Mauro Biani @maurobiani — 18. 03 — 11 aprile 2024 – grazie !

 

 

#Suviana #lavoro #strage #sicurezza #MortiSulLavoro

Lavoro vo cercando, ch’è sì caro.

Oggi su @repubblica

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

ANSA.IT — 10  APRILE 2024 – — Abruzzo, i cuccioli dell’orsa Amarena escono dal letargo

 

 

ANSA.IT — 10  APRILE 2024 –https://www.ansa.it/sito/videogallery/italia/2024/04/10/abruzzo-i-cuccioli-dellorsa-amarena-escono-dal-letargo-_ec32888f-a91e-4c76-bfa9-ba90ddf80055.html

 

 

Abruzzo, i cuccioli dell’orsa Amarena escono dal letargo

 

 

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

ANSA.IT — 11 APRILE 2024 –16.58 : Arriva l’emendamento di Fdi sul carcere ai giornalisti, proposto da Giovanni Berrino ( Sanremo, 1964 )- Contenuto nel disegno di legge sulla diffamazione.Dubbi da Fi-Nm ( Noi moderati ), oltre che dalle opposizioni.

 

 

ANSA.IT — 11 APRILE 2024 –16.58
https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2024/04/11/arriva-lemendamento-di-fdi-sul-carcere-ai-giornalisti_1f6aa05b-5793-49a9-a8db-dd468fc27cf9.html

 

 

Arriva l’emendamento di Fdi sul carcere ai giornalisti.

Contenuto nel disegno di legge sulla diffamazione. Dubbi da Fi-Nm

 

 

 

ANSACheck
Avvocato Giovanni Berrino nato a Sanremo (Im) il 7 maggio 1964. STUDI: Diploma di Maturità Scientifica conseguito nel luglio 1983 presso il. Liceo Scientifico  Saccheri. Nel 1984 si candida con il MSI alle elezioni comunali. Dal ’95 al 2003 nelle fila di Alleanza Nazionale ricopre il ruolo di vice- sindaco; nel 2012 entra in Fdi-An. Nel 2018 è membro della Direzione nazionale di Fdi. Nel 2022 eletto senatore Fdi battendo Sandra Zampa ( centro sinistra ). wikipedia 

E’ l’effetto di uno degli emendamenti presentati dal relatore Gianni Berrino al ddl sulla diffamazione.

Si introduce di fatto un nuovo articolo: il 13-bis alla legge sulla stampa. “Chiunque, con condotte reiterate e coordinate, preordinate ad arrecare un grave pregiudizio all’ altrui reputazione, attribuisce a taluno con il mezzo della stampa” fatti “che sa essere anche in parte falsi è punito con il carcere da 1 a 3 anni e con la multa da 50mila a 120mila euro. Se si sa che l’offeso è innocente la pena aumenta da un terzo alla metà, cioè fino a 4 anni e mezzo di carecere.

A lanciare l’allarme, dopo aver letto le proposte di modifica depositate dal senatore di FdI, è il capogruppo del Pd in Commissione Giustizia al Senato Alfredo Bazoli. “La libertà di stampa è a serio rischio”, spiega il senatore. Berrino replica: “togliamo le pene detentive per la diffamazione generica, le manteniamo per la diffamazione che si consuma con l’addebito del fatto preciso e falso”. Ma è polemica.

Interviene subito Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi. “Il carcere per i giornalisti – afferma – è un provvedimento incivile e denota la paura di questo governo nei confronti della libertà di stampa. Questa è l’orbanizzazione del Paese”. Le opposizioni attaccano, ma le critiche si sollevano anche dalla maggioranza. Maurizio Lupi di Noi Moderati dice “no al carcere per i giornalisti”. Il capogruppo di FI in Commissione Giustizia Pierantonio Zanettin afferma: “Ci possono essere altri meccanismi giuridici, e a questo noi puntiamo, ma sul carcere abbiamo dei dubbi”.

