ANTONIO MONDA -REP. 16-04-2018, pag. 30 ::: NELLA FAMIGLIA DEI TAVIANI

 

 

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La morte del grande regista

NELLA FAMIGLIA DEI TAVIANI

Antonio Monda (NOTIZIE SOTTO)

 

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Vittorio Taviani

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Vittorio Taviani, a sinistra: sempre con i baffi e il cappellino…

 

A incontrarlo di persona, la cosa che colpiva di Vittorio Taviani era la sincera curiosità per le idee diverse dalle proprie, che nasceva da una onestà intellettuale che gli ha consentito di rimanere fedele a sé stesso pur coltivando sempre l’intelligenza del dubbio. Se poi nasceva un’amicizia, questa curiosità diventava lo stimolo per infinite discussioni, animate in egual misura da passione, volontà di comprendere e ironia. Perché tra i suoi tanti talenti c’era la capacità di celebrare la grandezza a cui è chiamato ogni essere umano alla luce della fragilità che ne segna l’esistenza: Vittorio intuiva che l’ironia può armonizzare due estremi che altrimenti potrebbero generare disperazione. Era un uomo profondamente affabile, gentile, generoso, che poneva al centro del proprio itinerario artistico la ricerca della verità: nei grandissimi film che ha realizzato insieme al fratello Paolo è evidente l’elemento epico, ma in realtà questo è il risultato di uno stimolo precedente, con il quale si è confrontato con i grandi temi dell’esistenza. Per i Taviani il cinema è innanzitutto necessità, ed è il motivo per cui è sempre onesto, diretto, imprescindibile. E questa necessità, che assume toni struggenti, nasce dalle domande essenziali: non è mai esistito nulla di mondano nella loro arte, come nella loro vita. Anche le discussioni più giocose obbediscono a questa ricerca: è più grande Tolstoj o Dostoevskij? Era una domanda che ricorreva nelle cene insieme, e può apparire un divertimento intellettuale, ma in realtà nasceva dal comprendere chi, tra questi giganti, avesse intuito in maniera più pura la verità.

Le discussioni avvenivano insieme alle mogli e ai figli, perché un elemento centrale nella vita di Vittorio è stato il rapporto fondante con la famiglia, alla quale ha trasmesso l’amore per l’arte: la moglie Carla ha lavorato con lui sul set, due figli sono musicisti e una terza è regista di ottimi documentari. È più grande Fellini o John Ford? Venerava il regista americano, dal quale lo separavano le idee politiche: testimonianza ulteriore di un ammirevole approccio anti- ideologico. Le serate andavano avanti con una profondità che non diventava mai seriosa, perché insieme alla volontà di capire c’era anche una scelta sinceramente umanista: pur avendo idee molto forti, Vittorio ha sempre cercato di amare prima di giudicare, mettendosi in discussione prima di condannare. La riflessione sul mistero dell’esistenza ha dato alla sua ricerca la struttura di una religiosità laica, e negli ultimi tempi ha visto prevalere il sorriso della serenità sullo sconcerto di fronte al nulla eterno.

 

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ANTONIO MONDA, nasce a Roma nel 1962–Antonio Monda insegna nel “Film and Television Department” della New York University, presso la cattedra che è stata anche di Martin Scorsese.
È autore dei romanzi AssoluzioneL’America non esiste (vincitore del premio Cortina d’Ampezzo), La casa sulla roccia, Ota Benga, L’indegnoL’evidenza delle cose non viste e del libro di racconti e fotografie Nella città nuda. Nel campo della saggistica ha pubblicato La magnifica illusione, The Hidden GodTu credi? Conversazioni su Dio e la religioneHanno preferito le tenebre, il libro intervista con Ennio Morricone Lontano dai sogni, e Il paradiso dei lettori innamorati. I suoi libri sono pubblicati negli Stati Uniti, in Giappone, Francia, Israele, Brasile, Spagna, Olanda, Portogallo, Taiwan e Corea.

Monda ha curato importanti retrospettive presso il MoMA, il Solomon Guggenheim Museum, il Lincoln Center, il Museum of Moving Image e l’Academy: tra le più significative, quelle dedicate a Ermanno Olmi, Michael Cimino, Vittorio Gassman, Anna Magnani, Federico Fellini, Dante Ferretti, al Neorealismo e ai grandi direttori della fotografia. La sua prima attività lavorativa è nel cinema, come assistente di Paolo e Vittorio Taviani ne La Notte di San Lorenzo. Successivamente ha diretto il film Dicembre, presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, e realizzato numerosi documentari, tra i quali Oltre New YorkFilosofi, università, fascismo e Stranieri in America. Insieme a Davide Azzolini, ha prodotto il documentario Enzo Avitabile Music Life del premio Oscar Jonathan Demme, anch’esso in anteprima a Venezia.
Con lo stesso Davide Azzolini è il fondatore del festival letterario “Le Conversazioni”, di cui è anche Direttore Artistico, e ha ideato – insieme a Richard Pena e Giorgio Gosetti – “Open Roads”, la più importante rassegna di cinema italiano al mondo, che si tiene ogni anno al Lincoln Center di New York e che nel 2017 giunge alla diciassettesima edizione.

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1 risposta a ANTONIO MONDA -REP. 16-04-2018, pag. 30 ::: NELLA FAMIGLIA DEI TAVIANI

  1. Donatella scrive:

    Una volta il critico musicale Luigi Pestalozza, che aveva partecipato alla Resistenza, invitato in classe da una nostra collega che lo conosceva personalmente, parlando della sua esperienza, ci disse che il film che più rifletteva il clima reale di confusione e di incertezza di quel tempo storico e glorioso, era proprio il film “La notte di San Lorenzo” dei fratelli Taviani.

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