ANDREA BARDELLI, DAL PORTOGALLO CI SUGGERISCE LA CITTADINA DI TOMAR LEGATO AI TEMPLARI –++ ISA GRASSANO, LA STORIA DELLE COSTRUZIONI DEI TEMPLARI

 

 

Tomar – Veduta

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Tomar (tu’maɾ) è un comune portoghese di 43.006 abitanti situato nel distretto di Santarém, nella regione Centro, subregione Medio Tejo.

È una graziosa cittadina dell’antico Ribatejo sulle rive del rio Nabão con un bel centro storico dominata da un castello-fortezza dei Templari.

Il centro storico è caratterizzato da un reticolo di strade strette e si trova tra le rive del fiume e il colle coronato dalle mura del convento-fortezza dei Templari e dell’Ordine di Cristo, monumento principale della cittadina .

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DOVE SI TROVA TOMAR IN PORTOGALLO — WIKIPEDIA

 

 

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IL CONVENTO DI CRISTO E’ UN EX MONASTERO CATTOLICO ROMANO

 

 

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CONVENTO DI CRISTO —Marco Soave – Opera propria

 

 

Sotto la dominazione romana si chiamò Nabantia, fu occupata dagli arabi e, riconquistata alla metà del XII secolo, il primo re del Portogallo Don Alfonso Henriques l’assegnò ai templari come riconoscimento degli aiuti ricevuti nella lotta contro i musulmani da questo potente ordine di monaci-cavalieri. Il gran maestro dei templari del Portogallo Gualdim Pais iniziò la costruzione di una chiesa e nel 1162 di una fortezza su una collina al di là del fiume. La fortezza resistette a un attacco degli Almohadi nel 1190, fu ampliata e divenne l’attuale convento do Cristo.

 

 

Centro Luogo: Tomar Photo: José Manuel

 

 

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CONVENTO DI CRISTO

 

 

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REPUBBLICA DEL FEBBRAIO 2011

https://www.repubblica.it/viaggi/2011/02/17/news/magie_del_portogallo_dei_templari-117045265/

 

 

Magie del Portogallo dei Templari

Dal Mosteiro dos Jeronimos a Tomar, il convento dei cavalieri che ispirano ammirazione e mistero. Tra monumentali edifici sacri dallo stile, il gotico-manuelino, esclusivo di questa terra

Isa Grassano

Secondo una ricerca, tra le parole più affascinanti per un giovane, c’è il termine “Templari”, anzi, si piazza tra le prime cinque posizioni in classifica. Non vi sono distinzioni di età, condizione sociale e sesso tra coloro che sono sedotti da questi “personaggi misteriosi” che, nell’immaginario collettivo, appaiono valorosi, impavidi, generosi. La loro eredità ideale ha continuato, in molti modi, ad essere tramandata e a vivere. Soprattutto in Portogallo, dove nel 1319, nasce l’ordine dei cavalieri di Cristo, e che custodisce meravigliose testimonianze di quel grande patrimonio che i templari edificarono negli anni e i resti delle costruzioni di ordini monastici a loro collegati.

Le pietre di Lisbona, Alcobaca, Batalha, Tomar, Pombal, svelano una storia mai detta, tra leggende e verità, che affascinano e fanno della terra lusitana un libro di storia a cielo aperto. Un itinerario attraverso i molteplici volti del Portogallo non può che partire dalla capitale Lisbona, affacciata sull’oceano e inondata di luce, ricca di straordinari monumenti di ogni epoca, e dal suo quartiere più famoso, quello di Belém, da dove salparono le caravelle portoghesi (l’emblema dei templari, la croce quadrata, si stagliava sulle vele delle caravelle che attraversavano i mari inesplorati), all’insegna delle epiche scoperte marittime, e dove si concentra il maggior numero di  monumenti che richiama la fusione della cultura portoghese con quella di continenti come l’Asia, l’Africa e l’America.

