ANSA.IT — 14 GENNAIO 2021 —13.00 ::: Governo, Renzi apre la crisi. Attesa mossa di Conte. Fico: ‘Conte riferisca in Aula’. + LUIGI DI MAIO, FACEBOOK

 

 

ANSA.IT — 14 GENNAIO 2021 —13.00

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2021/01/14/governo-conte-renzi-crisi_e9e12154-53fc-4b48-be92-4b81a2298ef7.html

 

 

Governo, Renzi apre la crisi. Attesa mossa di Conte. Fico: ‘Conte riferisca in Aula’.

Il premier accetta le dimissioni delle ministre di Iv. Pd-M5s con lui. E convocano vertici

 

 

 

 

 

 

Finisce il governo Conte bis. Non basta l’apertura di Giuseppe Conte a un “patto di legislatura”: Matteo Renzi annuncia le dimissioni delle ministre di Italia viva dal governo. Si apre una crisi di governo, che deve essere ancora ufficialmente formalizzata, dagli sbocchi ignoti.

E si apre in modo inatteso, quando sembravano esserci tutte le condizioni per siglare la pace. A sera, aprendo il Consiglio dei ministri, il premier annuncia di aver informato il Quirinale e accettato il passo indietro di Teresa Bellanova ed Elena Bonetti. Le parole sono come pietre. Parla di “grave responsabilità” e “notevole danno al Paese” prodotto da un gesto che non può essere sminuito. Afferma di aver cercato “fino all’ultimo momento utile” il dialogo, ma il terreno è stato “disseminato di mine”.

“La maggioranza c’è quando sostiene un progetto di governo. Abbiamo ritenuto di uscire e di dare le dimissioni in modo inedito, perché pochi lasciano le poltrone, per ricostruire un progetto di governo per il Paese che sia utile e realizzabile”, ha detto la ministra dimissionaria per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti a Radio 24. “Le mie dimissioni sono lo spazio perché questo tavolo per riprogettare il Paese, sempre rimandato, finalmente si apra. Non si può più rimandare, proprio perché siamo in crisi bisogna agire, il tema non è Conte ma la risposta politica”. “Per noi l’utilizzo del Mes è dirimente per il Paese – ha spiegato – ed è dirimente per restare in maggioranza che ci siano le condizioni politiche sulla base delle quali l’utilizzo del Mes viene almeno discusso”.

“Quest’aula non è e non può essere indifferente a quanto sta succedendo”, ha detto il presidente della Camera Roberto Fico che, accogliendo la richiesta unanime di maggioranza ed opposizione, sospende i lavori dell’aula di Montecitorio ed annuncia la convocazione della conferenza dei capigruppo “per un percorso ordinato è responsabile”. Il presidente della Camera ha detto che contatterà il presidente del Consiglio Giuseppe Conte per riferirgli della richiesta avanzata dai gruppi parlamentari di venire a riferire in aula sulla situazione determinata dalle dimissioni dei ministri di Italia viva.

La conferenza dei capigruppo della Camera è convocata alle 13. La richiesta di convocazione è stata avanzata da tutti i gruppi parlamentari al presidente Fico. Anche Italia Viva si è associata nella richiesta della convocazione della Conferenza dei Capigruppo della Camera. Nel primo intervento di un esponente del partito di Renzi dopo il ritiro della delegazione ministeriale di Iv dal Governo Conte, Silvia Fregolent. “In un momento difficile come quello che stiamo vivendo – spiega – chi fa politica deve difendere a tutti i costi le regole della democrazia. Il Parlamento è centrale sempre soprattutto nei momenti di difficoltà. Ringrazio l’opposizione e maggioranza che hanno sottolineato l’esigenza di tornare in Parlamento. Serve un dialogo franco e centrale”, ha detto.

I cosiddetti responsabili non ci sono, la maggioranza dopo lo strappo con Renzi non esiste più, quindi è reale il rischio di elezioni a giugno. E’ l’analisi che in queste ore stanno facendo fonti qualificate del Pd dove si registra grande preoccupazione. Il Pd, spiegano le stesse fonti, non può andare dietro a rumors su sostegni alla maggioranza che al momento non si palesano. D’altro canto anche ricucire con Iv sembra una chimera perché M5s ha chiarito che con Matteo Renzi non ci parla più. Quindi senza volerlo, è l’analisi del Pd, la situazione sta rotolando verso le elezioni anticipate a giugno.

“Il Movimento deve solo mantenere la linea delle ultime 48 ore – ha scritto in un post su Fb l’esponente M5s Alessandro Di Battista – Renzi ha squittito per far fuori Conte e basta? Benissimo, Conte resta al suo posto. Renzi ha lasciato il governo? Benissimo, non ci entrerà mai più. Senza Se e senza Ma. Intanto queste sono le due condizioni che la forza politica che ha preso più voti nel 2018 (con una legge elettorale, lo ricordo, fatta ad hoc contro il M5S) mette sul piatto. E siamo compatti. Finalmente”. 

