LIMES ONLINE — 19 / 17 / 12 GENNAIO 2022 – Mirko Mussetti + Federico Petroni — Bielorussia e Ucraina

 

 

LIMES ONLINE — 19 GENNAIO 2022 

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Carta di Laura Canali - 2020

Carta di Laura Canali – 2020.

 

 

La rassegna geopolitica del 19 gennaio.

 

ALFIERE BIELORUSSIA

 

di Mirko Mussetti

 

Il viceministro della Difesa russo Alexander Fomin
ha ragguagliato 98 attaché militari (16 da paesi Nato) sull’impellenza per Russia e Bielorussia di integrare ulteriormente il dispositivo militare a difesa dell’Unione statale: «Potrebbe generarsi una situazione in cui i mezzi e le truppe regionali non siano sufficienti per garantire la sicurezza dell’Unione. Con la controparte bielorussa, abbiamo concordato sulla necessità d’impiego dell’intero potenziale delle strutture militari dei due paesi per la difesa comune».

 

Perché conta: Con gli occhi di tutti puntati sul Donbas, la Russia di Vladimir Putin sta occupando il paese satellite retto da Aljaksandr Lukašėnka. E lo sta facendo in modo discreto e consensuale, nella cornice degli accordi per l’Unione statale e nel pieno rispetto della contestuale dottrina militare congiunta, adottata il 4 novembre 2021 dai due presidenti.

Con la scusa delle esaurienti esercitazioni congiunte Union Resolve 2022 del 10-20 febbraio, sta giungendo nel “cuneo bielorusso” una quantità imprecisata di mezzi militari pesanti, moltissimi dei quali trasportati su ferrovia dai distretti federali dell’Estremo Oriente.

Oltre a blindati, camion e carri armati, in vista delle manovre verranno dispiegati su suolo bielorusso anche due batterie terra-aria S-400 Triumph e una dozzina di caccia Su-35 russi.

 

A preoccupare particolarmente l’Ucraina è la massiccia concentrazione di apparecchiatura militare a Homel’ (Bielorussia), a soli 250 chilometri dalla capitale Kiev.

Gli Stati Uniti ritengono che le probabilità di aggressione russa stiano aumentando. Secondo la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki, l’attacco all’Ucraina può avvenire «da ogni direzione e in qualsiasi momento».

A corroborare questo timore è il dispiegamento accertato di 36 Iskander-M nelle vicinanze del confine ucraino.

I famigerati sistemi missilistici terra-terra a raggio intermedio (più di 500 km) e capacità nucleare potrebbero colpire le principali (e ben conosciute) infrastrutture del vasto paese ex-sovietico; oltre a bersagliare i caccia avversari direttamente nelle basi aeree prima ancora che si alzino in volo.

L’eventuale dispiegamento di tali batterie tattiche lungo il confine meridionale della Bielorussia non lascerebbe alcun centimetro di suolo ucraino immune all’offensiva moscovita. Lo stesso centro di addestramento ucraino-statunitense di Javoriv nei pressi di Leopoli sarebbe tenuto sotto scacco da specialisti russi presenti nella provincia di Brėst.

 

 

File:Mappa-Bielorussia.png - Wikipedia

BREST IN BIELORUSSIA

 

Mappa geografica Bielorussia

Quasi al confine con la Polonia, Brest è molto vicina all’Ucraina

 

 

 

Per questo tra gli apparati occidentali vi è un timore diffuso che diversi Iskander-M stiano entrando anche in Bielorussia coperti da teloni. D’altronde, il referendum di riforma costituzionale – programmato da Minsk per febbraio – prevede anche la rinuncia allo status di paese denuclearizzato. In caso di (scontata) approvazione, verrebbe meno anche la barriera giuridica per il dispiegamento nella Russia Bianca di armi nucleari moscovite.

