DOMENICA 3 MARZO 2019 CI SONO LE PRIMARIE DEL PD ::: VORREBBERO RAGGIUNGERE IL MILIONE…informazione su come si vota, ++ UN PROFILO DELL’ANSA DEI TRE CANDIDATI

 

ANSA.IT  — 28 FEBBRAIO 2019

http://www.ansa.it/sito/notizie/speciali/elezioni/2019/02/26/pd-domenica-3-marzo-le-primarie-per-il-segretario_04e977d8-8b07-4ab1-bb6f-e84b2e92f5e8.html

 

 

Pd: domenica 3 marzo le primarie per il segretario

Si vota dalle 8 alle 20 ai gazebo. Possono votare tutti con un contributo di almeno 2 euro. La sfida tra Zingaretti Martina e Giachetti

Redazione ANSA  

 

 

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Primarie del Pd: domenica 3 marzo si vota per eleggere il nuovo segretario del Partito Democratico. I candidati in corsa sono Roberto Giachetti, Maurizio Martina e Nicola Zingaretti.

Si vota dalle 8 alle 20 nei gazebo allestiti allestiti nei comuni.

 

COME SI VOTA

 

Possono votare tutti i cittadini iscritti alle liste elettorali presentandosi al gazebo con documento di riconoscimento e tessera elettorale e pagando un contributo di almeno 2 euro (che non è previsto per chi è iscritto al Pd).

Il 25 febbraio si è chiusa la preregistrazione online obbligatoria per tutti coloro che non sono iscritti alle liste elettorali: i giovani tra i 16 e 18 anni, i cittadini comunitari residenti in Italia ed i cittadini di altri Paesi con regolare permesso di soggiorno.

Preregistrazione obbligatoria anche per chi vota in una regione diversa da quella di residenza.

 

Nicola Zingaretti

Rieletto governatore del Lazio, golden boy del Pd

Da liceale antirazzista a governatore del Lazio e ora in pole per la conquista della guida del Pd. In mezzo, un cursus che gradino dopo gradino e simbolo dopo simbolo (dalla Sinistra Giovanile, ai Ds, al Pd) segnano i passi di una carriera, quella di Nicola Zingaretti, tutta nelle file del principale partito della sinistra italiana. Di cui il giovane dirigente e’ sempre stato considerato prima un ‘golden boy’, poi un asso da giocare.

E il momento opportuno e’ stato la caduta della giunta regionale guidata da Renata Polverini, travolta dagli scandali dei fondi consiliari.

Romano, classe 1965, il nuovo presidente della Regione Lazio muove i primi passi nel movimento per la pace nel 1982.

A 17 anni fonda una associazione di volontariato antirazzista.

A 26 anni e’ segretario nazionale della Sinistra Giovanile. L’anno dopo, nel 1992, entra in Consiglio comunale a Roma.

Tra il 1995 e il 2000 Zingaretti e’ all’opera in ambito internazionale, prima alla presidenza dell’Unione internazionale gioventu’ socialista, poi responsabile delle Relazioni internazionali dei Ds.

Nel 2000 e’ segretario dei Ds Roma.

Quattro anni dopo e’ eurodeputato e presidente di delegazione italiana nel Pse. Nel 2006 e’ segretario regionale dei Ds.

L’anno dopo, 282 mila voti alle Primarie lo incoronano segretario del Pd Lazio.

Nel 2008 succede a Enrico Gasbarra alla guida della Provincia di Roma col 51,5% dei voti. Nonostante le ristrette competenze dell’ente, la giunta Zingaretti riesce comunque a emergere (‘Una Provincia utile’ e uno dei suoi motti) grazie a una serie di iniziative, prime tra tutte la vasta rete gratuita Provincia Wifi, la diffusione della raccolta differenziata e il centro per l’occupazione Porta Futuro. Dal punto di vista politico, Zingaretti in questi anni e’ ‘schiacciato’ nella morsa Pdl del Campidoglio e, dal 2010, della Regione.

Ed e’ nel 2010 che il presidente della Provincia e’ tentato, per la prima volta, di fare il salto da Palazzo Valentini a via Cristoforo Colombo. Ma la sua ‘candidatura in pectore’ durera’ poche ore, e al suo posto andra’ Emma Bonino. Vincera’ Renata Polverini.

