ore 22:19 GREGORY BERNS : SOTTOPOSTI A RISONANZA MAGNETICA (MRI) /// LA CONCLUSIONE E’: “ANCHE I CANI SONO PERSONE” / NONOSTANTE OSPEDALI SURREALI FERQUENTATI //TREMO0O0LANTE../// CHIARA E’ FELICE DI MOSTRARVI CHE UN VERO “SCIENZIATO” .// E’ D’ACCORDO CON LE MODESTE IPOTESI FORMULATE DA OTTO MESI DI VITA CON DIDI’ // LA STESSA CHE HO FATTO CON MIA FIGLIA A PARTIRE DAL SECONDO GIORNO DI VITA: RELAZIONANDOMI CON LEI, CIOE’, COME UNA PERSONA A TUTTI GLI EFFETTI– —

didì è quello di destra…che tutti prendono per una bimba per…il collare violetto!

 

 

 

https://www.comune.roma.it/PCR/resources/cms/documents/Primi_studi_di_fRMI_sui_cani.pdf

 

 

 

https://www.comune.roma.it/PCR/resources/cms/documents/Primi_studi_di_fRMI_sui_cani.pdf

 

 

 

Da:  Primi studi dirisonanzamagnetica sul cane

A cura di Simonetta Nove

 

 

 

ANCHE I CANI SONO PERSONE

di Gregory Berns

pubblicato il 5 ottobre 2013 sul New York Times, Sunday Review – Editoriali

Traduzione di Isabella Guido

 

 

 

Negli ultimi due anni i miei colleghi ed io abbiamo addestrato alcuni cani a entrare, da svegli e

senza essere  immobilizzati,  in uno scanner per risonanza magnetica (MRI). Il nostro scopo era

determinare  come funziona il  cervello dei  cani e, aspetto più importante,  cosa pensano di noi

umani.

Oggi, dopo aver addestrato e scannerizzato circa dodici cani, la mia unica e ineluttabile conclusione

è questa: anche i cani sono persone.

Poiché i cani non possono parlare, gli scienziati si sono basati sulle osservazioni comportamentali

per dedurre cosa pensano i cani. Si tratta di una faccenda complessa. Non puoi chiedere a un cane

perché fa una cosa. E non puoi certo chiedergli cosa prova. La prospettiva di riuscire a scovare le

emozioni animali spaventa molti scienziati. Dopotutto, la ricerca sugli animali è un grosso business.

È stato facile eludere le domande difficili sulla sensibilità e sulle emozioni animali perché a queste

non si può dare risposta.

Questo fino ad oggi.

Guardando direttamente il loro cervello e scavalcando i limiti del comportamentismo, le risonanze

magnetiche possono riportarci i loro stati interiore. Le risonanze magnetiche vengono effettuate in

spazi  stretti  e  rumorosi.  Le  persone  non  amano  farle  e  durante  l’esame  devono  rimanere

assolutamente immobili. La pratica veterinaria convenzionale prevede di anestetizzare l’animale

per evitare movimenti durante l’esame. Ma non puoi studiare le funzioni cerebrali su un animale

anestetizzato. O almeno niente d’interessante come la percezione o l’emozione.

Sin dall’inizio noi abbiamo trattato i cani come persone. Avevamo la liberatoria, preparata come

nel  caso  di  minori  e  firmata  dal  proprietario  del  cane.  Abbiamo  messo  in  evidenza  che  la

partecipazione era volontaria e che il cane aveva il diritto di abbandonare lo studio. Abbiamo usato

solo metodi  di  addestramento  positivi. Nessuna sedazione. Nessuna  costrizione.  Se  i  cani  non

volevano rimanere dentro lo scanner potevano uscirne. Come per qualsiasi volontario umano.

La mia Callie è stata la prima. Salvata da un canile, Callie, magra, nera e incrociata con un terrier,

era quello che negli Appalachi del sud, da dove lei veniva, chiamano feist. Fedele alle sue radici,

preferiva cacciare scoiattoli e conigli nel cortile dietro casa piuttosto che , tanto per  cominciare  l’ha fatta finire nel

canile, ma che poi ha anche reso l’addestramento un gioco da ragazzi.

Con l’aiuto del mio amico e addestratore di cani Mark Spivak, abbiamo iniziato a insegnare a Callie

a entrare in un finto scanner per risonanze magnetiche che avevo costruito nel mio soggiorno. Ha

imparato a salire gli scalini per entrare nel tubo, a posizionare la testa su un appoggia‐muso fatto

su misura e a rimanere ferma come un sasso fino a 30 secondi. E ha anche dovuto imparare a

indossare dei paraorecchie per proteggere il suo udito sensibile dai 95 decibel di rumore emesso

dallo scanner.

