REPUBBLICA DEL 23 LUGLIO 2021
FOTO DAGOSPIA
Sul licenziamento di un artista
di Michele Serra
24 LUGLIO 2021
La cerimonia d’apertura dei Giochi di Tokyo mi è sembrata bellissima. Sobria e sorprendente. L’opposto della pacchianeria fracassona che spesso anima questo genere di adunate in Mondovisione. Qualcosa di riflessivo, di intenso, di gentile la animava, a conferma che i giapponesi sono il popolo più elegante del pianeta, nonché il più educato.
Ora, però, abbiamo un problema. Il primo artefice di questo spettacolo ammirevole, il direttore artistico Kentaro Kobayashi, è stato licenziato con disdoro, a poche ore dall’inizio della “sua” cerimonia, per avere pronunciato, ventitré anni fa, quando era un giovane cabarettista, una infelice frase sull’Olocausto che i suoi stessi accusatori inquadrano nel genere “barzellette antisemite”. La domanda, inevitabile, è: possibile che l’autore di uno spettacolo così umano, così partecipe dei dolori e delle speranze del mondo, debba essere scomunicato per una “barzelletta antisemita” uscitagli di bocca quasi un quarto di secolo fa mentre cercava, maldestramente, di fare lo spiritoso? Visto che si parla tanto di prescrizione, davvero può esistere prescrizione per corrotti e mafiosi, e non per un artista che vede distrutto il suo eccellente lavoro di oggi a causa di una scemenza giovanile vomitata dagli archivi?
Esiste ancora il diritto di sbagliare? Esiste ancora il diritto di maturare, di cambiare, oppure ognuno di noi è inchiodato per l’eternità alle proprie tracce? Non avete anche voi l’impressione che l’ossessione della purezza (puritanesimo, appunto) stia facendo uscire di senno il mondo? Che fine ha fatto il “chi è senza peccato scagli la prima pietra”, in questo evo di lapidazioni, pentimenti, autodafé, che puzza lontano un miglio di Inquisizione, e di rogo?
Cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Tokyo 2020 / Spettacolo di droni — 2.13 minuti
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