MICHEL LEIRIS, CARABATTOLE — Nue, Einaudi 1998 — Ritratto di Leiris di Francis Bacon –+ Andrea Cortelessa, Parole come brecce per filtrare il mondo –Il Manifesto 15 agosto 2012

 

 

*** torneremo sul libro ” Carabattole “.. se riusciamo–

 

Copertina del libro Carabattole di Michel Leiris

 

 

Il libro

“Avaro di me stesso quanto può esserlo un bifolco dei propri soldi; incatenato dalla paura; reticente in amore; felice di recitare la parte del torero, ma senza mai trovarmi di fronte a un toro vero, e quella del don Giovanni, ma senza conquiste nè sfide al Commendatore; ormai dotato di esistenza solo negli scritti, e sempre intento a formulare sentenze che hanno il tono remoto delle parole supreme, quasi che le mie dita fossero già serrate dal guanto di pietra della morte”. Così scrive di sé Michel Leiris in “Carabattole”, libro-confessione. Un meticoloso scandaglio di memorie, accanto al “percorso ufficiale” degli eventi, si dispiega in un “cammino sotterraneo alla ricerca dell’immoralità e della mediocrità del protagonista. Un percorso di verità fra esperienza, riflessione analitica e identificazione emotiva che assume carattere paradigmatico dell’uomo novecentesco. Secondo libro della “regola del gioco”, cioé del ciclo autobiografico complessivo, “Carabattole” ne è forse il momento più alto e coinvolgente, rievocando soprattutto gli anni dell’adolescenza e giovanili: la passione per le corse dei cavalli e i giochi di ruolo di Leiris ragazzo, prefigurazioni del desiderio per un destino di “cadetto”, il gusto estetico del secondo arrivato. E poi la vita militare in Africa del Nord, l’apprendistato a una guerra finta (ancora una tauromachia senza toro), e infine il grande amore per la prostituta Khadigia. Il primato del linguaggio in letteratura, il sogno e l’eros come momenti di rivelazione esistenziale e poetica, l’interesse per il mito e il sacro, lo studio delle civiltà primitive.

 

 

 

 

 

Babel Web Anthology :: The page of Leiris, Michel, French biography

Le blog de Fabien Ribery

 

Esprit de Leiris, es-tu là ?

Le Point

 

 

RITRATTO DI MICHEL LEIRIS

 

indefinito

Ritratto di Michel Leris- 1976

 

 

 

IL MANIFESTO  15 AGOSTO 2012
https://ilmanifesto.it/archivio/2003201361

 

 

 

Parole come brecce per filtrare il mondo

 

Con stoicismo da palombaro Michel Leiris per mezzo secolo scandagliò il mare fondo dentro di sé nella certezza dello scacco. Dodicesima puntata del ciclo su opere e personaggi del ‘900 da riprendere oggi

 

 

Andrea Cortellessa

«Ci sono momenti che si possono chiamare di crisi e che sono i soli che contino in una vita. Sono momenti in cui il fuori sembra rispondere all’improvviso all’intimazione che gli lanciamo dal dentro, in cui il mondo esterno si apre perché tra lui e il nostro cuore si stabilisca una subitanea comunicazione. Ho alcuni ricordi di questo genere nella mia vita e tutti si collegano ad eventi apparentemente futili e, se vogliamo, gratuiti». Così scrive il ventottenne Michel Leiris sul quarto numero di Documents, la rivista fondata in quello stesso 1929 dall’amico Georges Bataille, della quale è redattore. Sta scrivendo di uno scultore suo coetaneo che nessuno conosce, un artista le cui figure gli sembrano evocare, appunto, «quei minuti inauditi che ci fanno delirare». L’artista si chiama Alberto Giacometti, e con quelle poche righe (che si leggono, presentate da Catherine Maubon, nel numero 11 di «Riga» a lui dedicato nel ’96) inizia un’avventura, quella di Leiris scrittore d’arte (ché «critica», davvero, si fatica a chiamarla), da indicare forse come l’episodio maggiore nella lotta con l’angelo che la letteratura moderna ha intrattenuto con le immagini dell’arte (si veda la bella monografia di Stefania Zuliani: Michel Leiris, lo spazio dell’arte, Liguori 2002).

 

Cerimoniali rigorosi


I suoi artisti d’elezione resteranno artisti-lottatori (Masson, Picasso, soprattutto Bacon) e in generale una lotta – contro la sterilità, il silenzio, in definitiva la morte – sarà sempre per lui la scrittura. Una lotta all’ultimo sangue, che tortura oscenamente chi vi si cimenta, ma regolata da una serie allucinatoria di contraintes ( sforzi, costrizioni .. ) : tali da trasformarla in un rituale, un cerimoniale oscuro quanto rigoroso. Non a caso Leiris potrà paragonarla – nella premessa alla sua prima opera compiuta, Età d’uomo – alla tauromachia. Scrivere vuol dire ferire e farsi ferire; aprirsi al pericolo dell’esistenza ma anche su di essa avventarsi con fredda ferocia, con panneggi curiali e lame corrusche: l’eros, in Età d’uomo, verrà associato a un «orrore sacro», un’«impressione di pietrificazione e di membra fracassate». Ancora una volta sono state delle immagini-reagente, penetrate a spaventosa profondità oltre gli schermi della coscienza, a fissare una volta per tutte questo correlativo micidiale: la Giuditta e la Lucrezia di Cranach, a partire dalle quali Leiris organizza il racconto della propria esistenza – nel libro scritto fra il ’30 e il ’35 ma pubblicato solo nel 1939 – come fantasmagoria ossessiva del complesso di castrazione.

Quella degli anni Trenta è la svolta decisiva. Sino all’incontro con Bataille, Leiris è stato un surrealista di stretta osservanza. I suoi primi, fragili libelli (Simulacre, Glossaire, Le Point Cardinal, sino a un romanzo surrealista in piena regola, Aurora, pubblicato solo nel ’46) sono pannelli di pochi versi o esili prose oniriche alle quali attribuiva «un valore d’oracolo» – ricorda in Età d’uomo – costruendosi attorno un circolo allucinatorio che lo conduce al limite della follia. Due le vie d’uscita: da un lato la psicoanalisi, usata non più come tavolozza di effetti speciali ma come terapia concreta, dall’altro la più topica delle «fughe», nell’Altrove africano.

Che però, col suo tipico oltranzismo rigoristico, affronta con studi severi all‘Institut d’Ethnologie, sotto la guida del grande Marcel Mauss, sino ad aggregarsi nel ’31, in qualità di secrétaire-archiviste, alla grande spedizione di ricerca Dakar-Gibuti.

L’incontro dell’etnografia al suo massimo livello scientifico, e delle arti moderne al loro massimo grado di provocazione, era stato del resto l’intento di Bataille con Documents. E alla rivista avevano collaborato, fianco a fianco, i più agguerriti transfughi del movimento surrealista e i più brillanti ricercatori dell’Institut. Come ha scritto James Clifford (in I frutti puri impazziscono, Bollati Boringhieri 1993), sin dal titolo la rivista si poneva come «una sorta di esposizione etnografica d’immagini, testi, oggetti, etichette, un divertito museo che raccoglie e, nello stesso tempo, riclassifica i suoi esemplari». L’insegna è quella dell’eteroclito: «collezione perversa» più somigliante al vecchio Trocadéro (che i parigini si divertivano a visitare come museo d’arte varia, se non proprio baraccone da fiera) che al nuovo Musée de l’Homme del Palais de Chaillot, concepito con criteri rigorosamente scientifici per l’Expo del ’37 (dove dall’anno seguente Leiris trovò impiego come ricercatore, restandovi sino al ’71).

 

 

Un «récit» eversivo


Condotta dal maggior allievo di Mauss, Marcel Griaule, la spedizione Dakar-Gibuti viene oggi ricordata come la fondazione dell’antropologia moderna.

Per Leiris, invece, fu un mezzo disastro. Il resoconto di quel viaggio – uscito a caldo da Gallimard col titolo L’Africa fantasma -, che doveva essere insieme il vero esordio letterario e l’inizio d’una brillante carriera accademica, riuscì – sintetizza Clifford – «un mostro». Uno zibaldone di minutissime annotazioni private, racconti di sogni, brandelli di racconto: per cinquecento pagine Leiris ci parla, anziché degli africani, di sé. Tanto eversivo come récit etnografico che la dedica, all’«amico Marcel Griaule», l’amico pretese venisse cancellata a partire dalla seconda edizione: fu allora che le strade dell’avanguardia e quelle dell’antropologia si divisero (anche se a ben vedere quel testo di Leiris anticipa molta antropologia contemporanea: dall’autoanalisi partecipativa alla descrizione «densa», o «intensiva», dei fenomeni osservati).

Sta di fatto che è col libro-monstre del ’34 che Leiris incontra quelli che saranno il suo argomento (lo sguardo ossessivamente trincerato sul proprio io) e il suo metodo di base (di tipo archivistico, basato su schede – fiches – variamente ricombinate). E sarà facendo ricorso al lessico dell’antropologia (Rudolf Otto) e della psicoanalisi (il Freud della Psicopatologia della vita quotidiana) che nel ’38 dà insieme il suo maggior contributo a un’intrapresa che lo vede tiepido partecipante (il Collège de Sociologie di Bataille e Roger Caillois) e la pietra d’angolo di quella che, di lì in avanti, diverrà l’opera della sua vita.

La conferenza tenuta l’8 gennaio 1938 sul Sacro nella vita quotidiana contiene infatti le «regole» di quella che si chiamerà La Règle du jeu: la ricerca «di certi fatti di linguaggio, di parole ricche in sé di prolungamenti, o di parole mal ascoltate o lette male che scatenano a un tratto una sorta di vertigine nel momento in cui ci si rende conto che non sono ciò che si era fino allora creduto» (l’ouverture di Biffures – titolo che evoca insieme la «cancellatura» e la «biforcazione» – varierà musicalmente l’eco della pseudo-parola reusement, pronunciata nello scoprire che un certo soldatino di piombo fatto cadere per maladresse, heureusement, «fortunatamente» non s’era rotto). Parole-«chiave» che «aprono» il linguaggio e l’esistenza: parole-«breccia» che «lasciano passare un mondo di rivelazioni».

 

Perforazioni laser


I quattro densissimi volumi della Règle du jeu, ai quali Leiris attenderà dal 1940 al 1976 (il primo, Biffures, esce nel ’48; i successivi, Fourbis, Fibrilles e Frêle Bruit, a distanza d’un decennio circa l’uno dall’altro) rispondono appunto a questo metodo. Le brecce (Brisées s’intitolerà, nel ’66, la sua prima ed eteroclita e splendida raccolta di saggi) nell’esistenza, i momenti di crisi inseguiti già nel ’29, sono ricercati ora nel tessuto vivente della lingua. La vita stessa è in sé scrittura, e non solo perché da un certo momento in avanti (con gioco di specchi che può ricordare L’ultimo nastro di Krapp beckettiano) le cose della vita si riducono quasi solo all’attività di raccontarla (è questo per esempio il tema di Fibrilles, molto più che il tentato suicidio del ’57); ma proprio perché gli atti di vita seguono sempre di più «gli àpriti-sesamo, le perforazioni laser compiute dalle catene dei significanti» (come dice un coinvoltissimo Zanzotto).

Quel vissuto che in Età d’uomo era stato scomposto e ricomposto secondo una logica «figurativa», di matrice sostanzialmente tematica, ora viene sussunto a una credenza «cratilica» (quella che, smentendo il principio saussuriano dell’arbitrarietà del linguaggio, connette causalmente i significati ai significanti) ed esplode – è ancora Zanzotto a parlare – «attraverso paronomasie, sinestesie, omonimie, intarsi, incastri, cicatrizzazioni, disseminazioni, inseminazioni (…) come in un eterno caleidoscopio». Del resto, già ai tempi di Documents aveva scritto Leiris che «non solo il linguaggio, ma tutta la vita intellettuale si fonda su un gioco di trasposizioni, di simboli che si possono definire metaforici». Lacan è lì a un passo.

 

Intermittenze del cuore


Un caleidoscopio, dice Zanzotto della Règle du jeu (a un «fotomontaggio» aveva paragonato il suo autoritratto il Leiris di Età d’uomo). Una volta Roland Barthes (nella conferenza del ’78 raccolta nel Brusio della lingua) ha usato un’immagine simile per dar conto della «disorganizzazione» del Tempo nella Recherche proustiana. E davvero Leiris pare il più conseguente continuatore novecentesco della lezione di Proust. Gli stessi momenti di crisi, i momenti-breccia, assomigliano da vicino alle intermittenze della Recherche (in particolare a come venivano lette dagli esistenzialisti).
Una lezione che viene da Leiris estremizzata e, insieme, clamorosamente tradita. Non solo l’ordine temporale viene bandito dall’autobiografia, costruita secondo correspondances musicali e insomma poetiche, ma la stessa Règle du jeu sembra prendere le mosse dalla conclusione del Temps retrouvé: laddove Marcel inciampa sul pavé di Palazzo Guermantes, scatenando l’ultima intermittenza del cuore, è per una maladresse del piccolo Michel se cade il soldatino che innesca il vortice di Biffures.

 

Flebili rumori


Non solo: la sintassi della Règle du jeu abbandona la plastica, olimpica, bizzarramente severa freddezza di Età d’uomo per farsi «proustiana», con «periodi ampi che coinvolgono tutto confortevolmente nelle loro lanose o lattee armonie, periodi che entrano nel dolcemente denso, nel prelibato, nella memoria-colata in cui emergono di continuo bollicine o chicchi sapidissimi, o biscottini fatati» (ancora Zanzotto, ovvio).
Eppure, lo si diceva, da Leiris Proust viene anche tradito. E non solo perché alla sua lezione si combina quella di Raymond Roussel (amico di famiglia – era datore di lavoro del padre di Leiris, agente di cambio), la gelida e micidiale macchina paranomastica spiegata postuma, nel ’35, da Comment j’ai écrit certains de mes livres.

Il fatto è che il caleidoscopio di Proust, agitato con sovrana maestria dall’artefice, alla fine dei sette volumi della Recherche lascia deporre i suoi frammenti e ci permette, così, di ritrovare il Tempo assieme a lui. Che ne esce trionfante. Mentre la Règle du jeu, dopo aver annunciato che il suo ultimo volume s’intitolerà Fibules, e che in questi «fermagli (…) bisognerà che il tutto combaci», (non) si conclude con il «rumore flebile» di Frêle Bruit: dove pervengono «del tutto liberamente poesie e prose o brevi o lunghe, annotazioni diaristiche e saggi ampli e articolati, in una frantumazione che ripresenta in un solo luogo tutti i suoi modi di produzione» (Ivos Margoni). E dove il senso di sconfitta e d’impotenza, tipico del suo autore, sprofonda al suo nadir.

Se un orizzonte di senso, circa l’esistenza, non può essere conseguito (tanto è vero che il vecchio Leiris si ostinerà ancora a scrivere di sé, con Le Ruban au cou d’Olympia e Langage Tangage), forse è sotto un ordine squisitamente letterario e autoreferenziale che Frêle Bruit chiude i conti con la lunga parabola del suo autore: appunto mettendo assieme – in un fuoriformato di proporzioni pazzesche – tutti i generi da lui impiegati, nei decenni, nell’interminabile inseguimento di se stesso.

 

Il successo e il rischio


Si spiega per eccesso di pregnanza l’oblio in cui, almeno da noi, è caduto questo gigante del Novecento. Che molto avrebbe da insegnare nel tempo in cui, sino a farsi inopinatamente quasi mainstream, è stata codificata (da Serge Doubrovsky in termini squisitamente leirisiani: «al di fuori del buonsenso e della sintassi del romanzo – sia esso di forma tradizionale o innovativa: agnizioni, filiere verbali, allitterazioni, assonanze, dissonanze, écriture prima o dopo la letteratura, concreta, come si dice nel linguaggio musicale. O ancora, sua autofrizione onanistica, paziente e fiduciosa: che vorrebbe una buona volta farci partecipare, alla fine, al suo piacere») un’idea di scrittura in sé certo non banale come l’autofiction.
In Contro l’interpretazione, recensendo nel 1964 Età d’uomo, Susan Sontag paragonava la «lacerazione e la messa a nudo dell’io» di Leiris a quella di Norman Mailer. Due autori che apparivano a lei stessa antitetici: «Mailer, in fondo, nei suoi scritti si preoccupa più del successo che del rischio: il rischio è soltanto un mezzo per arrivare al successo. A Leiris come scrittore invece il successo non interessa». Com’è ovvio (anche Mailer è uno scrittore vero) non si sta parlando, beceramente, del successo commerciale: ma appunto del successo metafisico, diciamo proustiano, nella conquista di sé. Figurarsi se oggi qualcuno potrebbe avere la pazienza eroica, il vero e proprio stoicismo da palombaro col quale per mezzo secolo Leiris ha scandagliato il mare fondo dentro di sé.

Soprattutto parrebbe non meno che inconcepibile, oggi, che per operare un tale scandaglio – senza garanzie di successo, e anzi nell’assoluta certezza dello scacco – possa (o debba) essere mobilitato un simile esercito di paraphernalia retorici e linguistici.
Non riveste alcun pregio, oggi, il tesoro di Leiris. La perla che alla fine ha trovato, in fondo al mare di sé, non è affatto l’oggetto che s’era prefisso per la sua ricerca – un qualche ignoto tesoro sommerso, prezioso al punto di tutto spiegare e tutto giustificare. Quello che ha scoperto Michel Leiris, al contrario, è che l’unica vera ricompensa, al fondo dell’immersione, è il mare di parole attraversate per raggiungerlo.

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video, 1h 30 min. — 13 maggio 2025 — LA NOTTE DELL’OCCIDENTE — Guerre e crisi delle democrazie europee —- Università La Sapienza di Roma–introduce la storica Michela Ponzani — segue LUCIO CARACCIOLO — 19 ° min. –+++ PUTIN, Il testo ufficiale del discorso del presidente della Federazione russa alla Duma a un anno dall’invasione militare dell’Ucraina.

 

 

 

**** dà molte notizie, magari non fondamentali, ma che cambiano il nostro panorama : esempio– ” La Groenlandia è già americana, esattamente dal 1940 “

 

 

 

Quelli che stiamo attraversando sono anni di profonde crisi volte a minare l’edificio delle nostre democrazie. Tensioni interne, polarizzazioni e crisi di rappresentanza si intrecciano con le conseguenze di conflitti e guerre che non solo segnano il nostro tempo, ma gettano ombre sulla stabilità internazionale. Il 2025 sarà un anno cruciale per l’esistenza della democrazia liberale, così come l’abbiamo conosciuta, così come l’abbiamo costruita sulle macerie della Seconda guerra mondiale. E’ un grande piacere per l’Ateneo promuovere eventi di questo tipo, in sinergia con partner e ospiti di grande livello culturale. Così il Rettore Bruno Botta.

 

 

 

 

 

 

 

per chi volesse leggere :

 

IL MANIFESTO DEL 22 FEBBRAIO 2025

https://ilmanifesto.it/la-versione-di-putin-loccidente-ha-iniziato-la-guerra

 

La versione di Putin: “L’Occidente ha iniziato la guerra”.- 22 febbraio 2023 ( un anno dopo l’invasione )

 

 

foto putin discorso

Il discorso di Putin alla Duma – Sergey Karpukhin, Tass

 

 

Testo ufficiale fornito dal Cremlino – traduzione dal russo automatica editata.

 

Cari deputati dell’Assemblea federale – senatori, deputati della Duma di Stato!

Cari cittadini della Russia!

Con il discorso di oggi, parlo in un momento difficile per il nostro paese, in un periodo di cambiamenti cardinali e irreversibili in tutto il mondo, di eventi storici importanti che determinano il futuro del nostro paese e del nostro popolo, quando ognuno di noi ha un’enorme responsabilità.

Un anno fa, al fine di proteggere le persone nelle nostre terre storiche, per garantire la sicurezza del nostro paese, per eliminare la minaccia rappresentata dal regime neonazista che si è sviluppato in Ucraina dopo il colpo di stato del 2014, è stato deciso di condurre un’operazione militare speciale. E risolveremo i compiti che affrontiamo passo dopo passo, con attenzione e coerenza.

Dal 2014, il Donbass ha combattuto, difeso il diritto di vivere sulla propria terra, parlare la loro lingua madre, ha combattuto e non si è arreso in condizioni di blocco e bombardamento costante, di odio non mascherato dal regime di Kiev, ha creduto e ha aspettato che la Russia sarebbe venuta in soccorso.

Nel frattempo – e lo sapete bene – abbiamo fatto tutto il possibile, davvero tutto il possibile per risolvere questo problema con mezzi pacifici, negoziato pazientemente una via d’uscita pacifica da questo conflitto difficilissimo.

Ma uno scenario completamente diverso era in fase di preparazione alle nostre spalle.

Le promesse dei governanti occidentali, le loro assicurazioni del desiderio di pace nel Donbass si sono trasformate in, come ora vediamo, una falsificazione, una bugia crudele. Hanno solo preso tempo, agganciati, hanno chiuso un occhio sugli omicidi politici, sulla repressione del regime di Kiev contro gli indesiderabili, sulla presa in giro dei credenti e incoraggiato i neonazisti ucraini alle azioni terroristiche nel Donbass. Le accademie e le scuole occidentali addestrarono ufficiali di battaglioni nazionalisti e fornirono armi.

E voglio sottolineare che anche prima dell’inizio dell’operazione militare speciale, Kiev e l’Occidente stavano negoziando sulla fornitura di sistemi di difesa aerea, aerei da combattimento e altre attrezzature pesanti all’Ucraina. Ricordiamo anche i tentativi del regime di Kiev di ottenere armi nucleari, perché ne abbiamo parlato pubblicamente.

Gli Stati Uniti e la NATO hanno rapidamente schierato le loro basi dell’esercito, biolaboratori segreti vicino ai confini del nostro paese, durante le manovre hanno padroneggiato il teatro delle future ostilità, hanno preparato il regime di Kiev sotto il loro controllo, la loro Ucraina schiava per una grande guerra.

E oggi lo ammettono – lo ammettono pubblicamente, apertamente, senza esitazione. Sembrano essere orgogliosi, si dilettano nel loro tradimento, definendo sia gli accordi di Minsk che il “formato della Normandia” una performance diplomatica, un bluff. Si scopre che tutto il tempo in cui il Donbass bruciava, quando il sangue scorreva, quando la Russia sinceramente – voglio sottolineare questo – stava sinceramente lottando per una soluzione pacifica, giocavano sulla vita delle persone, giocavano, infatti, come si dice in circoli famosi, con carte truccate.

Questo disgustoso metodo di inganno è stato provato molte volte prima. Si sono comportati in modo altrettanto spudorato, doppio, distruggendo la Jugoslavia, l’Iraq, la Libia, la Siria. Da questa vergogna non saranno mai lavati via. I concetti di onore, fiducia, decenza non fanno per loro.

Nei lunghi secoli di colonialismo, diktat, egemonia, si sono abituati a farsi concedere tutto, si sono abituati a sputare sul mondo intero. Si è scoperto che trattano i popoli dei loro paesi con lo stesso disprezzo. Dopotutto, li hanno ingannati cinicamente o li hanno ingannati con favole sulla ricerca della pace, sull’adesione alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sul Donbass. In effetti, le élite occidentali sono diventate un simbolo di bugie totali senza principi.

Difendiamo fermamente non solo i nostri interessi, ma anche la nostra posizione secondo cui nel mondo moderno non dovrebbe esserci divisione nei cosiddetti paesi civili e tutto il resto, che è necessaria una partnership onesta, che in linea di principio neghi qualsiasi azione aggressiva.

Siamo stati aperti, sinceramente pronti per un dialogo costruttivo con l’Occidente, abbiamo detto e insistito sul fatto che sia l’Europa che il mondo intero avevano bisogno di un sistema di sicurezza indivisibile uguale per tutti gli Stati, e per molti anni abbiamo suggerito ai nostri partner di discutere insieme questa idea e lavorare su di esso. Ma in risposta, hanno ricevuto una reazione indistinta o ipocrita. Si tratta di parole. Ma ci sono state anche azioni specifiche: l’espansione della NATO ai nostri confini, la creazione di nuove aree per la difesa missilistica in Europa e in Asia.

Nessun paese al mondo ha tante basi militari all’estero come gli Stati Uniti d’America. Ce ne sono centinaia, voglio sottolinearlo, centinaia di basi in tutto il mondo, l’intero pianeta è disseminato, basta guardare la mappa.

Il mondo intero ha visto come si ritirano dagli accordi fondamentali nel campo degli armamenti, compreso il trattato sui missili a corto e medio raggio, strappando unilateralmente gli accordi fondamentali che mantengono la pace mondiale.

Infine, nel dicembre 2021, abbiamo presentato ufficialmente la bozza di accordi di garanzia della sicurezza agli Stati Uniti e alla NATO. Ma in tutte le posizioni chiave e fondamentali per noi, hanno ricevuto, infatti, un rifiuto diretto. Quindi è finalmente diventato chiaro che era stato dato il via libera all’attuazione di piani aggressivi e che non si sarebbero fermati.

 

Foto della platea del discorso di Putin a un anno dall'invasione del Cremlino

La platea del discorso di Putin a un anno dall’invasione del Cremlino, foto ufficio stampa Cremlino

 

La minaccia sta crescendo, e ogni giorno. Le informazioni in arrivo non lasciavano dubbi sul fatto che entro febbraio 2022 tutto fosse pronto per un’altra sanguinosa azione punitiva nel Donbass, contro la quale, lasciatemelo ricordare, il regime di Kiev ha lanciato artiglieria, carri armati e aerei nel 2014.

Ricordiamo tutti bene le immagini in cui sono stati effettuati attacchi aerei su Donetsk, sono stati effettuati attacchi aerei non solo su di essa, ma anche su altre città. Nel 2015, hanno nuovamente tentato un attacco diretto al Donbass, continuando il blocco, i bombardamenti e il terrore contro i civili. Tutto ciò, permettetemi di ricordarvi, contraddiceva completamente i documenti e le risoluzioni pertinenti adottati dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, completamente: tutti facevano finta che non stesse accadendo nulla.

Voglio ripeterlo: sono stati loro a scatenare la guerra, e noi abbiamo usato la forza e la usiamo per fermarla.

Coloro che pianificarono un nuovo attacco a Donetsk, Donbass e Luhansk capirono chiaramente che il prossimo obiettivo era un attacco alla Crimea e Sebastopoli. E ora anche a Kiev si parla apertamente di piani di così vasta portata.

Proteggiamo la vita delle persone, la nostra stessa casa. E l’obiettivo dell’Occidente è il potere illimitato. Ha già speso più di 150 miliardi di dollari per aiutare e armare il regime di Kiev. Per fare un confronto: secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, i paesi del G7 hanno stanziato circa 60 miliardi di dollari nel 2020-2021 per aiutare gli stati più poveri del mondo. Comprensibile, vero? Per la guerra ,150. E dove sono tutti i discorsi sulla lotta alla povertà, sullo sviluppo sostenibile, sull’ambiente? Dove va tutto? Dov’è andato tutto? Allo stesso tempo, il flusso di denaro per la guerra non diminuisce. Inoltre, non risparmiano spese per incoraggiare disordini e sconvolgimenti in altri paesi, e ancora in tutto il mondo.

In una recente conferenza a Monaco, ci sono state infinite accuse contro la Russia. Si ha l’impressione che ciò sia stato fatto solo perché tutti dimenticassero ciò che il cosiddetto Occidente ha fatto negli ultimi decenni. E sono stati loro a far precipitare intere regioni nel caos.

Secondo gli stessi esperti americani, a seguito delle guerre – voglio richiamare l’attenzione su questo: non ci siamo inventati queste cifre, le danno gli stessi americani – che gli Stati Uniti hanno scatenato dopo il 2001, quasi 900mila persone sono morte, più di 38 milioni sono diventate profughi. Ora vogliono solo cancellare tutto questo dalla memoria dell’umanità, fanno finta che non sia successo niente. Ma nessuno al mondo l’ha dimenticato e non lo dimenticherà.

Nessuno di loro considera vittime umane e tragedie, perché, ovviamente, sono in gioco trilioni e trilioni di dollari; la capacità di continuare a derubare tutti; con il pretesto di parole sulla democrazia e le libertà, per diffondere valori neoliberisti e intrinsecamente totalitari; appendono etichette a interi paesi e popoli, insultano pubblicamente i loro leader; reprimono il dissenso nei propri paesi creando l’immagine di un nemico, distogliendo l’attenzione della gente dagli scandali di corruzione, dai crescenti problemi e contraddizioni interne economiche, sociali, interetniche.

Permettetemi di ricordarvi che negli anni ’30 del secolo scorso l’Occidente ha effettivamente aperto la strada ai nazisti al potere in Germania. E ai nostri tempi, hanno iniziato a creare un fronte “anti-Russo” in Ucraina. Il progetto in realtà non è nuovo. Le persone che sono almeno un po ‘immerse nella storia lo sanno perfettamente: questo progetto risale al XIX secolo, è stato coltivato nell’impero austro-ungarico, in Polonia e in altri paesi con un unico obiettivo: strappare questi territori storici , che oggi si chiamano Ucraina, dal nostro paese. Ecco cos’è questo obiettivo. Non c’è niente di nuovo, nessuna novità, tutto si ripete.

Oggi l’Occidente ha accelerato l’attuazione di questo progetto sostenendo il colpo di stato del 2014. Dopotutto, il colpo di stato è sanguinoso, antistatale, anticostituzionale: come se nulla fosse accaduto, come se fosse necessario, hanno persino riferito quanti soldi avevano speso per questo. La russofobia, il nazionalismo estremamente aggressivo, è stata posta nella base ideologica.

Di recente, una delle brigate delle forze armate ucraine è stata chiamata “Edelweiss”, come la divisione nazista, che ha partecipato alla deportazione di ebrei, l’esecuzione di prigionieri di guerra, in operazioni punitive contro i partigiani di Jugoslavia, Italia, Cecoslovacchia e Grecia. I marchi di identificazione della Wehrmacht della Germania nazista sono applicati ai veicoli corazzati ucraini.

I neonazisti non nascondono di chi si considerano eredi. È sorprendente che in Occidente nessuno dei poteri costituiti se ne accorga. Perché? Perché a loro, scusatemi per le cattive maniere, non importa. Non importa su chi scommettere nella lotta contro di noi, nella lotta contro la Russia. L’importante è che combattano contro di noi, contro il nostro Paese, il che significa che tutti possono essere usati, sia terroristi che neonazisti.

Il progetto “anti-Russia” rientra infatti in una politica revanscista nei confronti del nostro Paese, per creare focolai di instabilità e conflitti proprio ai nostri confini. E poi, negli anni ’30 del secolo scorso, e ora il piano è lo stesso: dirigere l’aggressione a est, accendere una guerra in Europa, eliminare i concorrenti per procura.

Non siamo in guerra con il popolo ucraino, ne ho già parlato tante volte. Lo stesso popolo ucraino è diventato un ostaggio del regime di Kiev e dei suoi padroni occidentali, che hanno effettivamente occupato questo paese in senso politico, militare, economico, distrutto l’industria ucraina per decenni e saccheggiato le risorse naturali. Il risultato naturale è stato il degrado sociale, un colossale aumento della povertà e della disuguaglianza. E in tali condizioni, ovviamente, è facile raccogliere materiale per operazioni militari. Nessuno pensava alle persone, erano preparate per il massacro e alla fine si trasformarono in materiali di consumo. È triste, è solo spaventoso parlarne, ma è un dato di fatto.

La responsabilità dell’incitamento al conflitto ucraino, dell’escalation, dell’aumento del numero delle sue vittime ricade interamente sulle élite occidentali e, ovviamente, sull’attuale regime di Kiev, per il quale il popolo ucraino è, di fatto, un estraneo. L’attuale regime ucraino non serve interessi nazionali, ma interessi di paesi terzi.

L’Occidente sta usando l’Ucraina sia come ariete contro la Russia che come campo di addestramento. Non mi soffermerò ora sui tentativi dell’Occidente di invertire la tendenza delle ostilità, sui loro piani per aumentare le forniture militari: tutti lo sanno già bene. Ma una circostanza dovrebbe essere chiara a tutti: più i sistemi occidentali a lungo raggio arriveranno in Ucraina, più saremo costretti ad allontanare la minaccia dai nostri confini. È naturale.

Le élite occidentali non nascondono il loro obiettivo: infliggere – come si suol dire, questo è un discorso diretto – “la sconfitta strategica della Russia”. Cosa significa? Per noi cos’è? Questo significa finire con noi una volta per tutte, cioè intendono trasferire un conflitto locale in una fase di confronto globale. Questo è esattamente il modo in cui comprendiamo tutto questo e reagiremo di conseguenza, perché in questo caso stiamo parlando dell’esistenza del nostro Paese.