Dopo mesi di addestramento e alcune prove‐ed‐errori nello scanner vero, siamo stati ricompensati

con le prime mappature di attività cerebrale. Per i nostri primi test abbiamo misurato le risposte

cerebrali  di  Callie  a  due segnali  manuali  nello scanner.  Negli  ultimi  esperimenti,  non  ancora

pubblicati,  abbiamo  determinato  quali  aree  del suo  cervello  distinguevano  l’odore  di  cani  e persone, familiari e non familiari.

Presto la comunità cinofila locale ha saputo della nostra ricerca per determinare cosa pensano i

cani. In un anno abbiamo radunato una squadra di una decina di cani che sono stati tutti “abilitati

alla MRI”.

Malgrado  stiamo  solo  iniziando  a  rispondere  a  semplici  domande  sul  cervello  canino,  non

possiamo  ignorare  l’impressionante somiglianza tra  cani  e  uomini sia  nella struttura sia  nella

funzione di un’area cerebrale chiave: il nucleo caudato.

Ricco di recettori di dopamina, il caudato si trova tra il tronco cerebrale e la corteccia. Negli umani,

il caudato gioca un ruolo chiave nell’anticipazione di qualcosa di piacevole come il cibo, l’amore e il

denaro. Ma possiamo ribaltare quest’associazione e dedurre cosa sta pensando una persona solo

misurando l’attività del caudato? A causa della schiacciante complessità delle connessioni tra le

diverse parti del  cervello, di norma non  è possibile  collegare una singola funzione  cognitiva o

emozione a una singola regione del cervello.

Ma il caudato potrebbe essere un’eccezione. Zone specifiche del caudato si distinguono per la loro

attivazione consistente in molte circostanze piacevoli per l’uomo. L’attivazione del caudato è tanto

consistente che nelle giuste circostanze può predire la nostra preferenza in fatto di cibo, musica e

persino bellezza.

Nei cani abbiamo notato che tale attività del caudato aumentava in risposta ai segnali manuali che

indicavano cibo. Il caudato si attivava anche all’odore di persone familiari. E nei test preliminari si

attivava  al rientro  del  padrone  uscito momentaneamente  dallo spazio  visivo  del  cane. Queste

scoperte provano che i cani ci amano? Non proprio. Ma molte di quelle circostanze che attivano il

caudato  umano,  quelle  associate  alle  emozioni  positive,  attivano  anche  il  caudato  dei  cani.  I

neuroscienziati  la  chiamano  omologia  funzionale  e  può  essere  un’indicazione  delle  emozioni

canine.

La capacità nel provare emozioni positive, come l’amore e l’attaccamento, significherebbe che i

cani possiedono un  livello di sensibilità  comparabile  con quello dei bambini. E questa  capacità

suggerisce un ripensamento sul modo in cui noi trattiamo i cani.

Per molto tempo i cani sono stati considerati una proprietà. Sebbene l’Animal Welfare Act del 1966

e  le  leggi  statali  abbiano  alzato  il  livello  sul  trattamento  degli  animali,  queste  leggi  hanno

consolidato l’idea che gli animali siano cose, oggetti di cui ci si può sbarazzare purché ci si prenda la

dovuta cura per minimizzarne la sofferenza.

Ma ora, avendo usato la risonanza magnetica per cancellare i limiti del comportamentismo, non

possiamo più negare l’evidenza. Sembra che i cani, e probabilmente molti altri animali (soprattutto

i nostri parenti più prossimi tra i primati) abbiano emozioni proprio come noi. E questo significa

che dobbiamo rivedere il nostro trattarli come proprietà.

Una possibile alternativa è dare una sorta di “diritto della persona” limitato per quegli animali che

mostrano  prove  neurobiologiche  di  avere  emozioni  positive.  Molti  gruppi  di  aiuto  usano  già

l’etichetta di “custode” per descrivere gli assistenti umani, vincolando l’uomo alla custodia del cane

con l’implicita responsabilità di prendersene cura. Se non si è un buon custode, si corre il rischio

che il cane sia assegnato altrove. Ma non esistono leggi che difendano gli animali sotto custodia,

dunque  il mosaico dei  gruppi di  aiuto  che  agiscono sotto un modello di tutela ha poche basi

giuridiche per proteggere gli interessi degli animali.

