HWANG SOK -YONG ( Manciuria, 1943 ) :: ” Bianca come la luna “, Einaudi, 2016 –ELENA SPANDRI, Il realismo magico in versione coreana- IL MANIFESTO — 9 OTTOBRE 2016

 

 

Hwang Sok-yong (Author of Princess Bari)

 

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Hwang Sok-yong, nato nel 1943 nell’attuale Changchun – oggi Cina, ma all’epoca Manciuria – tornò in Corea nel 1947 insieme ai genitori. Esiliato a Seul con la famiglia, fu costretto a combattere in Vietnam con l’esercito americano, venne successivamente imprigionato varie volte per motivi politici. Oggi è il piú importante scrittore coreano e, come disse il premio Nobel giapponese Kenzaburō Ōe, «il piú importante ambasciatore della letteratura asiatica». E’ tra i più significativi esponenti della letteratura realista e politica del mondo asiatico, del quale ha descritto lucidamente persecuzioni politiche, diseguaglianze sociali e traumi prodotti dai mutamenti indotti dal colonialismo e dalla modernizzazione. ( TRECCANI )

Per Einaudi ha pubblicato Come l’acqua sul fiore di loto (2013), Bianca come la luna (2016) e Tutte le cose della nostra vita (2020).

 

 

 

IL MANIFESTO — 9 OTTOBRE 2016

https://ilmanifesto.it/il-realismo-magico-in-versione-coreana/

 

Bianca come la luna, Hwang Sok-yong. Giulio Einaudi Editore ...

Einaudi, 2016

 

ALIAS DOMENICA

Il realismo magico in versione coreana

 

 

Narrativa . “Bianca come la luna” di Hwang Sok-yong, una storia di migrazione senza toni melodrammatici

 

Elena Spandri

 

EDIZIONE DEL  09.10.2016

PUBBLICATO16.10.2016, 6:00

AGGIORNATO13.10.2016, 19:16

 

Chi possiede la dote di separare il corpo dall’anima ha maggiori probabilità di sopravvivere in un mondo in cui le persone e i luoghi hanno perso la loro aderenza originaria. È questa la lezione impartita dalla vita alla protagonista di Bianca come la luna (traduzione di Andrea De Benedittis, Einaudi, pp. 217, € 19,00), romanzo di iniziazione alla globalità a firma dello scrittore coreano Hwang Sok-yong, ex prigioniero politico del quale Einaudi ha già pubblicato Come l’acqua sul fiore di loto nel 2013.

Siamo nella Corea del Nord negli anni novanta del Novecento e un’interminabile carestia sta affamando la popolazione che cerca vie di fuga verso la Cina o la Corea del Sud. Bari è la settima figlia di una coppia che ha generato soltanto bambine e che vive di stenti nel villaggio montano di Ch’ongjin. La sorella, nata prima di lei, è rimasta sordomuta dopo che il padre ha tentato di affogarla, e Bari viene abbandonata dalla madre subito dopo il parto e salvata dall’assideramento dalla cagnetta di casa.

L’unico solido affetto è rappresentato dalla nonna, la quale ha voluto attribuirle il nome di una leggendaria principessa che cercava l’elisir di lunga vita «verso il cielo d’Occidente dove tramonta il sole», allo scopo di liberare i comuni mortali dalla sofferenza. In effetti, Bari è una shamana: sin da piccola comunica con gli animali e ha visioni premonitrici che condivide soltanto con la nonna giacché, in ottemperanza al rigido secolarismo imposto dal regime comunista, i genitori hanno proibito alle figlie ogni riferimento a pratiche o credenze superstiziose.

 

Come l'acqua sul fiore di loto, Hwang Sok-yong. Giulio Einaudi ...

EINAUDI, 2013

Il libro racconta la vita avventurosa di una giovane donna, Shim Chong.  Shim Chong ha solo quindici anni quando viene venduta dal padre vedovo (la madre è morta dandola alla luce) a un mercante cinese che la conduce in Cina per diventare la concubina di un ricco ottuagenario. Durante il viaggio in mare dalla Corea alla Cina, si consuma una cerimonia dopo la quale lei riceve un altro nome (e un’altra vita): diventa Lianhua, Fiore di Loto. Qui viene iniziata ed educata ai codici richiesti dal suo nuovo ruolo, a vestirsi, truccarsi, profumarsi per ricevere il suo signore: Padron Chen. L’uomo ha ottant’anni e, nonostante l’ardore che lo anima, alla sua morte, che sopraggiunge nel letto della giovane dopo una notte di amore, Fiore di Loto è ancora vergine. Ma per poco. Sarà infatti posseduta contro la sua volontà dal figlio scapestrato del padrone e in cambio verrà da lui condotta a Jinjiang per continuare il suo apprendistato nell’universo delle case da tè, dove le geishe danzano, suonano e cantano e servono gli ospiti che dopo aver giocato a mah jong, a dadi, a carte richiedono i piaceri della carne. Le avventure di Lianhua si svolgono tra terra e mare, in residenze signorili, bordelli, regge e case da tè. Fiore di Loto viaggia da Nanchino a Taiwan a Singapore. Nella sua lunga vita è concubina, prostituta, geisha, moglie (il marito verrà condannato a morte tramite la pratica del seppuku) madre, tenutaria di case di piacere, fino a a essere, per un breve periodo, anche una principessa.