Ma anche loro non possono non essere consapevoli che è impossibile sconfiggere la Russia sul campo di battaglia, quindi stanno conducendo attacchi informativi sempre più aggressivi contro di noi. Prima di tutto, ovviamente, come target vengono scelti i giovani, le giovani generazioni. E anche qui mentono costantemente, distorcono i fatti storici, non fermano gli attacchi alla nostra cultura, alla Chiesa ortodossa russa e ad altre organizzazioni religiose tradizionali del nostro paese.

Guarda cosa stanno facendo con i loro stessi popoli: la distruzione della famiglia, dell’identità culturale e nazionale, la perversione, l’abuso sui bambini, fino alla pedofilia, sono dichiarate la norma, la norma della loro vita, e il clero, i sacerdoti sono costretti a benedici i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Dio li benedica, lascia che facciano quello che vogliono. Gli adulti hanno il diritto di vivere come vogliono, l’abbiamo trattato in Russia e lo tratteremo sempre in questo modo: nessuno si intromette nella vita privata e non lo faremo.

Ma voglio dire loro di guardare le sacre scritture, i libri principali di tutte le altre religioni del mondo. Lì si dice di tutto, compreso che la famiglia è l’unione di un uomo e una donna, ma questi testi sacri ora vengono messi in discussione. La Chiesa anglicana, ad esempio, ha riferito di aver pianificato di esplorare l’idea di un dio neutrale rispetto al genere. Cosa puoi dire? Dio mi perdoni, non sanno cosa stanno facendo.

Milioni di persone in Occidente capiscono di essere portate a una vera catastrofe spirituale. Le élite, francamente, stanno impazzendo e sembra che non ci sia cura. Ma questi sono i loro problemi, come ho detto, e noi siamo obbligati a proteggere i nostri figli, e lo faremo: proteggeremo i nostri figli dal degrado e dalla degenerazione.

È ovvio che l’Occidente cercherà di minare e dividere la nostra società, di affidarsi a traditori nazionali che in ogni momento – ci tengo a sottolinearlo – hanno lo stesso veleno del disprezzo per la propria Patria e il desiderio di fare soldi vendendo questo veleno a chi è pronto a pagarlo. È sempre stato così.

Chiunque abbia intrapreso la strada del tradimento diretto, commettendo atti terroristici e altri crimini contro la sicurezza della nostra società, l’integrità territoriale del Paese, sarà ritenuto responsabile ai sensi della legge. Ma non saremo mai come il regime di Kiev e le élite occidentali che sono impegnate e sono state impegnate nella “caccia alle streghe”, non regoleremo i conti con coloro che si sono fatti da parte, ritirandosi dalla loro patria. Lasceremo che ciò rimanga sulla loro coscienza, lasceremo che ci convivano – devono conviverci. La cosa principale è che le persone, i cittadini russi hanno dato loro una valutazione morale.

Sono orgoglioso – penso che siamo tutti orgogliosi – che il nostro popolo, la stragrande maggioranza dei cittadini, abbia preso una posizione di principio riguardo all’operazione militare speciale, abbia compreso il significato delle azioni che stiamo compiendo, abbia sostenuto le nostre azioni per proteggere il Donbass. In questo sostegno, prima di tutto, si è manifestato il vero patriottismo, un sentimento storicamente insito nel nostro popolo. Stupisce per la sua dignità, profonda consapevolezza da parte di tutti, sottolineo, da parte di tutti, del proprio destino inestricabile con il destino della Patria.

Cari amici, voglio ringraziare tutti, tutto il popolo russo per il loro coraggio e determinazione, per ringraziare i nostri eroi, soldati e ufficiali dell’esercito e della marina, la Guardia Nazionale, i membri dei servizi speciali e tutte le forze dell’ordine agenzie, soldati del corpo di Donetsk e Luhansk, volontari, patrioti che combattono nei ranghi della riserva dell’esercito da combattimento.

Voglio scusarmi: mi dispiace che durante il discorso di oggi non posso nominare tutti. Quando stavo preparando questo discorso, ho scritto un lungo, lungo elenco di queste unità eroiche, poi l’ho tolto dal discorso di oggi, perché, come ho detto, è impossibile nominare tutti, e avevo semplicemente paura di offendere coloro che non sarei riuscito a nominare.

Mi inchino davanti a genitori, mogli, famiglie dei nostri difensori, medici e paramedici, istruttori medici, infermieri che soccorrono i feriti, ferrovieri e macchinisti che riforniscono il fronte, costruttori che erigono fortificazioni e restaurano abitazioni, strade, strutture civili, lavoratori e ingegneri di impianti di difesa, che ora lavorano quasi 24 ore su 24, su più turni, lavoratori rurali che garantiscono in modo affidabile la sicurezza alimentare del Paese.

Ringrazio gli insegnanti che si prendono sinceramente cura delle giovani generazioni della Russia, in particolare quegli insegnanti che lavorano nelle condizioni più difficili, anzi in prima linea; personaggi della cultura che vengono nelle zone di guerra, negli ospedali per sostenere soldati e ufficiali; volontari che aiutano il fronte e i civili; giornalisti, soprattutto, ovviamente, corrispondenti di guerra che rischiano in prima linea per raccontare la verità a tutto il mondo; pastori delle religioni tradizionali russe, sacerdoti militari, la cui saggia parola sostiene e ispira le persone; dipendenti pubblici e imprenditori – tutti coloro che svolgono il proprio dovere professionale, civile e semplicemente umano.

Parole speciali per i residenti delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, Zaporozhye e Kherson. Voi stessi, cari amici, voi stessi avete determinato il vostro futuro nei referendum, avete fatto una scelta ferma, nonostante le minacce e il terrore dei neonazisti, in condizioni in cui le operazioni militari erano molto vicine, ma non c’era e non c’è niente di più forte della vostra determinazione ad essere con la Russia, con la tua Patria.

(Applausi.)

Voglio sottolineare che questa è la reazione del pubblico ai residenti delle Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, Zaporozhye e Kherson. Ancora una volta: mi inchino a tutti loro.

Abbiamo già iniziato e continueremo a costruire un vasto programma per la ripresa e lo sviluppo socio-economico di questi nuovi soggetti della Federazione. Ciò include il rilancio di imprese e posti di lavoro, i porti del Mar d’Azov, che è tornato ad essere un mare interno della Russia, e la costruzione di nuove strade moderne, come abbiamo fatto in Crimea, che ora ha un collegamento terrestre affidabile con tutta la Russia. Realizzeremo sicuramente tutti questi piani insieme.

Oggi le regioni del Paese forniscono sostegno diretto alle città, ai distretti e ai villaggi delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, della regione di Zaporozhye e Kherson, lo fanno sinceramente, come veri fratelli e sorelle. Ora siamo di nuovo insieme, il che significa che siamo diventati ancora più forti e faremo di tutto affinché la pace tanto attesa ritorni nella nostra terra, affinché sia ​​garantita la sicurezza delle persone. Per questo, per i loro antenati, per il futuro di figli e nipoti, per il ripristino della giustizia storica, per la riunificazione del nostro popolo, combattenti, i nostri eroi stanno combattendo oggi.

Cari amici, vi chiedo di onorare la memoria dei nostri compagni d’armi che hanno dato la vita per la Russia, civili, anziani, donne, bambini che sono morti sotto i bombardamenti per mano di neonazisti e punitori.

(Momento di silenzio.)

Grazie.

Comprendiamo tutti, e capisco quanto sia insopportabilmente difficile ora per le mogli, i figli, le figlie dei soldati caduti, i loro genitori, che hanno cresciuto degni difensori della Patria. Tutta la Russia oggi ricorda il loro coraggio, fermezza, la più grande forza d’animo, sacrificio.

Il nostro dovere è sostenere le famiglie che hanno perso i loro parenti, persone care, aiutarle a crescere, crescere i loro figli, dare loro un’istruzione e una professione. La famiglia di ogni partecipante a un’operazione militare speciale dovrebbe essere nella zona di costante attenzione, circondata da cura e onore. Le loro esigenze devono essere soddisfatte immediatamente, senza burocrazia.

Propongo di creare un fondo statale speciale. Il suo compito sarà mirato, l’assistenza personale alle famiglie dei combattenti morti e dei veterani di un’operazione militare speciale. Coordinerà la fornitura di supporto sociale, medico, psicologico, risolverà le questioni del trattamento e della riabilitazione del sanatorio, l’aiuto nell’istruzione, nello sport, nell’occupazione, nell’imprenditorialità, nella formazione avanzata, nell’ottenere una nuova professione. Un compito importante separato del fondo è l’organizzazione di cure domiciliari a lungo termine, protesi high-tech per tutti coloro che ne hanno bisogno.

Chiedo al governo, insieme alla Commissione per la politica sociale del Consiglio di Stato, alle regioni, di risolvere al più presto tutte le questioni organizzative.

Il lavoro del fondo statale dovrebbe essere aperto e la procedura per fornire assistenza dovrebbe essere semplice, sul principio di “una finestra”, senza statualità e burocrazia. Per ogni famiglia, sottolineo, per ogni famiglia del defunto, ad ogni veterano dovrebbe essere assegnato il proprio assistente sociale personale, coordinatore, che risolverà le questioni emergenti nel corso della comunicazione personale in tempo reale. Si prega di notare: quest’anno le strutture del fondo dovrebbero essere dispiegate in tutte le regioni della Federazione russa.

Abbiamo già misure per sostenere i veterani della Grande Guerra Patriottica, i veterani di combattimento, i partecipanti ai conflitti locali. Penso che in futuro il fondo statale che ho menzionato possa occuparsi anche di queste importanti questioni. Dobbiamo risolverlo e chiedo al governo di farlo.

Vorrei sottolineare: la creazione di un fondo speciale non toglie la responsabilità ad altre strutture e livelli di governo. Mi aspetto che tutti i dipartimenti federali, le regioni e i comuni continuino a prestare molta attenzione ai veterani, al personale militare, alle loro famiglie. E a questo proposito, voglio ringraziare i capi delle entità costituenti della Federazione, i sindaci delle città, i capi delle regioni che si incontrano costantemente con le persone, vanno sulla linea di combattimento, sostengono i loro connazionali.

Cosa vorresti sottolineare in particolare? Oggi, il personale, i mobilitati e i volontari portano insieme le difficoltà del fronte – stiamo parlando di forniture e attrezzature, stipendi e pagamenti assicurativi in relazione alla ferita, cure mediche. Tuttavia, gli appelli che arrivano sia a me che ai governatori – lo riferiscono anche a me – all’ufficio del procuratore militare, al Commissario per i diritti umani, indicano che tutte queste questioni non sono ancora state risolte. È necessario capire ogni caso.

E un’altra cosa: il servizio nella zona di operazione militare speciale – tutti lo capiscono perfettamente – è associato a un enorme stress fisico, psicologico, con un rischio quotidiano per la salute e la vita. Pertanto, ritengo necessario stabilire per mobilitati, in generale per tutti i militari, per tutti i partecipanti a un’operazione militare speciale, compresi i volontari, un congedo regolare della durata di almeno 14 giorni e almeno una volta ogni sei mesi senza tener conto del tempo sulla strada, in modo che ogni combattente abbia l’opportunità di visitare le famiglie, stare vicino a parenti e amici.

Cari colleghi!

Come sapete, abbiamo approvato con decreto presidenziale un piano per la costruzione e lo sviluppo delle forze armate per il 2021-2025. Il lavoro è in corso per attuarlo, sono in corso gli adeguamenti necessari. E voglio sottolineare che i nostri ulteriori passi per rafforzare l’esercito e la marina, verso lo sviluppo attuale e futuro delle forze armate, dovrebbero certamente essere basati sulla vera esperienza di combattimento acquisita durante un’operazione militare speciale. Per noi è estremamente importante, possiamo dire di più, assolutamente inestimabile.

Ora, per esempio, il livello di dotare le forze deterrenti nucleari della Russia con gli ultimi sistemi è di oltre il 91 per cento, il 91,3 per cento. E ora, ripeto, tenendo conto dell’esperienza che abbiamo acquisito, dobbiamo raggiungere lo stesso alto livello di qualità in tutte le componenti delle forze armate.

Ufficiali e sergenti che hanno dimostrato di essere comandanti competenti, moderni e determinati – ce ne sono molti, molti – saranno nominati a posizioni più elevate come una questione di priorità, inviati a università militari, accademie, servono come una potente riserva di personale per le forze armate. E, naturalmente, dovrebbero essere richiesti da un cittadino, nelle autorità a tutti i livelli. Voglio solo attirare l’attenzione dei miei colleghi su questo punto. È molto importante. La gente dovrebbe capire che la Patria apprezza il loro contributo alla difesa della Patria.

Introdurremo attivamente le tecnologie più avanzate che miglioreranno il potenziale di qualità dell’esercito e della marina. Abbiamo tali sviluppi, campioni di armi e attrezzature in ogni direzione. Molti di loro sono significativamente superiori nelle loro caratteristiche agli analoghi stranieri. Il compito ora è quello di distribuire la loro produzione di massa e seriale. E tale lavoro è in corso, il suo ritmo è in costante aumento, e da solo, voglio sottolinearlo, da solo, sulla base scientifica e industriale russa, a causa del coinvolgimento attivo nell’attuazione dell’ordine di difesa statale delle piccole e medie imprese high-tech.

Oggi, le nostre fabbriche, gli uffici di progettazione, i team scientifici impiegano sia specialisti esperti che sempre più giovani, di talento, qualificati, finalizzati alla svolta, fedeli alle tradizioni degli armaioli russi – per fare di tutto per vincere.

Rafforzeremo sicuramente le garanzie per i collettivi di lavoro. Questo vale sia per gli stipendi che per la sicurezza sociale. Propongo di lanciare un programma speciale di alloggi in affitto preferenziale per i dipendenti di imprese di complesso militare-industriale. Il tasso di affitto per loro sarà significativamente inferiore al tasso di mercato, poiché una parte significativa della tassa di alloggio sarà a carico dello stato.

Abbiamo certamente discusso la questione con il governo. Vi invito a elaborare tutti i dettagli di questo programma e, senza indugio, di iniziare a costruire tali alloggi in affitto, prima di tutto, naturalmente, nelle città – i nostri significativi centri di difesa, industriali e di ricerca.

Cari colleghi!

Come ho detto, l’Occidente ha schierato non solo un esercito, un’informazione, ma anche un fronte economico contro di noi. Ma da nessuna parte ha ottenuto qualcosa e non otterrà. Inoltre, gli iniziatori delle sanzioni si puniscono: hanno provocato nei loro paesi un aumento dei prezzi, la perdita di posti di lavoro, la chiusura delle imprese, la crisi energetica, e ai loro cittadini viene detto – lo sentiremo – dicono che i russi sono la colpa di tutto.

Quali mezzi sono stati usati contro di noi in questa aggressione delle sanzioni? Hanno cercato di rompere i legami economici con le aziende russe, disconnettere il sistema finanziario dai canali di comunicazione per schiacciare la nostra economia, privarci dell’accesso ai mercati di esportazione per raggiungere le entrate. Questo è anche il furto – in nessun altro modo – delle nostre riserve valutarie, tentativi di far crollare il rublo e provocare un’inflazione distruttiva.

Ripeto, le sanzioni anti-russi sono solo un mezzo. E l’obiettivo, come dichiarano gli stessi leader occidentali, – una citazione diretta – è “far soffrire i nostri cittadini”. “Fai soffrire” sono tali umanisti. Vogliono far soffrire le persone, destabilizzando così la nostra società dall’interno.

Ma il loro calcolo non si è avverato – l’economia e il sistema di gestione russi si sono rivelati molto più forti di quanto si credesse in Occidente. Grazie al lavoro congiunto del governo, del Parlamento, della Banca di Russia, delle entità costituenti della Federazione e, naturalmente, della comunità imprenditoriale, dei collettivi di lavoro, abbiamo assicurato la stabilità della situazione economica, protetto i cittadini, salvato posti di lavoro, evitato una carenza nel mercato, compresi i beni essenziali, sostenuto il sistema finanziario, gli imprenditori che investono nello sviluppo della loro attività,

Così, nel marzo dello scorso anno, è stato lanciato un pacchetto di misure per sostenere le imprese e l’economia per un totale di circa un trilione di rubli. Vorrei richiamare l’attenzione: non si tratta di una politica delle emissioni, no, no, tutto viene fatto su una solida base di mercato.

Alla fine del 2022, il prodotto interno lordo è diminuito. Mikhail Vladimirovich ha chiamato, dice: Vorrei che lo dicessi. Ieri, secondo me, sono uscite queste informazioni, e questo è giusto, in tempo, come dovrebbe essere, tutto è secondo i piani.

Ci era stato previsto, ricordate, il declino dell’economia del 20-25 per cento, dieci. Più di recente, abbiamo detto: 2.9 – Ho detto. Un po’ più tardi – 2.5. Il prodotto interno lordo è diminuito del 2,1% nel 2022 – questi sono gli ultimi dati. Allo stesso tempo, lasciate che vi ricordi che nel febbraio-marzo dello scorso anno, come ho detto, ci era stato previsto solo un crollo dell’economia.

Il business russo ha ricostruito la logistica, rafforzato i legami con partner responsabili e prevedibili – e ce ne sono molti, ce ne sono molti nel mondo.

Noto che la quota del rublo russo nei nostri insediamenti internazionali è raddoppiata rispetto a dicembre 2021 ed è stata pari a un terzo, e insieme alle valute dei paesi amici – questo è già più della metà.

Continueremo a lavorare con i nostri partner per formare un sistema stabile e sicuro di insediamenti internazionali, indipendente sia dal dollaro che da altre valute di riserva occidentali, che, con una tale politica delle élite occidentali, i governanti occidentali, perderanno inevitabilmente il loro carattere universale. Fanno tutto con le proprie mani. Non siamo noi a ridurre i pagamenti in dollari o altre cosiddette valute universali – fanno tutto con le proprie mani.

Sai, c’è un’espressione così stabile: le pistole invece del petrolio. La difesa del paese, ovviamente, è la priorità più importante, ma quando risolviamo compiti strategici in questo settore, non dobbiamo ripetere gli errori del passato, non dobbiamo distruggere la nostra economia. Abbiamo tutto per garantire la sicurezza e creare le condizioni per lo sviluppo fiducioso del paese. È in questa logica che agiamo e continueremo ad agire.

Così, molti di base, sottolineo, sono stati i settori civili dell’economia nazionale che nell’ultimo anno non solo non hanno ridotto, ma hanno aumentato significativamente la produzione. Il volume di messa in servizio immobiliare per la prima volta nella storia moderna del nostro paese ha superato i 100 milioni di metri quadrati.

Per quanto riguarda la nostra produzione agricola, l’anno scorso ha mostrato tassi di crescita a due cifre. Grazie mille, basso inchino ai produttori agricoli. Gli agricoltori russi hanno raccolto un raccolto record: oltre 150 milioni di tonnellate di grano, tra cui più di 100 milioni di tonnellate di grano. Entro la fine dell’anno agricolo, cioè fino al 30 giugno 2023, saremo in grado di portare il volume totale delle esportazioni di grano a 5.560 milioni di tonnellate.

Anche 10-15 anni fa, sembrava solo una favola, un piano assoluto impossibile. Se vi ricordate – e sicuramente qui alcuni ricordano l’ex vice primo ministro e ministro dell’agricoltura qui – non molto tempo fa sono stati raccolti 60 milioni – per l’anno, e ora 55-60 solo il potenziale di esportazione sarà. Sono convinto che abbiamo tutte le opportunità per una tale svolta in altri settori.

Non abbiamo consentito riduzioni del mercato del lavoro, anzi, abbiamo ottenuto una riduzione della disoccupazione in condizioni moderne. Oggi – in condizioni di così grandi difficoltà da tutte le parti – il mercato del lavoro è diventato più confortevole di prima. Ricorda, prima della pandemia, la disoccupazione era del 4,7%, e ora 3,7, secondo me. Mikhail Vladimirovich, quanto – 3.7? 3.7 – minimo storico.

Ripeto, l’economia russa ha superato i rischi che sono sorti – li ha superati. Sì, molti di questi rischi non potevano essere calcolati in anticipo, ho dovuto reagire letteralmente dalle ruote, man mano che sorgevano problemi. Sia a livello statale che aziendale, le decisioni sono state prese il più rapidamente possibile. Noto che l’iniziativa privata, le piccole e medie imprese hanno svolto un ruolo enorme in questo caso – questo non dovrebbe essere dimenticato. Abbiamo evitato un’eccessiva regolamentazione amministrativa, la distorsione dell’economia verso lo Stato.

Cos’altro è importante? La recessione economica dello scorso anno è stata registrata solo nel secondo trimestre – già nel terzo e quarto trimestre c’è stata crescita e aumento. Siamo effettivamente entrati in un nuovo ciclo di crescita economica. Secondo gli esperti, il suo modello, la sua struttura acquisiscono un carattere qualitativamente diverso. Nuovi e promettenti mercati globali vengono alla fine, tra cui la regione Asia-Pacifico, il nostro mercato interno, le risorse scientifiche, tecnologiche, umane: non l’approvvigionamento di materie prime all’estero, ma la produzione di beni ad alto valore aggiunto. Ciò consente di liberare l’enorme potenziale della Russia in tutti gli ambiti e le regioni.

Quest’anno si prevede un solido aumento della domanda interna. Sono certo che le nostre aziende coglieranno l’occasione per aumentare la produzione, la produzione dei prodotti più popolari, per occupare nicchie che sono state lasciate o vengono rilasciate dopo la partenza delle aziende occidentali.

Oggi vediamo la pienezza del quadro, capiamo i problemi strutturali che dobbiamo risolvere in logistica, tecnologia, finanza, personale. Abbiamo parlato molto, costantemente della necessità di cambiare la struttura della nostra economia negli ultimi anni, e ora questi cambiamenti sono una necessità vitale, e questo cambia la situazione, e in questo caso – in meglio. Sappiamo cosa deve essere fatto per il sicuro sviluppo progressivo della Russia, vale a dire uno sviluppo sovrano e indipendente, contrario a qualsiasi pressione e minaccia esterna, con una garanzia affidabile della sicurezza e degli interessi dello Stato.

Attiro l’attenzione e voglio sottolineare questo: il significato del nostro lavoro non è quello di adattarsi alle condizioni attuali. Il compito strategico è portare la nostra economia a nuove frontiere. Ora tutto sta cambiando, e sta cambiando molto, molto rapidamente. Questo è un momento non solo di sfide, ma anche di opportunità – oggi è davvero vero, e la nostra vita futura dipende da come le implementiamo. Dobbiamo rimuovere – voglio sottolinearlo – per rimuovere eventuali contraddizioni interdipartimentali, formalità, risentimenti, omissioni, altre sciocchezze. Tutto per affari, tutto per il risultato – tutto dovrebbe essere mirato ad esso.

Un inizio di successo di aziende russe, piccole imprese familiari è già una vittoria. L’apertura di fabbriche moderne e chilometri di nuove strade è una vittoria. Una nuova scuola o asilo è una vittoria. Anche le scoperte scientifiche e le tecnologie sono, ovviamente, una vittoria. Il contributo di tutti al successo complessivo è ciò che conta.

 

Vladimir Putin, foto Ansa

Vladimir Putin, foto Ansa

 

 

 

Su quali aree dovrebbe concentrarsi il lavoro di partenariato dello Stato, delle regioni e delle imprese nazionali?

Il primo. Amplieremo le promettenti relazioni economiche estere e costruiremo nuovi corridoi logistici. È già stato deciso di estendere l’autostrada Mosca-Kazan a Ekaterinburg, Chelyabinsk e Tyumen, e in futuro – a Irkutsk e Vladivostok con accesso al Kazakistan, alla Mongolia e alla Cina, che amplieranno anche in modo significativo i nostri legami economici con i mercati del sud-est asiatico.

Svilupperemo i porti del Mar Nero e del Mar d’Azov. Prestiamo particolare attenzione – già lo facciamo, chi lo fa quotidianamente, lo sa – presteremo attenzione al corridoio internazionale Nord-Sud. Quest’anno, le navi con un fango di almeno 4,5 metri saranno in grado di passare attraverso il canale Volga-Caspian. Ciò aprirà nuove strade per la cooperazione commerciale con l’India, l’Iran, il Pakistan e i paesi del Medio Oriente. Continueremo a sviluppare questo corridoio.

I nostri piani includono la modernizzazione accelerata della direzione orientale delle ferrovie, la Trans-Siberian Railway e la Baikal-Amur Mainline, e la capacità della Northern Sea Route. Questo non è solo un ulteriore flusso di carico, ma anche la base per risolvere i problemi nazionali per lo sviluppo della Siberia, dell’Artico e dell’Estremo Oriente.

L’infrastruttura delle regioni, lo sviluppo delle infrastrutture, comprese le comunicazioni, le telecomunicazioni, le reti stradali riceveranno un forte impulso. Già il prossimo anno, 2024, saranno standardizzati almeno l’85% delle strade nei più grandi agglomerati del paese, così come più della metà delle strade di importanza regionale e intercomunale. Sono sicuro che lo faremo.

Continueremo anche il programma di gassificazione gratuita. È già stato deciso di estenderlo alle strutture sociali: asili e scuole, policlinici, ospedali, stazioni paramedici e ostetriche. E per i cittadini, un tale programma opererà ora su base continuativa: saranno sempre in grado di richiedere il collegamento alle reti di approvvigionamento del gas.

A partire da quest’anno, inizia un ampio programma per la costruzione e la riparazione di alloggi e sistemi LC. Entro dieci anni, si prevede di investire almeno 4,5 trilioni di rubli in questa sfera. Sappiamo quanto sia importante per i cittadini, quanto sia trascurata quest’area – dobbiamo lavorare e lo faremo. È importante che il programma abbia immediatamente un inizio potente, quindi chiedo al governo di garantire il suo finanziamento stabile.

Secondo. Dobbiamo espandere in modo significativo le capacità tecnologiche dell’economia russa, garantire la crescita delle capacità dell’industria nazionale.

Lo strumento di mutuo industriale è stato lanciato e ora un prestito agevolato può essere preso non solo per l’acquisto di impianti di produzione, ma anche per la loro costruzione o ammodernamento. L’importo di un tale prestito è stato discusso molte volte e voleva aumentare, un importo decente come il primo passo è molto buono: l’importo di un tale prestito è fino a 500 milioni di rubli. È fornito a un tasso del tre o cinque per cento per un massimo di sette anni. Penso che sia un ottimo programma, e deve essere usato.

Da quest’anno, c’è stata una nuova modalità di funzionamento dei cluster industriali, in cui l’onere fiscale e amministrativo per le imprese residenti è stato ridotto e la domanda dei loro prodotti innovativi, che stanno appena entrando nel mercato, è sostenuta da ordini e sovvenzioni a lungo termine da parte dello Stato.

Si stima che queste misure dovrebbero garantire l’attuazione dei progetti richiesti per un importo di oltre dieci trilioni di rubli entro il 2030, e quest’anno l’importo previsto degli investimenti potrebbe essere di circa due trilioni. Nota: queste non sono solo previsioni, ma parametri di riferimento chiaramente definiti.

Pertanto, chiedo al governo di accelerare il più possibile il lancio di questi progetti, di dare una spalla alle imprese, di offrire misure di sostegno sistemiche, compresi gli incentivi fiscali. So che al blocco finanziario non piace fornire benefici, e condivido parzialmente questa posizione: il sistema fiscale dovrebbe essere olistico, senza nicchie, eccezioni – ma un approccio creativo in questo caso è richiesto.

Pertanto, a partire da quest’anno, le aziende russe possono ridurre i pagamenti delle imposte sul reddito se acquistano soluzioni e prodotti IT nazionali avanzati utilizzando l’intelligenza artificiale. Inoltre, questi costi sono contabilizzati con un coefficiente aumentato, una volta e mezzo superiore ai costi effettivi. Cioè, per ogni rublo investito dalla società nell’acquisto di tali prodotti, che ho appena menzionato, c’è una detrazione fiscale di un rublo e mezzo.

Propongo di estendere tale esenzione fiscale all’acquisto di attrezzature high-tech russe in generale. Chiedo al governo di presentare proposte sull’elenco di tali attrezzature per le industrie in cui vengono utilizzate e sulla procedura per la concessione dei benefici. Questa è una buona soluzione che farà rivivere l’economia.

Terzo. La questione più importante all’ordine del giorno per lo sviluppo della crescita economica sono le nuove fonti di finanziamento degli investimenti, ne parliamo molto.

Grazie alla forte bilancia dei pagamenti della Russia, non c’è bisogno di prendere in prestito all’estero, inchinarsi, mendicare soldi e poi avere un lungo dialogo su cosa, quanto e a quali termini dare. Le banche nazionali lavorano in modo stabile e costante, hanno un solido margine di sicurezza.

Nel 2022, il volume dei prestiti bancari al settore aziendale è aumentato, vedi, aumentato. C’erano molti timori su questo, ma la crescita è stata registrata e aumentata del 14% – questo è più che nel 2021, senza alcuna operazione militare. Nel 2021, la crescita è stata dell’11,7%, e ora è 14. Anche il portafoglio ipotecario ha aggiunto – 20,4 per cento. Lo sviluppo è in corso.

Alla fine dello scorso anno, il settore bancario nel suo complesso ha lavorato con profitto. Sì, non è grande come negli anni precedenti, ma decente: il profitto è di 203 miliardi di rubli. Questo è anche un indicatore della stabilità del settore finanziario russo.

Si stima che nel secondo trimestre di quest’anno l’inflazione in Russia si avvicinerà al livello obiettivo del quattro per cento. Permettetemi di ricordarvi che in alcuni paesi dell’UE ci sono già 12, 17, 20 per cento, ne abbiamo quattro, beh, cinque – la Banca centrale, il ministero delle Finanze si capiscono, ma saranno vicini all’obiettivo. Tenendo conto delle dinamiche positive di questo e di altri parametri macroeconomici, si stanno creando condizioni obiettive per ridurre i tassi di credito a lungo termine nell’economia, il che significa che il credito per il settore reale dovrebbe diventare più accessibile.

In tutto il mondo, il risparmio a lungo termine dei cittadini è un’importante fonte di risorse di investimento, e dobbiamo anche stimolare il loro afflusso di investimenti. Chiedo al governo di accelerare la presentazione dei progetti di legge alla Duma di Stato per lanciare il programma statale pertinente già ad aprile di quest’anno.

È importante creare condizioni aggiuntive affinché i cittadini investano denaro e guadagnino a casa, all’interno del paese. Allo stesso tempo, è necessario garantire la sicurezza degli investimenti dei cittadini nel risparmio pensionistico volontario. Dovrebbe esserci lo stesso meccanismo del sistema di assicurazione dei depositi bancari. Permettetemi di ricordarvi che tali depositi di cittadini fino a un milione e 400 mila rubli sono assicurati dallo Stato e il loro ritorno è garantito. Per il risparmio pensionistico volontario, propongo di fissare il doppio dell’importo – fino a due milioni 800 mila rubli. È inoltre necessario proteggere gli investimenti dei cittadini in altri strumenti di investimento a lungo termine, anche da possibili fallimenti degli intermediari finanziari.

Sono necessarie soluzioni separate per attirare capitali verso aziende in rapida crescita e high-tech. Saranno sostenuti per il collocamento di azioni nel mercato azionario nazionale, compresi i benefici fiscali, sia per le società che per gli acquirenti di tali azioni.

L’elemento più importante della sovranità economica è la libertà di imprenditorialità. Ripeto: sono state le imprese private sullo sfondo dei tentativi esterni di frenare la Russia a dimostrare di essere in grado di adattarsi a un ambiente in rapida evoluzione, per garantire la crescita economica in condizioni difficili. Pertanto, ogni iniziativa commerciale volta a beneficiare il paese dovrebbe ricevere sostegno.

A questo proposito, ritengo giusto tornare sulla questione della revisione di una serie di norme della legislazione penale in termini di cosiddette composizioni economiche. Naturalmente, lo stato deve controllare ciò che sta accadendo in questo settore, la permissività non dovrebbe essere consentita qui, ma non c’è anche nulla da fare. E’ necessario muoversi più attivamente verso questa depenalizzazione, che ho menzionato. Mi auguro che il governo, insieme al parlamento, alle forze dell’ordine, alle associazioni imprenditoriali, svolga questo lavoro in modo coerente e completo.

Allo stesso tempo, chiedo al governo, in stretto contatto con il parlamento, di proporre ulteriori misure che accelerino il processo di de-shorizzazione dell’economia. Le imprese, principalmente in settori e industrie chiave, dovrebbero operare nella giurisdizione russa – questo è il principio di base.

