ORE 23:47 CARA DONATELLA, UNICA AMATA AMANTE ANCORA VIVA DI FEDERICO II DI SVEVIA CHE, SENZA IL PAPA, SUO TUTORE PERSINO!, AVREBBE DA QUEL DI’ UNIFICATO L’ITALIA…SE NON SBAGLIO FEDERICO II MUORE NEL 1250—SAREMMO AL PARI DELLE ALTRE MONARCHIE IN EUROPA, QUELLE CHE HANNO AVUTO IL FIATO LUNGO PER DIVENTARE NAZIONI DEMOCRATICHE E COLTE—PUTROPPO, ANCHE SE DI BARBERO, E’ SOLO UN SUNTO—SE USARLO COME SPUTACCHIERA…CE L’HAI! MAGARI CI PARLASSI UN PO’ DI LUI…COSI’ AFFASCINANTE UOMO DEL RINASCIMENTO DEL XII SECOLO CHE SI PROLUNGA NEL XIII…CIAO BIMBI’N , NON ABBANDONARCI TROPPO—LUNGHE PAUSE AGLI ARTISTI—MA POI SI CHE RIAFFACCINO SUL PALCO, NON TI PARE?

 

 

http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2014/05/22SIB4030.PDF

 

cosa ti aspettavi? non e’ sicula??

[audio:https://www.neldeliriononeromaisola.it/wp-content/uploads/2014/05/Amalia-Rodrigues-Ciuri-Ciuri.mp3|titles=Amalia Rodrigues-Ciuri Ciuri]

 

 

 

FEDRICO II, “STUPOR MUNDI”

 

E’ FIGLIO DI ENRICO V E NIPOTE DEL BARBAROSSA (casata tedesca degli Hohenstaufen, rappresentanti del Sacro Romano Impero) E DI COSTANZA D’ALTAVILLA FIGLIA DEL GRANDE RE NORMANNO (REGNO DELLE DUE SICILIE CON LE PUGLIE…) RUGGERO II—VENNE ALLA LUCE IN PIAZZA

File:Frederick is born in Jesi.JPG

NASCITA DI FEDERICO A JESI

 

PERCHE’ COSTANZA, GIA’ UN PO’ D’ETA’ , DOVEVA “FORNIRE LA PROVA” CHE FOSSE PROPRIO SUO FIGLIO–

 

 

 

 

OBBLIGATO DAL PAPA’ GREGORIO IX, A LUI ASSOLUTAMENTE OSTILE PER IL SUO PROGETTO DI UNIRE LA GERMANIA ALL’ITALIA E FARE DI QUESTA LA CUSTODE DEL SACRO ROMANO IMPERO, NEL TENTATIVO DI TOGLIERSI LA SCOMUNICA, ANDO’ ALLA CROCIATA, MA LA PRIMA COSA CHE FECE FU METTERSI A PARLAMENTARE CON I TURCHI E PASSARE QUINDI DALLA LORO PARTE–

TORNO’ DALL’AFRICA CON UN  HAREM (L’ALTRO NON SO) DI BELVE SELVATICHE CHE PASSEGGIAVANO SU E GIU’ PER L’ITALIA ATTRACCATE AL SUO CARRO CHE, IMMAGINO, “TRIONFALE”!

 

 

 

LA DISFATTA FINALE PRESSO PARMA (1248)–IL PAPA AVEVA VINTO E L’ITALIA DOVEVA RIMANERE DIVISA.

 

 

UN’IMMAGINE DAL SUO LIBRO “DE ARTE VENANDI” ( CACCIA)

 

 

 

 

FU UN UOMO CON UNA CURIOSITA’ ARTISTICA E SCIENTIFICA GIA’ RINASCIMENTALE, ARRIVANDO A FARE DELLE SPECIE DI ESPERIMENTI SUI BAMBINI PER SAPERE…

 

NON PER SCUSARE LA SUA PRESUNTA CRUDELTA’, RICORDO SOLO—AMMESSO DI NON SBAGLIARE LE DATE—CHE FINO AL SETTECENTO E ALL’OTTOCENTO E, PER MOLTI, FINO AD OGGI, IL BAMBINO NON AVEVA STATUTO DI PERSONA, ERA UNA COSA O “UN NON-ADULTO” OSSIA “NON AVEVA ESISTENZA PROPRIA IN QUANTO BAMBINO-RAGAZZO”, MA SOLO QUELL’ESIETNZA FUTURA CHE UN GIORNO SARA’ SUA DIVENTANDO’ UGUALE AD UN  ALTRO CHE E’ UN ADULTO—non è chiarissimo, ma spero qualcosa si annusi—

 

CASTEL DEL MONTE- PUGLIA–QUESTO E’ IL CASTELLO CHE SI PUO’ DIRE “COSTRUI’ ”  LUI STESSO E DOVE PIU’ AMAVA SOGGIORNARE–E’ BASATA SU LEGGI NUMERICHE, ASTROLOGICHE, CABALISTICHE CHE SA SOLO DONATELLA…E POCHI ALTRI.

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3 risposte a ORE 23:47 CARA DONATELLA, UNICA AMATA AMANTE ANCORA VIVA DI FEDERICO II DI SVEVIA CHE, SENZA IL PAPA, SUO TUTORE PERSINO!, AVREBBE DA QUEL DI’ UNIFICATO L’ITALIA…SE NON SBAGLIO FEDERICO II MUORE NEL 1250—SAREMMO AL PARI DELLE ALTRE MONARCHIE IN EUROPA, QUELLE CHE HANNO AVUTO IL FIATO LUNGO PER DIVENTARE NAZIONI DEMOCRATICHE E COLTE—PUTROPPO, ANCHE SE DI BARBERO, E’ SOLO UN SUNTO—SE USARLO COME SPUTACCHIERA…CE L’HAI! MAGARI CI PARLASSI UN PO’ DI LUI…COSI’ AFFASCINANTE UOMO DEL RINASCIMENTO DEL XII SECOLO CHE SI PROLUNGA NEL XIII…CIAO BIMBI’N , NON ABBANDONARCI TROPPO—LUNGHE PAUSE AGLI ARTISTI—MA POI SI CHE RIAFFACCINO SUL PALCO, NON TI PARE?

  1. Donatella D'Imporzano scrive:

    E’ difficile stabilire quanto di vero e quanto di costruito dalla propaganda, da entrambe le parti, ci sia nella vita di Federico II. Per alcuni aspetti ( la crudeltà con cui colpiva i nemici e lo stesso suo figlio Enrico che gli si era ribellato) era uomo del suo tempo. Fra Salimbene da Parma, un francescano prima a suo favore, poi suo acerrimo nemico, è quello che ci riferisce alcuni esperimenti, come quello dei bambini fatti crescere senza che nessuno rivolgesse a loro la parola e poi morti in tenerissima età. Sicuramente, dal suo libro sulla caccia col falcone;, si rivela una persona curiosissima della realtà, che lui vuole investigare direttamente. Nelle prime pagine afferma che è giusto seguire Aristotele, ma è ancora più giusto verificare direttamente di persona. Il suo amore per gli animali, soprattutto gli uccelli e i cavalli, è diventato proverbiale. Si circonda di studiosi, come Ruggero Bacone, che oltre che scienziato è anche astrologo ( in questo chiamare alla sua corte gli studiosi più rinomati del tempo continua una tradizione dei suoi avi normanno-siculi); tiene corrispondenza con Leonardo Fibonacci, che negli uffici doganali nel Nord-Africa si era impratichito nell’algebra e l’aveva diffusa nel “Liber Abaci”. Si scontra purtroppo col desiderio di indipendenza dei vari Comuni italiani, che non vogliono assolutamente un governo centralizzato, e con l’altrettanto assoluta volontà di predominio della Chiesa, che ritiene che il potere temporale dell’imperatore debba essere sottomesso al volere del rappresentante di Dio in terra. La sconfitta subita per opera dei parmensi avviene forse a causa del suo amore per la natura e per la caccia: si sta annoiando nel lungo assedio alla città, vicino alla quale aveva fatto costruire una vera e propria città in legno, chiamandola Vittoria. Tutto sembra tranquillo e lui, dopo avere dato gli ordini per la giornata, esce con una piccola scorta per andare a caccia. Qualcuno dalle mura di Parma ha visto tutto: gli abitanti escono in massa dalla città assediata e mettono a ferro e fuoco Vittoria ( del resto è fatta di legno). Prelevano tutto quello che possono dal tesoro reale ( allora i sovrani si portavano dietro tutto il malloppo), rubano anche il famoso libro e un nano buffone della città si traveste da re con in testa la corona, attraversando le rovine in fiamme facendo la parodia regale. Federico e i suoi si accorgono dalle fiamme e dal fumo che è avvenuto il disastro e riescono a fuggire. Del libro si ha notizia qualche anno dopo, presso un antiquario di Milano, poi più niente. Ne rimangono due copie: una alla Biblioteca Nazionale di Francia e un’altra nella Biblioteca Vaticana, che è quella migliore. Indiana Jones potrebbe andare alla ricerca dell’originale.

    • Chiara Salvini scrive:

      CICCY , le tue sono due avventurose lezioni universitarie di chi ha vissuto, da vicino, un uomo, un imperatore e un re. Ma, secondo te, le leggera’ qualcuno cose così antiche-?– che poi
      neanche antiche sono, visto l’aspetto temporale della Chiesa cioè il suo bisogno fi dominio su territori anime, ce l’abbiamo tuttora, nonostante Papa Francesco.? Per i miei ragazzi, tre con il fratello di Vale, che come tanti vivono esclusivamente nel presente (cosa che permette una spensieratezza che non ha chi si sognasse di “assumere la storia, l’analisi anche serena degli errori fatti,quale insegnamento per “cercare” di evitare di compierne sempre uguali)—Be’ per i miei ragazzi Tangentopoli vuol dire “magna che ti rimagna”, un fatto vecchio, che c’è sempre stato e sempre ci sara’—Allegria Allegria” diceva Mike Buongiorno—
      Come vorrei vedere da un buco se qualcuno leggera’ il tuo racconto su Federico II–Non è per niente facile insegnare la storia—ciao ninìn, quando sei brava, sei “troppo” brava: e’ questo che mi preoccupa…

  2. Donatella D'Imporzano scrive:

    Per quanto riguarda l’arte, si sa con certezza che il grande Nicola Pisano, in un documento relativo al pulpito di Siena del 1266 chiamato maestro Nicola di Puglia,si formò appunto in Puglia al seguito delle maestranze federiciane. Quando arriva in Toscana, Nicola, di cui non si conosce la data di nascita, è già un artista maturo ed affermato. Il pulpito di Pisa è a pianta esagonale e gli angoli della balaustra sono definiti da tre colonnette. Questa definizione così pura dello spazio trova la sua probabile origine nel cantiere di Casteldelmonte in Puglia, dove nel grande salone si ritrova lo stesso motivo di tre colonne. Nicola assumerà inoltre anche la pianta ottagonale del castello, derivata da esempi islamici, nel pulpito di Siena. Matrice islamica nei due pulpiti di Pisa e Siena hanno anche gli archi trilobati che, innestandosi sulle colonne, sostengono la balaustra. In questa rigorosa architettura, che mette bene in mostra i suoi elementi strutturali, si va ben al di là della tradizione toscana del tempo. Nelle sculture dei pulpiti e della fontana di Perugia Nicola opera un recupero dell’arte classica che probabilmente era nell’aria del tempo , ma che aveva avuto un acceleratore nel cantiere di Casteldelmonte. In Puglia fin dal secondo decennio del 1200 si era sviluppata una scultura di chiara matrice gotico-francese, favorita dalla cultura laica e sperimentale di Federico II. Il busto imperiale di Barletta ( forse l’unico più vicino alle fattezze reali dell’Imperatore), i capitelli di Troja, i telamoni e le protome umane di Casteldelmonte ne sono una testimonianza. Inoltre sappiamo che nel castello di Lucera, dove prevalentemente viveva quando non era in viaggio, Federico II aveva raccolto opere di arte classica. ( notizie prese dall’Enciclopedia Europea Garzanti alla voce ” Nicola Pisano”.

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