 

 

Jerónimos April 2009-1a.jpg

LISBONA, MOSTEIRO DOS JEORNIMOS—Alvesgaspar – Opera propria

 

Mario1952 – Opera propria — VISTA DA OVEST

 

IL CHIOSTRO –Author: Raph Date

 

L’INTERNO DELLA CHIESA–Velvet – Opera propria

 

 

 

IL REFETTORIO

 

Il tuffo nella storia si ha con il Mosteiro dos Jerónimos, l’ imponente costruzione (ha una lunga facciata di più di 300 metri) in puro stile manuelino (variante del gotico rinascimentale, definito manuelino in onore del re Dom Manuel I che fu anche artefice dell’edificazione del monastero nel 1469) e patrimonio Unesco, che accoglie ogni anno 560.000 visitatori. Tra chiesa (da non perdere le tombe di Vasco de Gama e del celebre letterato Luis de Camoes), convento e chiostro è il trionfo dei motivi orientali e marinari: nodi, vele, navi, animali misteriosi e chi più ne ha più ne metta.

 

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LA TORRE DI BELEM

 

 

Fu direttamente il re Manuel a scegliere i monaci dell’ordine di San Girolamo per occupare il monastero, i quali furono incaricati di pregare per la sua anima e di prestare la loro assistenza spirituale ai marinai e ai navigatori. Poco distante, la Torre di Belém, è un’altra icona della Lisbona da cartolina: una sorta di caravella orientaleggiante, ricamata nella pietra (soprattutto nei balconi e nei balconcini) e ancorata sulle rive del Tago come la barchetta di un bimbo dalla fervida fantasia. La curiosità? E’ la prima opera in cui si nota raffigurato un animale africano, un rinoceronte.

 

 

 

 

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CASTELLO TEMPLARE DI AMOUROL SUL FIUME TEJO (TAGO)

 

 

 

Usciti dal capoluogo portoghese, si va verso Santarém. Il castello templare di Almourol (ricostruito da Gualdim Pais, Gran Maestro dei Cavalieri) spunta quasi d’incanto su un affioramento roccioso in mezzo al fiume Teyo (il Tago). Tutto intorno una straordinaria natura, quella fertile del Ribatejo: ai salici e pioppi che lo cingono come in un abbraccio, si alternano colline ammantate di fichi d’india arborei. Bisogna andarci in barca (anche se c’è una strada che arriva fin sotto il castello) per seguire con lo sguardo il gioco delle merlature e lasciarsi cullare dal senso di pace e tranquillità che pervade la zona.

Da lontano il castello, reso particolare anche dal breve tratto di rotaie che passa dietro le mura e sembra tuffarsi nel fiume, dà l’idea di un avamposto di chissà quale esercito di frontiera, messo lì, in un punto, a difendere uno spazio immenso del mondo, dove il sole chiude il suo giro dietro una linea lunghissima di acque. E’ una fortezza piena di leggende che ha fatto da sfondo a tante avventure, come quella di Donna Beatrice e il Moro. Una storia d’amore tormentata, perché Don Ramiro padre della donna ostacolava tale unione. Si narra che in certe notti di luna piena lungo il camminamento della torre si vede passare un’anima con la veste bianca, la croce del sangue sopra al petto e la silhouette di Beatrice e del Moro uniti in un abbraccio eterno. Qualcuno giura di aver sentito, tra il rumoreggiare dell’acqua, anche il lamento di Don Ramiro che implora perdono.

 

Mosteiro de Alcobaça (Portugal).jpg

MONASTERO DI ALCOBAçA

 

Vista della navata della chiesa in direzione della cappella e del deambulatorio

Tomba di Pietro I

Chiostro e chiesa del monastero di Alcobaça

Acquasantiera rinascimentale all’interno di una fontana gotica nel chiostro

 

Sempre seguendo il sentiero dei cavalieri armati si arriva a Alcobaça, con il monastero di Santa Maria de Alcobaca (costruito da Alfonso Henriques, primo re del Portogallo, nel 1153), il cui ordine cirstercense, voluto da San Bernardo, è strettamente imparentato a quello templare. In passato arrivò ad ospitare ben 999 monaci, un vero record, così come è un record la stessa chiesa che è la più grande del Portogallo. Al suo interno sono custodite le tombe di Dom Pedro e Dona Ives, due figure tragiche della letteratura portoghese: per tutta la vita, innamorati, cercarono di essere felici l’uno al fianco dell’altra, senza mai riuscirvi. Da vedere poi gli ambienti in cui scorreva la vita monacale, il dormitorio, il refettorio, e la cucina interamente ricoperta di piastrelle decorate e sormontata da un’enorme cappa.

