11 agosto 2013 ore 11:29 ASPETTATIVA DI VITA RIDOTTA E MALATTIA MENTALE—RICERCA DI STEPHEN KISEY—BLOG ASSOCIAZIONE ITALIANA PSICHIATRI.

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mario bardelli
Associazione Italiana Psichiatri

Aspettativa di vita ridotta nei disturbi psichiatrici

Il divario di aspettativa di vita tra popolazione generale e malati psichiatrici si è progressivamente allargato negli ultimi vent’anni, almeno secondo uno studio pubblicato sul Bmj. «Il tasso di mortalità più elevato associato alle malattie mentali è stato ben documentato focalizzandosi sull’elevato rischio di suicidio, anche se otto decessi su 10 dipendono da disturbi fisici, come le malattie cardiovascolari e respiratorie» dice Stephen Kisely, professore alla Scuola di medicina dell’Università del Queensland a Brisbane, Australia, e coordinatore dello studio. Ma il tasso di mortalità non è l’unica misura da considerare: ci sono anche gli anni di vita persi, l’età media al decesso e l’aspettativa di vita. Ed è proprio quest’ultima a mostrare un divario non trascurabile tra le persone sane e malati psichiatrici: dei pochi studi svolti, alcuni riportano una differenza di 14 anni per i maschi e sei per le femmine, e altri di 20 anni per gli uomini e 15 per le donne. «E poco si sa se la differenza si è allargata o ridotta nel tempo» riprende Kisely, che assieme ai colleghi ha effettuato a questo scopo un’analisi della popolazione residente in Australia occidentale tra il 1985 e il 2005, calcolando anche il contributo delle principali cause di morte. «I malati seguiti dai servizi di salute mentale tra il 1983 e il 2007, in prevalenza per psicosi affettive e disturbi da stress, sono stati 292.585, di cui il 16% deceduto nel medesimo periodo» spiega il ricercatore. Ma ciò che colpisce davvero è la speranza di vita rispetto ai soggetti sani. «Quando si utilizza la prevalenza del disturbo attivo, cioè il contatto con i servizi psichiatrici nei cinque anni precedenti lo studio, il divario tra il 1985 e il 2005 anziché ridursi è aumentato da 13,5 a 15,9 anni per i maschi e da 10,4 a 12 anni per le femmine. Inoltre, il 77,7% delle morti in eccesso tra i pazienti psichiatrici, spesso vittime dell’abuso di alcol o droga, dipendono da malattie fisiche, tra cui quelle cardiovascolari (30 per cento) e il cancro (13,5 per cento). Infine il suicidio, responsabile del 14% dell’eccesso di mortalità. «Se la maggior parte di morti in eccesso dipendono dalle condizioni di salute fisica, gli sforzi pubblici per ridurre la mortalità nei malati di mente dovrebbero essere volti a migliorare quest’ultima, oltre alle iniziative già in atto per prevenire il suicidio» conclude Graham Thornicroft, professore di psichiatria al King’s College di Londra in un editoriale di commento.
FONTE: BMJ 2013;346:f2539

 

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