DOWNSIZING (rimpicciolire, credo)—VIVERE ALLA GRANDE, ULTIMO FILM DI ALEXANDER PAYNE CHE HA APERTO LA MOSTRA DI VENEZIA (SETTEMBRE 2017)—due recensioni…anche noi…” alla grande !”

 

 

 

Il mondo rimpicciolito di Payne

Downsizing infatti vede protagonista Matt Damon nei panni di Paul Safranek, un uomo comune di Omaha che per far fronte alla crisi e alle difficoltà del nostro mondo decide di sottoporsi – insieme a sua moglie – ad una nuovissima tecnologia che permette di rimpicciolirsi in maniera esponenziale fino a diventare una vera e propria miniatura. Questo permette alle persone di potersi permettere uno stile di vita lussuoso, pieno di agi e comodità, proprio perché i risparmi provenienti dal mondo dei “giganti” valgono infinitamente di più nel mondo “mini”. Purtroppo però le cose non andranno esattamente come previsto e Paul si imbarcherà in un’ avventura che cambierà per sempre la sua vita. I presupposti di partenza sono sicuramente originali ed interessanti e si avverte il tentativo di Payne di dare spessore alla vicenda costruendo dei personaggi che insieme a grandi punte di ironia sono portatori di una forte critica satirica nei confronti della società moderna. La sua gestione complessiva del film risulta sempre molto precisa e attenta, ma la sensazione è che questa ricerca forzata e perenne di equilibrio lo porti in realtà in uno strano limbo da cui sembra non riuscire ad uscire. Infatti Downsizing risulta veramente un film difficile da collocare e da inquadrare, perché proprio nel momento in cui sembra aver preso una direzione, la cambia repentinamente per andare poi su altri lidi e questo continuo cambiamento alla fine risulta girare un po’ su sé stesso senza una meta.

Un guizzo diverso

Sicuramente ancora una volta la scrittura risulta essere il punto di forza di Payne, anche se probabilmente in questa occasione finisce per essere un po’ dispersiva e non adeguatamente supportata da un altrettanto originale impianto registico. Se infatti inizialmente sembra molto interessante l’approccio visivo con cui il regista gestisce la fantasiosa idea di partenza, poi questo aspetto sembra lasciare spazio ad un disagio personale provocato da problematiche di coppia. Con l’arrivo del personaggio di Christoph Waltz poi, il focus sembra spostarsi ancora verso un tono grottesco e satirico, per poi sfociare in una storia sentimentale a sfondo sociale e politico quando fa il suo ingresso in campo la graziosa Hong Chau. Si avverte il tentativo lodevole di cercare una commistione affascinante tra satira e poesia, tra divertimento e serietà, ma purtroppo questi strani giochi che il cinema sa esaltare come poche altre forme d’arte possono risultare anche pericolose armi a doppio taglio. Tuttavia Payne non cade mai definitivamente ed è comunque intelligente ed esperto a tal punto da riuscire a mantenere il suo film su livelli sempre accettabili, anche se forse dall’apertura della settantaquattresima edizione del festival di Venezia ci si aspettava forse un guizzo diverso.

 

 

seconda recensione da ::: https://quinlan.it/2017/08/30/downsizing/—un bel blog di cinema!

The Incredible Shrinking Dream

In un futuro prossimo, un ipotetico domani, alcuni scienziati norvegesi scoprono un modo per ridurre gli esseri umani a un’altezza di pochi centimetri. Una soluzione per ritardare gli effetti del riscaldamento globale, per rendere possibile la convivenza sul nostro pianeta di miliardi di persone. Il processo di miniaturizzazione è sicuro e rapido. Nel giro di pochi anni una piccola percentuale della popolazione mondiale, attratta dai clamorosi vantaggi economici più che da nobili ideali, compie il grande passo e così iniziano a sorgere lussuose comunità e città miniaturizzate. [e.a.]