Ma intanto la polemica non si placa. Il vicesegretario del Pd Andrea Orlando continua ad attaccare Italia Viva definendola responsabile per quanto accaduto: “Con una crisi economica galoppante Iv si è assunta la responsabilità di provocare la crisi che getta il paese nell’incertezza e nella confusione. Avevamo detto che si sarebbe creata una situazione di confusione e un salto nel buio. I nostri appello non ascoltati e purtroppo questo è avvenuto”. E questo mentre i renziani non smettono di puntare il dito contro Conte. “C’è una crisi, due ministre si sono dimesse e il premier non vuole andare oggi al Colle e non vuole venire in Senato. C’è ancora una Costituzione in questo Paese o un DPCM l’ha cancellata? “, ironizza su Twitter il capogruppo Davide Faraone .

E intanto Luigi Di Maio lancia un appello ai ‘costruttori’ su Fb: “Il mio appello si rivolge dunque a tutti i costruttori europei che, come questo Governo, in Parlamento nutrono la volontà di dare all’Italia la sua opportunità di ripresa e di riscatto. Insieme, possiamo mantenere la via. Guardiamoci intorno e troveremo un Paese che chiede di essere ascoltato. Non possiamo permetterci di ignorarlo

 

 

 

 

FACEBOOK 

Luigi Di Maio

Mentre il Paese attraversa uno dei momenti più bui della sua storia, ieri Matteo Renzi ha scelto di ritirare i suoi ministri aprendo l’ennesima crisi di governo.

Il mondo ci sta guardando e purtroppo non possiamo andarne fieri.

Nell’anno della presidenza italiana del G20, della copresidenza italiana della COP26 e soprattutto nell’anno in cui dobbiamo iniziare a spendere il piano Marshall del nuovo millennio, l’Italia rischia così di essere macchiata in modo indelebile da un gesto che considero irresponsabile e che, come avevo anticipato, divide definitivamente le nostre strade.

Avremmo tanto da imparare dal senso di unità che ha contraddistinto il nostro popolo durante questa terribile pandemia.

In questo drammatico clima di incertezza, in questo mare in tempesta, ci sono però solidi punti fermi. Il primo è il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al quale va tutta la nostra vicinanza per la delicata fase che si troverà a gestire. Il secondo è il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, verso il quale saremo leali e come MoVimento 5 Stelle sosterremo fermamente.

Il terzo punto solido è l’Europa.

Da mesi la politica italiana dibatte su quale sia la migliore strada da seguire per uscire da questo drammatico periodo. I punti di vista spesso possono divergere, è naturale. Ma c’è sempre stata una certezza che ha caratterizzato e unito la maggioranza dell’arco parlamentare, favorendo un dialogo democratico e proficuo anche tra forze politiche diverse: la piena fiducia verso le istituzioni Ue.

L’elezione della presidente Ursula Von Der Leyen e della nuova Commissione ne è stato un chiaro esempio. L’Italia a luglio ha infatti ricevuto un attestato di stima e fiducia senza precedenti, divenendo il primo Stato membro per quantità di risorse del Recovery fund, circa 200 miliardi di euro. Fondi necessari a risollevare la nostra economia e ad avviare una ricostruzione indispensabile.

Le nostre famiglie, i nostri figli e i nostri nonni hanno il diritto di avere al fianco un governo responsabile e maturo che abbia la forza di difendere il proprio comparto produttivo e occupazionale.

Responsabilità, badate bene, non è una parola vuota, bensì è l’essenza di ogni atto e decisione che assumeremo da qui ai prossimi giorni, nel rispetto delle istituzioni che rappresentiamo e in linea con l’indirizzo politico che vogliamo imprimere al Paese.

Chiunque in questo anno ha sacrificato la sua vita per salvare quella degli altri non merita di essere ostaggio dei personalismi o degli egoismi di qualcuno. Medici, infermieri, operatori sociosanitari, ma anche i nostri militari, le forze di polizia che hanno difeso e messo in sicurezza l’Italia quando il virus ci ha colpito nel modo più violento hanno il diritto di essere guidati da istituzioni coese e altruiste.

Non possiamo lasciare che a prevalere siano i sentimenti di odio e di sfiducia verso tutta la classe politica, indistintamente; né che i rancori e la rabbia sociale possano soffocare la forza delle libertà e offuscare le nostre speranze.

Siamo chiamati, oggi, a compiere una scelta davanti a un bivio che ci segnerà per sempre: la ripresa o l’immobilismo, la rinascita o la depressione economica e sociale. La via da seguire è molto chiara e passa per la condivisione dei valori europei più profondi: il rispetto della dignità umana, l’uguaglianza, la solidarietà.

Il mio appello si rivolge dunque a tutti i costruttori europei che, come questo Governo, in Parlamento nutrono la volontà di dare all’Italia la sua opportunità di ripresa e di riscatto.

Insieme, possiamo mantenere la via.

Guardiamoci intorno e troveremo un Paese che chiede di essere ascoltato. Non possiamo permetterci di ignorarlo.

Noi gli daremo voce fino alla fine.

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