DA ROB RODY —una poesia / un cuore che ha perso -forse per troppo dolore – quell’erotismo quotidiano senza il quale non si può vivere: ” Avere piacere”, significa:::e l’umorismo di sé—chiara si illude–e le fa grazia questa illusione -di capirti perché “crede” di essere andata oltre, dove non hai più bisogno di niente. certo, che passa! ciao Rob, grazie e un abbraccio antico+ UN COMMENTO chiaresco, notte nottissima!

lang lang, la solita n.3 di Listz che dovrebbe ” consolare” !

 

 

 

FRANCESCA da facebook

 

 

 

 

L’uccello del mio cuore
è tutto verde
tutto dorato
canta pari all’usignolo
e come il gabbiano vola

lui vive caldo
nel nido del mio cuore
ben protetto coccolato

*

Spiumato ora e denutrito
lui non lo vuole credere
ma nel mio cuore il nido
non c’è più

rinsecchito schiacciato
pezzo su pezzo è caduto
s’è frantumato

*
Ma l’usignolo del cuore
mio
spigolando le pagliuzze
dei ricordi nutre
il piccolissimo uccello
del suo minuscolo cuore
ch’è tutto verde
tutto dorato

e con il capo ripiegato
sotto la sua ala minuta
pare che dorma
pare che muoia

 

 

 

 

mario bardelli, il giardino delle delizie, da Bosch 5

 

 

bardelli, la maglia di lana, 2014, acrilico su tela, cm 60x60DSC02691

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4 risposte a DA ROB RODY —una poesia / un cuore che ha perso -forse per troppo dolore – quell’erotismo quotidiano senza il quale non si può vivere: ” Avere piacere”, significa:::e l’umorismo di sé—chiara si illude–e le fa grazia questa illusione -di capirti perché “crede” di essere andata oltre, dove non hai più bisogno di niente. certo, che passa! ciao Rob, grazie e un abbraccio antico+ UN COMMENTO chiaresco, notte nottissima!

  1. Chiara Salvini scrive:

    la mia analista in Brasile, si chiamava Judith, mi aveva più volte fornito la stessa ricetta per fare un nido nel proprio cuore a semelianza di quello degli uccellini. Anche noi, a partire dalla giornata, qualcosa ci viene data (regalata) -per me sempre è il cielo azzurro, se lo guardi e lo stai a guardare —ma ci viene dato anche altro, se sappiamo discernerlo, quel qualcosa che messo a nudo, è proprio lui che ci serve…allora, ” quel lì” bisogna metterlo, ogni volta, nel telefonino, così vediamo come le cose ” giuste per noi”, pur pochissime che siamo, imparano a sommarsi. E formano un nido e insieme un cuore nuovo. Lentezza e tanto tempo. Molto lavoro. E molta generosità // quando decidiamo che quel sorriso mezzo storpio, e quella frase che comincia bene ma verso la fine precipita // si può ripulire e goderci il buono, piccolo che sia, ma che c’è. Una ricetta simile, me la dava mia nonna e mia bisnonna: mi diceva –da ligure la saprai—ma ascoltala per favore : ” Ognuno di noi nella vita ha un bue intero da mangiare, così quando mangia la ciccia buona, deve ricordarsi (sforzo immaginativo) che gli toccheranno le zampe, le orecchie, la coda…ma se è lì che annaspa sulle zampe e capisce che non riesce a sopravvivere più in questa aria sfiatata, dovrebbe ” poter” immaginare quel po’ di ciccia che gli arriverà ancora. Se ti mando un bacio e un bell’abbraccio speciale per te, senti subito tutto. Per me è non essere sola” nella sofferenza di questa aria che ha perso ossigeno. Mi immagino le folle al mondo….

  2. Donatella scrive:

    E’ molto bella la poesia di Rob Rody e anche il commento di Chiara.

  3. Roberto scrive:

    Chiara ha un cuore enorme di dolore e di gioia che ride e piange. sempre splendidi commenti. felice d’averla incontrata.

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