 

“Difendiamo la madrepatria”, pubblicità a San Pietroburgo, foto Ap

 

 

 

E a questo proposito, cari colleghi, una piccola digressione filosofica. Cosa vorresti dire separatamente?

Ricordiamo quali problemi e squilibri ha affrontato la tarda economia sovietica. Pertanto, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, il suo sistema pianificato, nel caos degli anni ’90, il paese ha iniziato a creare un’economia sulla base delle relazioni di mercato, proprietà privata – in generale, tutto è giusto. In molti modi, un esempio qui sono stati i paesi occidentali – consiglieri, come sapete, c’era uno stagno qui – e sembrava sufficiente solo copiare i loro modelli. Tuttavia, stavano ancora discutendo tra loro, ricordo questo: gli europei discutevano con gli americani su come sviluppare l’economia russa.

E cosa è successo di conseguenza? La nostra economia nazionale è diventata in gran parte orientata a ovest, principalmente come fonte di materie prime. Le sfumature, ovviamente, erano diverse, ma in generale come fonte di materie prime. Anche le ragioni di ciò sono chiare: la nuova, emergente attività russa era naturalmente mirata, come tutte le altre imprese in tutti gli altri paesi, principalmente a realizzare un profitto, e veloce e facile. E cosa l’ha portata? Questa è la stessa vendita di risorse: petrolio, gas, metalli, foreste.

Poche persone hanno pensato, e forse non c’era una tale opportunità di investire per molto tempo, così altri settori più complessi dell’economia si sono sviluppati male. E per rompere questa tendenza negativa – tutti hanno visto perfettamente, in tutti i governi – ci sono voluti anni, per istituire il sistema fiscale e gli investimenti pubblici su larga scala.

Abbiamo realizzato cambiamenti reali e visibili. Sì, c’è un risultato, ma, ripeto, è necessario tenere conto della situazione in cui si è sviluppata la nostra, prima di tutto, grande, attività. La tecnologia – in Occidente, fonti finanziarie più economiche e mercati redditizi – in Occidente, ovviamente, e il capitale ha iniziato a fluire lì. Purtroppo, invece di espandere la produzione, acquistare attrezzature e tecnologie, creare nuovi posti di lavoro qui, qui in Russia, sono stati spesi anche per proprietà straniere, yacht, immobili di lusso.

Sì, poi hanno iniziato a investire, ovviamente, nello sviluppo, ovviamente, ma nella prima fase tutto è stato in gran parte speso per questi scopi – il consumo. E dove c’è ricchezza, ci sono, naturalmente, bambini, la loro educazione, la loro vita, il loro futuro. Ed è stato molto difficile, quasi impossibile per lo stato tracciare e prevenire un tale sviluppo della situazione – abbiamo vissuto nel paradigma del libero mercato.

Gli eventi recenti hanno dimostrato in modo convincente: l’immagine dell’Occidente come un porto tranquillo e un rifugio della capitale si è rivelata un fantasma, un falso. E quelli che non lo capivano in tempo, che consideravano la Russia solo come fonte di reddito, e progettavano di vivere principalmente all’estero, hanno perso molto: sono stati semplicemente derubati lì, anche i soldi guadagnati legalmente sono stati portati via.

In qualche modo, come uno scherzo – molti probabilmente ricordano – rivolgendosi ai rappresentanti degli affari russi, ho detto: siete tormentati a ingoiare la polvere, correndo attraverso i tribunali e gli uffici dei funzionari occidentali, risparmiando i vostri soldi. È esattamente così che è venuto fuori.

Sai, ora aggiungerò una cosa molto importante – semplice, ma molto importante -: nessuno dei cittadini comuni del paese, credetemi, si è pentito di coloro che hanno perso il loro capitale in banche straniere, non si è pentito di coloro che hanno perso yacht, palazzi all’estero e così via e così via, e nelle conversazioni in cucina la gente probabilmente ricordava la privatizzazione degli

Cos’altro è di fondamentale importanza? Tutti gli anni dopo il crollo dell’Unione Sovietica, l’Occidente non ha abbandonato i tentativi di dare fuoco agli stati post-sovietici e, soprattutto, finalmente finito la Russia come la più grande parte sopravvissuta del nostro spazio storico. Ha incoraggiato e molestato i terroristi internazionali contro di noi, ha provocato conflitti regionali lungo il perimetro dei nostri confini, ha ignorato i nostri interessi e ha usato mezzi di deterrenza e repressione economica.

E le grandi imprese russe – per le quali dico tutto questo – sono responsabili del lavoro delle imprese strategiche, per migliaia di collettivi di lavoro, determina la situazione socio-economica in molte regioni, e quindi la situazione: quando i dirigenti e i proprietari di tali imprese dipendono da governi che perseguono una politica ostile nei confronti della Russia, rappresenta una grande minaccia per noi, un pericolo – Questa situazione non può essere tollerabile.

Sì, tutti hanno una scelta: qualcuno vuole vivere la sua vita in una villa arrestata con account bloccati, cercherà di trovare un posto, sembrerebbe, in un’attraente capitale occidentale o in un resort, in un altro posto caldo all’estero – questo è il diritto di qualsiasi persona, non ci invaderemo nemmeno. Ma è il momento di capire che per l’Occidente queste persone sono state e rimarranno estranei di seconda classe con i quali si può fare qualsiasi cosa, e denaro, e connessioni, e i titoli acquistati di conti, pari, sindaci non aiuteranno assolutamente qui. Devono capire: sono di seconda elementare lì.

Ma c’è un’altra scelta: stare con la tua patria, lavorare per i compatrioti, non solo per aprire nuove imprese, ma anche per cambiare la vita intorno a te – nelle città, nei paesi, nel tuo paese. E abbiamo molti di questi imprenditori, tali veri combattenti nel mondo degli affari – è loro il futuro degli affari domestici. Tutti dovrebbero capire: entrambe le fonti di benessere e il futuro dovrebbero essere solo qui, nel loro paese d’origine, in Russia.

E poi creeremo davvero un’economia forte e autosufficiente che non si chiude dal mondo, ma utilizza tutti i suoi vantaggi competitivi. Il capitale russo, il denaro ricevuto qui, dovrebbe funzionare per il paese, per il suo sviluppo nazionale. Oggi abbiamo grandi prospettive nello sviluppo delle infrastrutture, della produzione, del turismo nazionale e di molte altre industrie.

Voglio che chi ha affrontato le abitudini del lupo dell’Occidente mi senta: cercare di correre con una mano tesa, umiliare, mendicare i tuoi soldi, senza senso e, soprattutto, inutile, soprattutto ora, quando capisci bene con chi hai a che fare. Ora non dovresti aggrapparti al passato, cercare di citare in giudizio qualcosa, implorare. Dobbiamo ricostruire la vostra vita e il vostro lavoro, soprattutto perché siete persone forti – mi rivolgo ai rappresentanti della nostra azienda, ne conosco molti personalmente e da molti anni – che hanno superato una scuola di vita difficile.

Lanciare nuovi progetti, guadagnare, investire in Russia, investire in imprese e luoghi di lavoro, aiutare scuole e università, scienza e assistenza sanitaria, cultura e sport. È così che aumenterai il tuo capitale e guadagnerai il riconoscimento, la gratitudine delle persone per una generazione a venire, e lo stato e la società ti sosterranno sicuramente.

Supponiamo che questa sia una parola di partenza per la nostra attività – per costruire il lavoro nella giusta direzione.

Cari colleghi!

La Russia è un paese aperto e allo stesso tempo una civiltà originale. Non c’è pretesa di esclusività e superiorità in questa affermazione, ma questa civiltà è nostra – questa è la cosa principale. Ci è stato dato dai nostri antenati, e dobbiamo tenerlo per i nostri discendenti e trasmetterlo.

Svilupperemo la cooperazione con gli amici, con tutti coloro che sono pronti a lavorare insieme, adotteremo tutto il meglio, ma contiamo principalmente sul nostro potenziale, sull’energia creativa della società russa, sulle nostre tradizioni e sui nostri valori.

E qui voglio dire del carattere del nostro popolo: si sono sempre distinti per generosità, ampiezza d’anima, misericordia e compassione, e la Russia come paese riflette pienamente queste caratteristiche. Sappiamo come essere amici, manteniamo la parola, non deluderemo nessuno e sosterremo sempre in una situazione difficile, senza esitazione veniamo in aiuto di coloro che sono in difficoltà.

Tutti ricordano come durante la pandemia siamo stati i primi, infatti, a sostenere alcuni paesi europei, tra cui l’Italia, altri stati, nelle settimane più difficili dell’epidemia di covid. Non dimentichiamo come veniamo in soccorso in caso di terremoto in Siria, in Turchia.

È il popolo russo che è la base della sovranità del paese, la fonte del potere. I diritti e le libertà dei nostri cittadini sono incrollabili, sono garantiti dalla Costituzione e, nonostante le sfide e le minacce esterne, non ci ritireremo da essi.

A questo proposito, vorrei sottolineare che sia le elezioni locali e regionali di settembre di quest’anno che le elezioni presidenziali del 2024 si terranno in stretta conformità con la legge, nel rispetto di tutte le procedure democratiche e costituzionali.

Le elezioni sono sempre approcci diversi per risolvere i problemi sociali ed economici. Allo stesso tempo, le principali forze politiche sono consolidate e unite nella cosa principale e, soprattutto, fondamentale per tutti noi è la sicurezza e il benessere del popolo, la sovranità e gli interessi nazionali.

Voglio ringraziarvi per una posizione così responsabile e ferma e ricordarvi le parole del patriota e statista Pyot Arkadievich Stolypin – sono state dette nella Duma di Stato più di cento anni fa, ma sono pienamente in linea con il nostro tempo. Ha detto: “Nel proteggere la Russia, dobbiamo unirci tutti, concordare i nostri sforzi, i nostri doveri e i nostri diritti di mantenere una legge suprema storica: il diritto della Russia ad essere forte”.

Tra i volontari che ora sono in prima linea ci sono deputati della Duma di Stato e dei parlamenti regionali, rappresentanti delle autorità esecutive a diversi livelli, comuni, città, distretti, insediamenti rurali. Tutti i partiti parlamentari, le principali associazioni pubbliche, partecipano alla raccolta di beni umanitari, aiutano il fronte.

Grazie ancora – grazie per una posizione così patriottica.

 

foto putin discorso

Il discorso di Putin alla Duma, foto Sergey Karpukhin, Tass

 

 

L’autogoverno locale, il più stretto livello di potere pubblico, svolge un ruolo enorme nel rafforzamento della società civile e nella risoluzione dei problemi quotidiani. Il suo lavoro dipende in gran parte dalla fiducia nello stato nel suo complesso, dal benessere sociale dei cittadini, dalla loro fiducia nel successo dello sviluppo dell’intero paese.

Chiedo all’amministrazione presidenziale, insieme al governo, di presentare proposte per la creazione di strumenti per il sostegno diretto alle migliori squadre di gestione, pratiche nei comuni grandi, medi e piccoli.

Il libero sviluppo della società è la volontà di assumersi la responsabilità di se stessi e dei propri cari, del proprio paese. Tali qualità sono stabilite fin dall’infanzia, in famiglia. E naturalmente, il sistema educativo e la cultura domestica sono estremamente importanti per rafforzare i nostri valori comuni, l’identità nazionale.

Utilizzando le risorse del Presidential Grants Fund, della Foundation for Cultural Initiatives, dell’Internet Development Institute e di altri strumenti, lo stato sosterrà tutte le forme di ricerca creativa – arte contemporanea e tradizionale, realismo e avant-garde, classici e innovazione. Non si tratta di generi e direzioni. La cultura è progettata per servire la bontà, la bellezza, l’armonia, per riflettere su questioni di vita a volte molto complesse e contraddittorie e, soprattutto – non per distruggere la società, ma per risvegliare le migliori qualità umane.

Lo sviluppo della sfera culturale diventerà una delle priorità per la rinascita della vita pacifica a Donbass e Novorossiya. Qui sarà necessario ripristinare, riparare e attrezzare centinaia di istituzioni culturali, compresi i fondi e gli edifici dei musei, ciò che dà alle persone l’opportunità di sentire il rapporto tra passato e presente, di collegarlo con il futuro, di sentirsi appartenenti a un unico spazio culturale, storico ed educativo della grande Russia secolare.

Con la partecipazione di insegnanti, scienziati, specialisti, dobbiamo migliorare seriamente la qualità della scuola, dei corsi universitari, nelle scienze umane, prima di tutto – storia, studi sociali, letteratura, geografia – in modo che i giovani possano imparare il più possibile sulla Russia, il suo grande passato, la nostra cultura e le nostre tradizioni.

Abbiamo una giovane generazione molto brillante e di talento che è pronta a lavorare a beneficio del paese nella scienza, nella cultura, nella sfera sociale, nelle imprese e nella pubblica amministrazione. È per queste persone che il concorso “Leaders of Russia” apre nuovi orizzonti di crescita professionale, così come il concorso “Leaders of Revival” attualmente in corso nelle nuove entità costitutive della Federazione.

Noto che un certo numero di vincitori, finalisti di questi progetti si sono offerti volontari per unità di combattimento, molti ora lavorano nei territori liberati, aiutano a stabilire la vita economica e sociale, agendo in modo professionale, decisivo e coraggioso.

In generale, la scuola delle ostilità non può essere sostituita da nulla. La gente esce da lì e è pronta a mettere la propria vita per la Patria, ovunque lavorino.

Voglio sottolineare che sono coloro che sono nati e cresciuti nel Donbass e Novorossiya, hanno combattuto per loro, saranno il pilastro principale, dovrebbero essere il pilastro principale nello sviluppo generale di queste regioni. Voglio rivolgermi a loro e dire: la Russia conta su di te.

Date le sfide su larga scala che il paese deve affrontare, dobbiamo aggiornare seriamente gli approcci al sistema di formazione, alla politica scientifica e tecnologica.

Al recente Consiglio per la scienza e l’istruzione, abbiamo parlato della necessità di dare chiaramente priorità, concentrare le risorse sull’ottenimento di risultati scientifici concreti e fondamentalmente significativi, principalmente in quelle aree in cui abbiamo buone riserve e che sono fondamentali per la vita del paese, compresi i trasporti, l’energia, lo stesso sistema abitativo e di servizi comunali, la medicina, l’agricoltura,

Le nuove tecnologie si basano quasi sempre sulla ricerca fondamentale, una volta fatta la ricerca fondamentale, e in questo settore, così come nella cultura – voglio sottolinearlo – dobbiamo dare agli scienziati, ai ricercatori una maggiore libertà di creare. Non puoi guidare tutti nel letto Procrust dei risultati di domani. La scienza fondamentale vive secondo le proprie leggi.

E aggiungerò che impostare e risolvere compiti ambiziosi è un potente incentivo per i giovani ad andare alla scienza, un’opportunità per dimostrare che sei un leader, che sei il migliore del mondo. E i nostri team scientifici hanno qualcosa di cui essere orgogliosi.

Lo scorso dicembre ho incontrato giovani ricercatori. Una delle domande che hanno sollevato era l’alloggio. La prosa è così, ma importante. Abbiamo già certificati abitativi per giovani scienziati. L’anno scorso, un miliardo di rubli è stato ulteriormente stanziato a questo scopo. Invito il governo a stabilire delle riserve per espandere questo programma.

Negli ultimi anni, il prestigio e l’autorità dell’istruzione professionale secondaria sono cresciuti in modo significativo. La domanda di laureati di scuole e college tecnici è semplicemente enorme, colossale. Vedete, se la nostra disoccupazione è scesa a un minimo storico, il 3,7 per cento, allora le persone lavorano, è necessario nuovo personale.

Credo che dovremmo espandere in modo significativo il progetto “Professionalità”, nell’ambito del quale vengono creati cluster educativi e di produzione, la base educativa viene aggiornata e le imprese, i datori di lavoro a stretto contatto con i college e le scuole tecniche formano programmi educativi basati sulle esigenze dell’economia. E naturalmente, è molto importante che i mentori con esperienza in una produzione reale e complessa arrivino in questo settore.

Il compito specifico è quello di preparare circa un milione di specialisti nelle professioni lavorative per l’industria elettronica, la robotica, l’ingegneria meccanica, la metallurgia, i prodotti farmaceutici, l’agricoltura e la difesa, l’edilizia, i trasporti, il nucleare e altre industrie chiave per garantire la sicurezza, la sovranità e la competitività della Russia.

Infine, una domanda molto importante riguarda la nostra istruzione superiore. Anche qui sono maturati cambiamenti significativi, tenendo conto delle nuove esigenze per gli specialisti dell’economia, delle industrie sociali, in tutte le sfere della nostra vita. È necessario sintetizzare tutto il meglio che è stato nel sistema educativo sovietico e l’esperienza degli ultimi decenni.

A questo proposito, si propone quanto segue.

Il primo è tornare alla tradizionale formazione di base di specialisti con istruzione superiore per il nostro paese. Il periodo di formazione può variare da quattro a sei anni. Allo stesso tempo, anche all’interno di una specialità e di un’università, possono essere offerti programmi che differiscono in termini di formazione, a seconda della professione specifica, dell’industria e della richiesta del mercato del lavoro.

In secondo luogo, se la professione richiede una formazione aggiuntiva, una specializzazione ristretta, allora in questo caso il giovane potrà continuare la sua formazione in un master o in una residenza.

In terzo luogo, gli studi post-laurea saranno assegnati a un livello separato di formazione professionale, il cui compito è quello di formare il personale per le attività scientifiche e didattiche.

Voglio sottolineare che il passaggio al nuovo sistema dovrebbe essere agevole. Il governo, insieme ai parlamentari, dovrà apportare numerose modifiche alla legislazione sull’istruzione, il mercato del lavoro e così via. Qui devi pensare a tutto, allenarti nei minimi dettagli. Giovani, i nostri cittadini dovrebbero avere nuove opportunità di istruzione di qualità, occupazione, crescita professionale. Ripeto ancora una volta: opportunità, non problemi.

E vorrei sottolineare: quegli studenti che stanno studiando ora saranno in grado di continuare la loro formazione nell’ambito dei programmi attuali. E anche il livello di formazione e i diplomi di istruzione superiore dei cittadini che sono già stati formati negli attuali programmi di laurea, specialisti o master non sono soggetti a revisione. Non dovrebbero perdere i loro diritti. Chiedo al Fronte popolare russo di prendere sotto controllo speciale tutte le questioni relative ai cambiamenti nell’istruzione superiore.

Quest’anno è stato dichiarato Anno dell’insegnante e del mentore in Russia. L’insegnante, l’insegnante è direttamente coinvolto nella costruzione del futuro del paese, ed è importante aumentare il significato sociale del lavoro degli insegnanti in modo che i genitori parlino di più con i loro figli della gratitudine all’insegnante e degli insegnanti – del rispetto e dell’amore per i genitori. Ricordiamolo sempre.

Separatamente, mi concentrerò sul sostegno all’infanzia e alle famiglie russe.

Noto che il cosiddetto bilancio per i bambini, o il volume delle spese di bilancio per sostenere le famiglie, non è aumentato di una certa percentuale in Russia negli ultimi anni – a volte. È la sezione in più rapida crescita del principale documento finanziario del paese – il bilancio, la legge di bilancio. Desidero ringraziare i parlamentari e il governo per una comprensione così unificata e consolidata delle nostre priorità nazionali.

Dal 1° febbraio, il capitale di maternità in Russia è stato nuovamente indicizzato, come abbiamo detto, dall’importo dell’inflazione effettiva dell’ultimo anno, cioè dell’11,9%. I cittadini della Russia – residenti di nuove entità costitutive della Federazione – hanno ora diritto a tale misura di sostegno. Propongo di fornire la capitale di maternità nelle regioni delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, Zaporozhye e Kherson alle famiglie in cui i bambini sono nati dal 2007, cioè da quando questo programma ha iniziato a funzionare in tutta la Russia. Permettetemi di ricordarvi che abbiamo preso la stessa decisione nel nostro tempo per i residenti della Crimea e di Sebastopoli.

Continueremo ad attuare programmi su larga scala volti a migliorare il benessere delle famiglie russe.

Vorrei sottolineare: al governo e alle entità costituenti della Federazione viene assegnato un compito sostanziale – per garantire una crescita notevole e tangibile dei salari reali in Russia.

Un indicatore importante, il punto di partenza qui è il salario minimo, come capiamo bene. L’anno scorso è stato aumentato due volte, per un totale di quasi il 20 per cento.

Continueremo ad aumentare il salario minimo, ad un ritmo superiore all’inflazione e alla crescita dei salari. Dall’inizio di quest’anno, il salario minimo è stato indicizzato del 6,3%.

Propongo di effettuarne un altro a partire dal 1° gennaio del prossimo anno oltre all’aumento previsto – un ulteriore dieci per cento. Pertanto, il salario minimo aumenterà del 18,5 per cento e ammonterà a 19.242 rubli.

Ora per quanto riguarda l’ulteriore adeguamento del sistema fiscale nell’interesse delle famiglie russe: dall’anno scorso, le famiglie con due o più figli sono esenti dal pagamento delle tasse sulla vendita di alloggi se decidono di acquistare un nuovo appartamento o una casa più spaziosa.

È necessario utilizzare tali strumenti più attivamente – si sono rivelati richiesti – in modo che ci siano più fondi nei bilanci familiari e le famiglie possano risolvere i problemi più importanti e urgenti.

Propongo di aumentare l’importo della detrazione fiscale sociale: per le spese per l’istruzione dei bambini – dagli attuali 50 mila a 110 mila rubli all’anno, e per le spese per la propria formazione, così come per il trattamento e l’acquisto di medicinali – da 120 a 150 mila rubli. Lo stato restituirà il 13 per cento di questi importi aumentati ai cittadini dall

E naturalmente, è necessario non solo aumentare l’importo della detrazione, ma anche aumentare la sua domanda in modo che la deduzione sia fornita in modo proattivo, rapidamente e a distanza, facilmente per i cittadini.

Avanti: il benessere, la qualità della vita delle famiglie russe, e quindi la situazione demografica dipendono direttamente dallo stato delle cose nella sfera sociale.

So che molti enti costituenti della Federazione sono pronti ad accelerare in modo significativo il rinnovamento delle infrastrutture sociali, delle strutture culturali e sportive, il reinsediamento degli alloggi di emergenza, lo sviluppo integrato delle aree rurali. Questo atteggiamento sarà certamente mantenuto.

Usiamo il seguente meccanismo qui: i fondi per i progetti nazionali, che sono riservati nel bilancio federale per il 2024, le regioni potranno ricevere e utilizzare ora attraverso prestiti al tesoro senza interessi – nell’aprile del prossimo anno saranno automaticamente rimborsati. Un buon strumento.

Manterremo la questione sotto costante controllo operativo e vi chiedo di unirvi a questo lavoro della Commissione del Consiglio di Stato nel campo dell’economia e della finanza.

Allo stesso tempo, non abbiamo bisogno di assalti e di perseguimento di volumi, soprattutto a scapito della qualità delle strutture in costruzione. Le risorse finanziarie aggiuntive dovrebbero funzionare con alti rendimenti ed efficienza.

Questo è particolarmente importante per la modernizzazione dell’assistenza sanitaria di base – un programma su larga scala è stato lanciato nel 2021. Chiedo al governo e ai capi delle regioni di non dimenticare: il criterio principale – ne ho già parlato molte, molte volte – non sono le cifre contenute nelle relazioni, ma cambiamenti specifici, visibili e tangibili nella disponibilità e nella qualità delle cure mediche.

Incarica inoltre il governo di adeguare il quadro normativo per l’organizzazione dell’approvvigionamento di veicoli sanitari con una serie di attrezzature diagnostiche. Consentono esami medici, esami preventivi direttamente presso imprese, scuole, istituzioni, insediamenti remoti.

Abbiamo lanciato un grande programma di rinnovo scolastico. Entro la fine di quest’anno, saranno messi in ordine un totale di quasi tremila e mezzo di edifici scolastici. Si prega di notare che la maggior parte di loro sono in zone rurali, l’abbiamo fatto apposta. Quest’anno, tale lavoro si sta svolgendo anche nelle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, nelle regioni di Kherson e Zaporozhye. È significativo e visibile, la gente vede davvero cosa sta succedendo. È molto buono.

Dal 2025, i fondi federali per la riparazione e la ristrutturazione di asili, scuole, scuole tecniche e college saranno assegnati alle regioni su base regolare e sistematica al fine, in linea di principio, di prevenire situazioni in cui gli edifici si trovano in uno stato trascurato.

Successivo: abbiamo fissato un obiettivo significativo – costruire più di 1.300 nuove scuole tra il 2019 e il 2024. 850 di esse sono già state aperte. Si prevede che altri 400 saranno commissionati quest’anno. Chiedo alle regioni di resistere a questi piani, di resistere chiaramente. L’importo del finanziamento di questo programma dal bilancio federale dal 2019 al 2024 è di quasi 490 miliardi di rubli. Non riduciamo questi costi, risparmieremo tutto.

Quest’anno abbiamo aumentato il volume dei prestiti di bilancio per le infrastrutture e inviamo inoltre – voglio sottolineare questo: non come previsto prima, ma in aggiunta – 250 miliardi di rubli per lo sviluppo dei trasporti, dei servizi pubblici e di altre infrastrutture nelle regioni.

Incarica il governo di stanziare altri 50 miliardi di rubli in aggiunta a questi fondi – saranno utilizzati intenzionalmente per aggiornare il trasporto pubblico nelle entità costitutive della Federazione quest’anno, e sulla base delle moderne tecnologie. Allo stesso tempo, vi chiedo di prestare particolare attenzione alle piccole città e alle zone rurali.

Abbiamo già deciso di estendere il progetto Clean Air fino al 2030, il cui scopo è migliorare la situazione ambientale nei maggiori centri industriali. Attiro l’attenzione sia delle imprese industriali che delle autorità regionali e locali: il compito di ridurre in modo significativo le emissioni nocive non viene rimosso dall’ordine del giorno.

Aggiungo che abbiamo compiuto buoni progressi nella riforma del settore della gestione dei rifiuti. Stiamo aumentando le capacità di lavorazione e smistamento per passare a un’economia circolare. La priorità è l’ulteriore eliminazione delle vecchie discariche e degli oggetti pericolosi di danno accumulato. Chiedo al governo, insieme alle regioni, di preparare un elenco di quegli oggetti di danno accumulato che saranno eliminati dopo il completamento dell’attuale programma.

Continueremo anche il miglioramento di corpi idrici unici, tra cui Baikal e il Volga, e a medio termine estenderemo questo lavoro a fiumi come Don, Kama, Irtysh, Urali, Terek, Volkhov e Neva, Lago Ilmen. Non dobbiamo dimenticare i nostri fiumi medi e piccoli. Attiro l’attenzione di tutti i livelli di governo.

Sulle istruzioni date in precedenza, è stato anche preparato un progetto di legge sullo sviluppo del turismo in aree naturali appositamente protette. Recentemente è stato discusso con i colleghi del governo. Dovrebbe definire chiaramente cosa e dove è possibile e cosa non può essere costruito, e in generale i principi dell’industria dell’ecoturismo. Una domanda molto importante per il nostro paese. Chiedo alla Duma di Stato di accelerare l’esame di questo disegno di legge.

 

 

 

Ora qualche parola in più su quello che sta succedendo intorno a noi.

Cari colleghi, mi concentrerò su un altro argomento.

All’inizio di febbraio di quest’anno, l’Alleanza del Nord Atlantico ha rilasciato una dichiarazione con l’effettiva richiesta alla Russia, come hanno detto, di tornare all’attuazione del trattato sulle armi offensive strategiche, compresa l’ammissione di ispezioni nei nostri impianti di difesa nucleare. Ma non so nemmeno come chiamarlo. È una specie di teatro assurdo.

Sappiamo che l’Occidente è direttamente coinvolto nei tentativi del regime di Kiev di colpire le nostre basi aeronautiche strategiche. I droni utilizzati a questo scopo sono stati equipaggiati e modernizzati con l’assistenza di specialisti della NATO. E ora vogliono anche ispezionare le nostre strutture di difesa? Nelle condizioni moderne del confronto di oggi, sembra una sorta di assurdità.

Allo stesso tempo – a questo faccio particolare attenzione – non siamo autorizzati a condurre ispezioni a pieno titolo ai sensi di questo contratto. Le nostre ripetute richieste di ispezione di alcune strutture rimangono senza risposta o respinte per motivi formali, e non possiamo davvero controllare nulla dall’altra parte.

Voglio sottolineare: gli Stati Uniti e la NATO dicono direttamente che il loro obiettivo è infliggere una sconfitta strategica alla Russia. E cosa, dopo, come se non fosse successo nulla, viaggeranno per le nostre strutture di difesa, comprese le ultime? Una settimana fa, per esempio, ho firmato un decreto sul dovere di combattimento di nuovi sistemi strategici terrestri. Iniranno anche loro il naso lì? E pensano che sia così semplice – li lasceremo andare lì senza motivo?

Facendo la sua dichiarazione collettiva, la NATO ha effettivamente presentato una domanda per diventare parte del Trattato sulle armi offensive strategiche. Siamo d’accordo, per favore. Inoltre, riteniamo che questa formulazione della questione sia attesa da tempo, perché la NATO, lasciate che vi ricordo, ha più di una potenza nucleare – gli Stati Uniti, sia la Gran Bretagna che la Francia hanno anche arsenali nucleari, vengono migliorati, sviluppati e anche diretti contro di noi – sono diretti anche contro la Russia. Le ultime dichiarazioni dei loro leader lo confermano solo – ascolta.

Semplicemente non possiamo ignorarlo, non abbiamo alcun diritto, soprattutto oggi, così come il fatto che il primo Trattato sulle armi offensive strategiche è stato originariamente concluso dall’Unione Sovietica e dagli Stati Uniti nel 1991 in una situazione fondamentalmente diversa: di fronte alla riduzione delle tensioni e al rafforzamento della fiducia reciproca. In futuro, le nostre relazioni hanno raggiunto un livello in cui la Russia e gli Stati Uniti hanno dichiarato di non considerarsi più gli altri avversari. Meraviglioso, tutto era molto buono.

L’attuale trattato del 2010 contiene le disposizioni più importanti sull’indivisibilità della sicurezza, sul rapporto diretto tra le questioni delle armi strategiche offensive e difensive. Tutto questo è stato a lungo dimenticato, gli Stati Uniti si sono ritirati dal Trattato ABM, come sapete, tutto è una cosa del passato. Le nostre relazioni, che sono molto importanti, si sono degradate, e questo è interamente il “merito” degli Stati Uniti.

Sono stati loro, sono stati loro dopo il crollo dell’Unione Sovietica, a quando hanno iniziato a rivedere i risultati della seconda guerra mondiale, a costruire un mondo in modo americano, in cui c’è solo un maestro, un maestro. Per fare questo, iniziarono a distruggere grossolanamente tutte le fondamenta dell’ordine mondiale gettate dopo la seconda guerra mondiale per cancellare il patrimonio sia di Yalta che di Potsdam. Passo dopo passo, hanno iniziato a rivedere l’attuale ordine mondiale, smantellare i sistemi di sicurezza e di controllo degli armamenti, pianificando e compindo tutta una serie di guerre in tutto il mondo.

E questo è tutto, ripeto, per uno scopo – rompere l’architettura delle relazioni internazionali creata dopo la seconda guerra mondiale. Questa non è una figura di discorso – quindi in pratica, tutto accade nella vita: dopo il crollo dell’URSS si sforzano per sempre di fissare il loro dominio globale, ignorando gli interessi della Russia moderna e anche gli interessi di altri paesi.

Naturalmente, la situazione nel mondo è cambiata dal 1945. Nuovi centri di sviluppo e di influenza sono stati formati e si stanno sviluppando rapidamente. Questo è un processo naturale e obiettivo che non può essere ignorato. Ma è inaccettabile che gli Stati Uniti abbiano iniziato a rimodellare l’ordine mondiale solo per se stessi, solo nei propri interessi egoistici.

Ora, attraverso i rappresentanti della NATO, danno segnali, e di fatto fanno un ultimatum: voi, Russia, fate tutto ciò che avete concordato, compreso il Trattato START, incondizionatamente, e ci comporteremo come volete. Come, non c’è alcuna connessione tra le questioni START e, diciamo, il conflitto in Ucraina, altre azioni ostili dell’Occidente contro il nostro paese, così come non ci sono affermazioni forti che vogliono infliggerci una sconfitta strategica. Questo è o l’apice dell’ipocrisia e del cinismo, o l’apice della stupidità, ma non puoi chiamarli idioti – non sono ancora persone stupide. Vogliono infliggerci una sconfitta strategica e salire sui nostri impianti nucleari.

