13 LUGLIO 2013 ORE 17:24 MALALA YOUSAFZAI —-“PARLO PER CHI NON HA VOCE”—-

Malala Yousafzai

 

MALALA CON BAN-KI MOON

 

 

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
(EN)
« I don’t mind if I have to sit on the floor at school. All I want is education. And I’m afraid of no one. »
(IT)
« Non mi importa di dovermi sedere sul pavimento a scuola. Voglio solo istruzione. E non ho paura di nessuno. »
(Malala Yousafzai, Interview )

Malala Yousafzai (in lingua pashtuملاله یوسفزۍMingora12 luglio 1997) è una studentessaattivista pakistana. È la più giovane candidata al Premio Nobel per la pace[1].

Biografia

È nota per il suo attivismo nella lotta per i diritti civili e per il diritto allo studio delle donne della città di Mingora, nella valle dello Swat, dove un editto dei talebani ne han bandito il diritto.[2]

All’età di tredici anni è diventata celebre per il blog, da lei curato per la BBC, nel quale documentava il regime dei talebani pakistani, contrario ai diritti delle donne, e la loro occupazione militare del distretto dello Swat.[3][4] È stata nominata per l’International Children’s Peace Prize, premio assegnato da KidsRights Foundation per la lotta ai diritti dei giovani ragazzi.

Il 9 ottobre 2012 è stata gravemente ferita alla testa e al collo da uomini armati saliti a bordo del pullman scolastico su cui lei tornava a casa da scuola.[5] Ricoverata nell’ospedale militare di Peshawar, è sopravvissuta all’attentato dopo la rimozione chirurgica dei proiettili. Ihsanullah Ihsan, portavoce dei talebani pakistani, ha rivendicato la responsabilità dell’attentato, sostenendo che la ragazza “è il simbolo degli infedeli e dell’oscenità”; il leader terrorista ha poi minacciato che, qualora sopravvissuta, sarebbe stata nuovamente oggetto di attentati. La ragazza è stata in seguito trasferita in un ospedale di Londra che si è offerto di curarla.[6]

Il 1 febbraio 2013 è apparsa la notizia che il partito laburista norvegese ha promosso ufficialmente la candidatura di Malala al Premio Nobel per la Pace 2013[7]

Il 12 luglio 2013 parla al palazzo delle nazioni unite a New York indossando lo scialle appartenuto a Benazir Bhutto lanciando un appello all’istruzione dei bambini di tutto il mondo[8].

 

La petizione. Nella mani di Malala una petizione, firmata da quasi 4 milioni di persone, a sostegno di 57 milioni di bambini che non vanno a scuola e che chiedono ai leader del mondo fondi per nuovi insegnati, aule e libri. La petizione chiede anche l’immediato stop allo sfruttamento di bambini nei luoghi di lavoro, stop ai matrimoni e al traffico di minori.

Unesco e Save the Children: “50 mln di bambini senza scuola”. In un rapporto pubblicato proprio oggi, in occasione del Malala Day, da Unesco e Save the Children, si legge che  nel mondo circa 50 milioni di bambini, dai 5 ai 15 anni, non vanno a scuola perché colpiti dagli scontri o arruolati nei corpi armati. Nel 2012, sono stati 3.600 gli attacchi di vario tipo per impedire ai bambini l’accesso all’educazione, tra i quali si contano violenze, bombardamenti di scuole, reclutamento dei minori in gruppi armati, torture e intimidazioni contro bambini e insegnanti sfociate in morti o ferimenti gravi. Inoltre, prosegue il rapporto, “resta scandalosamente bassa la quota di fondi destinati all’educazione nelle emergenze umanitarie, passando addirittura dal 2% del totale dei fondi umanitari in emergenza del 2011 all’1,4% del 2012, dunque ben al di sotto del 4% richiesto dalla comunità internazionale nel 2010”.

 

Note

  1. ^ Malala racconta la sua storia, 29 marzo 2013. URL consultato in data 15 maggio 2013.
  2. ^ Great Britain: Parliament: House of Commons: Foreign Affairs Committee, Global security: Afghanistan and Pakistan, eighth report of session 2008-09 (in en), 02 agosto 2009, pag. 137. URL consultato il 12-11-2012.
  3. ^ (ENDiary of a Pakistani schoolgirl, in «BBC News», 19 gennaio 2009. URL consultato in data 12 novembre 2012.
  4. ^ (ENPakistani girl, 13, praised for blog under Taliban, in «BBC News», 24 Nnvembre 2011. URL consultato in data 12 novembre 2012.
  5. ^ Pakistan, spari contro bimba-attivista ferita alla testa mentre esce da scuola, in «La Repubblica», 9 ottobre 2012. URL consultato in data 12 novembre 2012.
  6. ^ (ENTaliban says it shot ‘infidel’ Pakistani teen for advocating girls’ rights, in «The Washington Post», 9 ottobre 2012. URL consultato in data 12 novembre 2012.
  7. ^ Pakistan: Malala, candidata a premio Nobel pace 2013, 1 febbraio 2013. URL consultato in data 1 febbraio 2013.
  8. ^ Malala all’Onu: Parlo per chi non ha voce, i talebani non mi ridurranno al silenzioLa Repubblica, 12 luglio 2013

 

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *