogno. Dramma d’oggetti. Scenodinamica. Danza liberaparola meccanica del corpo moltiplicato. Danza aerea e teatro aereo. Arte dei rumori. Intonarumori.
Rumori. Archi disarmonici. Pesi misure per misurare prezzi del genio creatore. Tattilismo e tavole tattili. Cercando nuovi sensi. Parole in libertà e sintassi teatrali olfattive. Flora artificiale. Insieme plastico motorumoroso. Vita simultanea. Protezione della macchina. Dichiarazione politimbrica”.

Influenze ricevute in pittura

I futuristi sono attratti dalle forme sintetiche, dalla scomposizione dei piani, dalla distruzione della prospettiva del Cubismo, però non accettano la sua staticità. Dal Neoimpressionismo prendono la luminosità cromatica, la pennellata divisionista e dai Nabis il simbolismo dei temi.

Poetica

Si trattava perciò di penetrare in tutto ciò che si vedeva e si voleva dipingere per mezzo dell’emozione, identificandovisi, partecipare al movimento delle cose, alle loro relazioni con lo spazio, l’atmosfera, con il tempo e l’ambiente dove stavano o agivano.

Ogni cosa è in continuo movimento, evidente per quelli che si muovono (movimento assoluto), ma, secondo i futuristi, si muovono anche quelli che sono fermi, dato che sono parti integranti del movimento dell’universo, quindi anche della terra (movimento relativo). Cosicché ogni essere è in movimento perenne, trascinato dalle linee di forza incessanti e in ogni direzione.

Pittoricamente i futuristi vogliono rappresentare tale movimento totale e incessante, collocando lo spettatore nel centro del quadro, integrandolo al tutto.

Disprezzavano qualsiasi forma d’imitazione, stimolavano l’originalità ad ogni costo e senza limiti. Consideravano i critici d’arte come esseri dannosi e inutili.

Dichiaravano di voler distruggere la tirannica armonia e il buon gusto, che sono elementi relativi, dato che applicandoli “si potrebbe distruggere l’opera di Rembrandt, di Goya e di Rodin”.

Si doveva abbandonare definitivamente ogni tema tradizionale, trito e ritrito.

Respingevano i temi filosofici e letterari, i nudi, le nature morte, i paesaggi e i ritratti. I loro temi erano i treni, le macchine, i cavalli, le fabbriche, la vita in movimento delle città, l’elettricità, la guerra, la velocità.

Elementi formali: in principio applicarono la tecnica divisionista di Seurat e Signac, ma con effetti più dinamici e vibranti. Nel 1911 scoprirono ed applicarono la linea-forza (forza centrifuga e centripeta) che capta il movimento, enfatizza le forme, e ricevettero una certa influenza cubista. La linea-forza ha anche il compito di fondere qualsiasi persona, oggetto o cosa, con le loro forme e i loro colori diversi, al dinamismo universale ovvero all’ambiente dove si trovano e all’atmosfera che li avvolge, per mezzo della compenetrazione dei piani.

Usarono il “papier collé”, come i cubisti, per dar enfasi ai temi utilizzati ed anche per renderli più comprensibili, dato che, a volte, giungevano a composizioni quasi astratte. Una delle loro varie invenzioni fu l’aeropittura, che significava il dipingere quadri come da un aereo, riuscendo a captare immagini naturali astratte, penetrando nella loro essenza di linee e di forme, essenza vitale che le accumulava ad un’unica anima universale.

In scultura usarono materiali che avessero riscontro con l’epoca industriale, come il gesso, il vetro, il legno, il bronzo e qualsiasi altro materiale utilizzato come rappresentazione dei piani atmosferici che uniscono e intersecano gli oggetti, i quali si prolungano nello spazio. Affermavano che non esistono arti specifiche come pittura, scultura, musica e poesia, ma esiste solo la creazione, cosicché è valido qualsiasi materiale o mezzo che si utilizza per rivelare o ottenere meglio la realtà.

Influenze esercitate dal Futurismo

Partendo dal dadaismo fino alle ultime correnti e tendenze artistiche, nelle sue accezioni estetiche, aestetiche ed antiestetiche del secolo XX, l’influenza del futurismo appare spesso in maniera evidente. In qualche caso si tratta d’ispirarsi al futurismo per dar seguito ad una idea sua, sviluppandola e applicandola in campi diversi, oppure trasformandola ed attualizzandola.

Nel Dadaismo e nel Surrealismo, per esempio, risultano più che evidenti tali influenze nelle loro manifestazioni scandalose ed eccentriche, nelle riunioni provocatrici, negli schiaffoni al gusto del pubblico, nella scrittura automatica, nelle libere parole, ecc., i cui echi troviamo anche in altre correnti d’avanguardia come il Vorticismo, Orfismo, Sincronismo, Raggismo, Suprematismo, il Cavaliere Azzurro (Blaue Reiter), Vital English Art, Cubismo Sintetico, Costruttivismo ed in alcune altre tendenze espressionistiche.

In letteratura il Futurismo influisce sul Formismo, Verismo, Simultaneismo, Ultraismo, Zenitismo, Immaginismo e Creazionismo.

Particolarmente risentono la sua influenza pittori come Léger, Marcel Duchamp, Stella, Marin, Alfaro Siqueiros e il poeta nordamericano Ezra Pound.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale il filo conduttore futurista continua a manifestarsi in numerose tendenze artistiche, come per esempio negli Happenings, Performance, Pop-Art, Neodadaismo, Arte Oggetto, Arte Concettuale, Arte Programmata, Environment Art, Arte Povera, Cinetismo, MEC-Art ed altre.

In altri campi artistici basterebbe segnalare la sua influenza sul teatro dell’assurdo, nel Nouveau-Roman, nel cine sperimentale, nella musica concreta, senza dimenticare l’importanza che ebbe nell’urbanismo, nella casa provvisoria, nell’abbigliamento, nei pasti rapidi e, in generale, nelle molteplici nuove abitudini della società attuale.

Vennero pubblicati più di cinquanta manifesti futuristi e la loro influenza si diffuse rapidamente in tutta l’Europa e successivamente negli Stati Uniti, America Latina e Giappone.

Giancarlo von Nacher

Corrientes pictóricas de los siglos XIX y XX, 1986


Web Homolaicus

 

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