GUIDO CRAINZ, IL RIMPIANTO DELLA REPUBBLICA, REPUBBLICA DEL 19 AGOSTO 2019

 

 

REPUBBLICA DEL 19 AGOSTO 2019

https://rep.repubblica.it/pwa/commento/2019/08/19/news/il_rimpianto_della_politica-233938404/

 

 

 

Il rimpianto della politica

Serve un processo profondo di rifondazione del sistema politico e del Paese

 

 

DI GUIDO CRAINZ

 

No, non ci sono precedenti ai giorni che stiamo vivendo né a quelli che li hanno immediatamente preceduti. Nella storia della Repubblica non ci sono momenti segnati da un’alleanza così innaturale come quella fra M5S e Lega, e poi dal suo scomposto implodere. Né si era mai visto un vicepremier chiedere «pieni poteri» a future urne mostrando al tempo stesso un colossale disprezzo della Costituzione e una totale ignoranza istituzionale.

Siamo davvero al Big Bang del sistema politico italiano, come ha scritto Ezio Mauro, e guardare all’indietro ci fa comprendere quanto sia profondo il fossato da colmare. Non troveremmo certo qualche precedente nella storia della “prima Repubblica” (un dì vituperata e oggi molto rimpianta), scandita dal confrontarsi e dallo scontrarsi di solide culture politiche. Aveva radici qui il succedersi delle sue principali stagioni — centrismo, centrosinistra, “solidarietà nazionale”, pentapartito-, e questo stesso succedersi segnalava la tensione fra l’evoluzione e l’involuzione del nostro sistema politico e della nostra società. Gli stessi momenti “anomali” ponevano in luce i momenti di frizione più gravi, e talora drammatici, all’interno di questo percorso. Si pensi ai tentativi di impedire l’avvio del centrosinistra (in particolare con il governo Tambroni, sostenuto dai neofascisti, nel 1960) o di minarlo poi in profondità: dal “rumor di sciabole” del generale De Lorenzo nell’estate del 1964 alla “strategia della tensione” inaugurata cinquant’anni fa dalla strage di piazza Fontana (e sull’onda di quella torbida pressione il centrosinistra lasciò per breve tempo il campo a un centrodestra andreottiano). Solo culture politiche solide permisero alla Repubblica di resistere ad attacchi gravissimi e talora “oscuri” (ma spesso chiarissimi nelle loro radici interne e internazionali). E le permisero di dare risposte alte alla propria crisi quando, fra il 1992 e il 1994, il vecchio sistema dei partiti affondò: si ricordino i governi guidati allora da Giuliano Amato e da Carlo Azeglio Ciampi.

È questa storia che oggi è drammaticamente assente, senza eredi possibili e senza più la capacità di parlare al nostro presente. Certo, ad essa diede i primi colpi di piccone l’irrompere del populismo berlusconiano e di una più generale “destra smoderata” ma i contorni delle differenti e opposte parti erano comunque riconoscibili. Le “anomalie” che pur vi furono, anche in questo caso, segnalarono soprattutto l’incerto avvio della nuova fase (nacque allora il governo Dini) o il suo declino, con l’assoluta necessità di portare in salvo un Paese messo a rischio dall’irresponsabilità del centrodestra berlusconian-leghista (nacque così il governo Monti). Venne poi la “non vittoria” bersaniana, con l’incapacità del centrosinistra di ripensarsi e di rifondarsi. E venne l’irrompere di un M5S che voleva «aprire il parlamento come una scatoletta di tonno» e che è stato messo a nudo nella sua pochezza (“aperto”, se volete) dal primo demagogo di destra che si è trovato sulla strada.

Uno scenario davvero senza precedenti, e guardare all’indietro ci fa comprendere quanto sia profondo il processo di rifondazione del sistema politico e del Paese che oggi è necessario: in un panorama ancora segnato in tutta Europa dagli sconvolgimenti indotti dalla crisi internazionale del 2008 e messo sempre più a rischio da differenti ma convergenti pulsioni sovraniste e illiberali. Ha ragione Romano Prodi, per opporsi a derive così gravi e così inedite sono necessari “congressi” reali, processi reali di rifondazione della politica. È francamente impensabile che possa accadere nel mondo a 5 Stelle, e sono flebili le speranze che possa realmente avvenire in un Pd privo da tempo di un progetto di futuro. Un Pd che da un lato annuncia una “Costituente delle idee” sin qui impalpabile e dall’altro si avvita in antiche e nuove divisioni interne. La divinità acceca chi vuol mandare in rovina, certo, ma la rovina oggi riguarda tutti noi.

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1 risposta a GUIDO CRAINZ, IL RIMPIANTO DELLA REPUBBLICA, REPUBBLICA DEL 19 AGOSTO 2019

  1. Donatella scrive:

    Occorrerebbe una nuova alleanza tra le forze politiche che vogliono davvero suscitare le migliori energie degli italiani. Dopo la minacciosa esperienza della Lega al governo, dovrebbe rinascere, dalla forza ottimistica per lo scampato pericolo, una solidarietà nazionale vera. Potrebbe essere un momento da cogliere al volo per la parte politica sana dell’Italia.

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