MAURIZIO MAGGIANI, (1951, scrittore) ::: REPUBBLICA 22 AGOSTO 2018, pag. 34 :: IL KANTIANO MITE CHE DISSE ” NO ” AL FASCISMO::: PIERO MARTINETTI

 

 

 

VITE DI STRADE

3

La serie

Il kantiano mite che disse “no” al fascismo

Risultati immagini per MAURIZIO MAGGIANI ?

Maurizio Maggiani (Castelnuovo Magra, 1951) è uno scrittore e giornalista italiano

MAURIZIO MAGGIANI

Immagine correlataRisultati immagini per PIERO MARTINETTI

 sopra:::Piero Martinetti(Pont Canavese, città metropolitana di Torino, 1872 – Cuorgnè, Torino, 1943) è stato  un filosofoaccademico e antifascista italiano.

SCRISSE::: la guerra è “sovvertitrice degli ordini sociali pratici ed un’inversione di tutti i valori morali […] dà un primato effettivo alla casta militare che è sia intellettualmente sia moralmente l’ultima di tutte subordinando ad essa le parti migliori della nazione […] strappa gli uomini ai loro focolari e li getta in mezzo ad una vita fatta di ozio, di violenze e di dissolutezze.”

« Nella relazione sulla psiche degli animali Martinetti tra l’altro affronta il problema dello scandalo morale suscitato dall’indifferenza delle grandi religioni positive occidentali di fronte all’inaudita sofferenza degli animali provocata dagli uomini: gli animali hanno una forma dell’intelligenza e della ragione, sono esseri affini a noi, possiamo leggere nei loro occhi l’unità profonda che ad essi ci lega. (Pietà verso gli animali, a cura di Alessandro Di Chiara, Il nuovo melangolo, Genova, 1999)

Nel proprio testamento Martinetti dispose che una somma significativa fosse versata alla Società Protettrice degli Animali; egli personalmente nutriva per gli animali una profonda pietà e tale sentimento lo aveva persuaso a darsi al vegetarismo, una scelta che assumeva per lui quasi il carattere di un valore religioso.

 

 

A Milano, in zona Gambara, una via privata è intitolata a Piero Martinetti uno dei dodici docenti universitari che rifiutarono di firmare il giuramento di fedeltà a Mussolini. Un filosofo che più di tutto amava l’imperativo morale

 

Immagine correlata

Mah, per il Trivulzio forse l’ideale è prendere la linea rossa e scendere a Gambara poi però se uno non è pratico deve chiedere.

Perché a Milano bisogna sempre chiedere, perché se uno non è abbastanza sveglio, per lui Milano è una città scritta con il codice Enigma, perché la misura metrica vigente in Milano non è la copia della barra in platino conservata nell’ufficio parigino dei pesi e delle misure, ma si dilata e curva in prossimità della velocità della luce, e se non si va abbastanza svelti si entra in una dimensione minore e le strade cambiano di nome un attimo prima che ci passi. E infatti Gambara non andava per niente bene, o forse andava bene ma per un uomo più meritevole, perché chiedo e mi rispondono con una certa qual cortesia molto risentita, come se nell’indurli alla generosità gli addossassi il peso insostenibile della mia inefficienza. E così mi dicono che sono in prossimità di corso Rembrandt, epperò corso Rembrandt non c’entra niente con il pio albergo e adesso l’ideale sarebbe prendere a destra e fare un po’ di strada a piedi, sempreché lei capisca quello che intendo. Sì che capisco, i piedi, andare con i piedi; vado e sono perso. Sono perso nelle trippe di Milano, Milano vicino all’Europa ma non so bene dove, trippe di recente stagionatura, cementi di dignità impiegatizia, balconi senza un geranio, marciapiedi senza una cicca, il pio albergo c’era due secoli prima che tutto questo venisse alla luce, perché mai è nato, qui avrebbero dovuto esserci i verdi prati per le pie passeggiate dei buoni ospiti del pio albergo, per terra neanche una carta, sui cordoli nemmeno un filo d’erba, alzo gli occhi sullo spigolo di un cantone, alt, via privata. Via privata Piero Martinetti. Giurare per me era tanto impossibile quanto una impossibilità fisica: sarei morto d’avvilimento.

Martinetti uno dei Dodici.

Sbattuto qui, cementato a un intonaco senza arte né parte in un quartiere inventato senza arte in nessuna parte della città.