Il 25 aprile 2010 Zingaretti la difendera’ dalle contestazioni di piazza dei centri sociali, prendendosi in viso un limone al posto suo. Ne nascera’ un asse di cordialita’ non solo istituzionale, che i maliziosi interpreteranno in funzione anti-Alemanno.

Perche’ l’ambizione di Zingaretti e’ diventare il sindaco di Roma, e dal 2012 e’ di fatto gia’ pronto a scendere in campo contro Gianni Alemanno. Ma, caduta la giunta di centrodestra alla Regione, il partito chiama e il dirigente risponde. E’ lui a essere considerato il volto piu’ spendibile del Pd laziale e sara’ lui a correre per la carica di governatore.

Di idee laiche ma in buoni rapporti con il mondo cattolico, sposato, due figlie, schivo ha pero’ un fratello celebre, Luca, attore di successo al cinema e in tv nei panni del commissario Montalbano.

Una discrezione personale rispecchiata nell’atteggiamento politico, tanto da essere talora criticato (anche dai suoi alleati) come eccessivamente prudente e attendista. Un approccio che pero’ lo ha portato, di passo in passo, fino al ruolo di massimo amministratore del Lazio.

 

 

Maurizio Martina

Bergamasco, classe ’78 sposato con due figli. Una veloce ascesa nella politica

Nato a Calcinate, nel bergamasco, il 9 settembre del 1978, sposato con due figli, è stato ministro dell’Agricoltura.  Martina, nonni contadini mentre il padre e la madre hanno sempre lavorato in fabbrica, ha una formazione specifica nel settore agricolo essendosi diplomato all’Istituto tecnico Agrario di Bergamo. Poi la laurea in Scienze Politiche e una veloce ascesa in campo politico (“la politica è la mia passione”, ma un pezzo del cuore è anche per la squadra di casa, l’Atalanta, di cui si dichiara tifoso).

Nel 1999 è eletto Consigliere comunale a Mornico al Serio (Bg), carica ricoperta fino al 2004. Sempre nel 2004, dopo una militanza nell’organizzazione giovanile dei Democratici di Sinistra, viene eletto Segretario della Provincia di Bergamo. Nel 2006 assume la carica di Segretario Regionale dei Democratici di Sinistra in Lombardia. Nel 2007 è tra i fondatori del Partito Democratico.

Nello stesso anno, a seguito delle primarie, è eletto primo Segretario del Partito Democratico della Lombardia. Nel 2009, sempre attraverso le primarie, viene riconfermato alla guida del Partito Democratico Regionale Lombardo. Nel 2010 è eletto Consigliere della Regione Lombardia, incarico riconfermato nelle consultazioni popolari del febbraio 2013.

Durante i mandati di Consigliere Regionale Lombardo è stato componente della Commissione Affari Istituzionali e della Commissione Attività Produttive. Il 3 maggio 2013 ha giurato come Sottosegretario di Stato del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali del Governo Letta. Del quale ha preso la guida con Renzi e poi con Gentiloni.

Segretario del Partito Democratico a seguito delle dimissioni di Matteo Renzi dal 7 luglio al 17 novembre 2018.

 

 

Roberto Giachetti

Romano e romanista, radicale da sempre tra i padri fondatori della Margherita e poi del Pd

Radicale da sempre, tra i padri fondatori prima della Margherita e poi del Partito Democratico, ambientalista e strenuo assertore della non violenza.

Giachetti, classe ’61, romano e romanista convinto nel 2001 arriva la prima elezione in Parlamento, come deputato della Margherita, poi confermata nel 2006 con l’Ulivo e nel 2008 con il neonato Pd, di cui è stato tra i più convinti fondatori tanto da proclamare uno sciopero della fame nel 2007 per chiedere l’assemblea costituente del partito. Protesta identica portata avanti numerose altre volte, per chiedere la modifica della legge elettorale o la nomina dei giudici della Consulta. Nel 2002 è salito su un piccolo piedistallo con la scritta “Monumento al deputato ignoto”, imitando una statua per protestare contro la mancata nomina di 12 deputati ad oltre un anno dalle elezioni.

Sempre attento all’ambiente (“Sono socio sostenitore di Legambiente da molti anni”, scrive sul suo blog) e ai più deboli (“Ogni anno passo il Natale e l’ultimo dell’anno con i detenuti”), Giachetti è considerato uno dei massimi conoscitori dei regolamenti parlamentari, abilità maturata durante i tanti anni da segretario d’Aula.

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