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

+++ POMPEI, dai nuovi scavi emerge un salone decorato con soggetti ispirati alla guerra di Troia – E-JOURNAL DEL SITO DI POMPEI – SCAVI

 

 

 

 

 

LE IMMAGINI CHE SEGUONO SONO TUTTE DAL SITO: 

11 APRILE 2024

POMPEII

 

 

https://pompeiisites.org/comunicati/pompei-dai-nuovi-scavi-emerge-un-salone-decorato-con-soggetti-ispirati-alla-guerra-di-troia/

 

Pompei, dai nuovi scavi emerge un salone decorato con soggetti ispirati alla guerra di Troia

 

 

 

Affreschi Salone nero

 

 

 

 

Affreschi salone nero

 

 

 

Apollo e Cassandra – salone nero

 

 

 

Un imponente salone da banchetto, dalle eleganti pareti nere, decorate con soggetti mitologici ispirati alla guerra di Troia, è uno degli ambienti recentemente portati alla luce durante le attività di scavo in corso nell’insula 10 della Regio IX di Pompei e oggi completamente visibile in tutta la sua maestosità.

Un ambiente raffinato nel quale intrattenersi in momenti conviviali, tra banchetti e conversazioni, in cui si respirava l’alto tenore di vita testimoniato dall’ampiezza dello spazio, dalla presenza di affreschi e mosaici databili al III stile, dalla qualità artistica delle pitture e dalla scelta dei soggetti.

Il tema dominante sembra essere quello dell’eroismo, per le raffigurazioni di coppie di eroi e divinità della guerra di Troia, ma anche del fato e al tempo stesso della possibilità, sovente non afferrata, che l’uomo ha di poter cambiare il proprio destino.

Oltre a Elena e Paride, indicato in un’iscrizione greca tra le due figure con il suo altro nome “Alexandros”, appare sulle pareti del salone la figura di Cassandra, figlia di Priamo, in coppia con Apollo. Nella mitologia greca Cassandra era conosciuta per il suo dono di preveggenza e per il terribile destino che le impedisce di modificare il futuro. Nonostante la sua capacità di vedere oltre il presente, nessuno crede alle sue parole, a causa di una maledizione che Apollo le infligge per non essersi concessa a lui, e dunque non riuscirà a impedire i tragici eventi della guerra di Troia, che aveva predetto. Dopo essere stata stuprata durante la presa di Troia, finirà come schiava di Agamennone a Micene.

La presenza frequente di figure mitologiche nelle pitture di ambienti di soggiorno e conviviali delle case romane aveva proprio la funzione sociale di intrattenere gli ospiti e i commensali, fornendo spunti di conversazione e riflessione sull’ esistenza.

 

 “Pompei è davvero uno scrigno di tesori che non finisce mai di sorprenderci e di destare stupore perché, ogni volta che scaviamo, troviamo qualcosa di bello e di significativo. Noi crediamo in questo unicum mondiale che rappresenta Pompei e per questo in legge di Bilancio abbiamo finanziato nuovi scavi. Bisogna andare avanti nella tutela di questo importante sito ma anche nella sua valorizzazione”, dichiara il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

 

 “Lo scavo nella Regio IX, progettato nell’ambito del Grande Progetto Pompei e portato avanti sotto la direzione Zuchtriegel, è la dimostrazione di quanto uno scavo ben fatto nella città vesuviana possa continuare ad accrescere la conoscenza di uno dei luoghi più importanti che ci sia pervenuto dall’antichità. Nuove ed inedite pitture, nuovi dati sull’enorme cantiere che era Pompei al momento dell’eruzione, nuove scoperte sull’economia e sulle forme di produzione. Una messe straordinaria di dati che sta cambiando l’immagine codificata finora della città antica. Un plauso a tutta la squadra interdisciplinare che con passione e professionalità sta portando avanti le ricerche” aggiunge il Direttore Generale dei MuseiMassimo Osanna

 

“Le pareti erano nere per evitare che si vedesse il fumo delle lucerne sui muri. Qui ci si riuniva per banchettare dopo il tramonto, la luce tremolante delle lucerne faceva sì che le immagini sembrassero muoversi, specie dopo qualche bicchiere di buon vino campano – sottolinea il Direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel – Le coppie mitiche erano spunti per parlare del passato e della vita, solo apparentemente di carattere meramente amoroso. In realtà, parlano del rapporto tra individuo e destino: Cassandra che può vedere il futuro ma nessuno le crede, Apollo che si schiera con i troiani contro gli invasori greci, ma pur essendo un Dio non riesce ad assicurare la vittoria, Elena e Paride che con il loro amore politicamente scorretto sono la causa della guerra, o forse solo un pretesto, chi sa. Oggi, Elena e Paride siamo tutti noi: ogni giorno possiamo scegliere se curarci solo della nostra vita intima o di indagare come questa nostra vita si intrecci con la grande storia, pensando per esempio, oltre a guerre e politica, all’ambiente, ma anche al clima umano che stiamo creando nella nostra società, comunicando con gli altri dal vivo e sui social”.

