17:19 —-SCRIVERE UN CURRICULUM —WISLAWA SZYMBORSKA—– una nota invadente di chiara, ” una voce dal sen sfuggita”, perdonerai Wislawa bella, di essermi “appoggiata” a te per parlare di cose così dolorose ” che non riesco a rendere leggere “?—

 

” sublimamente ci dice che la tecnica ha mangiato l’umano / noi vecchi ogni giorno lo proviamo sulla pelle già ferita/ perché questo fatto ha cambiato le teste con cui parlare/ la gente da amare //  chiara ha una maniacale fedeltà a se stessa / e non si adatta neanche un poco: è fatta di un legno duro, come “il legno ferro”, che resiste anche a se stesso! /  E poi era in Sud-America quando ” tutto è avvenuto” , tra la fine ’70 e la fine ’80 // Là non ha mai potuto leggere il giornale di casa, aggiornarsi, nessuno l’ha aiutata per “l’abc”. //  Dal Brasile, dopo dieci anni di cure, è  tornata molto più malata di quando è partita, spedita là proprio per curarsi: “lontano dalla famiglia”, aveva legiferato lo psicoanalista. // Ma fussi che fussi stata figghia sua…! //  Al tempo, tornata, ero a Milano, di  Repubblica leggevo solo le pagine culturali.  “Niente mondo, ma bevevo il Campari”.  // E testi di varia religione, tra cui studi di gente legata a Jung. //  Lui era uno dei geni della psicologia che peraltro non conoscevo né conosco oggi. Oggi “per pigrizia, o inerzia mentale. Troppo grande per avventurarsi. //  All’Istituto di Psicoanalisi che ho frequentato a San Paulo, —la linea era Freud —-mai si nominavo i conclamati ” dissidenti”, decisi da Jones— (un’altra volta vi dirò… ” ma che mi piaci!”), in quanto appestati e pazzi. /  Tutti traditori della Verità, cioè  Freud: una chiesa-chiesa:   Signori miei belli. Ci scherzate!?  // Chiedevo qualcosa alla mia analista…ma non solo dei ” degenerati “,  ma  di psicoanalisti didatti che con lei dirigevano l’Istituto. // Se non erano ”  in linea ” con lei:  “E’ un pazzo”, mi diceva. //  Era da lei  la parola più usata per vari malcapitati.   Tra cui l’ungherese Ferenczi, uno degli allievi più geniali, che fino all’ultimo è rimasto con  Freud.—Ma Freud lo sapeva, infatti è stato l’unico, pur essendo in dissenso, che quando malato grave, è andato da lui.

// Ci capitava di ritrovarci tra di noi, tutti studenti  dell’Istituto che facevano analisi con la stessa analista. // ” Noi –era entusiasta– siamo proprio tutti uguali, tutti figli della stessa mamma”—ha detto una volta uno di questi, un carissimo ragazzo. // Chiara non sa rabbrividire con il corpo, ma l’anima era all’horror!  // Ma adesso basta, basta per me e per voi.  ciao, chiara “

 

 

 

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Scrivere un Curriculum

Cos’è necessario?
E’ necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.

A prescindere da quanto si è vissuto
il curriculum dovrebbe essere breve.

E’ d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.

Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.

Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all’estero.
L’appartenenza a un che, ma senza perché.
Onorificenze senza motivazione.

Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.

Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.

Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l’orecchio in vista.

E’ la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.

 

 

(questa poesia è tratta sa ” La gioia di scrivere “, poesie dal 1945 al 2009—Adelphi 2009)

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