GUIDO TABELLINI: UN TELEGRAMMA PUNTO PER PUNTO AL NUOVO MINISTRO DELLO SVILUPPO DEL GOVERNO RENZI:: CARLO CALENDA ex vice della Guidi (due notizie sotto)

GUIDO TABELLINI (TORINO, 1956)

 

 

 

POLITICHE PER LO SVILUPPO

Innovazione, la partita decisiva dell’Italia

Il ministro dello Sviluppo oggi in Italia non ha un compito facile. Negli ultimi dieci anni il nostro reddito pro capite è sceso di quasi il 10% e ora è più basso che nel 2000. Ma anche prima della crisi, l’Italia era il fanalino di coda tra i Paesi europei. Quali dovrebbero essere le priorità del neo-ministro, per invertire questa tendenza?
Sul suo tavolo il ministro troverà molti dossier aperti: la questione dell’Ilva e di altre imprese in crisi, l’accesso al credito per le piccole e medie imprese, il disegno di legge sulla concorrenza, la rimozione di impedimenti burocratici. Alcune sono questioni rilevanti, altre meno. Ma la vera priorità, quella che davvero fa la differenza tra sviluppo e stagnazione, è un’altra. Per tornare a crescere in modo duraturo, l’Italia deve espandere i settori e il numero di imprese che producono innovazione.
Le economie avanzate crescono perché innovano. Le imprese che innovano guadagnano di più, pagano di più i loro dipendenti, crescono più in fretta, attraggono talenti e stimolano la crescita di altre imprese. L’Iphone è assemblato in Cina, dove lavorano centinaia di migliaia di dipendenti. Quasi tutte le sue componenti sono prodotte a Singapore e in altri Paesi asiatici. Ma chi ci guadagna di più dalla vendita di un Iphone non si trova in Asia: sono gli azionisti e i dipendenti della Apple a Cupertino, in Silicon Valley, dove l’Iphone è stato concepito e creato. Chi innova cattura il valore dell’innovazione e cresce più rapidamente. Gli altri si accontentano delle briciole.
Innovare significa creare nuovi prodotti e nuovi servizi, e sfruttare il valore commerciale di una nuova idea. I settori dell’innovazione includono il manifatturiero avanzato, l’economia digitale, le scienze della vita (medicina, biologia, farmaceutica), la robotica, i nuovi materiali. Ma anche molti servizi producono innovazione, in finanza, nella logistica, nei trasporti, nella comunicazione, nell’intrattenimento, Anche nel turismo (si pensi a Airbnb).

L’innovazione non arricchisce solo chi la fa, ma anche chi interagisce con lui. Enrico Moretti, economista a Berkeley, ha stimato che ogni nuovo posto di lavoro creato nel settore dell’innovazione fa nascere cinque altri posti di lavoro: nei settori che producono servizi sussidiari (legali, finanziari, di trasporto), ma anche servizi personali (sanità, intrattenimento, istruzione). La ragione è che chi innova dà lavoro, si arricchisce, e spende.

Cosa si può fare per facilitare l’espansione dei settori legati all’innovazione?

Per rispondere, occorre partire da due premesse.

Primo, l’innovazione la fanno le persone, e alcune persone in particolare: i giovani di eccezionale talento, i più istruiti, i più vicini al mondo della ricerca.

Secondo, le persone istruite e di talento sono attirate da individui simili a loro. La chiave del successo di Silicon Valley, Londra, New York, Boston, è che hanno creato una massa critica di individui alla frontiera della conoscenza nei loro settori, che interagiscono, imparano gli uni dagli altri, emulano chi lancia una nuova start-up, si specializzano nell’assistere l’innovazione. Anche nell’era di internet, la prossimità fisica è fondamentale per trasmettere le conoscenze, e ciò vale soprattutto nei settori che innovano, cioè producono e sfruttano la conoscenza e le nuove idee.
Per far crescere i settori e le imprese che innovano, dunque, occorre innanzitutto attirare e accumulare capitale umano.

Esattamente il contrario di quanto sta facendo il nostro paese, che ogni anno vede crescere l’esodo di giovani talenti, che spende sempre meno in ricerca, e dove l’istruzione avanzata è sempre più lontana dalle migliori pratiche internazionali.

È questa la priorità più importante per una politica dello sviluppo: promuovere e coordinare interventi per attrarre capitale umano e facilitare la crescita dei settori che innovano.

Vi è più di uno strumento per farlo: aumentare i finanziamenti alla ricerca, investire nelle università, un vero credito d’imposta per chi fa ricerca e innovazione, esenzione totale per le start up, concedere agevolazioni fiscali agli scienziati e al personale qualificato che si trasferisce nel nostro paese, migliorare la qualità della vita e i servizi di base nelle nostre città. Molti di questi strumenti sono trasversali a diverse aree di intervento, ed esulano dalle competenze dirette del ministero dello Sviluppo.

 Ma è indispensabile il coordinamento e l’impulso da parte di un attore consapevole e lungimirante. Se vuole davvero incidere sullo sviluppo economico in modo duraturo, è questo il ruolo più importante per il neo ministro.

Guido Tabellini

 CARLO CALENDA, un qualcosa su…

http://www.laltrapagina.it/mag/carlo-calenda-e-il-nuovo-ministro-dello-sviluppo-economico/ 

Per quanto riguarda il profilo tecnico e politico del nuovo ministro del Governo Renzi, Carlo Calenda, dopo la  laurea in giurisprudenza, inizia a lavorare per società finanziarie fino all’approdo alla Ferrari nel 1998.

Successivamente lavora a Sky, come responsabile marketing. Poi il suo curriculum include l’arrivo a Confindustria, come assistente del presidente Luca Cordero di Montezemolo dal 2004 al 2008, per poi diventare direttore dell’area strategica e affari internazionali.

Si tratta dunque di un ex dirigente d’azienda, che, sotto il profilo politico, nel 2013 si era candidato alle elezioni politiche con Scelta Civica. In seguito, conclusa l’esperienza con la lista Monti, ha aderito al Partito Democratico. Sempre nel 2013 viene poi nominato  Vice ministro dello Sviluppo economico del Governo Letta. Dal gennaio 2016 è stato poi nominato dal governo Rappresentante permanente dell’Italia presso l’Ue.

Nella nota pubblicata dal Quirinale è stato comunicato: “Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto, al Palazzo del Quirinale, il Presidente del Consiglio dei Ministri, dottor Matteo Renzi, su proposta del quale ha firmato il decreto di nomina del dottor Carlo Calenda a Ministro dello Sviluppo Economico. Il Presidente Matteo Renzi cessa, pertanto, dalla carica assunta ad interim di Ministro dello Sviluppo Economico.”

Poi, ancora, si può leggere: “Subito dopo il nuovo Ministro ha prestato giuramento nelle mani del Capo dello Stato, alla presenza, in qualità di testimoni, del Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, dottor Ugo Zampetti e del Consigliere Militare del Presidente della Repubblica, generale di S.A. Roberto Corsini.”

Con le sue prime parole Carlo Calenda ha dichiarato di essere riconoscente  “alla squadra della Rappresentanza italiana permanente a Bruxelles, formata da giovani diplomatici e tecnici di grandissima capacità e cultura, con i quali – afferma il neoministro – ho lavorato benissimo e senza i quali davvero poco avrei potuto fare”.

 

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