Redazione ANSA 26 marzo 2020 12:03
Paul De Grauwe, nasce a Uccle in Belgio il 18 luglio 1946 è un economista belga, professore alla London School e Professore di Scienze Politiche come capo dell’Istituto Europeo. È anche professore emerito di economia internazionale presso KU Leuven ed ex membro del Parlamento federale belga. Wikipedia
PAUL DE GRAUWE
I limiti del mercato
Da che parte oscilla il pendolo dell’economia?
Se quel che conta è la prosperità delle persone, il mercato e lo stato, eterni poli fra cui oscilla l’economia, non sono altro che strumenti per raggiungere quell’obiettivo e a nulla valgono le prese di posizione ideologiche. La contrapposizione stato vs mercato è superata: sarà sempre necessario prevedere un mix dei due. In questa dialettica che difficilmente trova un equilibrio, spesso eventi dirompenti vengono a favorire pericolose estremizzazioni. Avendo acquisito un potere maggiore, a causa della globalizzazione, il mercato finirà per scontrarsi con i suoi limiti? Dobbiamo prepararci al rovesciamento del sistema capitalistico e alla supremazia dello stato? Ciò porterà prosperità? Il mercato deve preoccuparsi di creare welfare o è responsabilità dello stato assicurarlo ai cittadini? Discutere di tali interrogativi significa affrontare alcuni dei temi cruciali del nostro tempo, dal cambiamento climatico alla disuguaglianza crescente.
Paul De Grauwe, senza coronabond Eurozona scomparirà
La posizione dei ‘falchi’ nordeuropei è un regalo agli euroscettici
Paul De Grauwe, senza coronabond Eurozona scomparirà
BRUXELLES – Senza solidarietà all’Italia dal nord Europa e una risposta economica comune, “l’intero progetto europeo scomparirà”. Per questo i coronabond sono “fondamentali” e i governi che non se ne rendono conto, come i Paesi Bassi, “vivono su un altro pianeta”.
In un’intervista all’ANSA, l’economista belga Paul De Grauwe, professore alla London School of Economics e autore di numerosi saggi, non usa mezzi termini: senza un accordo tra gli Stati membri, non solo l’Italia, ma l’intera Eurozona verrà schiacciata dal peso del suo stesso debito e dalla sua incapacità di agire.
“E’ fondamentale agire con strumenti concreti come i coronabond per sostenere Paesi quali l’Italia e la Spagna, particolarmente esposti all’aumento del debito”, spiega il professore che ritiene questa strada “la via migliore” per attutire l’urto e mostrare unità.
In alternativa, “la stessa Bce può intervenire e finanziare i deficit” degli Stati, anche se questo vorrebbe dire andare “oltre il mandato”. Un problema legale aggirabile.
“Sono abbastanza sicuro – dice De Grauwe – che gli avvocati possano trovare una soluzione”. Coronabond o Bce, l’effetto, assicura l’economista, sarebbe salvifico allo stesso modo perché “impedirebbe a Paesi come l’Italia di trovarsi con un rapporto debito-Pil (già molto alto) in drammatico aumento, al punto di innescare una nuova crisi dei debiti sovrani”.
Quest’eventualità avrebbe ripercussioni ben oltre l’economia. “Se non siamo in grado di darci reciproco sostegno nemmeno nel bel mezzo della peggiore crisi dal dopoguerra, la zona euro e l’Europa scompariranno” perché “ci saranno reazioni” da parte dei cittadini.
“Se fossi italiano – ipotizza l’economista – e vedessi che gli altri Paesi non sono disposti ad aiutare l’Italia, metterei in dubbio l’appartenenza all’Unione” perché mancherebbe delle “basi minime di solidarietà”.
Solidarietà necessaria anche sul fronte del fondo salva-Stati.
L’idea portata avanti con fermezza dall’Olanda e altri ‘falchi’ nordeuropei di mantenere la condizionalità per l’accesso alle linee di credito del Mes “è terribile”.
Chi sostiene questa linea “è avaro e di mentalità chiusa”, attacca De Grauwe, che si chiede: “Come si può concedere credito all’Italia condizionandolo al tempo stesso all’attuazione di misure di austerità? E’ una pazzia”. La speranza, per il professore, è che i leader Ue trovino un accordo anche se al momento “non c’è segno di solidarietà”.