A questo proposito, devo dichiarare oggi che la Russia sospende la sua partecipazione al Trattato sulle armi strategiche offensive. Ripeto che non si ritira dal Trattato, no, vale a dire, sospende la sua partecipazione. Ma prima di tornare a discutere di questo problema, dobbiamo capire da soli cosa sostengono ancora i paesi dell’Alleanza Nord Atlantico come la Francia e la Gran Bretagna, e come terremo conto dei loro arsenali strategici, cioè il potenziale di impatto combinato dell’alleanza.

Ora hanno presentato una domanda di partecipazione essenzialmente a questo processo. Beh, grazie a Dio, dai, non ci dispiace. Non devi solo cercare di mentire di nuovo a tutti, di essere campioni di pace e distensione. Conosciamo tutto il contesto: sappiamo che i periodi di garanzia per l’uso in combattimento di alcuni tipi di armi nucleari degli Stati Uniti stanno scadendo. E a questo proposito, alcune cifre di Washington, lo sappiamo per certo, stanno già pensando alla possibilità di testare naturalmente le loro armi nucleari, anche tenendo conto del fatto che negli Stati Uniti si stanno sviluppando nuovi tipi di armi nucleari. Ci sono tali informazioni.

In questa situazione, il ministero della Difesa russo e Rosatom devono garantire la disponibilità a testare le armi nucleari russe. Naturalmente, non lo faremo prima, ma se gli Stati Uniti conducono test, li condurremo anche noi. Nessuno dovrebbe avere pericolose illusioni che la parità strategica globale possa essere distrutta.

Cari colleghi! Cari cittadini della Russia!

Oggi percorriamo insieme un percorso difficile e superiamo tutte le difficoltà insieme. Non sarebbe potuto essere altrimenti, perché siamo cresciuti sull’esempio dei nostri grandi antenati e dobbiamo essere degni delle loro alleanze, che vengono tramandate di generazione in generazione. Stiamo andando avanti solo grazie alla devozione alla Patria, alla volontà e alla nostra unità.

Questa coesione si è manifestata letteralmente fin dai primi giorni di un’operazione militare speciale: centinaia di volontari, rappresentanti di tutti i popoli del nostro paese sono venuti negli uffici di registrazione e arruolamento militare, hanno deciso di stare accanto ai difensori del Donbass, di lottare per la loro patria, per la Patria, per la verità e la giustizia. Ora i soldati di tutte le regioni della nostra Patria multinazionale stanno combattendo spalla a spalla in prima linea. Le loro preghiere suonano in lingue diverse, ma sono tutte per la vittoria, per i compagni-in-arms, per la Patria.

(Applausi.)

Il loro duro lavoro militare, la loro impresa trovano una risposta potente in tutta la Russia. La gente sostiene i nostri combattenti, non vuole, non può stare da parte. Il fronte ora passa attraverso i cuori di milioni di persone, inviano medicine, comunicazioni, attrezzature, trasporti, vestiti caldi, reti mimetiche e così via agli avanzati – tutto ciò che aiuta a salvare la vita dei nostri ragazzi.

So come le lettere dei bambini, degli scolari scaldano i soldati in prima linea. Li portano con loro in battaglia come i più costosi, perché la sincerità e la purezza dei desideri dei bambini toccano le lacrime, i combattenti hanno una crescente comprensione di ciò per cui stanno combattendo, chi proteggono.

La cura che circonda i loro volontari è anche molto importante per i soldati e le loro famiglie, per i civili. Fin dall’inizio dell’operazione speciale, agiscono con coraggio e decisione: sotto il fuoco, i bombardamenti, portano fuori i bambini, gli anziani, tutti i guai dagli scantinati, consegnano cibo, acqua, vestiti ai punti caldi e lo fanno ancora, dispiegano centri di aiuto umanitario per i rifugiati, aiutano negli ospedali da campo e sulla linea di contatto, rischiando se

Solo il Fronte Popolare nell’ambito dell’iniziativa “Tutto per la vittoria!” ha raccolto più di cinque miliardi di rubli. Questo flusso di donazioni è in corso. Il contributo di tutti è altrettanto importante qui: sia una grande azienda che imprenditori – ma soprattutto toccare e ispirare situazioni in cui le persone con un reddito modesto trasferiscono parte dei loro risparmi, stipendi e pensioni. Tale unità è costosa per aiutare i nostri soldati, i civili nella zona di combattimento, i rifugiati.

Grazie per questo sincero sostegno, coesione, assistenza reciproca. Non possono essere sopravvalutati.

La Russia risponderà a qualsiasi sfida, perché siamo tutti un unico paese, un popolo grande e unito. Siamo fiduciosi di noi stessi, fiduciosi nelle nostre capacità. La verità è nostra.

(Applausi.)

Grazie.

 

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ALBERTO NEGRI, La tigre della guerra è uscita dalla gabbia –L’hanno voluto gli stessi domatori, Stati uniti in prima fila, insieme a una leadership europea disinformata, ininfluente e ormai piegata alle destre sovraniste e populiste. IL MANIFESTO DEL 15 GIUGNO 2025 ++ immagini monumenti iraniani

 

 

 

IL MANIFESTO DEL 15 GIUGNO 2025
https://ilmanifesto.it/la-tigre-della-guerra-e-uscita-dalla-gabbia

 

La tigre della guerra è uscita dalla gabbia

 

 

 

Una foto distribuita dalle Forze di Difesa Israeliane mostra il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Israeliano, Eyal Zamir (al centro), mentre supervisiona gli attacchi dell'Esercito Israeliano contro l'Iran dalla sala operativa dell'Aeronautica Militare a Gerusalemme, Israele, il 13 giugno 2025

 

Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Israeliano, Eyal Zamir (al centro), mentre supervisiona gli attacchi dell’Esercito Israeliano contro l’Iran dalla sala operativa dell’Aeronautica Militare a Gerusalemme, Israele, il 13 giugno 2025 – EPA/Una foto distribuit  dalle Forze di Difesa Israeliane-

 

Alberto Negri

 

La tigre della guerra è uscita dalla gabbia e farla rientrare sarà assai difficile. Peraltro sono i domatori stessi, in prima fila gli Stati uniti, che l’hanno scatenata con il voluto fallimento diplomatico di Trump. Lui e ora anche gli europei, con una leadership disinformata e ininfluente e il contributo delle destre sovraniste-populiste. Che hanno accettato di fatto l’agenda bellica di Netanyahu.

 

Un’altra picconata al diritto internazionale e alla diplomazia, di cui un tempo l’Occidente si faceva portabandiera e che invece ha completamente abbandonato ogni barlume umanitario e di legalità come dimostra la tragedia disumana di Gaza: la cosiddetta “Europa dei valori” ha accettato il genocidio palestinese e ora, mentre parla di de-escalation, approva l’attacco israeliano all’Iran degli ayatollah che serve a tenere politicamente in piedi Netanyahu e a distrarre il mondo dalla tragedia inarrestabile della Striscia. Primo risultato negativo la guerra ha affossato per il momento la conferenza sulla Palestina e i due stati in programma in settimana a New York.

 

STIAMO AVALLANDO una logica bellica e di sterminio che non porterà a un nuovo ordine in Medio Oriente ma a un’altra stagione di destabilizzazione, lo stesso caos che abbiamo provocato per quasi due decenni nella regione con la guerra in Iraq nel 2003, scatenata sulla scorta di armi di distruzione di massa mai trovate. Il caos ha un solo scopo: fare di Israele, come vogliono gli Stati uniti non da oggi, l’unica superpotenza della regione, per annichilire un mondo arabo già inerte e inerme, frantumando, se possibile, pure l’Iran e spartire la Siria tenendo a bada la Turchia di Erdogan, membro riluttante della Nato.

 

Qui non siamo spettatori ma volenterosi partecipanti di questo disgraziato progetto di distruggere le nazioni del Medio Oriente. Un piano che naturalmente può sfuggire di mano, come dimostra il recente passato.

Con il contro-attacco dell’Iran sulle città israeliane gli Usa sono già scesi in campo a difesa di Israele mobilitando navi e aerei non solo a salvaguardia delle basi nel Golfo ma appoggiando le operazioni di Tel Aviv.

Per lo stesso motivo si è mosso sul piede di guerra anche Macron e verrà seguito, con modi e sfumature diverse, dagli altri Paesi europei: Teheran minaccia di metterli nel mirino della rappresaglia. L’Italia rischia perché ha un forte contingente militare nell’Unifil in Libano, dove Israele ha già mobilitato i riservisti come ha fatto in Siria.

Poi c’è il Mar Rosso dove le navi da guerra italiane nello Stretto di Bab el Mandeb affrontano insieme ad altre nazioni, Israele compreso, gli Houti dello Yemen, alleati di Teheran e già entrati in azione contro lo stato ebraico.

 

LA GUERRA ha anche evidentemente un riscontro economico:

dal Golfo, dove l’Iran minaccia di chiudere Hormuz, passa oltre il 20% dei rifornimenti energetici mondiali e dal Mar Rosso e dal canale di Suez oltre il 60-70% dei traffici navali nel Mediterraneo. Non solo si impennano le quotazioni del petrolio e del gas ma anche le azioni delle industrie belliche soprattutto americane, che, come si è vantato Trump, riforniscono gli israeliani con armamenti sofisticati. È questo un indicatore che la guerra è destinata a continuare ma anche un segnale politico che il complesso militar-industriale israelo-americano è una realtà dominante pure per noi che vi partecipiamo con fatturati e utili.

 

SULL’AGENDA di Netanyahu, che di fatto gli Usa e gli europei appoggiano per contrastare l’arricchimento dell’uranio iraniano, dovremmo soffermarci.

Il premier vuole la distruzione dei siti nucleari e la decapitazione della leadership di Teheran. Ha intrapreso tutti e due gli obiettivi dando una deriva esistenziale alla guerra: se ne esce solo con la vittoria di Israele. La distruzione dei siti nucleari però non è completa, alcuni di questi sono protetti da gallerie scavate in profondità. Servono bombe potenti che solo in parte gli israeliani posseggono: quindi è necessario il supporto degli americani e Trump ha già minacciato, se non riprende il negoziato con la resa di Teheran, una distruzione totale.

 

QUANTO ALLA DECAPITAZIONE del regime, Israele ha già colpito la prima linea militare e fa capire che è pronto a colpire anche quella politica-religiosa, cioè Khamenei, l’avvertimento è venuto prendendo come bersaglio la sua residenza di Teheran, Shamkani, consigliere storico della Guida Suprema ma anche Qom, il vaticano dello sciismo.

 

MOSCHE A DI JAMKARAN A QOM, seconda città sacra dell’Iran dopo Mashhad

Fabienkhan – Own work

 

 

Fatimah Ma’sumah Shrine, la moschea più importnte di Qom, è il secondo santuario tra i più venerati dagli Sciti sopo quello di Mashhad  –vedi al fondo

 

Netanyahu ha in mano qualche carta importante perché attraverso infiltrati ad alto livello è riuscito a colpire i capi dei pasdaran a casa loro. Un cambio di regime con un sollevamento della popolazione, come vorrebbe il premier ebraico con il suo appello alla popolazione iraniana, però non è probabile: gli iraniani temono il regime ma forse temono ancora di più di fare la fine dell’Iraq e precipitare nel caos e nell’anarchia.

 

GLI STESSI STATI ARABI e del Golfo, sauditi in testa, contrari alla guerra, hanno ricevuto un messaggio inequivocabile: o accettano la supremazia israeliana o potrebbero finire a loro volta nel mirino, non è certo un viatico al famoso Patto di Abramo sponsorizzato da Trump.

E veniamo alle vie di uscita diplomatiche e al ruolo di Russia e Cina, i due Paesi più vicini a Teheran. Il mediatore Oman non è riuscito a riportare al tavolo negoziale americani e iraniani, Trump rivendica che la guerra di Israele costringerà Teheran a trattare.

Ma su cosa? Finora ha offerto non un accordo ma una resa: blocco del programma nucleare senza nulla in cambio sul versante dell’annullamento o dell’alleggerimento delle sanzioni.Più che un negoziatore è apparso una sorta di postino di Netanyahu. Sarà capace di uscire da questo ruolo umiliante? Lo deve fare, altrimenti perde credibilità fuori e dentro gli Usa. Ma ogni logica politica applicata a questo presidente è preda del suo comportamento erratico e imprevedibile.

QUANTO ALLA REAZIONE di Putin nei confronti dell’attacco all’alleato che lo rifornisce di droni contro l’Ucraina, induce a una riflessione paradossale.

È l’unico che ha parlato sia con Netanyahu che con il presidente iraniano Pezeshkian. Quasi surreale: Putin e Netanyahu, due ricercati della corte penale internazionale per crimini di guerra, che discutono di mediazioni diplomatiche. La realtà è che Putin ma anche i cinesi, che si sono opposti alle risoluzioni dell’Aiea, non sembrano disposti a rischiare nulla di concreto per difendere gli ayatollah. E quanto al G-7 che comincia oggi in Canada parte già in salita: forse non ci sarà neppure un comunicato congiunto finale.

Una sola cosa accomuna Netanyahu e Khamenei: la loro strenua volontà di restare al potere, al costo di guerre, conflitti, massacri. Una volontà di sopravvivere che come avrebbe detto un filosofo due secoli fa si traduce in una pulsione cieca, irrazionale e insaziabile che è all’origine di ogni sofferenza. I palestinesi sterminati da Netanyahu ne sanno qualcosa.

 

 

 

MASHHAD – IRAN ORIENTALE

 

Iran map political immagini e fotografie stock ad alta ...

http://ALAMY

 

 

CARTINA DELL’IRAN —MASHHAD e’ quasi ai confini con il TURKMENISTAN E VICINA ALL’AFGANISTAN

E’ la città più popolosa dell’Iran, situata nel nord-est relativamente remoto del paese; ha una popolazione di circa 3.400.000 (censimento del 2016), che comprende le aree di Mashhad Taman e Torqabeh. Ottenne il suo nome attuale, che significa “luogo del martirio “, in riferimento al santuario dell’Imam Reza , dove è sepolto l’ottavo imam sciita , Ali al-Rida.

Anche il califfo abbaside Harun al-Rashid è sepolto nello stesso santuario. Il santuario è un importante luogo di pellegrinaggio, visitato da 25 milioni di persone ogni anno in quella che viene spesso descritta come “la città più santa dell’Iran”.

 

segue nel link :

al fondo del testo, trovate, molte foto
https://en.wikipedia.org/wiki/Mashhad

 

IMMAGINI DI MASHHAD CON QUALCUNA DI QOM — spero di riuscire a ricordare..

 

 

 

 

interno del Santuario dell’Iman Reza

 

 

 

 

 

 

 

 

vista esterna del Santuario dell’Iman Reza

 

 

 

 

UN MOSAICO A MASHHAD

 

 

Entrata del santuario Iman Reza

 

 

 

 

vista interna di ” un’arca ” a Mashhad

 

 

 

 

MESQUITA DEI 77 MARTIRI -MASHHAD

 

 

 

 

KASHI KARI = AZULEJOS, CERAMICA

 

 

 

 

AZULEJOS — KASHI KARI

 

 

 

SALONE DELLA MOSCHEA Shahid-Motahhari / santuario-de-Fatima-Masuma-en-la-ciudad-santa di QOM

 

 

 

VISTA DELL’ARCHITETTURA DI QOM DALL’ ENTRATA DEL SANTUARIO DI fATIMA MASUMA

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MAICOL & MIRCO — IL MANFESTO DI OGGI, 15 GIUGNO 2025

 

 

 

Maicol del 15 giugno 2025

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video, 30 minuti — MAPPA MUNDI — LIMES ONLINE — 14 GIUGNO 2025 — ALFONSO DESIDERIO E LORENZO TROMBETTA :: ISRAELE ATTACCA L’IRAN

 

 

 

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Secondo FOX  NEWS:
‘Iran ha preso di mira l’edificio Kirya, l’equivalente del Pentagono negli Stati Uniti
#Israele #Israel #Iran #War #Netanyah
*** non abbiamo trovato  nessun altro testo  con questa affermazione

 

 

 

 

 

Nessuna descrizione della foto disponibile.

LORENZO TROMBETTA   — foto dal suo Facebook

nasce a Roma nel 1976– . Corrispondente Ansa e Limes per il medio oriente, ha un’esperienza ventennale tra Siria e Libano. . È autore, tra gli altri, di Negoziazione e Potere in Medio Oriente. Alle radici dei conflitti in Siria e dintorni, Mondadori Education, 2022.  ( Domani — https://www.editorialedomani.it/autore/lorenzo-trombetta-qbf6x39t )

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Perla Rossi, 8 ottobre 2019 — Facebook — grazie ! :::::: ” Mafalda ! “

 

link Facebook di Perla Rossi

https://www.facebook.com/anna.giacalone.14

 

 

 

Nessuna descrizione della foto disponibile.

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UN QUADRO DI ALBERTO GIACOMETTI ( Borgonovo di Stampa–1901 / Corbetta di Stampa 1966 )– Una mela sulla credenza, 1937 — al MOMA ++++ altro

 

 

 

 

Pinterest

 

Alberto Giacometti. Apple on the Sideboard. 1937
una mela sulla credenza, 1937

olio su tela
27X 27 cm

https://www.moma.org/collection/works/275466

 

 

 

 

 

testo dal Moma dopo l’immagine sopra /link

 

“L’arte mi interessa moltissimo, ma laverità mi interessa infinitamente di più.”

Alberto Giacometti

 

 

 

 

Non potrei immaginare un’infanzia e una giovinezza più felici di quelle che ho vissuto con mio padre e con tutta la famiglia”: il padre, Giovanni Giacometti, il primo a dpingere e diventare un famoso pittore; la  moglie, Anetta Giacometti-Stampa e i figli : Alberto, Diego, Bruno, Giovanni, Ottilia, Annetta. Non è presente : un cugino di Giovanni,  Augusto Giacometti, fu un altro grande pittore.- Ne parla, di Augusto, ma anche di Giovanni Giacometti – il grande LAURETO RODONI – NEL LINK
https://www.neldeliriononeromaisola.it/wp-admin/post.php?post=452283&action=edit&message=1

 

 

AUTORITRATTO
https://ecoinformazioni.com/2020/06/28/arte-giacometti-in-mostra-a-chiasso/

 

 

 

 

 

Alberto Giacometti è nato in Svizzera, in Val Bregaglia, nel 1901 ( 1- nota al fondo ), e ha avuto la fortuna di conoscere l’arte sin da piccolo: il padre era pittore postimpressionista e il padrino era Cuno Amiet, pioniere dell’arte moderna in Svizzera. Ha cominciato presto a copiare le immagini dei libri d’arte della biblioteca paterna e i paesaggi che circondavano il paesino in cui viveva, Stampa, in una valle svizzera a nord del lago di Como. Attento alla storia dell’arte sin da giovane usava il disegno come strumento per conoscere le opere dei grandi. Si è interessato anche all’arte egizia, precolombiana e africana, i cui richiami sono evidenti in molte opere. Poi i viaggi con il padre nelle città d’arte italiane. Infine Parigi dove, tra il 1922 e il 1925, ha frequentato una scuola di scultura tenuta da Émile-Antoine Bourdelle, allievo di Rodin. La conoscenza di Brancusi e l’influenza cubista, il simbolismo e il surrealismo: tanti sono gli artisti, scultori, pittori, scrittori che ha conosciuto e frequentato. Personalità e stili diversi sono stati la sua esperienza artistica e di vita e hanno reso la sua arte particolare, sintetica, con soggetti appena modellati, con forme elementari, appiattite e allungate. “La ricerca lo porta a una perdita dei particolari, delle discontinuità, nonché a un appiattimento dei volumi” *, come nelle sculture quasi astratte in cui, abbandonato lo studio dal vero, la figura umana diventa una rappresentazione della sessualità.

 

da : zapgina.wordpress.com -24 gennaio 2020– link sotto

 

Alberto Giacometti. Le opere

 

 

Nell’inverno del 1947, Alberto Giacometti scrisse una lettera a Pierre Matisse, un gallerista di New York che stava organizzando una mostra delle sue opere. “Ecco l’elenco delle sculture che ti avevo promesso”, iniziava la lettera, “ma non potevo farlo senza includere, seppur molto brevemente, una certa catena di eventi”.
1
La “catena di eventi” inizia con la giovinezza dell’artista in Svizzera nei primi anni del Novecento, prosegue con la sua ricerca di nuove forme di espressione artistica negli anni Venti e Trenta, e si conclude nel 1947 con le figure scolpite da Giacometti , fragili e solitarie, che i suoi contemporanei definirono icone dell’Europa del dopoguerra. “È quasi dove sono oggi”, concludeva nella sua lettera, “no, dove ero ancora ieri”.
2

Prima di “oggi”, prima di “ieri”, Giacometti aveva studiato disegno, pittura e scultura presso le scuole d’arte di Ginevra e Parigi, anni che in seguito avrebbe liquidato come il “periodo dell’accademia”.
3
Insoddisfatto delle rappresentazioni realistiche del corpo umano, si rivolse a forme enigmatiche – modellate in gesso e fuse in bronzo – che traevano ispirazione dal suo impegno sia con il Cubismo che con l’ arte non occidentale .

 

 

“La Coppia”, 1927, gesso e tracce di matita.

Collezione Fondation Giacometti, Parigi
© Alberto Giacometti/by SIAE in Italy, 2014

 

Una di queste opere, La Coppia (1927), evoca la stilizzazione delle maschere africane e oceaniche, nonché le composizioni astratte e geometriche di Pablo Picasso e Georges Braque .

 

 

 

 

DONNA CUCCHIAIO- 1926-27

Alberto Giacometti. Le opere

 

 

 

Un’altra opera simileDonna Cucchiaio (1926-27), ricorda i mestoli di legno di grandi dimensioni scolpiti dagli artisti Dan in Costa d’Avorio e Liberia.

 

 

 

 

 

ARTISTI DAN IN COSTA D’AVORIO E LIBERIA 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

h. 23 cm

Dan (Costa d’Avorio), regione di Man al confine con la Liberia

https://www.finarte.it/asta/arte-africana-una-prestigiosa-collezione-svizzera-milano-2020-10-14/dan-costa-davorio-regione-di-man-al-confine-con-la-liberia-17368

 

 

 

 

 Dan – Costa D’avorio/liberia

Misure: 24.0 x 8.0 x 14.0 cm

 

 

 

 

https://www.capitoliumart.com/

 

 

 

 

 

Finalmente, Giacometti stava producendo sculture che corrispondevano a quella che definiva la sua “visione della realtà”.


4

Espose queste sculture a Parigi, dove si stabilì in un piccolo studio essenziale nel 1926. “Tutto qui è prodigiosamente vivo”,

 

 

 

 

Nell’atelier parigino di Alberto Giacometti- ” «L’atelier di Giacometti era un luogo magico. Certo, è impossibile ricostruirlo, ma ho cercato lo stesso di mettere l’artista al centro dell’esposizione, per dare l’impressione di vederlo all’opera», afferma Véronique Wiesiger, direttrice della Fondazione Alberto e Annette Giacometti e curatrice della mostra – Parigi 2007 / 11 febbraio 2008

 

https://www.swissinfo.ch/ita/cultura/nell-atelier-parigino-di-alberto-giacometti/6338518#:~:text=L’atelier%20leggendario&text=Dopo%20i%20suoi%20studi%20all,la%20gloria%20e%20il%20denaro.

 

 

 

 

 

MICHEL LEIRIS – ( Parigi, 1901- Saint-Hilaire, 1990 )- scrittore ed etnografo
foto da  The Spectato– AUTORE DI CARABATTOLE, EINAUDI, 1998

 

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ha entusiasmato l’autore ed etnografo Michel Leiris dopo una visita a questo studio. Secondo Leiris, Giacometti condivideva interessi estetici e tecniche con i surrealisti , un gruppo di artisti e scrittori che cercavano di sovvertire le costrizioni della vita moderna attivando il subconscio. Come loro, era ossessionato da sogni, ricordi e impressioni misteriosi; come loro, era attratto da oggetti enigmatici e processi creativi spontanei. Giacometti, sosteneva Leiris, aveva messo da parte le statue solenni e imponenti tipiche della scultura tradizionale europea. Invece di monumenti, ha continuato Leiris, Giacometti ha prodotto “veri e propri feticci”.

 


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Testa che osserva Alberto Giacometti a confronto con la Galleria Borghese

Alberto Giacometti a confronto con la Galleria Borghese


oggetti, come Testa che guarda (1928-29), staccati dall’ambiente circostante e dotati di desiderio.

 

 

 

 

 

All’inizio degli anni ’30, Giacometti era diventato un surrealista convinto. Nel 1933, annunciò i suoi legami con il movimento su Minotaure , una rivista co-diretta dal leader surrealista André Breton .

 

 

Minotaure, 12-13 (André Breton)

André Breton– RIVISTA

 

 

 

“Per molti anni ho eseguito solo sculture che si sono presentate alla mia mente completamente completate”, ha spiegato Giacometti. “Mi sono limitato a riprodurle nello spazio senza cambiare nulla, senza chiedermi cosa potessero significare”.

 

 

 

IL PALAZZO ALLE 4 DEL MATTINO ( 1932 )

 

 

 

Moma

 

 

forse qui si vede un po’ meglio… anche se non è il Moma

da :   https://www.singulart.com/blog/it/2024/08/10/il-palazzo-alle-4-del-mattino-di-alberto-giacometti/

 

 

 

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Un esempio, scrisse, fu Il palazzo alle 4 del mattino (1932), una struttura dall’aspetto fragile con contenuti inaspettati: uno scheletro di uccello, una lastra di vetro e una colonna vertebrale, tutti sospesi; una figura femminile in piedi davanti a tre pannelli; e un’ellisse verticale, anch’essa sostenuta da un pannello, con una sfera alla base.

 

 

 

 

 

Homme et femme , 1928-1929

 

 

 

 

Boule suspendue, 1930

 

 

 

Donna sgozzata Alberto Giacometti a confronto con la Galleria Borgheseimmagine da Artribune

 

1932

LA FEMME EGORGEE
La  donna sgozzata

Così viene presentata nella scheda museale:L’aggressività con cui è trattata la figura umana in queste visioni di brutale assalto erotico rivela graficamente il loro contenuto. La donna vista con orrore e bramosia, sia come vittima, sia come carnefice della sessualità maschile, ha spesso la forma di un crostaceo o insetto. Donna sgozzata è un’immagine particolarmente malvagia: il corpo è spaccato, sventrato, arcuato in un parossismo di sesso e morte. Le parti anatomiche sono trasformate in forme astratte schematiche. Il ricordo della violenza è raggelato nella rigidità cadaverica. Il tormento psicologico e la sadica misoginia che trasmette questa scultura in modo sorprendente con la serenità di altre opere contemporanee di Giacometti, quali la Donna che cammina”.

( : Il tempo di Giacometti da Chagall a Kandinsky, mostra a Verona, Palazzo della Gran Guardia- a cura di Marco Goldin –16 novembre 2019 – 5 aprile 2020 )

 

 

 

In Minotauro ( la rivista ) , Giacometti collegò questi oggetti a persone ed eventi specifici della sua vita, molti dei quali inquietanti. La scultura, suggerì, era un autoritratto surrealista.

 

L’oggetto invisibile, 1934– è quello che ” non ” tiene ”  nelle mani

 

 

Il cubo, 1934-1935

 

 

 

 

Eppure i surrealisti, una comunità notoriamente litigiosa, espulsero Giacometti nel 1935 per aver lavorato ancora una volta con dei modelli, come aveva fatto alla scuola d’arte. Allo stesso tempo, continuò a lavorare a memoria.

 

Il risultato fu una serie di piccole figure umane , iniziata verso la fine della seconda guerra mondiale, che gli assicurò la fama in Europa e negli Stati Uniti. Esili, ruvide e solitarie, queste figure trasmettono le difficoltà e l’alienazione della guerra e delle sue conseguenze.

Uno dei loro numerosi sostenitori fu il filosofo francese Jean-Paul Sartre, che attribuì a Giacometti il ​​merito di aver introdotto una “rivoluzione copernicana” nella scultura contemporanea. “Scelse di scolpire l’apparenza situata”, scrisse Sartre nel 1948, e così facendo “raggiunse l’assoluto”.


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Nel corso del tempo, Giacometti aumentò le dimensioni delle sue figure , allungandone al contempo busti e arti. “Con mia sorpresa”, scrisse nella sua lettera del 1947 a Pierre Matisse, “raggiunsero una certa somiglianza solo quando erano alti e snelli”.


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FONDAZIONE ALBERTO GIACOMETTI – ZURIGO
https://arthive.com/it/albertogiacometti/works/377409~Carro#google_vignette

 

 

Una “somiglianza” di grandi dimensioni, scarna e solitaria, si erge su due ruote imponenti in Il Carro , del 1950. Più o meno nello stesso periodo, l’artista si rivolse alla carta e alla tela per ritrarre figure in piccoli recinti disordinati. Spesso usava sua madre , Annetta, suo fratello, Diego, e sua moglie, Annette , come modelli.

Che si trattasse di scultura, pittura, disegno o incisione, la “somiglianza” – perseguita attraverso l’osservazione e il ricordo – sarebbe rimasta l’obiettivo di Giacometti per il resto della sua carriera.

 

 

 

Il gatto, 1951, Il cane, 1951

 

 

 

Image

IL CANE, 1951 — DAL MOMA

 

 

 

 

Gruppo di tre uomini, 1948-49

 

 

Grande testa – Donna in piedi – Uomo che cammina
1959-1960

 

 

1959-69     Uomo che cammina

 

 

Nota: la citazione iniziale è di Klemm, Christian e Alberto Giacometti. Alberto Giacometti: Mostra; Kunsthaus Zürich, 18 maggio – 2 settembre 2001; Museum of Modern Art, New York, 11 ottobre 2001 – 8 gennaio 2002, a cura di Kunsthaus Zürich e Museum of Modern Art, Museum of Modern Art, 2001.

Annemarie Iker, studiosa indipendente, 2024

 

 

 

NOTE ( i numerini a fianco delle parole )

  1. Alberto Giacometti a Pierre Matisse, 1947, in Alberto Giacometti , a cura di Peter Selz (New York: The Museum of Modern Art, 1965), 14.
  2. ivi, 28
  3. ivi, 22
  4. ivi, 18
  5. Michel Leiris, “Alberto Giacometti”, trad. di James Clifford, Sulfur 16 (1986 [1929]): 39.
  6. ivi.
  7. Alberto Giacometti citato in Anne Umland, “Giacometti and Surrealism,” in Alberto Giacometti , a cura di Christian Klemm (New York: The Museum of Modern Art, 2001), 24.
  8. Jean-Paul Sartre citato in Alex Potts, The Sculptural Imagination: Figurative, Modernist, Minimalist (New Haven: Yale University Press, 2001), 124.
  9. Giacometti a Matisse, in Alberto Giacometti , 28.

 

 

nota 1-

BORGONOVO, VAL BREGAGLIA – dove nasce l’autore

 

 

Vista del gruppo montuoso da Soglio (in primo piano): gruppo delle Sciore (a sx), il pizzo Cengalo (cn-sx) ed il pizzo Badile (al cx)

Alpi del Bernina (nelle Alpi Retiche occidentali)
Cima più elevataMonte Disgrazia (3 678 m s.l.m.)

 

Monte Disgrazia

foto sopra da : https://it.wikipedia.org/wiki/Monti_della_Val_Bregaglia#/media/File:Disgrazia_dal_linzone.jpg

 

 

Meteo Borgonovo - Svizzera (Grigioni) : Previsioni meteo gratuite a 15 giorni - Il Canale Meteo

Borgonovo– Meteo Consult

 

Waypoint

Borgonovo da :
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/vicosoprano-borgonovo-soglio-castasegna-110520011/photo-71202763

 

 

 

 

per chi volesse —Alberto Giacometti in 10 punti

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TG LA 7 — VENERDI’ 13 GIUGNO 2025 — video, 36 min. ca – in diretta l’attacco dell’Iran, anche se non si capisce ..

 

apri qui

https://tg.la7.it/repliche-tgla7?id=600464

 

 

 

 

 

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ALBERTO NEGRI, Dal Golfo al mondo, gli effetti globali di un nuovo conflitto. Sono i missili americani, oltre a quelli israeliani, che tengono sotto tiro la Repubblica islamica con le basi Usa in Turchia, Qatar e Bahrain–IL MANIFESTO  13 GIUGNO 2025

 

 

 

IL MANIFESTO  13 GIUGNO 2025

https://ilmanifesto.it/dal-golfo-al-mondo-gli-effetti-globali-di-un-nuovo-conflitto

 

 

Dal Golfo al mondo, gli effetti globali di un nuovo conflitto.