La prima ora di Downsizing è quasi spiazzante.
No, non tanto per l’idea della miniaturizzazione, affascinante e già declinata più volte con pregevoli risultati – La bambola del diavolo di Tod Browning, Radiazioni BX: distruzione uomo di Jack Arnold, Viaggio allucinante di Richard Fleischer e via discorrendo. A stupire è la fertile coesistenza del cinema agrodolce e ironico di Payne e di un soggetto da sci-fi socio-politico: i due binari scorrono inizialmente di pari passo, tra divertenti intuizioni narrative e una serie di spunti più che interessanti, di riflessioni aperte…

Aperte. Ma mai chiuse. Un po’ come il suo protagonista, Downsizing è una pellicola in cerca di un equilibrio apparentemente impossibile, di un finale soddisfacente. O di una via d’uscita. Downsizing è un film di insistiti slittamenti, di pagine che continuano a essere voltate: la fuga dal mondo dei grandi, l’immersione in un american dreamlillipuziano, l’ipocrisia della miniaturizzazione di massa, gli eccessi degli ambientalisti, la riproposizione sistematica degli schemi e delle atroci iniquità del capitalismo e tutto quel che segue. Payne e il cosceneggiatore Jim Taylor accumulano accenni socio-politici, affastellano personaggi (su tutti, la superflua comparsata di Udo Kier), intrecciano improbabili anime perse, gettano nella mischia anche una coraggiosa, generosa, indomita profuga vietnamita. Rimpicciolita, ovviamente. Umanamente magnifica, ovviamente. Un terzomondismo scontato e schematico, condito da un anti-trumpismo fin troppo facile, ma abbiamo oramai scavallato da un pezzo i binari paralleli, la coesistenza tra lo spunto fantascientifico e la poetica payneiana della fuga, dei margini, delle seconde possibilità.

Affastellate e abbozzate le questioni politiche, Downsizing imbocca forzatamente i consueti sentieri payneiani. Si ritorna on the road, al viaggio, a quella umanità in cerca di rivincite che il cineasta statunitense aveva tratteggiato con altri risultati nelle opere precedenti, dal bianco e nero di Nebraska alle Hawaii di Paradiso amaro, passando per il buddy movie alcolico Sideways – In viaggio con Jack. L’efficacia dell’incipit e del processo di miniaturizzazione, con annessi e connessi, e la messa in scena di questa decrescita fasulla, ancora una volta schiava di un benessere smisurato e criminale, vengono travolte dalla deriva sentimentale, intimista, dalle gag affidate a un gigioneggiante Christoph Waltz, da uno script che dall’iniziale impalcatura fantascientifica sembra voler proprio scivolare in un caramelloso apologo fantastico.
Ed è un peccato, perché le città lillipuziane protette da piccole e avveniristiche cupole smarriscono la loro potenziale forza visionaria: sequenza dopo sequenza il ciclico eco delle fertili strutture architettoniche del cinema di fantascienza – la città impenetrabile e computerizzata de La fuga di Logan, gli abissi e i monumentali grattacieli di Metropolis (1927) e Metropolis (2001), la Neo Tokyo di Akira, i mastodontici cilindri di O’Neill di Gundam – diventa un esile riverbero.

La sovrastruttura poetica payneiana finisce per fagocitare quello che poteva essere un brillante aggiornamento delle riflessioni socio-politiche e ambientaliste del cinema degli anni Settanta.
Il bilancino aigre-doux di Payne questa volta sembra meno efficace.

 

  • Data di uscita: 21/12/2017

 

 

Info
Il trailer originale di Downsizing.

  • Downsizing-2017-Alexander-Payne-e-Matt-Damon.jpg
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1 risposta a DOWNSIZING (rimpicciolire, credo)—VIVERE ALLA GRANDE, ULTIMO FILM DI ALEXANDER PAYNE CHE HA APERTO LA MOSTRA DI VENEZIA (SETTEMBRE 2017)—due recensioni…anche noi…” alla grande !”

  1. Donatella scrive:

    Mi piacerà andarlo a vedere: sembra senz’altro curioso.

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