 

 

 

Quando il padre diventa vicepresidente del Comitato del Popolo in una città situata sul confine cinese, le sorti della famiglia sembrano migliorare grazie all’aiuto dei doganieri che regalano loro provviste di riso. Ma la situazione precipita quando l’uomo viene internato in un campo di lavoro al posto del cognato, fuggito nella Corea del Sud per sottrarsi ai creditori. Quel momento segna l’inizio di una irreversibile diaspora familiare. Bari si rifugia in Cina e, raggiunta la città di Yanji, entra nella comunità dei profughi coreani impiegati nel mercato del lavoro nero e braccati dalla polizia. In queste circostanze la ragazza scopre una vocazione alla cura del corpo attraverso il massaggio che le consentirà di mettere a frutto le proprie doti shamaniche. La Cina, tuttavia, è soltanto una tappa intermedia del viaggio verso il cielo d’Occidente cui Bari è destinata. Caduta nelle mani dei trafficanti di esseri umani, la ragazza si ritrova stipata nel container di una nave merci diretta in Gran Bretagna.

 

 

L'ombra delle armi. . Hwang Sok - yong. 2007. . | eBay

Guerra del Vietnam. Un giovane caporale coreano viene destinato al Dipartimento Investigativo Congiunto di Da Nang, nel Vietnam del Sud, e incaricato della vigilanza del mercato nero. Seguendo le piste del vecchio mercato di Lê Loi, sarà testimone della corruzione e del sordido opportunismo economico che regola la guerra, e vedrà con i suoi stessi occhi l’umiliazione e la morte dei suoi compagni, ma non solo. Incrocerà i destini di Pham Quyen, comandante dell’esercito sud-vietnamita, che non si fermerà davanti a nulla pur di accumulare ricchezze per emigrare a Singapore, e quello del fratello minore di Quyen, Pham Minh, impegnato nelle file dei Viêtcong, che sacrificherà invece tutto, studi, amicizia, reputazione, e la vita stessa per la libertà del suo Paese. Un affresco storico d’ispirazione autobiografica in cui intrighi, barbarie, ricatti ruotano intorno alle guerriglie dell’FNL e alle operazioni militari americane.

 

 

 

 

Gran parte del fascino di questa storia di migrazione deriva dallo stile asciutto e antimelodrammatico con cui viene raccontata dalla protagonista, le cui emozioni arrivano al lettore attutite dalla spessa coltre di eventi macro-storici che ne determinano l’esistenza: la dittatura coreana, la carestia, le persecuzioni dei profughi, la mafia cinese in Europa, l’attentato di New York, la guerra in Afghanistan.

 

 

 

Hwang Sok-yong, info e libri dell'autore. Giulio Einaudi Editore.

EINAUDI, 2020

 

Dopo l’arresto del padre e marito, Occhiapalla e sua madre sono costretti a riorganizzarsi la vita a Isola fiorita, la discarica di una grande città coreana. Un ambiente durissimo e pericoloso, dal quale il ragazzo riesce di tanto in tanto a evadere grazie all’aiuto dell’amico Pelatino e soprattutto degli antichi e misteriosi spiriti che ancora vivono da qualche parte ai margini di quel luogo inospitale. Sarà una di queste «luci blu» ad aprirgli la prospettiva, non si sa quanto duratura, di un’esistenza diversa.