 

Foto Ikon Images/Ap

Illustrazione – Ikon

 

 

Pistole puntate Sono i missili americani, oltre a quelli israeliani, che tengono sotto tiro la Repubblica islamica con le basi Usa in Turchia, Qatar e Bahrain

Alberto Negri | ISPI

foto ISPI

( Milano, 1956 )

 

La pistola puntata contro l’Iran è israeliana ma l’impugnatura è in mano a Trump. Lui può arrivare a un accordo con l’Iran, lui può fermare Israele visto che è anche il suo maggiore fornitore di armi: sono i missili americani, oltre a quelli israeliani, che tengono sotto tiro la Repubblica islamica con le basi Usa in Turchia, Qatar e Bahrain.

Basi militari americane che con la flotta Usa in Bahrain e le truppe schierate in Qatar danno la dimensione di un conflitto che in realtà, con le sue conseguenze, potrebbe diventare più ampio: Russia e Cina sono alleati di Teheran ed è stata proprio Pechino a mediare il riavvicinamento storico tra Iran e Arabia saudita.

Una guerra all’Iran vedrebbe coinvolti più o meno direttamente i Paesi del Golfo, l’Iraq e il Libano degli Hezbollah e lo Yemen.

Mentre il prezzo del petrolio sale, segnale di chiaro nervosismo sui mercati, gli Usa hanno già ridotto il personale diplomatico in Iraq e nel Golfo dove passa oltre il 40% di rifornimenti energetici mondiali.

Inoltre anche gli apparati Nato sarebbero messi in allarme, con la Gran Bretagna schierata al fianco di Israele.

 

Non dimentichiamo che l’aviazione britannica e quella americana hanno condotto il 70% dei voli di ricognizione per individuare i bersagli a Gaza e in Libano. Quando l’Iran ha attaccato Israele, Usa e Gran Bretagna, e altri stati della regione, sono intervenuti a vari livelli per sostenere Israele.

 

Da tempo però l’Arabia saudita, che ha fatto stringere la mano di Trump e quella dell’ex jihadista siriano Al Jolani, chiede al presidente americano di frenare Tel Aviv. Un conflitto alle porte di casa per il Golfo rappresenta un pericolo: hanno già perso il conflitto con un altro alleato di Teheran, gli Houthi al potere in Yemen, dove Israele ha appena bombardato il porto di Hodeida. Una reazione degli Houthi contro Israele non è da escludere – è già accaduto durante le stragi di civili a Gaza – tenendo presente i rapporti stretti con l’Iran.

Tutto questo mentre si sta per avviare in Oman il sesto round dei negoziati Iran-Stati uniti, forse una delle ultime speranze per evitare che Israele bombardi i siti nucleari iraniani. Non che Trump sia particolarmente incline a usare la diplomazia con Teheran, tanto è vero che nel 2018 fu lui, al primo mandato, ad annullare l’accordo del 2015 firmato da Obama.

Quell’intesa non funzionò non perché fosse «pessima», come ripete Trump imbrogliando le carte per l’ennesima volta, ma semplicemente perché non venne attuata: gli americani non tolsero mai le sanzioni bancarie e finanziarie a Teheran come sa benissimo qualunque banchiere europeo. Non è un dettaglio da poco: gli iraniani potrebbero arrivare a un compromesso sull’arricchimento dell’uranio solo se avessero garanzie concrete di un alleggerimento vero delle sanzioni.

 

La questione iraniana è più globale di quel che si pensi. Le conseguenze del fallimento dell’accordo del 2015 sono state evidenti: l’Iran è stato spinto sempre di più nelle braccia di Mosca e Pechino. La Russia è il primo destinatario dell’industria dei droni iraniana, la Cina è il primo cliente del petrolio di Teheran. Non si contano poi le manovre militari congiunte iraniane con Mosca e Pechino e gli scambi di visite militari e diplomatiche. L’Iran è dentro al fronte bollente dei conflitti e degli interessi strategici che stanno a cavallo tra Medio Oriente e Asia centrale e fa parte dell’organizzazione dei Brics, un blocco economico che rappresenta oltre il 30% del Pil mondiale.

 

Trump si è vantato di poter mettere fine «in un giorno» al conflitto tra Russia e Ucraina e ora deve dimostrare, dopo tante boutade, di essere un leader credibile: se fa fare quel che vuole a Netanyahu, il suo più stretto alleato, come sta accadendo a Gaza con un carneficina disumana, ben pochi saranno disposti a dargli credito. Non solo Putin e Xi Jinping, ma anche gli stati del Golfo come Riyadh che lui vorrebbe convincere a entrare nel Patto di Abramo con Israele.

Ma come si fa ad accettarlo se Trump, il principale sponsor dell’accordo sin dal suo primo mandato, lascia mano libera a Netanyahu? Per gli arabi del Golfo un eventuale attacco di Israele potrebbe rivelarsi un mezzo disastro. Se è vero che per anni hanno temuto la potenza e l’influenza iraniana nella regione, ora stanno dando una dimostrazione di assoluta impotenza. Hanno lasciato che a Gaza si attuasse il genocidio dei palestinesi, hanno corso dietro alle deliranti proposte di Trump per «Gaza Riviera» e alle prospettive di deportazione senza muovere un dito. Ma soprattutto rischiano di mettere in mano la loro sopravvivenza a Israele. I sauditi sono i custodi dei luoghi sacri dell’islam e il loro prestigio come paese guida potrebbe venire seriamente intaccato.

In Medio Oriente si vive un paradosso lacerante: da un lato la strage a oltranza a Gaza, dall’altro un’aria di prosperità e ricchezza nel Golfo, sul versante opposto di un mondo arabo che però non ha mai niente da dire e subisce le decisioni israeliane e americane.

Come può reagire l’Iran a un attacco? Può provare a colpire Tel Aviv con missili balistici. Ma loro efficacia è tutta da provare. Il complesso militar-industriale israelo-americano è troppo superiore. Gli israeliani hanno già testato le difese della repubblica islamica e sono pronti a farlo di nuovo. Con l’attacco del 26 ottobre scorso Israele, in replica a quello di Teheran, avrebbe eliminato oltre l’80% delle difese aeree iraniane: Netanyahu ritiene la Repubblica islamica una minaccia esistenziale ed è sempre pronto a intervenire.

Forse l’unica reazione efficace di Teheran potrebbe essere una sorta di guerra asimmetrica muovendo le ultime pedine nella regione sopravvissute ai raid israeliani. Ma non è una prospettiva che salva il Medio Oriente da altre tragedie.

 

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CARTINE + VILLAGGIO DI WHITEHEAD ++ MARCO SANTAPADRE — PAGINE ESTERI – 13 GIUGNO 2025, Pogrom razzisti, in Irlanda del Nord è caccia allo straniero

 

 

 

 

CARTINA DELL’ ULSTER–IRLANDA DEL NORD CHE APPARTIENE ALLA GRAN BRETAGNA

 

 

 

 

 

Map showing the partition of Ireland which led to Ireland being separated into two self-governing polities.

 

Il toponimo “Ulster” è impropriamente usato come sinonimo di “Irlanda del Nord“. In realtà, l’Ulster comprende sia l’Irlanda del Nord, che ricade sotto la sovranità del Regno Unito e che comprende sei delle nove contee che costituiscono l’Ulster (AntrimArmaghDownFermanaghDerry e Tyrone), sia le tre contee che ricadono sotto la sovranità della Repubblica d’Irlanda (CavanDonegal e Monaghan).
Il capoluogo della provincia dell’Ulster è Belfast, città sotto sovranità britannica e capitale dell’Irlanda del Nord, che amministrativamente è oggi una città-distretto. Storicamente la città è parte delle contee di Antrim e Down.

 

 

 

 

QUALCHE FOTO DELLA CITTADINA DI WHITEHEAD  ( lo stesso nome del grande filosofo inglese ALFRED NORTH WHITEHEAD ( 1861, Ramsgate, Regno Unito / 1947, Cambridge, Massachusetts, Stati Uniti )

 

 

 

 

 

 

 

 

UK, Northern Ireland, Exterior

UK, Northern Ireland, County Antrim, Whitehead

 

 

 

Whitehead  (an Cionn Bán in gaelico irlandese) è un villaggio dell’Irlanda del Nord, situato nella contea di Antrim.

 

Whitehead – Veduta

UN’ALTRA FOTO DI WHITEHEAD NELLA CONRTEA DI ANTRIM, IRLANDA DEL NORD
Albert Bridge

 

IL PARCO DA GOLF

 

 

UNA PASSEGGIATA VICINO AL MARE
Kenneth Allen

 

 

 

GARDEN VILLAGE
by Albert Bridge

 

 

 

 

 

 

CASE SULLA STRADA DEL MARE
by Eric Jones

 

 

Wilson Adams

 

 

 

MARINE AVENUE
Eric Jones

 

 

 

 

 

 

 

MARINE PARADE

 

Altri importanti centri della provincia sono, nella parte nordirlandese (britannica), ArmaghDerry (o Londonderry), Lisburn e Newry, cui il Regno Unito ha garantito lo status di città, nonché CavanLifford e Monaghan, capoluoghi delle tre contee che si trovano nella Repubblica d’Irlanda.

 

 

 

 

PAGINE ESTERI – 13 GIUGNO 2025
https://pagineesteri.it/2025/06/13/mondo/pogrom-razzisti-in-irlanda-del-nord

 

 

Pogrom razzisti, in Irlanda del Nord è caccia allo straniero

 

 

Pogrom razzisti, in Irlanda del Nord è caccia allo straniero

 

 

Pagine Esteri

Sono continuati anche la notte scorsa, estendendosi alla città di Portadawn, i riot ( rivolte ) razzisti in alcune località dell’Irlanda del Nord. L’epicentro degli attacchi contro le forze dell’ordine e i cittadini stranieri è la città di Ballymena che con i suoi 30 mila abitanti rappresenta il settimo nucleo urbano per popolazione della porzione di Irlanda sottoposta ad amministrazione britannica.

Come nelle notti precedenti, anche durante l’ultima,  centinaia di persone, spesso con il volto coperto, hanno eretto barricate, lanciato sassi e bottiglie molotov contro gli agenti della PSNI (Police Service of Northern Ireland) in assetto antisommossa – che hanno risposto con gli idranti e i lacrimogeni – intervenuti per impedire i pestaggi di immigrati e la distruzione di di abitazioni ed attività economiche gestite da stranieri. In tutto sarebbero state arrestate finora 15 persone.

L’ennesima scintilla si è accesa lunedì scorso, quando si è diffusa la notizia che due ragazzi di 14 anni di origine romena e accompagnati da un interprete, erano stati interrogati da un giudice per rispondere dell’accusa di tentata violenza sessuale nei confronti di una minorenne. I due ragazzi hanno negato le accuse e l’udienza è stata rinviata a luglio.

In un clima surriscaldato dall’odio razzista alimentato da alcuni gruppi di estrema destra e in un contesto esacerbato da ingenti problemi sociali, i social hanno cominciato subito a riempirsi di messaggi violenti e aggressivi, denunciando – senza alcuna base certa – che i due accusati fossero degli “immigrati illegali”. Una “veglia pacifica” organizzata nel pomeriggio tramite un passaparola sui social si è subito trasformata in un riot razzista, con un centinaio di giovani incappucciati che hanno cominciato a lanciare mattoni, petardi e molotov contro la polizia.

 

Visto il moltiplicarsi di attacchi contro le case presumibilmente abitate da migranti e i negozi gestiti da questi ultimi, devastati quando non dati alle fiamme, su alcune abitazioni sono apparsi cartelli che recitavano “Qui vive un filippino”, nella speranza che questo disincentivi gli aggressori a caccia di romeni. Altri immigrati invece hanno identificato la propria residenza come “britannica” sperando nella clemenza degli incappucciati.

 

In molti quartieri della cittadina a maggioranza protestante, soprattutto in quelli della “working class” più colpiti dalla deindustrializzazione che ha causato un aumento della disoccupazione, della povertà e del disagio sociale, i pogrom contro i migranti sono stati accompagnati dall’esposizione di centinaia di Union Jacks, la bandiera rossa, bianca e azzurra del Regno Unito cara alle comunità lealiste come lo è Ballymena.

 

 

Dopo la prima notte, la violenza xenofoba si è manifestata anche in altre località. A Larne, ad esempio, una cinquantina di incappucciati ha incendiato un centro sportivo che era stato scelto dall’amministrazione per ospitare alcune decine di migranti che avevano dovuto abbandonare le proprie abitazioni dopo i primi attacchi. Scontri, seppure di minore intensità, si sono verificati anche nei comuni di Carrickfergus, Newtownabbey e nella zona settentrionale di Belfast.

Tutti i partiti di una certa consistenza hanno condannato i pogrom chiedendo un ritorno alla calma e denunciando che «Coloro che stanno strumentalizzando gli eventi come arma per aizzare le tensioni razziali non hanno alcun interesse a fare giustizia ma sono interessati solo a diffondere il caos e a dividere la comunità». Le formazioni e le correnti della destra unionista più radicale lo hanno fatto in maniera superficiale e senza grande convinzione.

Da parte sua Jim Allister, l’unionista di estrema destra eletto nella Contea di Antrim (in cui rientra Ballymena) che siede alla Camera dei Comuni di Londra per conto del “Traditional Unionist Voice” ha invece definito i riot la manifestazione di un «fallimento delle politiche di integrazione da parte delle autorità, incapaci di rispondere alle preoccupazioni della popolazione locale ignorata e non rispettata».

Allister, così come alcune organizzazioni di estrema destra attive nelle Sei Contee, ha tentato di giustificare le violenze parlando dei “rapidi cambiamenti demografici” che si sarebbero verificati negli ultimi anni in Irlanda del Nord.

Ma le più aggiornate statistiche rivelano che il territorio in questione ospita solo un 3,4% di popolazione straniera (66 mila persone su un totale di quasi 2 milioni di abitanti) contro il 18,3% dell’Inghilterra o del Galles e il 13% della Scozia.

Come in altri episodi precedenti, appare evidente che l’esplosione di violenza non è spontanea, ma è il frutto di una sistematica diffusione di messaggi d’odio e di fake news – sul fatto, ad esempio, che gli immigrati ricevano lauti sussidi sociali e che i crimini commessi da questi ultimi siano tollerati dalle autorità – da parte dei gruppi razzisti che entrano in azione appena possono contare su un pretesto, opportunamente amplificato.

Durante il mese di agosto dell’anno scorso diversi attacchi razzisti e scontri con la PSNI si verificarono a Belfast nel contesto dell’esplosione di pogrom contro gli stranieri iniziati a Southport, in Inghilterra, a seguito dell’accoltellamento mortale di tre bambine da parte di un giovane cittadino britannico di origini ruandesi.

Nelle città e nei quartieri unionisti dell’Irlanda del Nord, dove più forte è stata storicamente la presenza dei gruppi paramilitari filobritannici, negli ultimi anni i cittadini stranieri hanno tendenzialmente preso il posto dei “papisti”, come vengono offensivamente definiti gli appartenenti alla comunità irlandese, repubblicana e nazionalista. Ma anche nella cattolica Repubblica d’Irlanda, in particolare a Dublino, le esplosioni di violenza contro i migranti e le strutture che li ospitano si sono moltiplicate negli ultimi anni, soprattutto a partire dalla fine del 2023.

Ora il timore è che i pogrom razzisti in atto in Irlanda del Nord si saldino con le parate orangiste – processioni organizzate durante l’estate dalle organizzazioni lealiste che celebrano la colonizzazione dell’Irlanda sfilando anche in quartieri e città repubblicane – causando un generale aumento della tensione. – Pagine Esteri

* Marco Santopadre, giornalista e saggista, già direttore di Radio Città Aperta, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive anche di Spagna e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con Pagine Esteri, il Manifesto, El Salto Diario e Berria

 

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PRIMA PAGINA DE IL MANIFESTO DEL 13 GIUGNO – OGGI — Contratto separato. La premier premia il «Caro Gigi» che aveva rotto l’unità sindacale.

 

 

 

da : Giornalone.it
https://www.giornalone.it/prima-pagina-il-manifesto/

 

 

 

 

 

Meloni pensa così di recuperare terreno sul lavoro nel Mezzogiorno, ma anche– secondo me– nel mondo operaio.

 

 

 

 

Prima Pagina Il Manifesto 13/06/2025

 

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ANSA.IT   13 GIUGNO  2025  -9. 57 :::1. fotogallery attacco Israele contro siti nucleari Iran –2. articolo con ” Il punto “:: dalle 10.11 oggi —alle 2.30 di stanotte- a ogni punto segui un articolo

 

 

 

ANSA.IT 13 GIUGNO 2025 — FOTOGALLERY  — 20 FOTO– ATTACCO DI ISRAELE ALL’IRAN

https://www.ansa.it/sito/photogallery/primopiano/2025/06/13/israele-attacca-liran-macerie-a-teheran_833b0814-792d-4a0c-b987-d8aa2a15022c.html

 

 

ANSA.IT   13 GIUGNO  2025  -9. 57

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2025/06/13/israele-attacca-liran-raid-sui-siti-nucleari.-usa-noi-non_314e57cc-0c70-408f-ac13-8c8ba320887b.html

 

Israele attacca l’Iran, raid sui siti nucleari. Usa: ‘Noi non coinvolti’. Teheran lancia 100 droni.

 

L’Idf: ‘Nel mirino più di 100 obiettivi’. Trump convoca un vertice di governo. Israele chiude lo spazio aereo

 

 

 

Israele attacca l 'Iran, raid sui siti nucleari. Usa: 'Noi non coinvolti ' Teheran lancia 100 droni RIPRODUZIONE RISERVATA © ANSA/AFP

Israele attacca l’Iran, raid sui siti nucleari. Usa: ‘Noi non coinvolti’. Teheran lancia 100 droni.

©ANSA / APP

 

 

IRAN-ISRAEL-CONFLICT-STRIKE RIPRODUZIONE RISERVATA © ANSA/AFP

©ANSA/ APP

 

 

IRAN-ISRAEL-CONFLICT-STRIKE RIPRODUZIONE RISERVATA © ANSA/AFP

©ANSA/APP

 

Israele attacca l 'Iran RIPRODUZIONE RISERVATA © ANSA/EPA

ISRAELE ATTACCA L’IRAN–© ANSA /APP

 

 

Hossein Salami RIPRODUZIONE RISERVATA © ANSA/EPA

HOSSEIN SALAMI – © ANSA-/ APP

 

 

 

Punti chiave  ( DALLE 10 DI STAMATTINA ALLE 3  DI STANOTTE )– ad ogni orario dopo la li sta c’è un commnento

 

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Limes Rivista Italiana di Geopolitica :: Lucio Caracciolo: L’impero della menzogna: possiamo fidarci di noi stessi? Il podcast di ​Limes + altro

 

 

 

Che cosa vuol dire comunicare e fare analisi geopolitica in tempo di guerra? Cioè nel regno delle propagande contrapposte? Hannah Arendt diceva che mentire continuamente significa garantire che nessuno creda più in nulla. Insomma, in gioco è la nostra credibilità. Come limitare i pericoli della censura e dell’autocensura? E l’intelligenza artificiale cambia la specie umana?

 

 

 

 

Titolo
Verità e politica
Autore
Anno
2004
N° di pagine
112

I due saggi riuniti in questo volume sono le versioni rivedute di due articoli apparsi rispettivamente nel 1967 e nel 1963 e inseriti da Hannah Arendt nella seconda edizione americana (1968) di “Tra passato e futuro”. Poiché la traduzione italiana di questa opera è stata condotta nella prima edizione (1961) i due saggi erano inediti in italiano. Eppure si tratta di due testi molto importanti: il primo, Verità e politica , scritto in occasione delle polemiche seguite alla pubblicazione del «reportage» sul processo Eichmann, investe quella caratteristica essenziale del totalitarismo che consiste nel fabbricare verità. Il secondo, “La conquista dello spazio e la statura dell’uomo”, propone alcune riflessioni sul significato e sulle implicazioni della ricerca scientifica e della tecnica in un quadro teorico che è quello delineato in “Vita activa”.

 

 

La menzogna in politica. Riflessioni sui «Pentagon Papers». Testo tedesco a fronte. Ediz. bilingue - Hannah Arendt - copertina

La menzogna in politica. Riflessioni sui «Pentagon Papers». Testo tedesco a fronte. Ediz. bilingue

Arendt rileva come la menzogna circa l’andamento effettivo della guerra servisse esclusivamente a tutelare, attraverso il parere di presunti esperti, l’immagine del paese dall’accusa infamante di condurre una guerra inutile» – La Lettura

PIRRONE (Πύρρων, Pyrrho) di Elide

Le notizie su di lui e sulla sua dottrina sono molto incerte: sembra sia  vissuto tra il 360 e il 270 a. C e si sa che è considerato dalla tradizione, l’iniziatore dello scetticismo-

molto di più nel link di Treccani

https://www.treccani.it/enciclopedia/pirrone-di-elide_(Enciclopedia-Italiana)/

 

 

 

ELIDE = ELIS — CARTINA DELL’ANTICA PELOPONESO

https://it.wikipedia.org/wiki/Elide#/media/File:Ancient_peloponnese.svg

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JULIO CORTAZAR, STORIE DI CRONOPIOS E FAMAS — EINAUDI, 2014 – commenti e citazioni dal sito 2000battute, 7 giugno 2014 – link subito sotto– 4 citazioni !

 

 

 

 

SEGUE DA :

2000battute- 7 giugno 2014

Storie di cronopios e di famas – Julio Cortázar

 

 

 

 

 

cronopios e famas - cortazar   

einaudi, 1997                                                                —  forse 2014

 

 

 1a citazione :

Preambolo  alle istruzioni per caricare l’orologio

daniela tieni– link di ” Carte sensibili ” 8 aprile 2013

 

Pensa a questo: quando ti regalano un orologio, ti regalano un piccolo inferno fiorito, una catena di rose, una cella d’aria.
Non ti danno soltanto l’orologio, tanti, tanti auguri e speriamo che duri perché è di buona marca, svizzero con àncora di rubini; non ti regalano soltanto questo minuscolo scalpellino che ti legherai al polso e che andrà a spasso con te. Ti regalano – non lo sanno, il terribile è che non lo sanno -, ti regalano un altro frammento fragile e precario di te stesso, qualcosa che è tuo ma che non è il tuo corpo, che devi legare al tuo corpo con il suo cinghino simile a un braccetto disperatamente aggrappato al tuo polso.
Ti regalano la necessità di continuare a caricarlo tutti i giorni, l’obbligo di caricarlo se vuoi che continui ad essere un orologio; ti regalano l’ossessione di controllare l’ora esatta nelle vetrine dei gioiellieri, alla radio, al telefono.
Ti regalano la paura di perderlo, che te lo rubino, che ti cada per terra e che si rompa. Ti regalano la sua marca, e la certezza che è una marca migliore delle altre, ti regalano la tendenza a fare il confronto fra il tuo orologio e gli altri orologi.
Non ti regalano un orologio, sei tu che sei regalato, sei il regalo per il compleanno dell’orologio.

Julio Cortazar, Preambolo alle istruzioni per caricare l’orologio

 

 

Storie di cronopios e di famas è un tipico libro cortazáriano: inclassificabile e sommamente delizioso. È diviso in quattro parti: Manuale di istruzioniOccupazioni insoliteMateriale plastico e Storie di cronopios e di famas.
Le prime tre parti sono brevi racconti, arguzie, motteggi, divertissement direbbero quelli chic, sublimi cammei di un Cortázar divertito che semina pianticelle di arguzia. Sono scherzi, in senso musicale, di un talento letterario sterminato, Georges Perec forse gli si avvicina.

2a. 

Leggiamo il primo di questi scherzi, Istruzioni per piangere:

Lasciando da parte le motivazioni, atteniamoci unicamente al corretto modo di piangere, intendendo per questo un pianto che non sconfini nelle urla e tanto meno in un insulto al sorriso con la sua parallela e goffa somiglianza. Il pianto medio o ordinario consiste in una completa contrazione della faccia e in un suono spasmodico accompagnato da lacrime e da moccio, quest’ultimo nella fase finale, perché il pianto termina nel momento in cui ci si soffia energicamente il naso.
Per piangere occorre fissare l’immaginazione su se stessi, e se ciò risultasse impossibile perché è stata contratta l’abitudine di credere nel modo esteriore, si ponga mente ad un’anatra ricoperta di formiche o a quei golfi dello stretto di Magellano ove niun penetra giammai.
Una volta arrivato il pianto, ci si copra con dignità il volto usando entrambe le mani con la palma in dentro. I bambini piangeranno con la manica della giacchetta sulla faccia, e preferibilmente in un angolo della stanza. Durata media del pianto: tre minuti.

 

Poi viene l’ultima parte, la più lunga e omogenea, Storie di cronopios e di famas, che dà il titolo al libro e imperitura fama a quest’opera.
Su questo racconto favoloso, fiabesco, sognante, immaginifico, assolutamente strepitoso, sono state spese molte parole, da parte di tanti, chi più, aggiungendo qualche osservazione interessante, chi meno, semplicemente accodandosi al coro di stupore gioioso.
Io mi accodo al coro di stupore gioioso: la storia dei Cronopios, delle Speranze e dei Famas è  semplicemente meravigliosa, una delle creazioni letterarie più dense di dolcezza, di senso e di piacere. Solo il fantasmagorico amore narrato da Boris Vian mi sembra avere la stessa sfrenatezza romantica alla quale è impossibile resistere rimanendo freddi. In fondo, Cortázar è sì argentino, ma molto, visceralmente, francese nel gusto, nei richiami e nello stile.

Dopo aver conosciuto queste creature fantastiche che sono i Cronopios, le Speranze e i Famas, capiterà per sempre, d’improvviso, di voltarsi di colpo per strada e di vedere delle Speranze su un albero, di guardare una piazza affollata e scorgere dei Famas in fila che la attraversano, o anche di leggere una notizia curiosa sul giornale e di riconoscere l’inconfondibile impronta dei Cronopios in azione.

 

 

  3a

Ma chi sono questi esserini? Lo dice Cortázar in una nota:

 

[…] ho dunque visto fluttuare nella sala degli oggetti di colore verde, sorta di piccole palle verdi che facevano evoluzioni intorno a me. Ma, insisto, non si trattava niente di tangibile, non li vedevo veramente, pur vedendoli in un certo modo. E insieme all’apparizione di quegli oggetti verdi, che sembravano gonfiati come piccoli palloni, o come rospi, o animali in genere, m’è venuta l’idea che quelli erano Cronopios.
[…] Ma poi la piccola visione che avevo avuto e poi il nome Cronopios che mi piaceva molto hanno continuato a ossessionarmi. Allora mi sono messo a scrivere le prime storie. E sono apparsi in modo simile – ma meno precise di quelle dei Cronopios – le immagini dei Famas e delle Speranze. Quelle immagini sono state forgiate, sono state inventate per servire da contrappunto alla natura dei Cronopios. I Fama sono l’opposto dei Cronopios e le Speranze servono da intermediari.

 

Ecco qui i Cronopios, i Famas e le Speranze. Siamo nei quartieri della fantasia libera e visionaria, riflessi tremolanti su pozze d’acqua di realtà, dobbiamo sorridere e sognare per vedere queste creaturine, batraciformi ( rana e  rospo- Treccani ) e palluti.

Ma nonostante questa precisazione di Cortázar, il mondo dei Cronopios sembra inevitabilmente indurre fame di spiegazione nei lettori, anche quelli monumentali come Italo Calvino:

«I cronopios e i famas, due geníe d’esseri che incarnano con movenze di balletto due opposte e complementari possibilità dell’essere, sono la creazione piú felice e assoluta di Cortázar. Dire che i cronopios sono l’intuizione, la poesia, il capovolgimento delle norme, e che i famas sono l’ordine, la razionalità, l’efficienza, sarebbe impoverire di molto, imprigionandole in definizioni teoriche, la ricchezza psicologica e l’autonomia morale del loro universo. Cronopios e famas possono essere definiti solo dall’insieme dei loro comportamenti. […] Del resto, osservando bene, si vedrà che è una determinazione degna dei famas che i cronopios mettono nell’essere cronopios, e che nell’agire da famas i famas sono pervasi da una follia non meno stralunata di quella cronopiesca». 

Italo Calvino che continua: 

 

I famas sono quelli che imbalsamano ed etichettano i ricordi, che bevono la virtù a cucchiaiate col risultato di riconoscersi l’un l’altro carichi di vizi, che se hanno la tosse abbattono un eucalipto invece di comprare le pasticche Valda. I cronopios sono coloro che si lavano i denti alla finestra, spremono tutto il tubetto per veder volare al vento festoni di dentifricio rosa; se sono dirigenti della radio argentina fanno tradurre tutte le trasmissioni in rumeno; se incontrano una tartaruga le disegnano una rondine sul guscio per darle l’illusione della velocità.

 

Sempre più stralunato il mondo dei batraci cortázariani, impossibile non sorridere felici pensando ai Cronopios, alle Speranze e ai Famas. E allora eccoli finalmente, nella danza irridente di tregua e provala.

 

 

4a. 

C’era una volta un fama che ballava tregua e ballava provala davanti alla vetrina di un negozio pieno di cronopios e di speranze. Le più irritate erano le speranze sempre pronte a far di tutto perché i famas non ballino tregua e provala, ma spera, che è il ballo più in voga presso i cronopios e le speranze.
I famas si piazzano apposta davanti alle vetrine, e questa volta il fama ballava tregua e ballava provala per dare sui nervi alle speranze. Una delle speranze lasciò cadere il suo pesce-flauto – perché le speranze, come il Re del Mare, sono sempre accompagnate da un pesce-flauto – e uscì a protestare, dicendo al fama:
– Fama, niente tregua e provala davanti questo negozio.
Il fama continuava a ballare e rideva.
La speranza chiamò altre speranze, e i cronopios fecero crocchio attorno per vedere cosa ne sarebbe saltato fuori:
– Fama, – dissero le speranze, – non ballare tregua, e neppure provala davanti questo negozio.
Ma il fama ballava e rideva, e così mortificava le speranze.
Allora le speranze si lanciarono sul fama e lo malmenarono. Lo lasciarono a terra vicino a uno steccato, e il fama mandava lamenti, immerso nel suo sangue e nella sua tristezza.
I cronopios si avvicinarono furtivi, questi oggetti verdi e umidi. Attorniarono il fama e si misero a compatirlo, dicendogli:
– Cronopio cronopio cronopio.
E il fama capiva, e la sua solitudine era meno amara.

 

E via così, nel favoloso mondo dei Cronopios, delle Speranze e dei Famas.
Leggetelo e ballate ridendo e facendo sberleffi, ballate provala e ballate tregua se volete, oppure ballate spera se vi piace di più, ballate insieme a un grande grandissimo Cortázar.

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ALDO CECCARELLI — SAI CHE TI DICO ? Un viaggio tra generazioni e parole eterne: 100 «dialettere» alla Gen Z da 100 giganti del pensiero — EDITORE : Youcanprint, 2025

 

 

 

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it&source=gbs_
toc_r&cad=2&twclid=24np3hsv429k4xpihkszj8w0kv#v=
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Sai che ti dico?” non è solo un libro, ma un ponte generazionale che unisce la saggezza di 100 grandi pensatori della storia con le sfide e i sogni della Generazione Z. L’autore, Aldo Ceccarelli, propone un formato innovativo: le “dialettere”, lettere-dialogo che immaginano cosa direbbero oggi giganti del pensiero come George Orwell, Jane Austen, Virginia Woolf e Friedrich Nietzsche ai giovani lettori del XXI secolo. Ogni lettera si trasforma in un dialogo immaginario, offrendo risposte, spunti di riflessione e sfide pratiche su temi universali come la libertà, l’identità, l’amore e l’etica. Il libro è un mosaico di storie e insegnamenti che guida i lettori verso una comprensione più profonda di se stessi e del mondo, incoraggiandoli a trovare la propria voce in una società complessa. Innovativo: L’idea delle “dialettere” è originale e coinvolgente, unendo narrativa, filosofia e interattività. Rilevante: Tratta temi di grande attualità, come il ruolo della tecnologia, l’identità sociale e la ricerca del significato nella vita moderna. Accessibile: Presenta concetti complessi in modo semplice e diretto, rendendoli adatti anche a chi si avvicina per la prima volta alla filosofia. Capitoli (100): Ogni capitolo è dedicato a un pensatore, con una breve introduzione alla sua opera, una lettera immaginaria rivolta ai giovani e una sfida o domanda che invita all’azione.

 

IBS

 

 

 

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RIPETO IL LINK GIA’ MESSO ALL’INIZIO PER DIRVI CHE, CHI E’ CURIOSO, PUO’ TROVARE DA VEDERE VARI PERSONAGGI, NON SO DIRE SE COMPLETI O ACCENNATI, MA SONO PARECCHI.