Se facessimo un passo avanti e concedessimo ai cani i diritti di una persona, questi godrebbero di

un’ulteriore protezione contro lo sfruttamento. Gli allevamenti canini, i cani da laboratorio e le

corse dei cani sarebbero vietati per violazione dei diritti fondamentali di autodeterminazione della

persona.

Sospetto  che  la società debba  aspettare molti  anni prima di  considerare  i  cani  come persone.

Ciononostante, recenti sentenze della Corte Suprema hanno incluso scoperte neuroscientifiche che

aprono la porta a tale possibilità. In due casi la corte ha deliberato che i criminali minorenni non potevano  essere condannati all’ergastolo senza la possibilità della libertà condizionale. Nella

sentenza,  la corte ha citato la prova delle immagini cerebrali che dimostravano che il cervello

umano  adolescente non  è maturo.  Sebbene questo  caso  non  abbia  nulla  a  che  vedere  con  la

sensibilità dei cani, i giudici hanno aperto la porta alle neuroscienze nelle aule di tribunale.

Forse un giorno potremo vedremo la discussione di  un caso sui diritti dei cani basato sui risultati

del brain‐imaging.

 

Gregory Berns è professore di neuroeconomia alla Emory University e autore di “How Dogs Love

Us: A Neuroscientist and His Adopted Dog Decode the Canine Brain.”

 

 

 

 

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

5 risposte a ore 22:19 GREGORY BERNS : SOTTOPOSTI A RISONANZA MAGNETICA (MRI) /// LA CONCLUSIONE E’: “ANCHE I CANI SONO PERSONE” / NONOSTANTE OSPEDALI SURREALI FERQUENTATI //TREMO0O0LANTE../// CHIARA E’ FELICE DI MOSTRARVI CHE UN VERO “SCIENZIATO” .// E’ D’ACCORDO CON LE MODESTE IPOTESI FORMULATE DA OTTO MESI DI VITA CON DIDI’ // LA STESSA CHE HO FATTO CON MIA FIGLIA A PARTIRE DAL SECONDO GIORNO DI VITA: RELAZIONANDOMI CON LEI, CIOE’, COME UNA PERSONA A TUTTI GLI EFFETTI– —

  1. mg scrive:

    ciao cara, finalmente sei tornata! buona notte anche al caro Didì

  2. mg scrive:

    nel 2006 (governo Zapatero) il partito socialista spagnolo e i verdi fecero una proposta al parlamento spagnolo perchè si riconoscessero i diritti alla vita, alla libertà e a non essere torturati alle grandi scimmie (scimpanzè, gorilla etc.). Però il progetto non ebbe seguito anche per le feroci critiche da parte del clero.
    Comunque questo progetto continua ad essere sostenuto:
    http://proyectogransimio.org/que-es-el-pgs/declaracion

  3. nemo scrive:

    Il clero, come si sa, è sempre all’ avanguardia ….

    • Chiara Salvini scrive:

      mi sembra di sentir parlare mio nonno, giovinastro socialista con tendenze, solo fantasiose, al boémien rive gauche — rosso nel senso delle luci! In rosso, invece, oggi eri bellissimo e neanche stanco di tanto lavoro per il Primo Festival…della democrazia—EX BUCA—? Invece il ragazzo pittore molto carino e Marisa (che sta diventando piu’ bella pianissimo / piano—complimenti al lento Ganimede…no no, è un altro, amen) erano letteralmente “strosciati”, come si dice qui. Tutto era talmente bello che non avro’ le parole quando mettero’ le tue foto o di altri sul blog—grazie a tutti tutti, a cominciare soprattutto da DONATELLA ALBANO che ha conquistato anche la critica Do—

    • Chiara Salvini scrive:

      mi sembra di sentir parlare mio nonno, giovinastro socialista con tendenze, solo fantasiose, al boémien rive gauche — rosso nel senso delle luci! In rosso, invece, oggi eri bellissimo e neanche stanco di tanto lavoro per il Primo Festival…della democrazia—EX BUCA—? Invece il ragazzo pittore molto carino e Marisa (che sta diventando piu’ bella pianissimo / piano—complimenti al lento Ganimede…no no, è un altro, amen) erano letteralmente “strosciati”, come si dice qui. Tutto era talmente bello che non avro’ le parole quando mettero’ le tue foto o di altri sul blog—grazie a tutti tutti, a cominciare soprattutto da DONATELLA ALBANO che ha conquistato anche la critica Do—

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *