BLOG DI NEMO, MARZO 2017 …non sentite anche voi, un profumo di perle? chiara

 

NEMONEMO

http://cinelibri.iobloggo.com/1641/clair-brown–l–economia-del-buddha-i-suoi-insegnamenti-ci-salveranno-dalla-crisi-

 

Clair Brown: ” L’ economia del Buddha: i suoi insegnamenti ci salveranno dalla crisi “

29
MAR
2017

“””…< […] Da Amartya Sen ho preso soprattutto l’ dea che il benessere è una vita ben vissuta, non lo si può trattare usando solo indicatori materiali. Da Tony Atkinson ho capito questa verità profonda: ogni società si sceglie le sue diseguaglianze, nel senso che le disparità e le ingiustizie non hanno nulla di ineluttabile né tantomeno di naturale. Sappiamo quali politiche funzionano per curare le diseguaglianze, e non hanno nulla a che vedere con la crescita economica. Con Jeffrey Sachs e il suo Earth Institute ho lavorato molto sui temi della sostenibilità e i Millennium Goal dell’ Onu per la lotta alla povertà. Ho messo tutte queste cose insieme, con un approccio integrato. …[…] Io sono una buddista praticante. Ho scelto il buddismo perché insegna che tutte le cose sono collegate fra loro: gli esseri umani e la natura; ciò che accade a uno solo di noi ci influenza tutti. Certo, potrei chiamare il mio corso ‘economia spirituale’; considero papa Francesco un leader morale, per esempio sull’ ambiente. Le religioni cristiane e anche altre religioni hanno qualche versione della Regola d’oro: non fare ad altri quello che non vorresti fosse fatto a te, tratta il tuo prossimo come te stesso. Ma quel che amo del buddismo è che non ci chiede di credere in un Dio, solo nell’ interdipendenza fra tutte le creature. L’ economia buddista ci costringe ad assumerci le nostre responsabilità. Come dice il Dalai Lama: siamo noi esseri umani ad avere provocato il cambiamento climatico, quindi non cerchiamo di cavarcela pregando Dio >. D. Come ci si sente a insegnare queste cose oggi, nell’ America di Trump ? R. < Trump è uno shock improvviso che può anche servire a risvegliarci. Se le diseguaglianze, le guerre e la distruzione dell’ ambiente sono i nostri problemi maggiori, lui non può che peggiorarli. Dobbiamo ricordarci che non ha vinto in assoluto, ha raccolto milioni di voti in meno di Hilary Clinton, e da qui dobbiamo ripartire come popolo. Non possiamo stare a guardare. Ed è proprio quello che sta accadendo. La stampa è diventata più vigilante. Anche tra i miei colleghi economisti vedo più attivismo. Stiamo ritrovando la nostra voce. […] ..quello che veramente abbiamo bisogno di fare è passare più tempo coi nostri famigliari, con gli amici, ridurre lo stress, fare cose che hanno un valore intrinseco, vivere una buona vita >. …”””

 

( Dall’ intervista di Federico Rampini all’ economista californiana Clair Brown, la Repubblica di Mercoledì 8 Marzo 2017 )

 

Emily Braun : ” Mario Sironi e il suo tempo “

14
MAR
2017

“””…< […] L’ attrazione di Sironi verso il fascismo fu tipica di una generazione di intellettuali italiani nati nel penultimo decennio dell’ Ottocento, cresciuti nutrendosi dell’ anarchico individualismo di Nietzsche e maturati nelle trincee della prima guerra mondiale. Gli atteggiamenti tardoromantici che avevano plasmato la personalità dell’ artista e quella dei suoi compagni futuristi -il rifiuto della società borghese, l’ amore per l’ estremismo, il culto della violenza e della personalità- avevano la stessa matrice della politica autoritaria di Mussolini. Questa generazione appoggiò il movimento fascista nella convinzione che esso rappresentasse la palingenesi sociale lungamente agognata, fondata sull’ unità nazionale e sulla superiorità spirituale anziché sulle dinamiche del conflitto di classe. Come i suoi contemporanei futuristi, Sironi, dopo anni di disincanto nei confronti sia del liberalismo sia del socialismo, spinto da sentimenti contradditori verso la nuova realtà politica del proletariato, coltivava un atteggiamento fortemente elitario e un nazionalismo esasperato. Sironi fu l’ unico pittore tra quanti aderirono al primo futurismo a diventare una personalità di primo piano del fascismo, operando in stretta collaborazione con il regime. […]. …”””

 

(da Mario Sironi Arte e politica in Italia sotto il fascismo di Emily Braun, Bollati Boringhieri, Torino 2003 )

 

Tomaso Montanari: …… “M5S come la Dc sì ai palazzinari per non perdere il consenso” ….

06
MAR
2017

“””… < […] si può dire oggi dei 5 stelle che, dopo aver promesso di rovesciare il sistema dalle fondamenta, escono dalla vicenda dello Stadio come la più mediocre  giunta post-democristiana. […]. La cosa più triste è che, in tutto questo, sembra che di Roma -della città, intendo- non importi molto a nessuno. Perché i casi sono due: o il progetto era una speculazione inutile, e allora si doveva avere il coraggio di fermarlo. O, invece, era di interesse pubblico (come aveva ufficialmente affermato la giunta Marino): e allora bisognava realizzarlo in modo coerente. […]. Quel che muore è ogni idea di progetto. L’ idea che si rompesse una volta per tutte con l’ urbanistica contrattata. L’ idea che i cittadini, una volta entrati nel palazzo, avessero la forza di riprendersi il futuro della città, togliendo il boccino dalle mani dei palazzinari. […] Ma oggi anche i 5 stelle si uniscono al coro di chi proclama che a questo sistema di potere non c’è alternativa: davvero un brutto giorno per la democrazia italiana >…”””

” Il populismo antisistema si è inchinato al populismo del sistema “

da la Repubblica di Domenica 26 Febbraio 2017

 

 

 

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