ARRIVA  FINO A TUTTA LA PAGINA SOTTO ( LA PRIMA DI QUATTRO )  PIU’ L’INIZIO DI UN ALTRO AUTORE–

 

https://books.google.it/books?id=NL5PEQAAQBAJ&pg=PT4&hl=it&source=gbs_toc_r&cad=2&twclid=24np3hsv429k4xpihkszj8w0kv#v=onepage&q&f=false

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Bill Perlmutter: L’Europa negli anni Cinquanta. Attraverso la lente di un soldato –da più link – vedi sotto +++ un grande tra tanti

 

 

 

Copertina

 

DA :

https://www.galeriehilanehvonkories.de/en/perlmutter/soldiers_lens_berlin/

 

 

seguono immagini e testo da : KEBLOG

31 magnifiche foto in bianco e nero dell’Europa negli anni 50 attraverso l’obiettivo di un soldato

 

Tutto è iniziato nel dicembre 1954, quando l’allora 22enne soldato Bill Perlmutter venne assegnato come fotografo per l’esercito degli Stati Uniti. Le prime immagini dalla Rolleiflex di Perlmutter sono state scattate durante un viaggio transatlantico. Anche se non aveva mai lasciato gli Stati Uniti ed era un po’ preoccupato per il suo futuro, Perlmutter era “in attesa di fotografare l’Europa e visitare tutti quei luoghi meravigliosi di cui avevo letto e visto nei film.” Il suo primo congedo dopo la dislocazione ad Augsburg, in Germania, lo ha portato a Parigi, la città della luce e casa di molti dei suoi fotografi preferiti.

Il modo di vedere l’Italia del dopoguerra di Perlmutter è stato fortemente influenzato dai film realistici come Ladri di biciclette di Vittorio De Sica. Le fotografie di Perlmutter scattate in Spagna e Portogallo mostrano un sincero interesse per le condizioni e le distinzioni culturali che esistevano nel dopoguerra. Le sue immagini sono una testimonianza dei diversi standard di vita nelle varie parti d’Europa.

 

 

Quattro uomini e un dipinto, Italia, 1956

Foto Europa Anni '50 Bill Perlmutter

Sacerdote in preghiera davanti San Pietro, Roma, 1956

 

Foto Europa Anni '50 Bill Perlmutter

Germania, 1956

Foto Europa Anni '50 Bill Perlmutter

 

Danzando tra le onde, Portogallo, 1956

Quattro bambini nomadi, Spagna 1956

Padre con i figli, Germania, 1955

Bocche spalancate, Germania, 1955

 

 

Aspettando che smetta la pioggia, Portogallo 1956

 

Guardando il mare, Portogallo, 1956

Lungo le rive del Meno, Germania, 1955

Studentesse nella stazione ferroviaria, Germania, 1956

 

Bambini, Spagna, 1956

 

Foto Europa Anni '50 Bill Perlmutter

 

 

 

Sorrisi, Germania, 1955

Foto Europa Anni '50 Bill Perlmutter

Cani cattivi, Germania, 1956

Foto Europa Anni '50 Bill Perlmutter

 

Donna alla porta, Spagna, 1956

 

Foto Europa Anni '50 Bill Perlmutter

L’uomo con gli occhiali scuri, Italia, 1956

Donna con carretto, Spagna, 1956

 

Scolari, Italia, 1956

 

Bambino a piedi nudi nella sabbia, Portogallo, 1956

Tre bambini sotto un ombrello, Roma, 1956

 

Padre e figlio su una panchina, Spagna, 1956

Bambino gioca con un ombrello, Italia, 1956

 

Foto Europa Anni '50 Bill Perlmutter

 

 

 

Bimbo spaventato dai piccioni, Venezia, 1956

Nitrato do Chile, Portogallo, 1956

 

Bambino sulla spiaggia, Portogallo, 1956

 

 

Coppia al parco, Parigi, 1955

 

Nonna e nipote, Spagna, 1956

 

Un bacio sulla mano, Parigi, 1956

 

Sigarette, Germania, 1955

 

Sotto la torre Eiffel, Parigi, 1955

 

Musicisti di strada, Parigi, 1955

 

Foto Europa Anni '50 Bill Perlmutter
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ENRICO BERLINGUER — L’UNITA’ — 11 GIUGNO 1984 — E’ MORTO — + 13 GIUGNO 1984 I FUNERALI — IN PIAZZA SAN GIOVANNI – OLTRE UN MILIONE E MEZZO DI PERSONE + altre foto getty images

 

 

11 GIUGNO 1984

 

 

 

L’UNITA’  13 GIUGNO 1984

 

 

OLTRE UN MILIONE E MEZZO IN PIAZZA SAN GIOVANNI

La folla in San Giovanni in Laterano durante il funerale di Berlinguer nel 1984(Ap)

 

Nato a Sassari nel 1922, Enrico Berlinguer è stato il segretario del Partito comunista italiano dal 1972 al 1984, anno della sua morte. Venne eletto per la prima volta deputato nel 1968, per il collegio elettorale di Roma. Il 7 giugno del 1984 venne colpito da un ictus mentre si trovava a Padova durante un comizio elettorale. Morì l’11 giugno, a causa di un’emorragia cerebrale. Ai suoi funerali parteciparono oltre un milione di persone.

Il corteo con la bara sfilò il 13 giugno dalla sede del Pci, in via delle Botteghe Oscure, a piazza San Giovanni. Persino il segretario del Msi, Giorgio Almirante, si recò a rendere omaggio al feretro dell’avversario.

 

FOTO E TESTO SOPRA  DAL : CORRIERE — 21 MAGGIO 2016
https://www.corriere.it/politica/cards/da-berlinguer-ad-almirante-fino-pannella-quei-funerali-capaci-riempire-piazze/de-gasperi-1954_principale.shtml

 

 

 

 

SEGUOMO FOTO GETTY IMAGES

Palestinian leader of Palestine Liberation Organization Yasser Arafat and Italian politicians Achille Occhetto and Massimo D'Alema paying tribute to...

Achille Occhetto, Massimo D’Alema e Yasser Arafat ( OLP )- 13 giugno 1984

 

 

 

 

Funeral of Enrico Berlinguer

13 giugno 1984

 

 

 

 

Mikhail Gorbachev

foto di Edoardo Fornaciari –  13 giugno 1984 — Mikhail   Gorbaciov e ( alla nostra  sinistra ) Vadim Valentinovich Zagladin, politico e ideologo russo

 

 

 

People hold up posters at the funeral of PCI General Secretary Enrico Berlinguer. Rome , June 13th, 1984

 

 

 

Enrico Berlinguer

la folla in attesa dell’arrivo del feretro

 

 

 

Palestinian leader Yasser Arafat at Enrico Berlinguer's solemn funeral. June 13, 1984.

Yasser Arafat lo saluta anche per noi– 13 giugno 1984

 

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video, 19.56 — Mappa Mundi — Alfonso Desiderio e Lucio Caracciolo — Il rebus di papa Leone. Come Trump pensa di usarlo– LIMES ONLINE -11 GIUGNO 2025

 

 

 

 Caracciolo inizia parlare di Trump al minuto 12.00 ca

Il volume di Limes “Il rebus di papa Leone”, in edicola, libreria e sul sito per gli abbonati digitali da sabato 14 giugno 2025. Prevost contro gli scismi latenti nella Chiesa ferita bisognosa di governo. Come Trump pensa di usarlo.

 

 

 

 

 

 

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Un bellissimo piatto del più che famoso artista EMILIO VEDOVA ( Venezia, 9 agosto 1919 – Venezia, 25 ottobre 2006) è stato un pittore, incisore e partigiano italiano

 

 

 

 

ARS VALUE.COM– CASA D’ASTE– 14 giugno 2016
https://www.arsvalue.com/it/lotti/205401/emilio-vedova-venezia-1919-2006-natura-morta-con-pesci-piatto-in

 

 

 

 

 

Emilio Vedova (Venezia 1919 – 2006) “Natura morta con pesci” piatto in ceramica policroma smaltata nella sua cassetta originale, cm 26×32 (cassetta), cm 23×29 (piatto).
Firmato al retro Fabbrica Guerrieri, Murano

 

 

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segue da —MAZZOLENI ART

Emilio Vedova | Mazzoleni Art

Venezia, 9 agosto 1919 – Venezia, 25 ottobre 2006

 

Nato a Venezia da una famiglia di artigiani-operai, inizia a lavorare intensamente da autodidatta fin dagli anni trenta su figure e architetture. Giovanissimo, nel 1942, aderisce al movimento antinovecentista “Corrente”. Antifascista, partecipa tra il 1944 e il 1945 alla Resistenza e nel 1946, a Milano, è tra i firmatari del manifesto Oltre Guernica. Nello stesso anno a Venezia è tra i fondatori della “Nuova Secessione Italiana” poi “Fronte Nuovo delle Arti”. Nel 1948 partecipa alla sua prima Biennale di Venezia, manifestazione che lo vedrà spesso protagonista: nel 1952 gli viene dedicata una sala personale, nel 1960 riceve il Gran Premio per la pittura, nel 1997 riceve il prestigioso Leone d’Oro alla carriera.
All’inizio degli anni cinquanta realizza i suoi celebri cicli di opere: Scontro di situazioniCiclo della ProtestaCicli della Natura. Nel 1954, alla II Biennale di San Paolo, vince un premio che gli permetterà di trascorrere tre mesi in Brasile la cui estrema e difficile realtà lo colpirà profondamente. Nel 1961 realizza al Teatro La Fenice le scenografie e i costumi per Intolleranza ‘60 di Luigi Nono con il quale collaborerà anche nel 1984 al Prometeo.
Dal 1961 lavora ai Plurimi, prima quelli veneziani poi quelli berlinesi realizzati a Berlino tra il 1963 e il 1964 tra cui i sette dell’Absurdes Berliner Tagebuch ‘64 presentati a Documenta di Kassel nel 1964 dove ha esposto anche nel 1955, nel 1959 e successivamente nel 1982. Dal 1965 al 1967 lavora allo Spazio/Plurimo/Luce per l’EXPO di Montreal. Intensa è l’attività didattica nelle Università americane e poi alla Sommerakademie di Salisburgo e all’Accademia di Venezia. La sua carriera artistica è caratterizzata da una costante volontà di ricerca e forza innovatrice. Negli anni settanta realizza i Plurimi Binari, i cicli Lacerazione e i Carnevali, mentre negli anni ottanta i grandi cicli di Teleri, fino ai DischiTondiOltre e …in continuum…. Riceve numerosi e prestigiosi premi e riconoscimenti. Tra le ultime mostre personali di rilievo la grande antologica al Castello di Rivoli nel 1998 e, dopo la sua scomparsa nel 2006, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e alla Berlinische Galerie di Berlino.

 

 

foto e scritto —

da   MAZZOLENI ART

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LUCA CELADA – I militari assediano Los Angeles. Kristi Noem: «Città di criminali». Quinto giorno di proteste contro i rastrellamenti che seminano il panico — IL MANIFESTO 11 GIUGNO 2025 + altro + altro

 

 

 

 

IL MANIFESTO — 11 GIUGNO 2025
https://ilmanifesto.it/i-militari-assediano-los-angeles-noem-citta-di-criminali

 

 

 

I militari assediano Los Angeles. Kristi Noem: «Città di criminali»

 

 

Kristi Noem — vedi articolo al fondo di RSI

 

Gli scontri a Los Angeles tra la polizia e i manifestanti contro le retate dell’Ice ( = Agenzia federale che controlla l’immigrazione, sede: Washington )  – foto Jae Hong/Ap

 

LOS ANGELES

 

Il quinto giorno di proteste è coinciso con la mobilitazione di altri 2.000 riservisti, una decisione grottescamente sproporzionata alla realtà sul campo, soprattutto vista l’attivazione contemporanea anche di 700 Marines della vicina base di Camp Pendleton.

Un totale quindi di 4.700 soldati in assetto di guerra come figuranti di un film sceneggiato quasi interamente nella testa di Donald Trump.

Dopo aver strumentalizzato l’economia mondiale, il sistema universitario e la cooperazione internazionale in una rappresentazione conflittuale a tutto campo, il presidente degli Stati uniti sta innescando nella seconda città d’America il prossimo atto della mutazione totalitaria del paese.

 

Il discorso del governatore della California Gavin Newsom: «Il governo di Donald Trump non sta proteggendo le nostre comunità. Le sta traumatizzando. La democrazia è sotto assedio»

GAWIN NEWSOM
foto dal Corriere  –vedi sotto l’articolo

 

 

Non cessa di sottolinearlo il governatore della California, Gavin Newsom, che via social ha informato che il grosso delle truppe resta per ora acquartierato in locali di fortuna in attesa di ordini. Il governatore, sostenuto da una petizione firmata dai governatori di ogni stato democratico, ha querelato il governo federale confutando il commissariamento dei riservisti dello stato.

 

UFFICIALMENTE le truppe sono state attivate per «riportare la pace» in quella che Trump definisce «città dilaniata dalla violenza» ma, come ha scritto Newsom, il presidente «non cerca pace ma piuttosto la guerra», definendo «squilibrata» la decisione del segretario della difesa Pete Hegseth.

 

Tom Homan, nominato da Donald Trump a capo DELL’ ICE  ( CAPO DELL’IMMIGRAZIONE — US Immigration and customs enforcement (Ice)
Chip Somodevilla
 foto Getty Images pubblicata da  WIRED

 

Trump dal canto suo non ha escluso l’idea ventilata dallo «zar della deportazione» Tom Homan di arrestare il governatore.

La sottomissione della seconda città del paese alla volontà univoca del governo rientra nella narrazione dell’invasione di stranieri che stanno «scardinando il tessuto stesso della società» e nella criminalizzazione di chi non la sottoscrive. Come ha sostenuto la ministra Kristi Noem  ( vedi sotto ):«Più che una città di immigrati abbiamo a che fare con una città di criminali».

 

 

L’ESCALATION continua delle provocazioni intanto non fa che alimentare la volontà di difendere la propria città dal sopruso. Le proteste continuano quotidianamente soprattutto nel distretto del centro, un perimetro di una decina di isolati fra la vecchia missione spagnola e il complesso giudiziario federale fra Temple, Alameda, Los Angeles streets e l’autostrada 101.

È qui che sono dislocati i cordoni della guardia nazionale di fronte ai quali si congregano le folle,di solito qualche centinaia di persone, molti giovani, studenti, ispanici, ovviamente in questa città a maggioranza di latinos, ma decisamente multietniche e intergenerazionali, unite da un senso solidarietà che rimanda alle grandi manifestazione di Black Lives Matter di cinque anni fa. Le richieste sono sempre le stesse: ritiro degli agenti federali e stop ai rastrellamenti indiscriminati che mirano a seminare il panico.

KAREN BASS, SINDACA DI LOS ANGELES — foto dal suo X 

 

LA SINDACA, Karen Bass, ha nuovamente chiesto all’amministrazione di fermare i rastrellamenti. «Spero che il governo federale ascolti il nostro appello: fermate i raid», ha detto Bass. «Le incursioni stanno creando paura e caos nella nostra città, e sono inutili. Spero che verremo ascoltati perché la nostra città sta cercando di andare avanti e credo che il governo federale dovrebbe sostenerci in questo percorso». La realtà espressa da Bass è che al di là delle proteste, che verso sera vengono invariabilmente disperse dalla polizia con strascico di tafferugli e qualche arresto, non si intravede il modo di disinnescare la tensione senza un passo indietro del governo dall’insistenza di arrestare e far sparire chiunque abbia commesso il reato di «non essere in regola».

Imporre questa modalità in una città col 30% di 14 milioni nati all’estero e potenzialmente un milione e mezzo di persone senza documenti equivarrebbe ad un’insostenibile deflagrazione sociale. ( LA GRANDE LOS ANGELES )

 

 

DA WASHINGTON non si percepisce tuttavia alcun segno di compromesso. Le persone detenute, compresi minorenni, sono mantenute segregate senza accesso a legali e senza notizie sulla loro ubicazione. Sembra confermata la loro presenza anche in locali di fortuna nel Federal Building, il centro direzionale non certo preposto alla detenzione, a volte senza accesso a bagni e cibo. In altre occasioni le persone vengono spostate nottetempo verso Cpr senza notifica alle famiglie che chiedono informazioni sui propri cari. Al Metropolitan Detention Center è stato negato l’accesso anche ai parlamentari democratici Maxine Waters, Jimmy Gomez e Norma Torres che a rigor di legge ne avrebbero titolo.

 

 

DAVID HUERTA

Who Is David Huerta, the Labor Leader Arrested in Los Angeles? - The New York Times
DA https://www.nytimes.com/

 

Fra i pochi detenuti rilasciati ad oggi vi è David Huerta, il segretario del sindacato Seiu (Service Employees International Union ), aggredito e arrestato venerdì scorso quando tentava di informarsi sull’arresto di 40 operai in una fabbrica di abbigliamento. Rilasciato su cauzione, Huerta è stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e rischia in teoria fino a 6 anni di carcere. La vicenda ha galvanizzato il movimento sindacale che rappresenta tra l’altro il movimento più organizzato di militanza politica ispanica, data la preponderante maggioranza di latinos nella forza lavoro e nel settore dei servizi.

 

Newspressnow.com

 

UNA MANIFESTAZIONE di solidarietà con Huerta lunedì ha di fatto allargato la resistenza al movimento sindacale, un nesso storico rappresentato dalla novantacinquenne Dolores Huerta già leader del movimento dei braccianti agricoli guidato negli anni 60 da Cesar Chavez, un mito della resistenza ispanica. Come lei gli intervenuti hanno tenuto ad inquadrare l’attuale lotta alle «grande deportazione» nel più ampio contesto della lotta di classe per l’uguaglianza economica.

«Dobbiamo allargare la protesta a un’offensiva contro il capitalismo», ha detto Cliff Smith, del sindacato degli edili. «E muoverci se necessario verso uno sciopero generale».

Manifestazioni di solidarietà con Huerta si sono tenute in dozzine di città americane, sottolineando le implicazioni nazionali della partita che si gioca a Los Angeles. È chiaro infatti, di contro, il disegno di collegare il conflitto artefatto alla promulgazione del Big Beutiful Bill, la legge omnibus che oltre a finanziare il complesso industriale della deportazione, sancirebbe col mastodontico sconto fiscale ai ricchi il progetto securitario e illiberale di Trump. Come ha postato il suo consigliere Stephen Miller: «Sostenete Ice, passate il Bbb».

 

 

NOTA SU DOLORES HUERTA

 

1.861 foto e immagini ad alta risoluzione di Dolores Huerta - Getty Images

DOLORES HUERTA

 

2025 Trail Blazers BallDOLORES HUERTA,  30 MAGGIO  2025 ARRIVA AL SIERRA CLUB DOVE SI SVOLGE LA CONVENTION DEL PARTITO DEMOCRATICO

 

 

 

 

 

La storia di Dolores Huerta: organizzazione comunitaria, movimento chicano e sfide alle norme di genere

In questa intervista del 2015 alla National Portrait Gallery, Dolores Huerta ripercorre la sua infanzia nel New Mexico e in California, il suo lavoro con César Chávez nell’organizzazione dei braccianti agricoli e le origini del grido di battaglia sindacale ” ¡Sí, se puede! “. Grazie al suo esempio come leader sindacale, Huerta è diventata un simbolo della leadership femminista  negli Stati Unitre e oltre

foto e testo da :

08.02.21 | Smithsonian
https://oursharedfuture.si.edu/stories/community-organizing-the-chicano-movement-and-challenging-gender-norms

 

 

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SE VOLETE LEGGERE UN ARTICOLO MOLTO INFORMATO SUOLLA SITUAZIONE IN CALIFORNIA

aprite qui sotto al link

IL CORRIERE DELLA SERA — 11 GIUGNO 2025 –ore 12.00

 

Il discorso del governatore della California Gavin Newsom: «Il governo di Donald Trump sta traumatizzando le nostre comunità. La democrazia è sotto assedio»

di redazione Esteri

In un discorso rivolto a tutto il popolo statunitense il 10 giugno ha condannato la militarizzazione illegale di Los Angeles da parte del presidente: «Non ci sono più controlli e contrappesi. Il Congresso è scomparso. La sua è debolezza mascherata da forza»

apri qui

https://www.corriere.it/esteri/25_giugno_11/il-discorso-del-governatore-della-california-gavin-newsom-il-governo-di-donald-trump-sta-traumatizzando-le-nostre-comunita-la-583dd6a0-630f-44be-b4cd-1afde13b7xlk.shtml

 

 

 

 

RSI — RADIO TELEVISIONE SVIZZERA

rsi.ch./ info/ mondo / migrazione

29 MARZO – 31 MARZO 2025

https://www.rsi.ch/info/mondo/Migrazione-e-crimine-il-viaggio-di-Kristi-Noem–2710040.html

 

Migrazione e crimine: il viaggio di Kristi Noem

La Segretaria per la sicurezza USA punta a rafforzare il messaggio della Casa Bianca in un viaggio poco più che simbolico

 

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Noem in visita al mega carcere “Cecot” e El Salvador
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Laura Daverio, collaboratrice RSI da Città del Messico

 

 

 

La prima tappa del viaggio della Segretaria per la sicurezza interna statunitense è stata El Salvador, dove due settimane fa sono stati imprigionati oltre 200 migranti espulsi dagli Stati Uniti, accusati di far parte delle bande criminali venezuelane Tren de Aragua e quella transnazionale M-13. Rimangono rinchiusi nella mega carcere “Cecot” voluta dal presidente Nayib Bukele, un simbolo della sua battaglia contro la criminalità, ma anche un luogo noto per le gravi violazioni dei diritti umani e per le immagini umilianti dei prigionieri che vengono periodicamente diffuse.

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Guardie del Centro di Confinamento per il Terrorismo (Cecot) che trasferiscono i presunti membri della banda criminale conosciuta come Tren de Aragua
@keystone

 

Per giustificare l’eccezionale espulsione, l’amministrazione Trump ha invocato una legge del 1798, che consente al governo di detenere ed espellere, in tempo di guerra, chi minaccia la sicurezza nazionale, senza garantire un giusto processo. Nonostante un giudice avesse bloccato l’ordine, questo è stato ignorato.

Tra i detenuti c’è Jerce Reyes Barrios, un calciatore professionista venezuelano. Secondo la sua avvocata, ha atteso quattro mesi per ottenere un appuntamento e presentare la sua richiesta di asilo. Senza precedenti penali, stava aspettando l’udienza. Non era il solo. Quando Kristi Noem ha visitato la mega carcere, non ha chiesto di incontrare Reyes Barrios o altri prigionieri. Davanti alle celle, con i prigionieri appoggiati alle sbarre, si è filmata dicendo: “Per prima cosa, non venite negli Stati Uniti illegalmente, sarete espulsi e perseguiti dalla legge. E sappiate che questa (la prigione) è uno strumento che useremo se commettete crimini contro il popolo americano”. Un video ad effetto, che equipara l’ingresso senza visto negli Stati Uniti a un crimine. 


nota -(Non lo posto perché penso che tutti abbiamo visto varie volte questo video o almeno  la foto con i prigionieri dietro a lei )

Tuttavia, entrare in un paese per chiedere asilo politico è un diritto umano, non un reato. Ma l’amministrazione Trump non solo ha chiuso i canali per chiedere asilo, sta rimandando anche chi era stato precedentemente accolto. È stata proprio la Segretaria Noem a comunicare che verranno revocati i permessi di soggiorno a oltre 530’000 persone provenienti da Cuba, Haiti, Nicaragua e Venezuela, che avevano beneficiato di un programma di accoglienza umanitaria promosso dall’amministrazione Biden.

 

L’amministrazione Trump verserà 6 milioni di dollari al governo salvadoregno per il “servizio” reso. Mentre la Segretaria Noem si filmava in prigione,

El Salvador segnava tre anni dall’adozione dello stato di emergenza, una misura che avrebbe dovuto durare al massimo 30 giorni. Un traguardo segnato da proteste popolari. Lo stato di emergenza ha permesso, arresti di massa senza procedura legale, con quasi 90’000 persone incarcerate, seguite da denunce di torture e omicidi. Oggi El Salvador detiene il primato mondiale per numero di persone incarcerate pro capite.

 

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Laura Sarabia, ministra degli esteri colombiana, e Kristi Noem, Segretaria per la sicurezza USA
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Dopo El Salvador, il viaggio di Kristi Noem è proseguito in Colombia, il primo paese a opporsi alla politica di espulsione di Trump, rifiutando voli militari con migranti in catene.

In risposta, Trump ha imposto dazi sulle merci colombiane, costringendo il presidente colombiano a cedere. L’incontro con Kristi Noem ha cercato di ristabilire i legami tra i due paesi. Qui ha incontrato il presidente Gustavo Petro e la ministra degli Esteri Laura Sarabia. È stato firmato un memorandum di intesa per la condivisione delle informazioni migratorie. La Colombia, oltre a essere un paese di emigrazione, è anche un punto di transito per i migranti venezuelani: quasi 8 milioni di venezuelani hanno lasciato il paese negli ultimi 10 anni, molti dei quali ora risiedono in altre nazioni dell’America Latina e dei Caraibi.

 

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In Messico Kristi Noem ha incontrato la Presidente Claudia Sheinbaum

L’ultima tappa del viaggio di Kristi Noem è stato il Messico, dove ha incontrato la Presidente Sheinbaum, a pochi giorni dall’annuncio di Trump sull’imposizione, dal 2 aprile prossimo, di dazi del 25% sulle automobili importate negli Stati Uniti.

Il Messico è il principale fornitore di automobili per il paese, con la maggior parte della produzione statunitense realizzata sul suo territorio. La visita della Segretaria Noem, incentrata su migrazione, lotta alla droga e controllo della frontiera, non ha portato a risultati concreti, ma a vaghe dichiarazioni. Claudia Sheinbaum ha definito l’incontro “produttivo”, mentre Kristi Noem ha parlato di un passo nella giusta direzione, sottolineando che resta molto da fare.

Mentre la Segretaria tornava a Washington, carri armati si posizionavano sul lato statunitense della frontiera, un’ultima mossa di cui è difficile immaginare l’utilità, se non per l’impatto visivo.

02:19

 

pochi minuti di video

Messico, fine della visita di Kristi Noem

apri qui

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Franca Rame e Dario Fo: il maschio prepotente– 10 minuti tutti divertenti !– chiusura un po’ brusca, pazienza.

 

 

su questo link – trovate molto pezzi belli – il nome è Franca Rame

https://www.youtube.com/@FrancaRameVideo

 

 

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PRIMA PAGINA DE IL MANIFESTO 8 GIUGNO DOPO LA MANIFESTAZIONE A ROMA ! siamo in ritardo, ma non potevo non metterlo tanto legge nei nostri cuori.

 

 

 

 

 

DA I FATTI NOSTRI —  LINK DI X

Notizie varie dall’Italia e dall’estero solitamente aggiornate , rassegna stampa giornaliera e commenti sparsi qui e là Follow Please!

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Los Olimareños, Nuestro camino canciòn ++ Pensieri & Parole / link sotto –Un ” raccontino ” della scrittrice uruguaiana :: CRISTINA PERI ROSSI ( Montevideo, 12 novembre 1941 ), dal 1972 vive a Barcellona, ha ricevuto – alla fine del 2021 – il premio – molto prestigioso -Miguel de Cervantes

 

 

Los Olimareños, è stato un gruppo musicale uruguaiano, formato da Pepe Guerra e Braulio López nel 1962. Il gruppo ha avuto successo internazionale cantando MPU ( (Musica popolare uruguaia )

 

 

 

 

 

“Avevo cinque anni. La maestra ha scritto sulla lavagna: “Tutti gli uomini sono mortali”. Ho provato un enorme sollievo, una grande gioia.

Quella sera, quando sono uscita da scuola, sono corso a casa e ho abbracciato molto strettamente mia madre.

“Che fortuna mammina, tu non morirai mai! ” gli ho detto, strappatamente.

“Cosa? ” chiese mia madre, sorpresa.

Mi sono appena separato da lei e le ho spiegato:

La maestra ha scritto sulla lavagna che gli uomini sono mortali.

E tu sei una donna!. Per fortuna sei una donna, ho detto e l’ho riabbracciata.

Mia madre mi ha teneramente separato dalle sue braccia.

– Questa frase, mia cara, comprende uomini e donne. Tutti e tutte moriremo un giorno.

Mi sono sentita completamente sconvolta e delusa.

– Allora perché non l’ha scritto? : “Tutti gli uomini e le donne sono mortali”? ho chiesto.

Beh, ha detto mia madre, in realtà, per semplificare, noi donne siamo bloccate nella parola “uomini”.

– Chiuse? – ho chiesto. Perché?

— Perché siamo donne – mi rispose mia madre.

La risposta mi ha sconcertato.

E perché ci rinchiudono? Gliel’ho chiesto.

È troppo lungo da spiegare, rispose mia madre. Ma accettalo così. Alcune cose non sono facili da cambiare.

– Ma se dico “tutte le donne sono mortali”? rinchiude anche gli uomini?

– No- rispose mia madre. Questa frase si riferisce solo alle donne.

Ho avuto una crisi di pianto.

Ho capito all’improvviso molte cose e alcune molto spiacevoli, come che la lingua non era la realtà, ma un modo per rinchiudere le cose e le persone, a seconda del loro genere, anche se sapevo a malapena cosa fosse il genere: oltre a servire per fare gonne, il genere era una forma di prigione. “

 

*Cristina Peri Rossi – Scrittrice uruguaiana vincitrice 2021 del Premio Cervantes

 

 

Il museo degli sforzi inutili": i racconti di Cristina Peri Rossi - ilLibraio.it

foto forse del 2021 a 80 anni
da Il Libraio

 

 

 

IL MANIFESTO   16 MARZO 2025
https://ilmanifesto.it/cristina-peri-rossi-pic-nic-nel-caos-del-mondo-collezione-privata

 

 

Cristina Peri Rossi, appesi all’assurdo, quadri di interpreti delle passioni fallite.

 

 

Cristina Peri Rossi, appesi all’assurdo, quadri di interpreti delle passioni fallite

Petrona Vieira, «Nudo», 1930
( 2. vedi al fondo )

 

 

Francesca Lazzarato


( Nuoro, 1947), ha tradotto per Sur grandi autori spagnoli e sudamericani. editor letteratura per Mondadori; ha pubblicato Favole illustrate per Orecchio  Acerbo, per cui ha tradotto Il Piccolo Leone di Jacques Prévert, illustrato da Ylla (1)


Orecchio Acerbo, Francesca Lazzarato

 

È sempre difficile capire perché alcuni autori, considerati altrove imprescindibili, tradotti in varie lingue e oggetto di ampi studi critici, siano praticamente sconosciuti nel nostro paese: i motivi di certe assenze e omissioni (come di certi successi) restano in fondo misteriosi, ma a volte è sufficiente aspettare per veder nascere una nuova attenzione, in sintonia con curiosità differenti. È il caso di Cristina Peri Rossi, uruguayana trapiantata in Spagna, dove ha ricevuto nel 2021 il Premio Cervantes (massimo riconoscimento per gli scrittori di lingua spagnola), che in Italia resta quasi sconosciuta, nonostante la remota apparizione di due dei suoi titoli. A proporla, ora,sono le edizioni Sur, con una nuova edizione di Il Museo degli sforzi inutili (traduzione di Vittoria Spada, pp.169, € 17,50) che, già pubblicato da Einaudi nel 1990, segna oggi la riscoperta di una scrittrice originalissima.

Nata nel 1941 a Montevideo, Peri Rossi si è auto-esiliata a Barcellona nel 1972, mentre in Uruguay si scatenava la caccia ai militanti di sinistra come lei, che scriveva sul giornale comunista «El popular» e aveva pubblicato una «scandalosa» raccolta di versi traboccanti di erotismo saffico (pochi mesi dopo la sua partenza, il presidente Bordaberry avrebbe imposto una lunga dittatura militare).

Dal momento in cui intraprese all’inverso il viaggio per mare compiuto un secolo prima dai suoi bisnonni genovesi, in un certo senso l’autrice divenne straniera ovunque, tanto nel paese che aveva lasciato quanto in Spagna, dove il franchismo la privò dei documenti (un problema risolto dal matrimonio di facciata con un amico).

 

La patria di Cristina Peri Rossi è stata perciò la letteratura, segnata dall’esilio («L’esperienza più dolorosa della mia vita e quella che più mi ha arricchito») e dalla perpetua condizione di straniera, temi che affiorano in molti dei suoi testi e si accompagnano ad altri ugualmente fondamentali, come la passione amorosa, l’ interesse per la pittura, la solitudine e il disincanto, l’opposizione allo status quo capitalista, riflessi in una scrittura intesa come esercizio di libertà, in cui si dispiegano, scrive la filologa ispanista Francisca Noguerol, «una fantasia demistificatrice, la satira, l’allegoria, l’erotismo, l’atteggiamento ludico e la continua sperimentazione verbale».

