RIGUARDIAMO ” LA CITTA’ CHE SALE ” (1910-1911) DI UMBERTO BOCCIONI, CON BOZZETTI E SPIEGHE—chiara, confessa–.-nonostante si ritenga al pari delle avanguardie avanguardionse—moglie di uno che fa pittura—BOCCIONI DA TEMPO LO RITIENE UN GRANDISSIMO, ma anche dopo le spieghe e tutto…e’ “ma”—suo padre diceva: ” chi dice ma, cuor contento non ha”– L’impressione è infatti che più guardi Boccioni più ti sfugge…come per tutti i …” geni”, vi va?

Umberto Boccioni
Data 1910-1911
Tecnica olio su tela
Dimensioni 199,3×301 cm
Ubicazione Museum of Modern Art, New York

La composizione può essere divisa in tre fasce orizzontali che corrispondono ad altrettanti piani:

  1. in basso Boccioni colloca le figure umane realizzate secondo linee oblique che ne evidenziano lo sforzo dinamico.
  2. al centro dominano delle figure di cavalli, tra le quali ne risaltano tre, gli ultimi due hanno una colorazione rossa e dei profili di colore blu che rappresentano i cavalieri sulla groppa:
    1. uno bianco a sinistra che rivolge lo sguardo verso destra,
    2. uno al centro che domina il centro del quadro,
    3. uno sulla destra,
  3. nel terzo piano appare lo sfondo di una periferia urbana, che probabilmente andrebbe identificata con un quartiere di Milano in costruzione  WIKI

 

Nel 1912 il quadro fu acquistato dal musicista Ferruccio Busoni nel corso della mostra d’opere futuriste itinerante in Europa. È oggi esposto al Museum of Modern Art di New York. Il bozzetto preparatorio è esposto nella collezione della Pinacoteca di Brera a Milano.

Umberto Boccioni, "La città che sale", 1910-11, Museum of Modern Art (MoMA), New York (NY)

altra immagine (per noi irriconoscibile) del quadro definitivo, vista l’immagine sopra

Bozzetto preparatorio dell’opera della Pinacoteca di Brera

 

bozzetto 1910

Umberto Boccioni, "La città che sale", bozzetto, 1910, collezione privata

1910 bozzetto

 

Umberto Boccioni, "La città che sale", bozzetto, 1910, Estorick Collection of Italian Art, Londra (London)

bozzetto
1910
Estorick Collection
Londra

 

IL TESTO CHE SEGUE, CHE DOVREBBE AIUTARCI A GODERE DEL QUADRO, E’ DEL PROF. FRANCESCO MORANTE

 

Il quadro, realizzato nel 1910, può essere considerata la prima opera pienamente futurista di Boccioni. Il soggetto non si discosta molto da analoghi quadri, realizzati negli anni precedenti, che avevano come soggetto le periferie urbane. Qui, tuttavia, il naturalismo dei quadri precedenti viene meno per lasciare il posto ad una visione più dinamica e movimentata. Solo nella parte superiore del quadro è possibile cogliere una visione da periferia urbana con dei palazzi in costruzione, impalcature e ciminiere. La gran parte del quadro è invece occupata da uomini e cavalli che si fondono in un esasperato sforzo dinamico. Vengono così messi in risalto alcuni elementi tipici del futurismo: l’esaltazione del lavoro umano e l’importanza della città moderna come luogo plasmato sulle esigenze dell’uomo futuro.

 

Ma ciò che rende il quadro un’immagine in linea con lo spirito futurista è soprattutto l’esaltazione visiva della forza e del movimento. Tuttavia, protagonisti di questi sforzi sono uomini e cavalli, non macchine. Questo particolare attesta come Boccioni si muova ancora in coordinate simboliste: l’immagine rende visibile il mito. Ciò che l’artista modifica sostanzialmente è invece proprio il «mito»: non più quello arcaico legato all’esplorazione del mondo psicologico dell’uomo ma il mito dell’uomo moderno come artefice di un mondo nuovo.

La tecnica pittorica che egli utilizza è ancora quella del divisionismo. Le pennellate a tratteggio hanno andamenti direzionati funzionali non alla costruzione di masse e volumi ma alla evidenziazione delle linee di forza che caratterizzano i movimenti delle figure. La composizione del quadro conserva ancora un impianto in parte tradizionale. La scansione delle figure avviene su precisi piani di profondità con in basso le figure in primo piano e in alto le immagini sui piani più profondi. Il quadro si divide sostanzialmente in tre fasce orizzontali corrispondenti ad altrettanti piani. Nel primo in basso Boccioni colloca le figure umane: sono realizzate secondo linee oblique per evidenziare lo sforzo dinamico che esse compiono. Nel secondo al centro dominano alcune figure di cavalli. In particolare ne campeggiano tre: uno bianco a sinistra che guarda verso destra, uno al centro che domina la posizione centrale

 

 

Francesco Morante
CORSO DI STORIA DELL’ARTE

Il mio nome è Francesco Morante, sono nato a Benevento 51 anni fa, mi sono laureato in architettura, e attualmente insegno Storia dell’Arte al Liceo Artistico Statale di Benevento. Il sito è nato dall’esigenza di fornire ai miei allievi un testo di riferimento delle cose che mi sentono raccontare quotidianamente a scuola e che non sempre coincidono con quelle rintracciabili sui libri di testo. Siccome ho optato per un insegnamento “personalizzato”, mi sono accollato anche l’onere di scrivere i concetti e le notizie più importanti alla base del mio insegnamento. Dopo un periodo in cui i testi circolavano in fotocopie, optai per la divulgazione via web, data la facilità di accesso e la relativa economicità del mezzo rispetto a quello delle fotocopie. Non immaginavo che nel giro di qualche anno il sito sarebbe divenuto uno dei primi sui principali motori di ricerca nella digitazione di termini legati all’arte. Ciò mi ha esposto ad una visibilità che non mi aspettavo e che per certi versi mi ha un po’ spiazzato. La maggior parte dei testi sono stati scritti pensando solamente alla loro utilità didattica: esporre nel linguaggio più semplice possibile i “fondamenti” della disciplina. Perché il problema che mi sono posto è di far comprendere la materia, non farla imparare come qualcosa di semplicemente nozionistico. Pertanto il corso non è assolutamente un’enciclopedia, né pretende di essere esaustivo su tutti gli aspetti che la storia dell’arte affronta. Vuole essere solo ciò per il quale è nato: dare l’opportunità agli studenti liceali di comprendere meglio la disciplina che io insegno.

P.S. Da qualche mese dirigo a Benevento una Galleria d’Arte che si chiama ROSSO FENICE. Qualche volta venite a trovarmi anche sul sito della galleria:

http://www.rossofenice.it

 

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