 

Dopo aver pagato il gettone di presenza in Kazakistan sotto le insegne Csto, la Bielorussia di Lukašėnka dimostra di essere un vero alfiere della Federazione.

Minsk è ritenuto attore eclettico e fidato sia per l’approntamento di azioni militari diversive sia per la legittimazione dell’agenda politica di Mosca.

Un’Ucraina ormai accerchiata e stressata potrebbe rendersi protagonista di un incidente militare o politico tale da giustificare la prossima mossa del Cremlino; il quale già sta evacuando il personale non essenziale dal consolato di Leopoli e dall’ambasciata di Kiev.

 

Per approfondire: Ucraina e Bielorussia senza Urss. I nuovi fronti di guerra (video)– vedi sotto

 

Ucraina e Bielorussia senza Urss. I nuovi fronti di guerra – Mappa Mundi– 20 dicembre 2021 

durata : 40 minuti ca

In studio Fabrizio Maronta e Alfonso Desiderio, in collegamento Fulvio Scaglione e Mauro De Bonis.

 

 

 

 

LIMES ONLINE DEL 17 GENNAIO 2022

https://www.limesonline.com/notizie-mondo-oggi-17-gennaio-russia-provocazioni-cyber-attacco-ucraina-cina/126430

 

La rassegna geopolitica del 17 gennaio.

 

PROVOCAZIONI RUSSE

 

di Federico Petroni

 

 

Nel fine settimana, l’Ucraina ha subìto un attacco cibernetico a diversi siti governativi. Gli Stati Uniti hanno dato la colpa alla Russia (secondo Kiev il tramite è stata la Bielorussia) e l’hanno accusata anche di aver introdotto operativi in Ucraina per preparare un casus belli.

Infine, Mosca ha ventilato di avvicinare armamenti nucleari alle coste americane (Cuba? Venezuela? Artico?).

 

Perché conta: Come previsto, la Russia ha lanciato nuove provocazioni dopo il fallimento dei colloqui con gli americani. E come prevedibile, non si è trattato di niente di sconvolgente. L’attacco cibernetico è vasto ma non ha fatto danni fisici: oscurare siti Internet è solo il primo gradino dell’escalation informatica. Nulla vieta che i russi diventino più audaci e concreti, anzi è probabile. Però il Cremlino procede cauto. Addirittura, si prodiga in gesti concilianti.

Per esempio, ha arrestato i vertici di un gruppo di hacker responsabile fra le altre cose di attacchi contro infrastrutture vitali degli Stati Uniti come l’oleodotto Colonial Pipeline. La richiesta era arrivata mesi fa da Washington, ma è stata esaudita ora. Non è ovviamente un caso.

Il messaggio è: vogliamo continuare a collaborare, vi siamo utili.

Il fatto fra l’altro ha un notevole valore nel campo cibernetico perché è una delle prime volte che la Russia si scaglia contro la galassia di hacker che ha spesso usato o quantomeno tollerato.

Niente di tutto ciò autorizza i paesi europei a tranquillizzarsi.

La Norvegia sta organizzando la più grande esercitazione Nato dell’anno, Cold Response, con 35 mila militari (marzo-aprile).

La Svezia ha distaccato alcune centinaia di soldati sull’isola di Gotland, che per la sua posizione in mezzo al Baltico sarebbe un obiettivo importante per Mosca da controllare o neutralizzare in caso di conflitto.

Stoccolma sta inoltre spiegando di non escludere l’adesione alla Nato (spera di usarlo come deterrente), mentre diversi bambini svedesi si sognano la guerra con la Russia di notte: pare sia colpa di TikTok.

 

 

Per approfondire:

 

La dottrina fuorviante della guerra atomica regionale

 

La crisi in Ucraina e la dottrina fuorviante del conflitto atomico regionale

 

Franco Iacch, La crisi in Ucraina e la dottrina fuorviante del conflitto atomico regionale – LIMESONLINE.COM – 12 GENNAIO 2022

 

 

 

 

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