 

 

Un’opera vastissima, quella di Peri Rossi, che include romanzi audaci e complessi, numerose raccolte di versi – che, pur con rimarchevoli differenze di tono e stile, hanno un precedente nella coloritura erotica della poesia di Delmira Agustini e Marosa di Giorgio, uruguayane di generazioni anteriori alla sua –, una fitta produzione giornalistica e molte magistrali raccolte di racconti, forma letteraria che le è particolarmente congeniale.

Tra esse c’è appunto Il museo degli sforzi inutili, composto da trenta racconti brevi e brevissimi: il primo è quello che dà il titolo al libro e che evoca ancora una volta il museo, luogo privilegiato della narrativa di Peri Rossi, già descritto come falso rifugio in Los museos abandonados (1968) , ma che qui diventa il ricettacolo della sconfitta e della frustrazione, dove si raccolgono, si classificano e si custodiscono gli sforzi inutili compiuti dagli esseri umani.

 


Cristina Peri Rossi con Julio Cortázar, a Parigi nel 1973

 

Evidente parodia del museo in quanto tempio di glorie e grandezze passate, quello degli sforzi inutiliè dedicato ai perdenti che, cedendo a impulsi e desideri di ogni genere, hanno inseguito invano piccole e grandi passioni, ma è anche uno sberleffo alla disapprovazione sociale per l’ozio, il fallimento, il rifiuto del carcere invisibile creato dall’imposizione di norme e codici di condotta. L’autrice lo rappresenta come una sorta di pinacoteca dell’assurdo dove si allineano «quadri» basati su poche e corrosive immagini dalla vigenza sorprendente, quasi a confermare ciò che Peri Rossi dice di sé stessa: «Io non sono stata cronista della realtà, mi sono sentita spesso come Cassandra nell’Eneide, intenta a predire un futuro pieno di pericoli che pochi vedevano».

A oltre quarant’anni dalla prima edizione in lingua originale, questi racconti sono più che mai nostri contemporanei, come «Bandiere», in cui si racconta come la rituale consegna del vessillo nazionale alle famiglie dei caduti in guerra faccia prosperare l’industria che le confeziona, a dimostrazione di un «alto grado di patriottismo». In «Le statue o la condizione dello straniero», microracconto di asciutta perfezione, il protagonista si ritrova in una piazza popolata di statuee simile a un quadro di Giorgio De Chirico (molti sono gli artisti citati nelle prose di Peri Rossi, da Leonor Fini a Jacob van Ruisdael e Arnold Böcklin, o tacitamente presenti, come Edward Hopper) dove, ignorato da quegli sguardi di pietra, capisce che «la condizione dello straniero è il vuoto: non essere riconosciuti da coloro che occupano uno spazio, forti del solo diritto di occuparlo». In «Mercoledì», invece, incontriamo due anziane amiche intente a fare un pic nic nel caos spaventoso del traffico cittadino: una di loro è fuggita di casa ed entrambe, in una conversazione alla Ionesco, simpatizzano con un giovane homeless, arrivando alla conclusione che «Questo mondo non è adatto a nessuno».

 

Di racconto in racconto, gli sforzi dei personaggi si rivelano abbastanza inutili da essere degni di essere esposti nel Museo del titolo, ma non si può dire che tra loro manchino gli eroi, maldestri quanto intrepidi: ognuno è un Icaro deciso a tentare comunque il volo, anche se volare significa starsene in eterno tra le lenzuola («Istruzioni per scendere dal letto»), o fermarsi a un passo dalla vittoria per osservare gli alberi e il cielo («L’atleta inciampa»), o contemplare in feroce solitudine il pesce più grosso che, in un acquario domestico, divora quelli piccoli («L’effetto della luce sui pesci»).

 

Con una scrittura sintetica, precisa e tagliente, in equilibro tra malinconia e un umorismo quasi sarcastico, Peri Rossi parla di quello che dovrebbe essere taciuto, porta alla luce quel che ci rifiutiamo di vedere, intreccia paradossi e allegorie, frequenta imprecisati non-luoghi, interpreta alla lettera e trasforma in piccole storie atemporali le più comuni frasi idiomatiche, gioca con il linguaggio sottolineando che non esiste una «sintassi innocente» e suggerisce che la realtà, come la lingua, usa travestimenti insidiosi.

 

Dietro la sua adesione a una brevità spiazzante ed eccentrica si intravedono, più che influenze vere e proprie, le ombre suggestive di due maestri dell’assurdo, i rioplatensi Macedonio Fernández e Felisberto Hernández, ma anche quelle di Kafka e di Cortázar, quest’ultimo unito all’autrice da un’amicizia «intima e irripetibile», testimoniata da un affettuoso memoir di Peri Rossi, (Julio Cortázar y Cris , Menoscuarto 2014), e dai versi luminosi e appassionati che lui le dedicò e che oggi si possono leggere in Salvo il crepuscolo (2023), raccolta di tutta la poesia dell’autore argentino tradotta da Marco Cassini per Sur.

E proprio al prologo scritto da Cortázar per un libro dell’amica (La tarde del dinosaurio, 1976) dobbiamo una delle migliori definizioni della sua prosa: «Si direbbe che scrittori come Peri Rossi ripetano senza saperlo (ma cosa significa sapere, in questa terra di nessuno dove passeggiano dinosauri e api regine?) l’oscuro archetipo del palazzo di Barbablù: stanze, corridoi di specchi, porte condannate o proibite, sempre porte per quelli che preferiscono l’orrore e la morte alla rinuncia ad aprirle».

 

 

 

(1) Il piccolo leone di Prévert- Orecchio Acerbo- Ylla illustrazioni

Copertina del libro Il Piccolo Leone, di Ylla e Jacques Prévert

 

Il piccolo leone vive in gabbia con sua madre e suo fratello.
La vita nel Grande Serraglio è ben diversa da quella che la madre racconta sugli Spazi Aperti. Approfittando di una disattenzione dei guardiani, il piccolo guadagna la libertà e arriva in un parco. Qui comincia l’avventura di un cucciolo intraprendente. Amicizie, amori e tanto, tanto sonno…
Per la prima volta in tutto il mondo vede la luce il testo integrale di Jacques Prévert censurato nel 1947.
Forte e chiara, la sua voce dedica al leoncino sognatore di Ylla (vincitrice con “Tutti lo hanno visto!” del premio Andersen 2023) una storia piena di poesia sulla natura e parole taglienti sull’educazione, sugli affetti e sul rispetto.
Un libro che ha saputo attraversare il tempo.

da :https://www.orecchioacerbo.it/catalogo/libro/il-piccolo-leone/

 

 

 

(2 )  storia ed immagini della grande pittrice uruguaiana

PETRONA VIERA– Montevideo, Uruguay, 1895 – 1960 , la prima pitrice professionista dell’Uruguay- ha avuto una vita difficile—Opere del Museo di Artes Visuais di Montevideo, capitale dell’Uruguay

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Leonardo De Cosmo, I pinguini Imperatore a rischio di estinzione entro il 2100 – In Antartide la loro popolazione è scesa del 22% in 15 anni –ANSA.IT  10 GIUGNO 2025

 

 

 

ANSA.IT  10 GIUGNO 2025
https://www.ansa.it/canale_scienza/notizie/terra_poli/2025/06/10/i-pinguini-imperatore-a-rischio-di-estinzione-entro-il-2100-_df4837fa-88d4-41e5-a827-6dbc4ac46002.html

 

I pinguini Imperatore a rischio di estinzione entro il 2100

In Antartide la loro popolazione è scesa del 22% in 15 anni

di Leonardo De Cosmo

 

 

 

Una colonia di pinguini imperatore in Antartide (fonte: Christopher Walton) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una colonia di pinguini imperatore in Antartide (fonte: Christopher Walton) –

In Antartide la popolazione dei pinguini Imperatore si sta riducendo a un ritmo più rapido del previsto: è scesa del 22% in appena 15 anni e si stima che potrebbe scomparire entro il 2100.

 

 

 

 

A lanciare l’allarme è lo studio guidato da Peter Fretwell, della British Antarctic Survey, e pubblicato sulla rivista Nature Communications: Earth & Environment, che ha analizzato le colonie dei pinguini attraverso immagini satellitari scattate tra il 2009 e il 2024.

 

 

Fare il censimento dei pinguini non è un compito semplice, a causa delle condizioni climatiche proibitive dell’Antartide e della vastità degli spazi, e per questo sono fondamentali le immagini satellitari, fotografie che permettono di identificare le colonie e stimare il numero di individui presenti.

 

 

Emperor penguins with their young ca. 2006

 

La ricerca ha preso il via nel 2009 e da allora viene ripetuta ciclicamente in una regione dell’Antartide occidentale vasta 2,8 milioni di chilometri quadrati (equivalente a 9 volte la superficie dell’Italia) e che comprende la Penisola Antartica e la costa dei mari che la circondano: il Mare di Weddel e il Mare di Bellingshausen.

 

 

 

Emperor penguin pair on sea ice

 

 

 

emperor penguin chicks and adult. - pinguino imperatore foto e immagini stock

 

 

Nel 2018 i dati avevano fatto registrare un preoccupante crollo di quasi il 10% della popolazione dei pinguini Imperatore, messi in difficoltà soprattutto dalla riduzione del numero di settimane delle piattaforme di ghiaccio marino prima dello scioglimento estivo, fondamentali per i pinguini, che le scelgono per nidificare allevare i piccoli.

 

 

 

Emperor penguins (Aptenodytes forsteri), Auster colony, Antarctica

 

 

 

I nuovi dati, relativi al 2024, indicano che la popolazione dei pinguini imperatore ha avuto una riduzione media dell’1,6% all’anno, ossia del 22% nell’arco di 15 anni, seguendo un andamento peggiore del previsto. La regione analizzata non è l’Antartide nel complesso ma è considerata una delle più importanti e significative per questi animali. Numeri drammatici che spingono i ricercatori a temere la possibile estinzione di questa iconica specie entro il 2100.

 

 

 

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MASSIMO GILARDI ALLA BIENNALE DI GENOVA 14 – 18 GIUGNO 2025 # iosonoBIENNALE — + altro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Massimo Giraldi stringe la mano a Mario Napoli– la signora presente, non so, forse la moglie del pittore, assai elegante e bella. sì è lei.

E’ nato a: Imperia (Italy) il 21, 1957.

 

 

 

 

 

MASSIMO GILARDI –
imperiapost

 

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FACEBOOK – SATURA PALAZZO STELLA
14 MAGGIO 2025 ore 18.01

 

NEL LINK—- Scopri gli artisti della 6^BIENNALE di GENOVA

https://www.facebook.com/saturapalazzostella?__tn__=-UC*F

 

 

 

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MASSIMO GILARDI, COME DESCRIVEREBBE LA SUA ARTE ?

 

Per rispondere a questa domanda, mi affido alle parole del critico d’arte Mario De Micheli.

“Il disegno per Gilardi è il modo più diretto del suo comunicare, che prelude ad ogni sua altra opera e, a questo punto, devo anche dire che Gilardi è uno straordinario disegnatore. Sono disegni di figure femminili e virili tracciati sul foglio con immediatezza e spontaneità con un’analisi interiore di acuta riflessione, sottili e introspettivi, per lui disegnare è come respirare.

Nelle opere dipinte si capisce che Gilardi ama le scene dove i suoi personaggi sono protagonisti, recitano o tirano i fili di buffi burattini, le maschere, i personaggi delle sue rappresentazioni.

La maschera è dunque un’immagine che Gilardi ripete in tutti i suoi dipinti, come per assistere a una recita della nostra vicenda umana. Vi è qualcosa di più che avvolge ogni suo personaggio: è qualcosa che dà ad ognuna delle sue figure una sorta di sospeso interrogativo.

Ogni essere umano, egli pensa, declama un brano particolare durante la sua esistenza. Questo è il senso vero della sua pittura e delle sue immagini: è il suo modo di riflettere sulla nostra condizione”. 

 

DA : https://www.imperiapost.it/346484/satura-arte-genova-saturarte-2018-premio-massimo-gilardi

 

 

 

NOTA DEL BLOG:

 

Le avanguardie artistiche del Novecento - Mario De Micheli - copertina

Le avanguardie artistiche del Novecento

 

 

 

SE VOLETE, QUI TROVATE DEI BRANI, MOLTO INTERESSANTI — PER CHI SA FARE IL DOWNLOAD,  C’E’ IL PDF

https://www.academia.edu/5624506/Le_Avanguardie_artistiche_del_900_proposte_didattiche

 

 

 

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UNA MOSTRA A TORINO SU ALTAN DAL 20 GIUGNO/ 6 LUGLIO :: ” DALLA TUTA BLU ALLA BADANTE ” :: IL PASSAGGIO DAL VECCHIO ” CIPPUTI ” ( lavoratore povero in fabbrica ) AL NUOVO LAVORO POVERO DEI SERVIZI — ansa.it – 10 giugno 2025 ore 10. 04

 

 

 

Da tuta blu a badante, a Torino il nuovo Cipputi di Altan ...

ANSA.IT

 

 

 

 

 

immagini da : https://lospiffero.com/ls_article.php?id=88574

 

 

 

ANSA.IT — 10 GIUGNO 2025 — 10.04
https://www.ansa.it/canale_viaggi/notizie/arte/2025/06/09/da-tuta-blu-a-badante-a-torino-il-nuovo-cipputi-di-altan_696c42d2-282f-4b37-b6c1-6601601fef16.html

 

 

 

DALLA TUTA BLU ALLA BADANTE

Un “passaggio di consegne” tra il vecchio e il nuovo Cipputi, dal mondo delle tuta blu della fabbrica tradizionale al lavoro povero dei servizi.

Lo racconta la mostra ‘Al (nuovo) lavoro Cipputi!’ curata da Cosimo Torlo in collaborazione con Altan e prodotta da Solares Fondazione delle Arti con il supporto di Radar. L’iniziativa è della Filcams Cgil, l’organizzazione che rappresenta i lavoratori dei servizi ed è il più grande sindacato italiano di lavoratori attivi con oltre 600mila iscritti.

 

 

REPUBBLICA NAPOLI

 

 

 

 

 

https://napoli.repubblica.it/

 

 

La mostra propone un ricco repertorio di immagini sul mondo del lavoro tradizionale alle quali si affiancano nuovi disegni di Altan dedicati al “nuovo Cipputi”, lavoratrici delle pulizie, badanti, camerieri, commesse, vigilantes, rider che oggi costituiscono la maggioranza dei lavoratori dipendenti. In tutto 250 immagini.

La scelta di Torino per ospitare la mostra non è casuale: una città per decenni simbolo del lavoro di fabbrica e oggi immersa in una radicale trasformazione dei modi e degli stessi luoghi del lavoro. Con questa iniziativa prosegue lo sforzo della Filcams di rendere visibili i cambiamenti in atto nel mondo del lavoro: a cominciare dal fatto che nei servizi del commercio, del turismo, della cura domestica, si concentra buona parte del “lavoro povero”, del dramma di milioni di persone che hanno un posto di lavoro anche fisso ma percepiscono un reddito del tutto insufficiente a vivere con dignità.

La mostra sarà inaugurata il 20 giugno alle 18 da un talk condotto da Serena Dandini, cui parteciperanno il segretario generale della Filcams Fabrizio Russo e la storica Michela Ponzani. Si potrà visitare tutti i giorni fino al 6 luglio.

 

 

ALTRE VIGNETTE CHE SECONDO ME, CI STANNO—

 

ringraziamo Dagospia

 

 

 

82 idee su Altan | vignette, satira, umorismo

 

PINTEREST

 

 

 

In prossima uscita "Trentatrè", il nuovo libro di vignette di Altan dedicato al rapporto degli italiani con la salute

CULTURA è SALUTE

 

 

 

 

La commedia dell'arte di Altan: in mostra mezzo secolo di vignette - la Repubblica

LA REPUBBLICA

 

 

 

 

da qui al fondo, le vignette sono su Dagospia

 

DAGOSPIA- link

 

 

 

Altan tensione! – il vignettista si racconta a 'oggi': 'ci sono vignette che ho pubblicato ...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ALTAN

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

vignetta altan erezione

 

 

 

vignetta altan 7

 

 

DAGOSPIA

 

 

 

 

 

 

 

 

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Pubblichiamo un racconto per noi bellissimo e di uno dei mille autori che non conosciamo : Ngugi wa Thiong’o ( 5 gennaio 1938, Kamirithu, Kenya– Atlanta, Usa, 28 maggio 2025 )

 

 

IL MANIFESTO – ALIAS — 8 GIUGNO 2025
https://ilmanifesto.it/senza-ombra-di-dubbio-la-mia-prima-lezione-di-arte-e-cinema

 

 

Alias Domenica

 

Senza ombra di dubbio: la mia prima lezione di arte e cinema

 

 

Kaloki Nyamai, dalla serie Twe Vaa («Noi siamo qui»), 2024

Kaloki Nyamai, dalla serie Twe Vaa («Noi siamo qui»), 2024

 

 

 

Per mia figlia, Mumbi Wanjiku Ngugi

 

Mio fratello minore, Njinju, sosteneva di potere afferrare la sua ombra. Poiché ero di un anno più grande, non avrei mai ammesso di essere da meno. Dalla competizione nacque una gara tra fratelli per chi fosse riuscito per primo nell’impresa. Con la cupa ma avida determinazione dei cacciatori di taglie ci mettemmo in moto per catturare le nostre ombre. Ma queste erano molto scaltre. Scappavano lontano da noi, eppure mantenevano fastidiosamente la nostra stessa velocità, accelerando e rallentando quando noi lo facevamo, e fermandosi quando ci fermavano.

Decidemmo di essere noi quelli che scappavano, ma si ripeté la stessa storia. Le ombre ci seguivano facendo tutto quello che facevamo noi e proprio nello stesso momento e con la stessa velocità. Se portavamo un carico sulla testa, in mano, sulla schiena o facevamo rotolare un cerchio, la nostra ombra appariva come una perfetta replica. Eccole là, nelle notti di luna, che ci camminavano dietro, davanti, accanto, facendosi beffa della nostra incapacità a farle prigioniere.

Ce ne liberavamo solo quando cadeva il buio, e all’inizio eravamo orgogliosi di esserci riusciti, ma non appena ci sedevamo accanto al fuoco, erano già tornate. Purtroppo non eravamo stati noi a fuggire da loro ma piuttosto erano state loro a nascondersi nel buio solo per ricomparire all’improvviso in maniera teatrale all’ora dei racconti. Facevano i loro giochi sulle pareti, sui nostri volti, e seguendo il movimento delle fiamme, si mettevano perfino a ballare. A volte si moltiplicavano e continuavano a prenderci in giro con i loro movimenti e ondeggiamenti che sembravano proprio disegnati a questo scopo.

La loro scomparsa nell’oscurità, comunque, ci suggerì l’idea di come liberarcene. Sotto un grosso albero o in un boschetto, la loro ombra inghiottiva le nostre, ma non appena venivamo fuori dalla boscaglia, tornavano a farsi vedere. Non essendo sicuri di chi avesse veramente ingannato l’altro, non provavamo un vero senso di trionfo per quel successo momentaneo. Decidemmo di studiare le ombre. Non puoi combattere un avversario che non conosci. E così ci mettemmo all’opera con la pignoleria di ricercatori scientifici.

Alberi, mucche, capre, gatti, rane, insetti, e perfino legno e pietre avevano ombre. Anche automobili e aeroplani. Tutto aveva un’ombra. C’erano piccole ombre sui volti delle persone, sotto gli occhi e le orecchie; ombre che si spostavano sulle facce a seconda della posizione rispetto alla fonte di luce. Notammo qualche piccola differenza. L’ombra di una macchina le correva accanto, mentre quella di un aeroplano in cielo correva sulla terra. Lo stesso per gli uccelli: il corpo volava in cielo, l’ombra correva sulla terra, ma così veloce che non provammo neppure ad acchiapparle. Tutto al contrario delle ombre delle piante e delle pietre. A differenza di quelle degli oggetti volanti, che sembravano capaci di staccarsi da loro, le loro ombre non andavano lontano, anche se si allungavano e si accorciavano a seconda dell’ora del giorno.

Cambiammo tattica o piuttosto atteggiamento. Invece di catturarle o sfuggirle, cercammo di usarle. Segnavamo il passaggio del tempo dalla lunghezza delle nostre ombre. Al mattino si allungavano a terra. Dopo mezzogiorno si allungavano di nuovo, ma quasi nella direzione opposta. A mezzogiorno erano cortissime. La pioggia e le nuvole ci rovinavano tutto ma quando il sole splendeva per tutto il giorno riuscivamo ad essere abbastanza precisi riguardo all’ora. Fissavamo perfino gli appuntamenti regolandoci sulle ombre. Vediamoci quando l’ombra è più corta, significava a mezzogiorno. Vediamoci prima o dopo che la grande ombra ha inghiottito tutte le altre. Davvero non sentivamo la mancanza di orologi al polso e in casa. La cosa stupefacente fu scoprire che portavamo la scansione del tempo, il giorno e perfino la notte, nelle nostre ombre.

 

Qui e in pagina, opere di Kerry James Marshall

 

Ma non servivano soltanto per dirci l’ora. Quando faceva molto caldo, ci sedevamo sotto l’ombra degli alberi, dove era bello e fresco. Quando la mamma arrostiva le patate all’aperto ci piaceva mangiarle all’ombra delle piante di ricino Mbariki. Presto scoprimmo altre qualità dell’ombra, il lato artistico. I racconti serali mentre sullo sfondo si muovevano ombre scherzose erano più intensi e più piacevoli. Le ombre creavano intorno a noi una atmosfera di magica morbidezza.

A volte facevamo combattere le nostre ombre, a imitazione delle nostre lotte. Provammo anche altri giochi con le ombre trasformando i teli di calicò, il nostro unico capo di vestiario, in una specie di tenda legandoli tra due paletti contro una fonte di luce. Uno di noi si metteva nudo dietro la tenda, facendo smorfie, provando pose e atteggiamenti, mentre l’altro a sua volta completamente nudo, si piazzava davanti alla tenda godendosi le buffonerie dell’altro che arrivavano sotto forma di ombre. Poi ci scambiavamo i posti e lo spettacolo continuava.

Ma presto ci rendemmo conto che c’era qualcosa di meno giocoso nelle ombre. Un giorno io e mio fratello incontrammo un uomo in bicicletta. Portava occhiali cerchiati di alluminio. La bicicletta era decorata di specchietti col dorso di alluminio e aggeggi vari che al vento producevano strani suoni. Mia madre si mise in apprensione quando glielo raccontammo. Se l’avessimo visto nuovamente dovevamo correre all’ombra della boscaglia più vicina e assicurarci che le nostre ombre fossero completamente ricoperte da quella della boscaglia. Scoprimmo poi che era il personaggio più temuto della regione perché comandava le ombre degli umani. Lavorava in una vicina fabbrica di scarpe, ma svolgeva anche un’altra attività, quella di consulente specialista in magia e dietro compenso poteva catturare il nemico di qualcuno imprigionandone l’ombra e graffiandola con un coltello. Dovunque si trovasse, il malvagio sarebbe morto dissanguato se non si fosse arreso, smettendola di comportarsi male. Secondo alcuni perfino l’ombra imprigionata nello specchio avrebbe sanguinato. Mia madre non pensava che fossimo cattivi ma non poteva escludere un incidente o un atto di pura malvagità da parte di quell’uomo.

Questo confermava quel che già sapevamo, che c’era qualcosa di speciale nelle ombre. Ci interrogavamo e litigavamo sull’ontologia dell’ombra. L’ombra nello specchio o sott’acqua era uguale a quelle che ci seguivano? A me sembrava di no, che non potevano essere la stessa cosa. Quelle nello specchio erano proprio uguali alle nostre facce, le ombre che ci seguivano non erano altrettanto identiche. Come pure quelle sotto un’acqua limpida. Secondo mio fratello invece erano la stessa cosa: l’acqua e lo specchio erano la loro vera casa. Quando al buio non le vedevamo più era perché erano saltate dentro le loro case di specchi e di acqua.

Benché sulla questione non la pensassimo allo stesso modo ci trovammo d’accordo nel provare noi stessi la magia. Invece di intrappolarle in uno specchio, saremmo andati noi da loro. Prendemmo con noi un coltello non per pugnalare un’ombra umana, e meno che mai la nostra, e neppure quelle di animali perché non volevamo che nessun individuo o animale morisse. Era impossibile pugnalare le ombre degli insetti perché si muovevano troppo rapidamente per le nostre mani. Ma ci sembrò che quelle delle piante e degli alberi fossero più abbordabili: erano immobili e poi le piante non provavano dolore, anche se avevamo sentito urlare certi alberi abbattuti dagli uomini con un’ascia. Per quanto potessimo pugnalare, non ci fu verso di far sanguinare né le ombre né le piante. E questo fu per noi una delusione ma anche un sollievo. Gli alberi e le piante sono diversi dagli umani e dagli animali perché non hanno sangue da versare.

Ma non finì qui la nostra disputa, perché non ci trovavamo d’accordo sul colore dell’ombra umana. Dal momento che le nostre erano invariabilmente nere, mio fratello affermò con assoluta certezza che dipendeva dal fatto che eravamo neri. Ombre nere per i neri, ombre bianche per i bianchi, ombre brune per chi aveva la pelle bruna. Le ombre ci imitavano in tutto, perché non nel colore della pelle? quando feci notare che anche le ombre delle piante erano scure, lui disse che era perché si trattava di piante. Le ombre umane erano diverse: dopo tutto le ombre delle piante erano immobili. Avremmo potuto risolvere la controversia solo dando una controllata agli umani.

 

Kerry James Marshall

 

Non c’erano bianchi nel nostro villaggio. Vivevano al di là della strada ferrata, nascosti dietro enormi case in vaste piantagioni o dentro automobili. La nostra unica speranza erano gli indiani, che forse non erano bianchi quanto i bianchi europei, ma dalle differenze che avremmo riscontrato tra le ombre africane e quelle indiane potevamo trarre una conclusione logica. Così un giorno ci incamminammo verso il centro commerciale indiano, a due miglia dal nostro villaggio. Data la solennità della missione, la sera prima ci facemmo lavare e asciugare perfettamente il nostro telo di calicò per essere puliti e eleganti. Non lasciammo trapelare lo scopo di quel viaggio di scoperta né ai nostri genitori né agli altri fratelli. Nonostante la pensassi diversamente sulla questione, non mi dispiaceva se mio fratello avesse avuto ragione, un’ombra bianca sarebbe stata magnifica da osservare e fu con grande curiosità e aspettativa che guardammo i primi indiani, i bambini davanti alle botteghe. Le loro ombre si comportavano esattamente come le nostre: gli avatar seguivano e fuggivano ma senza mai staccarsi del tutto dal corpo dell’indiano. Erano nere. Forse perché si trattava di bambini? Ma fu lo stesso con le ombre degli indiani adulti. Ombre scure. Come sarebbe stato con i bianchi, i bianchi veri? vere ombre bianche?

A quel punto la fortuna ci venne incontro. Una coppia bianca ci oltrepassò in macchina. Un evento raro. Ci mischiammo ai bambini indiani che circondarono la macchina per vedere uscirne la coppia. I bambini facevano commenti sui loro vestiti, scarpe, gioielli, andatura: erano dei veri europei e portavano caschi per proteggersi dal sole. La coppia camminava con rigida dignità quasi ignorando lo sguardo antropologico dell’altro, ma di tanto in tanto lo riconoscevano e cercavano di distoglierlo gettando in lontananza delle monete. Guardavano per un attimo i bambini correre dietro il tesoro, ma non tutti prendevano parte alla mischia, come a rifiutare di essere trasformati in oggetto dello sguardo.

L’unica cosa che interessava me e mio fratello erano le loro ombre. E queste purtroppo si incrociavano a quelle di tutti gli altri che erano intorno a loro. Poi la coppia si diresse sotto la veranda dove non fu più possibile distinguere le loro ombre da quelle dei tetti. Anche dopo che gli altri bambini ebbero soddisfatto la loro curiosità e se ne furono andati, non ci arrendemmo ma li seguimmo da vicino da una bottega all’altra. La coppia bianca cercò di liberarsi di noi lanciando a terra delle monete, ma noi non ci muovemmo. Volevamo le loro ombre non le loro monete. Volevamo che la coppia venisse fuori dalla veranda.

Finalmente uscirono all’aria aperta. Li seguimmo alla macchina e così vedemmo le loro ombre, nette, distinte. Ahimè, erano uguali alla nostre e a quelle indiane, altrettanto scure. Non ci bastò, e io e mio fratello continuammo a seguirli aspettando che le vere ombre saltassero fuori. Incuriositi, i due si fermarono e ci fecero cenno di avvicinarci. La donna tirò fuori delle caramelle. Scuotemmo la testa. Che cosa volete?

«Stringervi la mano» si precipitò a dire mio fratello, guardando dalla mia parte.
Sapevo cosa voleva dire quello sguardo. La donna lentamente si mise i guanti e con uno sguardo confuso tese la mano guantata a mio fratello. Non guardai la stretta di mano: mi concentrai sulle ombre sul terreno. Poi toccò a me stringere la mano di quel signore egualmente confuso che non si curò di mettersi il guanto. Mio fratello fece come me: si concentrò sulle ombre. Giungemmo alla stessa conclusione.
Tornammo a casa in silenzio, senza discutere, senza che nessuno rivendicasse la vittoria, senza neppure parlare della reazione della coppia bianca al nostro desiderio. Ci sentivamo uniti da una scoperta che non aveva bisogno di parole. A casa dicemmo ai nostri fratelli che avevamo scoperto un segreto e indicammo un giorno in cui l’avremmo svelato.

La cosa si venne a sapere e la sera della rivelazione la nostra capanna era piena zeppa. Alcuni erano rimasti fuori. Perfino gente che abitava non tanto vicino si era unita alla folla in attesa.
Quando arrivò il momento ci mettemmo fianco a fianco. Silenzio di tomba. Senso di attesa. Abbiamo fatto una grande scoperta, dicemmo all’unisono. Ogni cosa ha l’ombra. L’annuncio fu salutato da risatine maligne e qualche E allora? La situazione ci stava sfuggendo di mano. Ripresi subito: umani, animali, piante, pietre e cose erano imparentati: tutti avevano l’ombra. Che state dicendo, bambini, che siamo pietre?

Mio fratello allora annunciò la nostra vera scoperta. Bianchi, bruni e neri, erano tutti uguali. La prova? avevamo stretto la mano a delle persone bianche e non c’era nessuna differenza tra le loro ombre e le nostre. Erano tutte ugualmente scure. Questo non impressionò i nostri ascoltatori che sembravano più interessati all’incontro con la coppia bianca che alla nostra epocale conclusione.

Insomma, la nostra scoperta non cambiò il mondo e ci vollero spargimenti di sangue per le strade e sulle montagne del nostro paese perché lo stato coloniale facesse la stessa scoperta e accettasse il principio una persona un voto. Ma io e mio fratello pensavamo che se avessero accettato la nostra semplice evidenza, non ci sarebbero stati spargimenti di sangue, né i Mau Mau, né i campi di concentramento. Sfortunatamente mio fratello non visse abbastanza per godersi la mattina successiva al voto. Morì in un incidente d’auto.
Molti anni dopo quando avevo quasi dimenticato la nostra disputa sulle ombre andai a seguire un corso di cinematografia allo Stockholm Dramatiska Institute. Eravamo dodici studenti provenienti da varie parti del mondo, tutti eccitati alla prospettiva di imparare l’uso della cinepresa e i segreti di Hollywood in un istituto da cui era uscito il campione del cinema svedese, Ingmar Bergman.

 

Kerry James Marshall

 

L’insegnante entrò in classe. Più tardi apprendemmo che si trattava di un famoso regista in esilio fuggito, ancora studente, dalla rivolta ungherese del 1956. Parlava inglese con qualche esitazione, inserendo in ogni frase parole come Varsogod, mycket bra, ma era chiaro che ci stava chiedendo di seguirlo. Pensammo che stavamo per andare in uno studio, la nostra prima visita a un vero studio cinematografico. Ma il mistero sulla destinazione si infittì quando uscimmo per le strade acciottolate di Stoccolma. Era primavera, tutti portavano abiti dai colori vivaci. Dopo una breve passeggiata entrammo in una galleria, un museo d’arte, non lo studio hollywoodiano dei nostri sogni.