 

 

 

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MONASTERO DI BATALHA

 

 

Il Monastero di Batalha, invece, è il simbolo della riconquista della nazione, fatto costruire in onore della Vergine Maria per ringraziare della vittoria contro i Castigliani nella Batalha de Aljubarrota.

 

 

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CASTELLO DI LEIRA

 

Altra tappa importante è Leiria, il cui profilo merlato del castello (anch’esso conquistato da D. Afonso Henriques) corre al di sopra della chioma degli alberi ed è la prima cosa che si impone al dominio dell’occhio, così com’è arroccato su una roccia di basalto e circondato da una fitta vegetazione. All’interno conserva la prima chiesa cristiana in stile gotico, “Nostra Signora da Penha”, dove sulla pietra calcare è scolpita la Croce dell’Ordine di Cristo. Del complesso fa parte la Torre di Menagem che ospita il Museo Naturale su quattro piani in cui sono conservati armi, scudi, spade, elmetti.

 

Igreja Matriz de Redinha / Igreja de Nossa Senhora da Conceição

IGREJA MATRIZ DE REDINHA

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Redinha, invece, è stato uno dei primi borghi dei templari. Piccolo e delizioso, affascina per le scene bucoliche: vicino al ponte che dà sul fiume Ancos un bel paesaggio di cascatelle d’acqua e un vecchio mulino a grano. Dal fiume sino alla piazza del Pilori si estende un insieme urbano di origine medievale in cui spiccano la “Igreja Matriz” con portone manuelino originale.

 

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CASTELLO DI POMBAL

A qualche chilometro il castello di Pombal fa da sentinella a tutto l’abitato sottostante, sviluppatosi a raggiera intorno al maniero. Quella di Pompal è una fortezza modellata anch’essa, sul potere di Gualdim Pais (Maestro dei Cavalieri del Tempio nel 1153), fatta costruire nel 1171 e che ben conserva la memoria dei misteriosi Cavalieri, con gli antichi camminamenti tutti percorribili. Pochi i resti intatti ma uno scenario che seduce, come quel che rimane della Chiesa “Santa Maria del Castello”, eretta dai templari in stile romanico.

Ma è Tomar il fulcro della storia di questo ordine religioso e militare, nato per difendere il Santo Sepolcro e i cristiani che vi si recavano in pellegrinaggio. Tomar, inoltre, fu stimolo, guida, spirito e supporto  delle grandi imprese che portarono regnanti illuminati (come Enrico il Navigatore)  e coraggiosi navigatori alla scoperta e alla colonizzazione  di nuove terre e nuove economie. Si ritiene che anche Cristoforo Colombo abbia trovato negli archivi del monastero mappe nautiche e indicazioni utili a raggiungere le Americhe. Ed è dal Castello templare e dal “Convento do Cristo” che bisogna partire per comprendere l’importanza di un grande “potere”.  La sua costruzione risale al 1160 (il nucleo ricalca il modello circolare voluto da Costantino a Gerusalemme), sotto la guida di Gualdim Pais e sarà la sede dell’Ordine, fino all’anno del suo scioglimento ufficiale (furono soppressi per volere di Clemente V, su istigazione del re di Francia, Filippo IV il Bello)

 

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CONVENTO / CASTELLO :: CHIOSTRO DEL CIMITERO

 

Con un misto di timore e rispetto si varca la doppia cinta di muraglie che circonda il castello. Si incontra il Chiostro del Cimitero – usato per svolgervi processioni e dare sepoltura a frati e cavalieri dell’Ordine di Cristo – e quello dei Lavaggi, destinato ai lavori domestici. Attraversata poi a Nord la Porta do Sol, spicca la Charola,

 

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LA CHAROLA

 

che tutti chiamano semplicemente “Rotonda”, sul modello del Santo Sepolcro, in un tripudio di romanico (legni dorati e intagliati, trame di eleganti ogive e capitelli a tema vegetale). Si racconta che qui, nel deambulatorio circostante, i monaci-guerrieri potevano assistere alle cerimonie religiose montati a cavallo, ed erano tra i pochi mortali che potevano essere alla presenza di Dio, senza inginocchiarsi.