Alla estrema periferia di una grande città della Corea del Sud, si estende un’enorme discarica chiamata Isola fiorita. È qui che vivono coloro che la metropoli ha emarginato e spinto verso la povertà, ed è qui che, negli anni Ottanta del secolo scorso, arrivano il quattordicenne Occhiapalla, il cui padre è recluso in un non meglio definito centro di recupero, e sua madre. Abitano in una baracca costruita con materiali di scarto e per sopravvivere si aggregano alle migliaia di persone che, suddivise in squadre, setacciano la discarica in cerca di cibo, di materiali riciclabili, di tutto ciò che gli abitanti della città hanno messo da parte. Ai margini della discarica, un luogo che priva gli individui della loro dignità, persone che non hanno piú il proprio nome ma solo nomignoli (Occhiapalla, Pelatino, Falco, il Barone), esiste un mondo diverso, eredità di una fase piú antica di Isola fiorita, una fantasmagoria di bellezza e natura, dove Occhiapalla e il suo nuovo amico Pelatino possono rifugiarsi. A metterli in contatto con questa realtà parallela è lo spirito di un bambino che di tanto in tanto misteriosamente appare e altrettanto misteriosamente scompare fra le nebbie che salgono dalla discarica. Sarà questa moderna reincarnazione di un tokkaebi, le leggendarie creature della mitologia e del folclore coreani, a condurre i ragazzi verso un tesoro nascosto che potrebbe consentire loro di cambiare completamente vita. Ma forse per gli abitanti di Isola fiorita, il riscatto non è proprio previsto. Ambientato negli anni della dura dittatura del generale Chun Doo-hwan, Tutte le cose della nostra vita mette in risalto gli esiti del rapido sviluppo economico della Repubblica di Corea che dall’essere uno dei paesi piú poveri del mondo divenne una delle nazioni piú industrializzate. Ma il prezzo di questo «miracolo economico» fu molto alto, tanto in termini di emarginazione economica e sociale, quanto in una dimensione piú strettamente culturale, con l’adesione a un modello di vita basato su un consumismo sfrenato.

 

 

 

 

A bilanciare una certa superfetazione della attualità interviene, però, un secondo regime narrativo (segnalato dal corsivo, che crea l’effetto visivo di un dialogo), in cui si raccontano le esperienze extrasensoriali di Bari, e le sue peregrinazioni nel regno dei morti, con i toni insieme familiari e perturbanti del realismo magico. Nell’altra dimensione, Bari smette di essere il frammento di una umanità sradicata, per trasformarsi in depositaria di una memoria culturale centrata sull’amore per la natura, la solidarietà e l’armonia universale, tuttora molto viva in Asia.

 

 

L'ospite - Hwang Sok-Yong, Dalai Editore, Trama libro ...

DALAI EDITORE, 2006

Ryu Yo-Sop, pastore protestante, dopo un lungo esilio negli USA, è “invitato” dalle autorità della Corea deL Nord, suo paese d’origine, a rientrare in patria. Rivedrà luoghi mai dimenticati, incontrerà amici e parenti, ormai quasi perfetti sconosciuti, ma anche le sue emozioni saranno sottoposte dal regime a una stretta sorveglianza. Si sentirà un ospite straniero. Ma “l’ospite” è anche il nome che nelle campagne veniva dato al vaiolo, metafora del flagello che arriva da fuori e porta con sé la morte nei villaggi: ed è proprio al rito sciamano che si praticava per scacciarlo che il romanzo si ispira, riprendendone la struttura.

 

 

 

 

Emblematico del metodo di Sok-yong è il segmento di virtuosismo onirico che rende conto del viaggio dalla Cina alla Gran Bretagna. Qui la narrazione trasfigura la brutalità del moderno middle-passage nella semiotica della tradizione sciamanica – con l’intero corredo di bestiari, simbologie floreali, riti iniziatici – il cui inequivoco nucleo semantico giunge a Bari direttamente dallo spirito della nonna: il passaggio a Occidente, verso un mondo diverso e meno infelice, sarà lastricato da un immenso dolore. Nella concentrazione di paure, speranze e premonizioni, la prolessi diventa così temporalità privilegiata di questo global novel. In una Londra minacciata dal terrorismo, ostile agli stranieri e bisognosa di empatia, l’arte del massaggio si rivelerà – per la novella principessa in cerca dell’elisir di lunga vita – una ermeneutica del corpo sofferente, capace di integrare armonicamente tutte le dimensioni dell’identità ferita e diasporica. Nel suo minimalismo, la pedagogia romanzesca non risulta tuttavia rinunciataria, tanto più che Hwang Sok-yong, conosce bene la realtà delle menti e dei corpi lacerati dalla storia.

 

 

 

DALAI EDITORE, 2005

 

Pubblicato nel 1972, questo romanzo autobiografico è il più famoso di Hwang Sok-Yong. La guerra in Corea è appena iniziata e il dottor Han è accusato di scarsa partecipazione alla politica del regime comunista. Fugge quindi nella Corea del Sud, dove però viene sospettato di spionaggio. Il dottore vive sulla propria pelle le conseguenze politiche, emotive e morali della divisione del Paese, ma continua ad avere un unico scopo: soccorrere i malati, aiutare chi ha bisogno, cercando di non farsi coinvolgere troppo dalla guerra.

 

 

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