video : UN’EREDITA’ SCOMODA DI KEN KIRBY, 1989 — 1-10 parte- media 10 min. l’una — un video della BBC /1989 che riproduce il lavoro di ricerca di Michael Palumbo, Le atrocità commesse da Mussolini- comprato dalla Rai e mai mandato in onda + il libro, Porto Alegre 2024 – + recensione Il fatto quotidiano 16 novembre 2024

 

 

“FASCIST LEGACY” di Ken Kirby (1989)

UN’EREDITA’ SCOMODA

 

 

 

parte seconda — 9.58

 

 

parte 3a – video 9.58

 

 

parte 4 – 9.52

 

 

parte 5 –7.52

 

 

 

Fascist Legacy — in italiano — n. 6   10.11 minuti

 

 

Fascist Legacy — in italiano — n. 7– 10.11 min.

 

 

n. 8 Fascst Legacy –in italiano– 10.08 minuti

 

 

 

 

n. 9 Fascist Legacy –– L’eredità scomoda –10.10

 

 

10 parte / 10 in totale — Fascist  Legacy – 1989 –L’eredità scomoda – in italiano

 

 

 

 

Le atrocità di Mussolini

I crimini di guerra rimossi dell’Italia fascista

Michael Palumbo

EDITORE ALEGRE, NOVEMBRE 2024

Pagine: 416

Traduzione: Paola Tornaghi

Prefazione: Eric Gobetti

Postfazione: Ivan Serra

 

 

Descrizione

Questo libro è stato già pubblicato nel 1992 (con il titolo L’Olocausto rimosso), ma nessuno ha mai potuto trovarlo in libreria. La casa editrice Rizzoli decise infatti, subito dopo averle stampate, di mandare al macero tutte le copie di questo testo, ritenuto evidentemente troppo scomodo. Il lavoro di ricerca di Michael Palumbo sulla storia dei crimini di guerra del fascismo era già presente nel documentario Fascist Legacy prodotto dalla Bbc nel 1989, anch’esso acquistato dalla Rai e mai mandato in onda nonostante L’Unità del 10 giugno 1990 lo definisse come l’opera che «ha posto fine per sempre alla leggenda degli “italiani brava gente”».

Palumbo ha portato infatti alla luce la decisiva documentazione proveniente dagli archivi nazionali degli Stati Uniti a Washington DC e dalla Commissione delle Nazioni Unite per i Crimini di Guerra con cui, insieme a ulteriore materiale reperito in dieci lingue diverse, comprova le atrocità commesse in tutti i paesi in cui l’Italia entrò in guerra: dalla Libia all’Etiopia, dalla Grecia alla Jugoslavia. Crimini poi insabbiati dagli angloamericani per non disturbare gli equilibri del dopoguerra e mantenere a disposizione una classe dirigente utile alla crociata anticomunista della nuova Italia democratica. Successivamente, tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila, altri studiosi hanno pubblicato importanti ricerche sui crimini di guerra fascisti. Arrivando solo oggi nelle librerie italiane, Le atrocità di Mussolini completa il quadro.

Lo stile di Palumbo e la drammaticità degli eventi offrono un affresco tragico e illuminante di cosa è stata l’Italia fascista, un volto che le forze politiche eredi di quella stagione provano costantemente a rimuovere dalla memoria nazionale.

«Prima di essere un libro di storia, questo è una sorta di romanzo d’avventura. La storia, in effetti, di una ricerca resa quasi impossibile dalle autorità dei vari paesi (ma soprattutto dell’Italia) e della caparbietà del suo autore».

Eric Gobetti

 

 

“FASCIST LEGACY” di Ken Kirby (1989)

 

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO –. 16 NOVEMBRE 2024
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2024/11/16/gente/7769139/

 

 

il libro censurato

 

Italiani cattiva gente

 

Crimini di guerra e delitti – Michael Palumbo: “Il fascismo non fu meno malvagio del nazismo: era solo meno efficiente”

 

 

 

 

L’importanza di questo libro – Le atrocità di Mussolini di Michael Palumbo, appena edito da Alegre – è dimostrata nel modo più lampante dall’inverosimile quantità di sforzi profusa, trent’anni fa, per non farlo uscire, e per non mostrare al pubblico italiano il documentario televisivo Fascist legacy – L’eredità fascista, tratto dagli stessi documenti che sono alla base del saggio. Se il film fu acquistato e prodotto in italiano dalla Rai, ma mai messo in onda, il libro fu stampato da Rizzoli nel 1992 e, incredibilmente, mai messo in vendita, e dunque subito avviato al macero in migliaia di copie. Ma cosa c’era di tanto imbarazzante da non poter essere letto, o visto, in Italia? Come scrisse l’Unità, una conoscenza di massa dei documenti raccontati nel libro e nel documentario avrebbe “posto fine per sempre alla leggenda degli ‘italiani brava gente’”. È esattamente per questo che oggi finalmente viene pubblicato, con una bella prefazione di Eric Gobetti e una postfazione di Ivan Serra che ne ricostruisce l’inquietante vicenda (non) editoriale.