Piero Martinetti, l’unico filosofo ad avere una cattedra da mettere sul piatto dell’onore e conseguentemente a lasciarcela, che ci fa qui, così lontano dalla sua casa di paesello campagnolo, non sembrerebbe ma anche così topograficamente distante dalla sua cattedra perduta all’Università Statale, chi si è preso la briga di privatizzarlo, di prenderselo in accomodato perpetuo, o almeno per quanto durerà questo intonaco. Forse ci sono filosofi così ricchi da possedere una strada di Milano tutta intera, forse ci sono filosofi così ricchi e così generosi da privarsi di una strada intestata a Socrate e Platone per regalarla a un filosofo che nemmeno i filosofi si son presi la briga di leggere. Esponente novecentesco dell’Idealismo etico, sai che goduria. Kantiano nel tempo che il dover essere era acqua passata sotto i ponti dello stato etico, e fascista, di Giovanni Gentile, acqua incanalata nella diga del proletariato etico, e dittatore, di Karl Marx. Kantiano del trattato Per la pace perpetua, pacifista nel mezzo della più feroce guerra e della più grande rivoluzione, pacifista nel tempo del fascismo, anelante a tal misura di starsene in pace col Creato da rifiutarsi di cibarsi di carni; pensava, o forse sapeva, che gli animali non sono solo esseri, ma lo sono con coscienza e intelletto. Kantiano e cristiano, cristiano acattolico e senza chiesa; o perlomeno, una chiesa c’è l’aveva ed era una chiesa invisibile, «nell’unione invisibile di tutte le anime sincere che si sono purificate dall’egoismo naturale e nel culto della carità e della giustizia hanno avuto la rivelazione della verità e la promessa della vita eterna». I cattolici fascisti, e il gran fondatore di università cattoliche e prode firmatario del Manifesto della Razza padre Gemelli a buon peso, lo hanno odiato con una virulenza e un accanimento che non si vedeva dai bei tempi delle maledizioni di Pio V. S’è preso una denuncia per vilipendio dell’eucarestia, il suo Gesù Cristo e il Cristianesimo è stato sequestrato e messo all’indice il giorno dopo la sua pubblicazione, il parroco del suo paesello si è preso la briga di proibire dal pulpito ai bravi cristiani di Spineto di onorare un ateo scandaloso andandogli dietro al funerale, non tutti obbedirono, dietro al furgone che lo portava a cremare erano in una decina. Ma c’è stato almeno un cattolico che gli ha voluto bene, Aldo Capitini e si capisce; e a onor del vero gli ha voluto bene anche un filosofo, ed è stato Norberto Bobbio. Assetato e affamato di imperativo morale, Bobbio ha pensato sinceramente che Piero Martinetti fosse il più grande filosofo del ’900 italiano.

Ho un amico che di cognome fa Martinetti, è stato un allievo di Bobbio e si ricorda di quante volte il suo professore gli avesse chiesto se per caso non fosse parente di Piero, gli premeva che il suo filosofo preferito avesse una qualche discendenza, che qualcuno potesse ricordarlo; il filosofo kantiano era stato un uomo della solitudine, non ci teneva neppure un granché ad avere degli allievi, «la filosofia è mia moglie e mia moglie non la presto a nessuno». Quando i fascisti lo cacciarono dall’università lui prese e se ne andò in campagna a studiare e da lì non se ne è mai più venuto via, è morto molto filosoficamente cadendo da un pero.

Piero Martinetti non ha mai militato nell’antifascismo, il suo era un antifascismo radicale di per sé, in ragione della sua individuale, intima risposta all’imperativo categorico; lo presero a casa di Solari, il maestro di Bobbio, nella grande retata di Giustizia e Libertà del ’35, il capolavoro delatorio di Pitigrilli, assieme a Einaudi, Pavese, Bobbio, Mila, Antonicelli e gli altri, ma gli fecero fare un po’ di galera per puro gusto sadico, era evidente anche all’Ovra che era comunque altrove, anche rispetto a Giustizia e Libertà. Sì, era altrove, ma intanto lui non ha giurato, «giurare per me era tanto impossibile quanto una impossibilità fisica: sarei morto d’avvilimento». Lui e altri undici, dodici in tutto il regno, anche il grande Solari aveva giurato.

Immagine correlata

Lelio Basso (Varazze,  1903 – Roma1978) è stato un avvocatogiornalistaantifascistapolitico e politologo italiano. Deputato all’Assemblea Costituente.

Non giurò, e un bel giorno si presentò alla sua cattedra a dare l’esame di filosofia morale un tale Lelio Basso, si fece avanti con due carabinieri alle spalle. Ci sarà una via Lelio Basso da qualche parte, magari una pubblica via? È stato un socialista Lelio Basso, aveva un’idea del socialismo intollerante della supponenza che ha portato con sé la natura elitaria del partito politico così come era pensato e organizzato finché ci sono stati i partiti politici, intendeva costruire un partito dei socialisti come strumento di diffusione della democrazia, ha militato nella Resistenza con la certezza che fosse l’atto di riscatto di un popolo intero, è stato un antistalinista sorgivo, un democratico assolutista, un apostolo, un tempo lo si diceva “apostolo”, della giustizia universale. Ma intanto a vent’anni era già al confino perché «elemento pericoloso per l’ordine e la sicurezza pubblica, in conseguenza della sua attiva propaganda fra elementi intolleranti dell’attuale stato di cose», e dal confino i carabinieri lo hanno portato alla Statale a dare l’esame di filosofia morale; al confino si poteva studiare, il fascismo aveva una singolare sfiducia nell’efficacia dello studio e lasciava studiare galeotti e confinati, li lasciava persino discutere tra loro nella convinzione che più studiavano e discutevano più si sarebbero dimostrati inetti a resistergli.

Dunque lo studente confinato Basso Lelio si presenta alla commissione d’esame e il presidente Martinetti gli pone la prima domanda, l’imperativo categorico kantiano. Lo studente inizia la sua diligente esposizione, ma al termine del preambolo il presidente lo ferma e indica i due carabinieri che ascoltano vigili e assenti: basta così, lei non sta esponendo l’imperativo categorico kantiano, lei lo sta incarnando, trenta e lode. Chissà se da via privata Piero Martinetti arriverò mai al pio albergo Trivulzio.

– 3. Continua

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *