SERGIO RIZZO, REPUBBLICA 8 -11-2018 pag. 33 –L’ABUSIVISMO, IL GRAN PASTICCIO DEL DECRETO GENOVA CON DUE CONDONI :: A ISCHIA E CASE TERREMOTATE DELL’ITALIA CENTRALE

 

La grande bellezza delle isole dall'alto: la foto perfetta che esalta Ischia e Procida

ISOLE DI PROCIDA E DI ISCHIA

 

 

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REPUBBLICA 8 NOVEMBRE 2018 -pag. 33

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L’abusivismo

DECRETO GENOVA IL GRAN PASTICCIO DEI DUE CONDONI

Sergio Rizzo

Chi ha mai detto che a Ischia il governo gialloverde non vuole abbattere le case abusive? Niente di più falso: vogliono buttar giù non soltanto quelle abusive, ma tutte le case terremotate. Proprio tutte.

All’articolo 18 del decreto Genova appena approvato dalla Camera, norma che definisce i poteri del commissario per Ischia, è infatti comparso un emendamento, inserito nel testo come lettera f-bis, secondo cui il medesimo commissario, tenetevi forte, “coordina e realizza gli interventi di demolizione delle costruzioni interessate da interventi edilizi”. Presa questa lettera alla lettera, significa che ogni edificio per il quale viene aperto un cantiere, abusivo o regolare che sia, va spianato. A parte l’ineleganza linguistica, saranno contenti gli ischitani. Un clamoroso errore, chiaramente. Non banale: chi se n’era accorto li aveva avvertiti che la formulazione andava modificata, ma gli autori dell’emendamento (targato Movimento 5 stelle) hanno fatto spallucce. Ed ecco servito il classico pasticcio frutto di una sbalorditiva miscela fra sicumera, superficialità e ignoranza. L’errore andrà ora riparato. C’è quantomeno da augurarselo, perché è sempre più netta la sensazione che la realtà immaginata nella stanza dei bottoni coincida progressivamente meno con quella che si vede dal di fuori.

Tanto per restare al decreto Genova, i responsabili del governo insistono nel negare l’esistenza di un condono. Quando di condoni ce ne sono addirittura due. Come sottolineato più volte, il primo riguarda Ischia, con l’imposizione che tutte le domande di sanatoria ancora pendenti vengano esaminate entro sei mesi utilizzando le disposizioni del capo IV e V della legge numero 47 del 1985, che dei tre condoni nazionali è il più generoso in assoluto. Il che vuol dire permettere la regolarizzazione di immobili che mai e poi mai, dopo il 1985, sarebbero stati condonabili a causa dei vincoli paesaggistici introdotti per tutelare quell’isola meravigliosa. E consentirla, secondo alcune interpretazioni della norma, anche a costi infimi: per capirci, pagando l’equivalente in euro delle sanzioni in lire previste dalla legge di 33 anni fa. I sindaci dei comuni di Ischia colpiti dal terremoto l’hanno lasciato chiaramente intendere ai cittadini ansiosi di veder finalmente sistemate le proprie abitazioni, in tutto o in parte abusive.

Il secondo condono previsto dal decreto Genova, anche questo ripetutamente segnalato, interessa invece le abitazioni delle zone terremotate dell’Italia centrale.

Legambiente ha denunciato che con l’articolo 39-ter sarebbero sanabili in quelle aree anche gli abusi commessi fino al 2016, con la possibilità di regolarizzare grazie al piano casa di berlusconiana memoria aumenti di volumetria del 20 per cento. A cui si aggiungerebbe quell’ulteriore 5 per cento di tolleranza già concesso con il decreto sisma del luglio scorso.

Quanto gli eventuali abusi che potrebbero essere sanati abbiano ovunque contribuito ai crolli, magari pregiudicando la stessa sicurezza degli edifici, dev’essere considerato un aspetto marginale. Così come le coperture: ieri il servizio bilancio del Senato, dove il decreto Genova è arrivato, ha avanzato seri dubbi. Ma qualcuno sa fare almeno i conti?

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