 

Palumbo utilizza un’enorme quantità di documenti, provenienti in gran parte dagli atti della Commissione delle Nazioni Unite per i Crimini di Guerra, e dai faldoni dei governi italiano e tedesco portati via dagli americani dopo la Liberazione, e tuttora conservati nei National Archives statunitensi.

L’ansia di rendere nota una documentazione oggettivamente straordinaria e una certa propensione per uno stile narrativo giornalistico tipicamente anglosassone spinsero l’autore a una trattazione per così dire orizzontale dei crimini contro l’umanità perpetrati dal fascismo italiano, invece che a un approfondimento verticale di pochi casi esemplari.

Del resto (e questo è un tema del libro), il fatto che per la maggior parte di questi crimini non siano stati celebrati dei processi rende impossibile contare su una verità giudiziaria che abbia vagliato le fonti attraverso un contraddittorio e un giudizio terzo.

Se, dunque, in molti casi i documenti pubblicati non servono a “condannare” i singoli, la loro precisione, credibilità e autorevolezza tracciano un quadro mostruoso delle “atrocità di Mussolini”. E svelano empiricamente, e su vasta scala, ciò che sappiamo teoricamente: il fascismo (di ieri o di oggi) è essenzialmente un regime della violenza per la violenza.

E questo è precisamente il punto che si volle nascondere: De Gasperi e Churchill, con l’avallo degli americani, evitarono non solo una “Norimberga italiana”, ma anche l’estradizione dei criminali di guerra nei vari Paesi che li richiedevano a gran voce (Etiopia e Jugoslavia, ma anche Grecia e Francia), chiudendo i documenti italiani nei famosi “armadi della vergogna”.

La cinica logica della Guerra fredda imponeva che non si delegittimasse l’egemonia della Democrazia cristiana mostrandone l’ampia continuità col fascismo in termini di gestione del potere: bisognava dimenticare, rimuovere, nascondere che abisso di mostruosità si stesse coprendo. Il prezzo di tutto questo lo vediamo oggi: con il primo partito d’Italia che costruisce, con soldi pubblici, un monumento a uno dei principali protagonisti mostruosi di questo libro, il maresciallo Graziani, quel “boia del Fezzan” che è uno dei pochi gerarchi italiani che si riuscì a condannare (ma solo per i crimini compiuti contro gli italiani durante Salò, non per quelli, enormi, in Africa).

Nonostante la scrittura sciolta, leggere questo libro fa aggrovigliare lo stomaco: perché è un elenco infinito, e documentatissimo, di violenze, torture, squartamenti, omicidi, uso massivo di gas perpetrati da italiani. Da italiani fascisti. La stima prudente dei morti provocati non dalle battaglie, ma dai singoli crimini dell’imperialismo fascista, è fissata dal libro a un milione: ma tutto suggerisce che siano stati di più.

Di tutto questo, nella scuola italiana non si parla. Anzi, non poche scuole sono tuttora intitolate ad alcuni dei responsabili della mattanza: a partire dal duca d’Aosta. E come nota l’autore nella prefazione, “ciò aiuta a spiegare il riemergere del fascismo in Italia nel nostro tempo… Resiste il mito del fascismo italiano meno malvagio del nazismo austro-tedesco. In realtà, Mussolini era meno efficiente ma non meno malvagio di Hitler nei suoi obiettivi finali in Africa e nei Balcani, dove i nazisti lamentavano da parte fascista l’uso della carestia, di campi di concentramento e di operazioni di rastrellamento per eliminare la popolazione locale e soffocarne la resistenza”. Se imparassimo la nostra storia criminale, forse avremmo orrore per chi continua a stare da quella parte.

 

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  1. DONATELLA scrive:

    A proposito di questa guerra atroce, ricordo che un conoscente di mio papà, che aveva fatto l’aviatore nella guerra d’Abissinia, diceva di questi gas mortali sganciati sulla popolazione. Erano, credo, gli anni Cinquanta. Quindi già d’allora si potevano conoscere i fatti e i misfatti degli Italiani, non proprio brava gente.

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