 

Il salone misura circa 15 metri di lunghezza per 6 di larghezza e si apre in un cortile che sembra essere un disimpegno di servizio, a cielo aperto, con una lunga scala che porta al primo piano, priva di decorazione.

Sotto gli archi della scala è stato riscontrato un enorme cumulo di materiale di cantiere accantonato. Qualcuno aveva disegnato a carboncino sull’intonaco grezzo delle arcate del grande scalone, due coppie di gladiatori e quello che sembra un enorme fallo stilizzato.

L’attività di scavo nell’insula 10 della Regio IX è parte di un più ampio progetto di messa in sicurezza del fronte perimetrale tra l’area scavata e non, di miglioramento dell’assetto idrogeologico, finalizzato a rendere la tutela del vasto patrimonio pompeiano (più di 13mila ambienti in 1070 unità abitative, oltre agli spazi pubblici e sacri) più efficace e sostenibile.

Lo scavo nell’area finora ha restituito due abitazioni collegate tra di loro, casa con panificio e fullonica (lavanderia), che prospettavano su via Nola e le cui facciate furono già portate alla luce alla fine del ‘800. Alle spalle di queste due case, stanno emergendo in questa fase di scavo sontuosi ambienti di soggiorno affrescati, anche in questo caso interessati al momento dell’eruzione da importanti interventi di ristrutturazione.

Tutti gli approfondimenti sono nell’e-journal degli scavi di Pompei

https://pompeiisites.org/e-journal-degli-scavi-di-pompei/

 

** dove non c’e’ scritto niente sta per : ” Affreschi Salone Nero ”

 

 

Apollo e Cassandra- Salone nero

 

 

 

Elena e Paride – salone nero

 

 

 

 

 

Elena e Paride

 

 

 

 

 

 

 

Salone Nero

 

 

 

 

Cassandra . Salone nero

 

 

 

 

 

 

 

Apollo —

 

 

 

 

 

 

 

 

Cassandra- Salone Nero

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Affreschi Salone nero

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

Zoltàn Màga ( 1974 a Szolnok ) –celebre violinista– ci suona Csàrdàs di Vittorio Monti –+ Tico tico di Zequinha de Abreu + Fulmine czardas e variazioni ( +++ Budapest )

 

 

 

 

Zoltán Mága (nato il 19 febbraio 1974 a Szolnok ) è un violinista ungherese il cui repertorio comprende brani classici, folk, pop e jazz.

È nato in una famiglia di musicisti rom ungheresi . Aveva sei anni quando ricevette il suo primo violino. Quando aveva dodici anni, divenne il primo violinista dell’Orchestra Rajkó. Nel 1996 ha fondato la Budapest Gipsy Band. Dal 2000 suona al Moulin Rouge ungherese, dove è stato il leader della musica popolare fino al 2003.

Sostiene numerose iniziative di beneficenza ed è il fondatore della Golden Violin Foundation.

 

Szolnok (in tedesco Sollnock, in romeno Solnoca) è una città di 71.285 abitanti dell’Ungheria centrale, capoluogo della contea di Jász-Nagykun-Szolnok.

 

 

 

TICO-TICO ( Zequinha de Abreu )

 

 

 

— si vede Budapest bellissima–

Velocissime – czardas e variazioni

 

 

ALAMY

 

 

è marcato  Szolnok dove nasce il nostro maestro violinista  — sotto  ” APEST ” di Budapest

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

ENZO DI SERIO, grazie ! — IL MONASTERO DI GEGHARD E’ A GHEGHARD NELLA PROVINCIA DI KOTAYK’ – IN ARMENIA + altro

 

 

 

LA FOTO PIU’ BELLA E’ DI  ENZO DI SERIO-  AMMINISTRATORE  DI MEDIOEVO ITALIA E IN EUROPA 

 

https://www.facebook.com/groups/961614403848629
/user/100007271984640

 

 

 

 

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante tempio

 

 

 

 

da wikipedia – link al fondo

 

undefined

Diego Delso

 

 

Il monastero di Geghard, è un’eccezionale costruzione architettonica che si trova nell’omonimo comune nella provincia di Kotayk’, in Armenia.

