pre 04:00 GIRO D’ITALIA – 22 MAGGIO 2014—DA URAN A ULISSI : SI RIVELA UNA NUOVA FIGURA DI CRONOMAN ?

Giro d’Italia, da Uran a Ulissi:

la nuova figura del cronoman

dall’inviato EUGENIO CAPODACQUA

22 maggio 2014

 

Rigoberto Uran

rigoberto uran (1967) –colombia

 

in chiaro la COLOMBIA

 

 


 

Uran
rigoberto uran /colombian / festeggia la vittoria /dopo aver conquistato la maglia rosa

Rigoberto Uran (lapresse)  BAROLO – La crono dei due
vini ha dato il primo scossone alla classifica. E in modo
solo in parte prevedibile. Che il colombiano Uran, esperto
arrampicatore, fosse fra i favoriti per la vittoria su un
percorso molto condizionato da un paio di ostiche salite
era forse da mettere in conto. Ma che fosse in grado di
dare oltre un minuto al primo inseguitore (Ulissi,
sopresa della tappa) e oltre due minuti ad avversari
agguerritissimi scalatori come lui (addirittura)

a 2’41” all’arrivo al rivale Quintana), forse era

meno immaginabile. “Mi sono allenato tantissimo
per migliorare contro il tempo”, ha spiegato il colombiano.

 

 

 

 

URAN   RIGOBERTO

 

Rigoberto Urán
RigoUrán-OPQS2014.jpg
Rigoberto Urán in allenamento nel 2014 con la Omega Pharma-Quickstep Cycling Team

 

 


 

E a dargli retta, bisogna concludere che il ciclismo

sta davvero

cambiando. Alla figura del solido, potente e muscolato passista

re del tic-tac si sta sostituendo un’inedita figura di atleta di

statura modesta e tarchiato (Uran) e/o di esile finisseur (Ulissi).

Uran è andato fortissimo nella prima parte di gara,

l’impegnativa salita di Boscasso, dove ha ceduto solo

8 secondi ad uno scalatore puro come Pozzovivo

(miglior intertempo iniziale)  

per poi scatenarsi nel tratto più da cronoman “tradizionale”, il lungo rettilineo verso

Alba in cui ha abbassato di colpo il miglior intermedio

(35’12”) costruendo lì uno straordinario successo suggellato

da un finale in crescendo perfino sull’ultima salita.

Primo colombianio a vestire la maglia rosa con grandissima

e comprensibile soddisfazione. E qui ecco il dubbio: scalatore

o cronoman? Nelle tradizione si tratterebbe di due categorie

ben distinte. Considerando che la crono è definita ”

la prova della verità” perché l’atlteta che vuole vincere

si deve esprimere al massimo delle proprie possibilità,

dobbiamo concludere che siamo di fronte dunque

ad una nuova figura: il cronoscalatore. Una figura inedita,

con cui ovviamente dovremo fare i conti in futuro. Si sa,

il tempo cambia tutto e le tecniche di preparazione e

allenamento progrediscono continuamente. E i vecchi

suiveurs si debbono adeguare alle nuove metamorfosi.

Che richiedono tempo per essere “metabolizzate”. Come

la straordinaria prova di tutta la Omega Pharma che ha

messo ben quattro atleti nei primi otto. Tutti cronoman

e tutti scalatori… Così è se vi pare.

ULISSI – Diego , italia

(Cecina15 luglio 1989)

 

Poco prevedibile è stata anche la straordinaria

prova di Diego Ulissi, a lungo al comando della Barbaresco-

Barolo e battuto solo dallo straordinario colombiano. Siamo

di fronte ad un giovane appena 24enne dal talento riconosciuto.

Non solo per le due vittorie di tappa acquisite con l’arte del

finisseur: lo scatto all’asfissia quando l’arrivo è posto in cima

ad uno strappo. Forse neppure lui conosce bene le sue caratteristiche.

Fin dove può arrivare. Un “cavallino” vincente da classiche,

atteso dal nostro ciclismo come la pioggia nel deserto

o atleta da grandi giri? Sarà importante decidere bene

strategie e obbiettivi. Certo quello che ha fatto vedere

fin il toscano qui rappresenta davvero una grande

speranza per il ciclismo nostrano. Ovviamente se

confermato col tempo.

 

 

EVANS Cadel  (1977-Australia)

 

Cadel Evans - Criterium du Dauphiné 2012 - 1ere étape (cropped).jpg

« Io, per principio, non mi ritiro. Io, sulla bici, piuttosto ci muoio. Non è proprio così, è solo un modo di dire, ma è la passione della mia vita. Se parto, voglio sempre arrivare. Meglio primo. Ma piuttosto ultimo. »
(Cadel Evans)

 

 

 

 

Di fronte ad un Uran scatenato l’ottimo

Evans ha ceduto oltre 

rappresenta davvero la differenza reale di caratura

dei due atleti. In fondo l’australiano è stato

il migliore di tutti i reali concorrenti per la rosa.                                                           LA                                                                                                                                                                                       E POZZOC

DOMENICO

 

 

Il “marziano” di giornata è stato il colombiano. Anche

se adesso il polovivo poco oltre. “Forse è stato meglio

perdere la maglia” ha detto l’aussie, alludendo al fatto

che la sua Bmc adesso non avrà più sulle spalle il controllo

della corsa. Giocare di rimessa a 37 secondi dalla vetta per

un atleta esperto come Evans rappresenta un vantaggio

per nonsprecare energie. L’unica incognita sarà la tenuta;

Evans è in “tiro” da gennaio (asecondo al campionato nazionale)

e la terza settimana sarà proprio quella decisiva. Fermo restando

che se Uran sarà così forte in salita come ha mostrato a Barolo sarà

difficile scalzarlo da trono.

QUINTANA – La crono ha tagliato le gambe all’altro colombiano,

Nairo Quintana. Anche questo era poco atteso visto il tracciato.

Anche se da giorni si vocifera di una allergia che limita le

capacità respiratorie dello scalatore Movistar. E lui stesso

ha ammesso di non essersi sentito bene. Nonostante ciò i

l Giro è ancora aperto e incertissimo perché, come dice

Evans, che non demorde: “Tutte le grandi montagne

sono ancora davanti”. Oropa, Montecampione, Gavia,

Stelvio, Valle Martello, cronoscalata del Monte Grappa,

Zoncolan. Si entra in una fase dove tutto deve filare dritto

senza intoppi per chi vuole lottare per il successo finale.

Perché una “bambola” imprevista può costare minuti. Però

quelli che ha sul groppone Quintana sono già quasi tre e

mezzo in classifica. Una bella tara anche per uno stambecco

come il colombiano. Che adesso, oltre che sulle proprie forze

(certamente non quelle del magico Tour 2013), deve poter

contare anche sulla flessione degli avversari. Anche questo

appartiene all’imprevedibile.

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