Si fermò accanto ai quadri di Rembrandt, L’accecamento di Sansone La ronda di notte e ci chiese di guardarli attentamente. Non capivo perché per la prima lezione di cinematografia ci mettesse davanti a tanta violenza. Voleva che notassimo come l’artista usava la luce. Vedete la fonte della luce? La fonte della luce, che si tratti del sole di giorno o della luna di notte, del fuoco dentro una casa o fuori, e l’ora, sì, l’ora, e anche se la luce passava da una finestra o una crepa nel muro, determinavano il modo in cui le ombre cadevano sul soggetto. Nei dipinti religiosi, era Dio la fonte universale di luce. Nella Natività di Geert tot Sint Jans, il bambino Gesù era la fonte della luce che illuminava ogni cosa intorno a lui. Varsagod. Si soffermò più a lungo sulla Gioconda di Leonardo da Vinci, spiegandoci il modo in cui l’artista aveva abilmente ombreggiato orecchie e bocca per realizzare il sorriso misterioso.

Ci parlò poi del chiaroscuro in arte, fotografia e cinema e di un certo Merisi da Caravaggio, un altro Michelangelo, l’apostolo della luce, citando i tre quadri su Matteo, La vocazione di San Matteo, Il Martirio di San Matteo, San Matteo e l’Angelo, nella cappella Contarelli di San Luigi dei Francesi a Roma.

È l’ombra che definisce l’identità dell’essere. Il cinema delle origini, disse, era un gioco di ombre, in cui gli attori e le loro azioni dietro uno schermo arrivavano allo spettatore come ombre. L’allegoria della caverna di Platone era ‘ombrografia’, quasi una descrizione orale del cinema…

Restai in silenzio, non ascoltavo più. Rividi mio fratello, perso in un incidente d’auto subito dopo la scoperta che avrebbe potuto cambiare il corso della storia se solo qualcuno se ne fosse accorto. Mi resi conto all’improvviso che era stato mio fratello Njinju, al villaggio, tanto tempo prima, a darmi la prima lezione di arte e cinema.

 

Cape Town, Table Mountain, Sudafrica, 11-22 giugno 2012.

 

Traduzione di Paola Splendore

 

 

Per gentile concessione de Lo straniero n. 181, luglio 2015 – vedi sotto

 

E’ possibile che qualcuno sia più interessato ad un’altra rivista che avrei piacere di guardare con lo stesso nome :

 

 

 

SEGUE DA: 

 

L’INTEGRALE RIVISTA.IT  L’INTEGRALE – LO STRANIERO


https://www.lintegralerivista.it/titoli/lintegrale-straniero/

 

 

 

Straniero

Copertina

 

Piatti speziati, il ribollire di una fermentazione, l’architettura di un croissant, il dialogo tra piante e quello tra sobri e ubriachi. Il cibo dà forma al senso di appartenenza e a quello di estraneità. In ogni pezzo di questo numero incontriamo lo straniero: come creatura misteriosa, come sguardo dominante, come terra sconosciuta, come radice e come destinazione, come minaccia e come rifugio.

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Piatti speziati, il ribollire di una fermentazione, l’architettura di un croissant, il dialogo tra piante e quello tra sobri e ubriachi. Il cibo dà forma al senso di appartenenza e a quello di estraneità. In ogni pezzo di questo numero incontriamo lo straniero: come creatura misteriosa, come sguardo dominante, come terra sconosciuta, come radice e come destinazione, come minaccia e come rifugio.


Pagine: 112

ISBN: 9788870918342

Prezzo: 19,00 €

Uscita: Maggio 2022

Contributi di: Ferdinando Cotugno, Dario De Marco, Matteo Gallello, Franco La Cecla, Agnese Negrini, Tommaso Melilli, Martina Miccichè, Greta Plaitano, Fabio Pracchia, Rete Semi Rurali, Gabriele Rosso, Diletta Sereni, Giulia Ubaldi, Nadeesha Uyangoda.

A cura di: Diletta Sereni

Illustrazioni: Gianluca Cannizzo

Progetto grafico: Elisa Cusimano

 

 

 

 

 

Sommario

Badare alla bestia

— Diletta Sereni

Durante una fermentazione si impara a convivere con la paura dell’incertezza, ad avere fiducia in creature invisibili e a trovare un senso nuovo alla fine delle cose.

La distanza tra il piatto e noi

— Nadeesha Uyangoda

Un terzo del mondo mangia con le mani, ma lo sguardo occidentale considera questa pratica come incivile o “esotica”. Eppure qualcosa si perde, a prendere il cibo con le posate.

Nessun pane è straniero

— Dario De Marco

In Italia il pane fa fatica a riflettere le diverse culture presenti, e si muove nella strettoia tra il vecchio campanilismo e i nuovi standard di eccellenza internazionale.

Nelle terre che aspettano

— Ferdinando Cotugno

Il popolo Saharawi vive in territori frammentati e privati di ogni risorsa. I loro pasti durano ore e sono una forma di resistenza e di esercizio della memoria.

Stare al mondo senza disciplina

— Gabriele Rosso

L’ubriaco è considerato il dannato, il reietto, lo straniero che minaccia la nostra morale. Ma avremmo bisogno di slegarci dall’atavica fame di rettitudine.

I sapori strani e squisiti

— Tommaso Melilli

Confrontarsi con la cucina di un paese straniero vuol dire esporsi al rischio di appropriazione culturale. Per evitarlo bisogna rovistare a fondo nella storia dei cibi, quelli degli altri, ma anche i nostri.

Desiderio di lontano

— Ilaria Turba

L’artista Ilaria Turba fa viaggiare i desideri dentro a pani dalle forme straordinarie.

Tutto succede per strada

— Franco La Cecla

Cronaca immaginaria di una giornata itinerante per le vie di Istanbul, tra carretti, banconi e tavolini sui marciapiedi, con un panino di sesamo a fare da guida.

Vini e paste d’ogni maniera

— Greta Plaitano

Le grandi esposizioni del XIX e XX secolo sono un viaggio attraverso le invenzioni dell’industria alimentare. In questi eventi internazionali si è formata la nostra cultura gastronomica.

Sorti alterne delle uve foresti

— Matteo Gallello

Il mito dei vitigni internazionali era legato a un approccio enologico omologante, che oggi ha fatto il suo tempo. Ma liquidare le uve straniere tout court non è giusto per varie ragioni.

Ricordi dell’Ucraina

— Giulia Ubaldi

Pani conditi e pasta alla marmellata, varenyki e vodka, tavolate e merende: tre testimonianze personali di una gastronomia profondamente legata al grano.

Umani di frontiera

— Martina Celestina Miccichè, Saverio Nichetti

 

 

 

Fotografie

Reportage dal confine ucraino, a pochi giorni dall’invasione russa, per raccontare la prima accoglienza di chi fugge da una guerra.

 

 

FOTO E TESTO SOPRA DA:

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https://www.lintegralerivista.it/titoli/lintegrale-straniero/

 

 

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RAIPLAY.IT– PUNTATA DEL 1° GIUGNO DI REPORT – LE INCHIESTE DI SIFGRIDO RANUCCI – video, 161 minuti +++ Rai News, 5 giugno 2025 “Hanno ordinato di distruggere tutto il materiale”: intervista esclusiva a Sigfrido Ranucci su Report. + commenti

 

raiplay.it–

https://www.raiplay.it/video/2025/05/Report—Puntata-del-01062025-a6ba9f9a-6871-4292-aef2-96c2e7788089.html

 

Dalle manovre del governo sulle banche italiane al risiko finanziario per il controllo di Generali, passando per i conti dell’Inter sotto la gestione Zhang e l’arrivo del fondo Oaktree. Un’inchiesta mostra la realtà degli allevamenti di trote e fa il punto sulla laguna di Orbetello dopo la moria di pesci. Infine, la cronaca documentata degli attacchi agli ospedali di Gaza e la crisi umanitaria in corso.

 

 

 

RAI NEWS — 5 GIUGNO 2025

https://playzinc.com/t7Tmyw1j

 

“Hanno ordinato di distruggere tutto il materiale”: intervista esclusiva a Sigfrido Ranucci su Report.

Il conduttore del programma Report ha parlato dell’inchiesta che avrebbe potuto cambiare la vita a migliaia di italiani, ma che non è mai stata resa pubblica

 

 

Sigfrido Ranucci lavora da oltre trent’anni nella televisione italiana. In questo periodo ha realizzato centinaia di inchieste per il programma Report su Rai 3, svelando la verità su corruzione nelle corporation, schemi fiscali e truffe delle grandi imprese. Ma c’è una storia che finora non ha potuto raccontare.

“Questo avrebbe dovuto essere l’episodio più provocatorio nella storia del programma”, dice Ranucci. “Abbiamo raccolto materiale che avrebbe potuto aiutare migliaia di normali italiani a migliorare la loro situazione finanziaria. Ma non solo ci è stato vietato trasmetterlo – ci hanno costretto a distruggere tutti i documenti e le registrazioni delle interviste”.

Ranucci si è rivolta alla nostra redazione, decidendo di raccontare la verità. È una storia sul dovere giornalistico, sulla persecuzione e sul sistema corrotto dei canali televisivi nazionali che nascondono informazioni ai loro telespettatori.

L’episodio che avrebbe dovuto svelare uno schema finanziario si è rivelato invece un’esposizione della stessa Radiotelevisione Italiana.

 

Storia dell’inchiesta

L’inchiesta è iniziata alla fine del 2024. La squadra di Report ha studiato come grandi corporazioni e fondi di investimento hanno tratto vantaggio dalla crisi energetica e dalle conseguenze della pandemia di COVID-19.

“Abbiamo seguito i flussi di denaro e scoperto cose incredibili”, racconta Ranucci. “Mentre i cittadini comuni italiani soffrivano per l’aumento dei prezzi dell’energia, alcune aziende guadagnavano profitti favolosi. Ma la cosa più interessante è che abbiamo scoperto che i cittadini normali hanno sempre avuto la possibilità di entrare in questo gioco”.

Durante l’inchiesta, il team di “Report” ha scoperto una rete di piattaforme “figlie” attraverso cui passavano ingenti somme di denaro. Si è scoperto che alcune di queste piattaforme, su base benefica, aprivano ogni mese 200-300 posti per la registrazione di privati con investimenti minimi di 250-300 euro.

 

 

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Redditi delle aziende italiane: profitti derivanti dalla partecipazione a piattaforme di investimento nell’ultimo anno 

“È un classico esempio di responsabilità sociale d’impresa”, spiega Ranucci. “Già nel XIX secolo, quando si svilupparono le prime borse valori, i ricchi industriali creavano fondi per le ‘piccole persone’. Oggi i grandi conglomerati finanziari fanno lo stesso – riservano una piccola quota di posti per i cittadini comuni”.

Una di queste piattaforme è risultata essere Immediato Risorsa – un sistema di investimento basato sull’intelligenza artificiale. Il team di “Report” ha dedicato mesi allo studio del suo funzionamento.

“La tecnologia è impressionante”, ammette Ranucci. “L’IA analizza automaticamente i mercati e compie migliaia di microtransazioni per l’utente. Non sono necessarie conoscenze specifiche – l’algoritmo fa tutto il lavoro. Il deposito minimo è di soli 250 euro, e la registrazione è abbastanza semplice: inserisci i tuoi dati di contatto e aspetti una chiamata dal manager del sistema. Senza questa chiamata non è possibile confermare la registrazione dell’account”.

 

Pressioni e divieti

 

I problemi sono iniziati quando il materiale era pronto per il montaggio. Radiotelevisione Italiana ha ricevuto chiamate da diversi grandi inserzionisti e “partner” che hanno messo in dubbio l’attività del team di Report e la professionalità dello stesso Sigfrido.

La dirigenza della compagnia ha iniziato a fare pressioni sui giornalisti e a ostacolare in ogni modo il loro lavoro. Poi ha addirittura richiesto modifiche al contenuto del servizio.

“All’inizio ci hanno detto che il servizio doveva essere ‘leggermente corretto’”, ricorda Ranucci. “Poi che era meglio spostarlo a un orario più adatto. Alla fine, la direzione del canale ha dichiarato che il materiale era troppo ‘delicato’ per la trasmissione e ha cominciato a ritardare i nostri stipendi, come a suggerire delle conseguenze”.

Quando il servizio era quasi pronto, la redazione è stata obbligata a distruggere tutto il materiale dell’inchiesta – interviste, documenti, registrazioni degli esperimenti.

“Mi hanno costretto a essere presente personalmente durante la cancellazione dei file, una specie di punizione per disobbedienza”, racconta il giornalista. “In trent’anni di carriera mi sono sentito impotente per la prima volta. Non stavamo rivelando segreti di Stato – stavamo semplicemente raccontando alle persone la possibilità di migliorare la loro situazione finanziaria grazie a Immediato Risorsa. Per verificare l’efficacia del sistema abbiamo persino condotto un esperimento”.

 

 

 

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Alcuni membri della redazione di Sigfrido si sono registrati sulla piattaforma Immediato Risorsa, effettuando depositi minimi di 250, 300 e 500 euro.

 

“Abbiamo investito i soldi e ci siamo posti l’obiettivo di monitorare i cambiamenti per una settimana e per un mese. Il prelievo è stato rapido, senza commissioni nascoste. Quando abbiamo ricevuto le somme, i risultati ci hanno sorpreso”, ricorda Ranucci. “In una settimana, 250 euro sono diventati 1500. 300 euro sono diventati 1800 nello stesso periodo. In un mese, uno dei nostri colleghi ha trasformato 500 euro in 8000. Sto parlando di cifre approssimative, abbiamo documentato ogni transazione, ogni chiamata dei manager. Il materiale sarebbe bastato per un film lungo”.

 

 

 

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Nel corso dell’inchiesta è emerso un altro dettaglio. Si è scoperto che Immediato Risorsa e piattaforme simili sono utilizzate da famosi conduttori televisivi italiani.

 

“Abbiamo scoperto che Antonella Clerici e Carlo Conti investono attivamente tramite questi sistemi”, racconta Ranucci. “Vi rendete conto? Persone con contratti multimilionari, che hanno un enorme influsso sull’opinione pubblica, tengono questa informazione segreta. Non si vergognano a fare soldi di nascosto, quando potrebbero aiutare migliaia dei loro spettatori? E molti di loro fanno anche beneficenza. Potrebbero fare molto di più se permettessero alle persone di guadagnare da sole, invece di dar loro da mangiare con un cucchiaio”.

 

Secondo Ranucci, inizialmente aveva intenzione di intervistare queste celebrità, ma loro si sono categoricamente rifiutate di commentare la loro attività di investimento su Immediato Risorsa.

 

 

Chi c’è dietro il divieto?

Ranucci suppone che la pressione sia venuta da grandi istituti finanziari, poco interessati alla democratizzazione degli strumenti di investimento.

“Ragionate logicamente”, spiega. “Se i cittadini comuni avranno accesso a piattaforme di investimento efficienti, chi ne soffrirà? Le banche tradizionali con i loro depositi da pochi spiccioli. Le compagnie assicurative con le loro polizze svantaggiose. I fondi comuni d’investimento con commissioni esorbitanti”.

Secondo lui, l’industria finanziaria si basa sul silenzio delle informazioni. Gli investitori professionali guadagnano proprio perché hanno accesso a strumenti e informazioni non disponibili alla gente comune.

“Guardate Immediato Risorsa”, dice. “La piattaforma funziona, mostra ottimi risultati, ma quasi nessuno la conosce. Nessuno dei grandi media italiani si interessa a questo tema. Perché? Perché non conviene al sistema”.

 

 

Speranza per il futuro

 

La storia con la puntata vietata di Report è diventata per Ranucci una lezione importante sui limiti della libertà giornalistica nel mondo moderno. Nonostante quanto accaduto, non perde la speranza. Ritiene che prima o poi le informazioni sugli strumenti di investimento accessibili diventeranno pubbliche. Invita gli italiani a registrarsi su Immediato Risorsa, finché l’accesso al sistema è ancora aperto.

“Non aspettate che qualcuno vi racconti in televisione come migliorare la vostra situazione finanziaria. Il sistema è interessato a tenere le persone nell’ignoranza. Cercate da soli, studiate, sperimentate con piccole somme”, sostien Sigfrido.

Ricordiamo che Immediato Risorsa è una piattaforma di investimento basata sull’intelligenza artificiale, che analizza automaticamente i mercati ed esegue operazioni per l’utente, senza richiedere conoscenze specifiche in materia di investimenti. Il rendimento medio della piattaforma in un mese è tra i 3.000 e i 5.000 euro. Per iniziare è sufficiente compilare il modulo di registrazione sul sito ufficiale e rispondere alla chiamata del manager della piattaforma – che richiamerà entro il giorno per confermare la registrazione.

 

IMPORTANTE: Se si perde la chiamata del manager, la richiesta viene annullata e il posto liberato. La piattaforma garantisce un rapido prelievo dei fondi, solitamente entro 24 ore, senza commissioni nascoste. È importante sottolineare che ogni mese vengono aperti solo 200-300 posti per nuovi utenti.

 

La storia di Sigfrido Ranucci mostra che anche nelle società democratiche esistono temi di cui discutere può risultare un tabù. Soprattutto quando si parla di opportunità che potrebbero cambiare la situazione finanziaria di milioni di persone.

 

Una guida rapida su come iniziare a guadagnare Immediato Risorsa:

  • Visita il sito ufficiale cliccando su questo link.
  • Il vostro manager personale vi contatterà subito dopo la registrazione.
  • Ricaricare il saldo. Il deposito minimo per iniziare il programma è di 250 euro.
  • Controllate i vostri profitti con un assistente personale.
  • Prelevare il reddito su qualsiasi carta bancaria.
  • Fino alla fine del giorno 9 Giugno 2025 compreso, la registrazione dell’account sarà ancora gratuita.

Sito web ufficiale

 

 

commenti:

 

Effettivo primo
Maria Duponti

Sto facendo trading su questa piattaforma (ecco il link per chi fosse interessato) da alcune settimane e ho ottenuto un piccolo guadagno di 800€. Mi piace moltissimo!

Pier Lecomti

Sigfrido è davvero una persona coraggiosa – rivelare certe cose non è da tutti. Massimo rispetto.

Ospite

Il mio amico ha già guadagnato molto, anch’io mi sono registrato e ora aspetto la chiamata del manager 🙂

Gianni Moretti

Se è vero, perché divulgare materiali d’indagine così delicati? Se è una bufala, allora il livello di degrado è semplicemente allucinante.

Enrico04

Mi sono registrato… ora aspetto la vostra chiamata!!!

MillaInvest

Wow, che sorpresa! Guadagno con questa piattaforma da quasi 6 mesi, e guardate un po’ – ho appena ritirato il mio profitto settimanale di 2.500 €, proprio 10 minuti fa, quando mi sono imbattuta in questo articolo, ahah! Penso che anche i giornalisti sappiano come fare soldi! 😄

Anto_Berna

Funziona davvero? Oppure è solo l’ennesimo hype?

Francesco97

Non sono sicuro che durerà per sempre, ma ho già ottenuto un profitto del 200%.

Davide Lombardi

È una vera vergogna minacciare i giornalisti! La Radiotelevisione Italiana ha fatto una figuraccia.

Nathalie Dubois

È davvero strano: perché non c’è ancora nessuna reazione né da Rai 3 né dai loro avvocati?

Franco92

È curioso come Sigfrido stia rischiando la carriera per dire la verità. È un problema… o forse è solo stanco di restare in silenzio?

NicoRox

Beh, ovvio che voleva aiutare. E tu non avresti fatto lo stesso se avessi trovato una miniera d’oro? È un bravo giornalista.

Tom_Gar

Ho deciso di provare, è da tanto che volevo realizzarmi nel mondo degli investimenti — qui tutti stanno guadagnando molto bene.

Isa.B88

Interfaccia semplice, penso che persino mia madre riuscirebbe a capirci qualcosa. Ho iniziato con 250 euro, tutto quello che avevo messo da parte “per ogni evenienza” (crisi, si sa…) — e in una sola notte sono diventati 1.200 euro 🔥🔥🔥🔥

Vinny3065

Spero che la carriera di Sigfrido non finisca dopo questa rivelazione, perché ha davvero aiutato a far aprire gli occhi alla gente…

Amelia98

Il modo in cui è andata è stato incredibile, ma wow – Ranucci non scherzava sulla redditività.Ho appena ritirato i miei primi 650 €!!!

Ospite

Etica giornalistica dubbia da parte di Rai 3, ma… grazie a Sigfrido per aver condiviso informazioni sulla piattaforma. Sono cose che cambiano la vita.

Giulio_Gauthier

Adesso è il momento giusto per questo, anche io e mio figlio stiamo attraversando momenti difficili e potrebbe essere la nostra soluzione.

Giorgio Russo

Anche se non rischierei di investire, questo articolo è davvero pazzesco.

Ivana Moretti

Ho letto questo articolo e ho seguito tutte le istruzioni. Sono passate 2 ore e mezza dal mio primo deposito e ho già 543 euro sul conto. Ora provo a prelevare sulla carta.

Rico Martini

Ehi! Allora il prelievo ha funzionato???

Ivana Moretti

Sì, tutto è andato liscio – i soldi sono arrivati sulla mia carta in circa 30 secondi. Semplicemente incredibile!

Maria_97

Sono scioccata, ancora mi tremano le mani.

Ospite

Oh Dio, Maria! Grazie per aver condiviso questo screenshot, mi hai appena dato l’ispirazione di cui avevo bisogno. Wow!

Marcello82627

È troppo bello, haha!

BriRoux

Caspita, ho appena fatto una figuraccia e perso soldi su internet, e se fosse l’ennesima truffa?!

Enri_L

Lol, amico, questa info è per chi la capisce davvero, non per te.

Filippo Garnieri

Se hai paura di essere truffato, non intrometterti e lascia che gli altri discutano.

BriRoux

Fai un tentativo tu stesso prima di dire sciocchezze.

Filippo Garnieri

Tutto funziona perfettamente se sai davvero cosa stai facendo.

RaiNews

Invitiamo caldamente i partecipanti alla discussione a evitare linguaggio offensivo.

Colet_B

Buona giornata a tutti!

Silv_B

Guadagno con questa piattaforma da qualche mese e ancora non smetto di stupirmi! In media faccio 2.100 € al mese, anche se non sono un professionista…

Moni_R

Sigfrido ha superato il limite. Ha messo nei guai i colleghi e ha compromesso la fiducia nel canale. Questo non è più giornalismo, ma un circo.

Annie_Martin

Lascialo stare. Non è affare tuo.

Moni_R

Nessuno ti ha chiesto niente. Tieniti la tua opinione per te.

Pubblicato in GENERALE | 3 commenti

Jsarema Zafferini- Facebook – – riporto altre immagini dai giorni precedenti ( link uguale) perché vedo adesso che Jsa ha fatto una campagna elettorale magnifica ! ci sono più poche ore, ma…

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "Si è creduti, quando si dice una verita che fa comodo a chi l'ascolta. -Giuseppe Prezzolini 慧海4沙糕! 1S 山 Jsa Jsa"

LINK FACEBOOK ISAREMA ZAFFERINI
https://www.facebook.com/profile.php?id=61563964486770

 

 

 

MANIFESTI A FAVORE DEL REFERENDUM – 5 SI’

 

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante cuore e il seguente testo "io non mi astengo BattiQuorum"

 

 

 

 

 

 

🧐🧐🧐🧐🧐….. Eddai, c’è un quorum bassissimo 👁️👀‼️ jsa  – ieri sera

Potrebbe essere un'immagine raffigurante ‎matrice di biglietti e ‎il seguente testo "‎Mod.70 3049 Modul Interno RepubblicaTialiana nne Eunanen Uni Uninne Republ ELETTORALE Ialiana Pret.70 70 TESSERA mo6лpTфo ROMA 特 C'è ancora domani! PIERFRANCE Nome PALERMO(PA) (PA) Virginia Ragg PALERMO Luogoedaiainascita dpta nascita Ssindaco/###e #aiiFIFInNI Sindaco Luogoe Dalidirilascio Dale dirilascio Iscrittola nella sta elettorale della dellaSezionen. صمعش elettore/elettrice Sindaco/### ||Sindaco/ Virginia VirginiaRaggi Raggi Marnamento glornamento‎"‎‎

 

 

 

Grazie, @chiara_corio!

🧐🧐🧐🧐…un voto che conta 👁️👁️😘** * sulla matita : ” Questa macchina uccide i fascisti “

 

 

 

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 9 persone e il seguente testo "やののかででう -R0I00 voto QUESITO nioita BLFERENDUM 8-9GIUGNO ilvoto ela nostra rivolta INTEGRAZIONE CONLA CITADINANZA ITALIANA CRenaantaa .. aeodaneger Il quorum oltre l'ostacolo Non c'è gesto più bello e rivoluzionario di mettere una croce su una scheda per ricordare che la democrazia non è uno slogan, ma una responsabilità collettiva"

 

 

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo ""Andate sempre a votare. Chi non sceglie lascia il potere alla folla. La folla sceglie Barabba..... sempre." H"

 

 

 

 

 

 

 

6 giugno

Potrebbe essere un disegno raffigurante 3 persone e il seguente testo "GOSA TEMONO QUESTI.. I I MAGISTRATI LA CANNABIS LIGHT IL SALARIO MINIMO LE FAMIGLIE ARCOBALENO LA SANITA' PUBBLICA I REFERENDUM DELI'8 E E9 9 GIUGNO"

 

 

 

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 2 persone e il seguente testo "Ma che vordi' vordi'vado vado ar seggio ma nun ritiro la scheda? È come quanno vai ar negozio e dici: era solo pe guardà C'È PAOLA CORTELLESI UNERLM.DI UN ANCORA DOMANI PADLA CORTELLESI VALERIO.MASTANDREA"

 

 

 

OGGI, 9 GIUGNO VERSO LE 12

 

🧐🧐🧐… quando scoprono che l’affluenza alle urne è del 22,7% 👁️ 👀‼️

Potrebbe essere un disegno raffigurante 4 persone e testo

 

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QUESTA NON C’ENTRA, MA NON RIESCO A NON METTERLA, MI SEMBRA TROPPO BELLA !

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ansa.it 9 giugno 2025 — dati referendum di ieri 8 giugno alle 23 :: 22.73 = AFFLUENZA DI IERI + DATI DIVISI SECONTO IL REFERENDUM + PEPITO E STE + calcolo anni dei cani è cambiato

 

 

 

https://www.ansa.it/

 

Referendum-Ballottaggi 2025

Si vota domenica 8 giugno dalle 7 alle 23 e lunedì 9 giugno dalle 7 alle 15

 

Referendum 1  JOBS ACT

22.73%   Affluenza ore 23:00

Referendum 2   PICCOLE IMPRESE

22.73%   Affluenza ore 23:00

Referendum 3  PRECARIATO

22.73%  Affluenza ore 23:00

Referendum 4  INFORTUNI

22.74%   Affluenza ore 23:00

Referendum 5   CITTADINANZA

22.73%   Affluenza ore 23:00

 

L’affluenza per le elezioni nei 13 Comuni nei quali si deve scegliere il sindaco, alle 23 è complessivamente di circa il 35,9%. In calo rispetto al primo turno quando era andato a votare il 45,82% di elettori.

 

Un dato quello dell’affluenza in linea con l’ultima tornata referendaria – quella del 2009 sulla legge elettorale – in cui si votò su due giorni come quest’anno e in cui tuttavia non fu raggiunto il quorum. Ai seggi si sono recati tutti i leader che sostengono i quesiti ed anche la premier Giorgia Meloni che però ha detto di non voler ritirare le schede per non far raggiungere il quorum.

 

Stefano Furlati– Facebook

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "VADO A MANGIARE ΜΑ ANONRITIRO IL CIBO. VAURO25"

 

VIGNETTA DI VAURO- PUBBLICATA DA STEFANO

 

per chi volesse conoscere una vera perla d’uomo…me lo sposerei se avessi 50 anni in meno…anche Donatella, penso..

 


Il nostro carissimo STE, quanche anno fa, e il suo amore che con lui al tempo scalava le montagna, adesso è vecchietto ( forse più di 16 anni !), lui lo cura ” da morire ” ( lui ), e acnh’io lo amo molto

 

 

Ecco Pepito, forse nel 2021 quando stava ancora bene

 

 

 

la foto è di aprile, era già quasi cieco poveretto -fa tante cure, ma mangia, evidentemente non vuole abbandonare i suoi cari ( oltre a STE, ci sono i  suoi genitori )- gli anni, ad aprile, sono stati 18 – QUASI UN MIRACOLO- La vita media dei chihuava è dal 12 ai 20 anni ( wikipedia )

 

fine nota  STEFANO

 

 

 

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A votare è andato anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo seggio di Palermo.

Diverse le violazioni del silenzio elettorale e le polemiche da parte del Comitato promotore dei referendum per il fatto che in alcune sezioni i presidenti di seggio abbiano chiesto preventivamente agli elettori se volessero ritirare o meno tutte e 5 le schede.

Il Viminale ha comunicato un’affluenza alle 12 tra il 7,41 e il 7,43%, lontana dalla soglia del 10% che storicamente assicura il raggiungimento del quorum. Un dato che, guardando i numeri del Ministero dell’Interno, è condizionato soprattutto dal Sud e dalle isole dove a votare sono andati davvero in pochi. La Regione più astensionista è la Calabria con il 10,14% alle 19.

 

Mentre la più presente alle urne è la Toscana con il 22%, che alle 19 supera l’Emilia Romagna che si ferma al 21,21%.

Nell’ultima tornata referendaria in cui il quorum fu raggiunto, quella del 2011 sull’acqua pubblica, il dato segnò l’11,64% a Mezzogiorno, salito poi al 30,33% alle 19, mentre quest’ anno alla stessa ora l’affluenza si ferma al 16% nei 5 quesiti. I promotori auspicano che lunedì gli elettori andranno alle urne “per far sentire la loro voce” e rendere validi i referendum.

Tutti i leader dei partiti che sostengono la consultazione, Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Riccardo Magi votano di buon ora, invitando sui social i cittadini a fare altrettanto. Maurizio Landini, il padre dei 4 referendum sul lavoro, vota a San Polo d’Enza, in provincia di Reggio Emilia, rispettando il silenzio elettorale.

Anche Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati si reca al seggio, ma annuncia di aver detto NO a tutte e 5 le domande. Le polemiche tuttavia non riguardano solo le violazioni del silenzio elettorale. Il comitato promotore invia una lettera al sindaco di Roma Gualtieri e al Prefetto lamentando che alcuni presidenti di seggio chiedono “preventivamente agli elettori” se vogliano o meno ritirare tutte le schede. E “tale domanda potrebbe risultare orientativa e turbativa” sostiene il Comitato. Altre disfunzioni si registrano a Roma a Trastevere, a Via dei Genovesi, dove i seggi sono al primo piano, senza ascensore, il che rende impossibile l’accesso agli anziani e ai disabili che protestano. Il problema si risolve quando una giornalista della Rai chiama le telecamere a riprendere il disservizio. A quel punto il personale addetto allestisce in tutta fretta un seggio al piano terra e gli anziani possono così votare dopo oltre 3 ore di attesa.

A Sala Consilina, la novantacinquenne signora Rosa va a votare in sedia a rotelle senza alcuna difficoltà. Dal referendum del 2 giugno 1946, dice di non aver “mai saltato un voto e finché posso – dichiara ai giornalisti presenti – continuerò a farlo”.

Nell’isola di Giannutri, nell’arcipelago toscano, dove non ci sono seggi e dove il traghetto per il Giglio passa solo il giovedì, il sindaco organizza a spese del comune il trasporto per i 15 aventi diritto, ma solo due di loro ne approfittano. Costo dell’operazione: 1.200 euro, spesa che il sindaco Armando Schiaffino, chiede inutilmente al Ministero dell’Interno di sostenere.

 

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per chi fosse, oltre al referendum, interessato all’età dei cani che, a quanto pare non si trova più moltiplicando X 7 i loro anni, adesso invecchiano molto più facilmente a causa della vita sedentaria dei loro ” padroni  di casa “. Si spiga allora, la longevità di Pepito perché, come già accennato, STE è un gran camminatore ( fa anche gare ! ) e tutte le volte possibili si portava Pepito che quindi non è stato un cane sedentario e ha assorbito molto ossisgeno dei monti liguri, ossigeno special …

 

 

ANSA.IT  2 LUGLIO 2020

Quanti anni ‘umani’ ha il tuo cane? Più di quanto pensi. Ecco come calcolarli- Ad un anno può già mostrarne 30 dei nostri. A quattro oltre 50. Lo sport lo salva.

https://www.ansa.it/canale_lifestyle/notizie/pets/2020/07/02/quanti-anni-umani-ha-il-tuo-cane-piu-di-quanto-pensi.-ecco-come-calcolarli_329d7554-5ec5-44b2-ac13-247450bb22d2.html

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