 

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Ammirata, poi, la celebre “Finestra del Capitolo” che ricorda le sembianze di una nave indiana, si possono scoprire altri tesori: a Sud la “Porta del Sangue”, la memoria storica del più violento dei combattimenti tra le truppe di Almançor e quelle di Pais che, dall’alto dei suoi 72 anni, rimase a comandarne la difesa.

 

chiesa di  Santa  Maria  degl  iulivi

Una volta fuori, Tomar svela i suoi simboli: stelle, croci, numeri, proporzioni, sono segni che la pietra ancora conserva, così come i vicoli, a volte lineari, a volte tortuosi, che formano, con ciottoli di fiume scuri, le croci dell’Ordine di Cristo. Altre tracce dei leggendari cavalieri si ritrovano nella Chiesa di Santa Maria “dos Olivais” (degli Ulivi). Fu edificata a metà del XIII secolo, sul luogo di un antico tempio visigota, con l’obiettivo di servire da panteon ai Maestri Templari. Interventi cinquecenteschi distrussero i monumenti funerari. Per uno strano e curioso caso si sono salvate solamente la lapide del fondatore della città (Pais) e quella del primo Maestro dell’Ordine di Cristo, D. Gil Martins. Lo sguardo è attratto dal rosone di stile gotico, sopra il portico, che fa da contrappunto alla stella templaria a cinque punte della cappella maggiore.

Ovunque lungo le strade del Portogallo, si possono ricercare le tracce del passaggio dei Templari e scoprire qualcosa in più del loro famoso tesoro. E’ questo, forse, l’enigma più grande. Da cosa è composto il tesoro? Oro, pietre preziose o importanti reliquie? Un aiuto viene dall’ultimo libro del giornalista Roberto Giacobbo, dal titolo “Templari. Dov’è il tesoro?” (Mondadori) che, parlando dei luoghi legati ai templari in Italia e nel mondo, sottolinea come ci sia chi avanzi l’ipotesi che si possa trattare di un tesoro di conoscenza, antichi scritti in grado di rivelare all’uomo moderno verità ancora celate e per molti ormai perdute.

 

Templari. Dov'è il tesoro?

Descrizione

La storia, spesso, nasconde un doppiofondo. E la storia dei Templari in particolare suggerisce ipotesi capaci di stravolgere la nostra visione del mondo. Il Santo Graal, la Sindone, l’Arca dell’Alleanza: sono solo alcuni, i più noti, fra i misteri che aleggiano attorno alla fantastica avventura dei Templari. Questo è un libro di storia, un libro docu-mentatissimo, con gli interventi di due studiosi del calibro di Franco Cardini e Barbara Frale. E la summa di tutto quello che è stato detto finora sui Templari, ma è anche di più. Roberto Giacobbo ci accompagna in una caccia al tesoro, il leggendario tesoro dei Templari, nella quale a ogni indizio si aprono scenari inauditi sul passato che abbiamo dato finora per scontato: le Crociate, l’elezione di papa Celestino V, la scoperta dell’America, la Rivoluzione francese, Mozart, Goethe, Dante Alighieri…

 

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1 risposta a ANDREA BARDELLI, DAL PORTOGALLO CI SUGGERISCE LA CITTADINA DI TOMAR LEGATO AI TEMPLARI –++ ISA GRASSANO, LA STORIA DELLE COSTRUZIONI DEI TEMPLARI

  1. ueue scrive:

    Che bella quest’arte, che nasce da anime diverse che riescono ad armonizzarsi.

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