Esso è parzialmente scolpito nella roccia di una montagna adiacente e nell’anno 2000 è entrato a far parte della lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.

 

 

undefined

LEONI E ALTRI RILIEVI

Raffi Kojian – Raffi Kojian, http://www.armeniapedia.org

 

 

 

Secondo la tradizione, il monastero venne fondato nel IV secolo da San Gregorio Illuminatore, nel luogo in cui si trova una sorgente all’interno di una grotta, sorgente che in tempi precedenti al Cristianesimo era ritenuta sacra.

 

 

undefined

ENTRATA DEL MONASTERO
User:Matthias Süßen – Opera propria

 

 

Per questa ragione il nome originale del monastero era quello di Ayrivank, che significa “il monastero della grotta”, mentre oggi è conosciuto col nome di Geghard, che significa “il monastero della lancia”, con riferimento proprio alla lancia che ferì Cristo durante la crocifissione, che secondo la leggenda sarebbe stata portata in Armenia dall’apostolo Taddeo e conservata nel monastero insieme a molte altre reliquie.

 

 

 

 

Questa lancia, che ha una targa a forma di diamante attaccata alla sua parte terminale, oggi però è conservata nel museo di Echmiadzin.

Benché ci siano iscrizioni risalenti al 1160, la chiesa principale, chiamata Katoghike, venne costruita nel 1215 col patrocinio dei fratelli Zagare e Ivane, generali della regina Tamar di Georgia, che riconquistò gran parte dell’Armenia ai Turchi.

Essa è costruita contro la montagna, con una pianta a croce greca iscritta in un quadrato e coperta da una cupola a base quadrata.

Negli angoli inoltre, vi sono piccole cappelle a due piani con volta a botte.

 

 

 

 

La facciata meridionale di Katoghike, presenta invece un portale con sopra scolpito un leone che attacca un bue e altre splendide raffigurazioni e bassorilievi che adornano archi e cornici esterne.

 

 

undefined

Il Gavit di Geghard

 

 

segue il testo :

A ovest del tempio principale ed unito ad esso, si trova poi il Gavit, cioè una sagrestia, costruita fra il 1215 e il 1225, che veniva usata come sala riunioni, sala studio e per accogliere i pellegrini ed i visitatori.

Quattro massicce colonne al centro della sala, sostengono un tetto di pietra con un foro centrale che permette l’ingresso della luce.

Alcune delle chiese che fanno parte del complesso del monastero sono interamente scavate nella roccia, altre sono poco più che grotte e altre ancora sono elaborate strutture architettoniche con parti in muratura e parti scavate nella roccia e decorate con bellissimi bassorilievi.

 

La fascia rupestre a monte del monastero
da : https://blogcamminarenellastoria.wordpress.com/2018/08/01/armenia-il-monastero-rupestre-di-ghegard/

 

 

Il  timpano del portale inciso con rami di melograno e grappoli d’uva
— link subito sopra

 

 

 

L’oratorio rupestre di San Gregorio

da : https://blogcamminarenellastoria.wordpress.com/2018/08/01/armenia-il-monastero-rupestre-di-ghegard/

 

L’ingresso di una cella rupestre

da : https://blogcamminarenellastoria.wordpress.com/2018/08/01/armenia-il-monastero-rupestre-di-ghegard/

 

 

 

Uno di questi esempi, è quello della cappella di San Gregorio Illuminatore, precedentemente chiamata cappella di Santa Maria, che venne costruita nel 1177, ad un centinaio di metri oltre l’entrata del monastero.

La cappella è rettangolare con un’abside a ferro di cavallo e sui lati di essa si trovano vari passaggi aperti nella roccia.

Alcune tracce di intonaco con resti di affreschi, indicano inoltre, che in passato le mura interne della cappella erano decorate con alcuni disegni.

Nel complesso si trovano infine numerosi khachkar, ovvero dei cippi funerari scolpiti, tipici dell’Armenia, che contribuiscono a rendere questo luogo uno dei più visitati di tutto lo stato.

 

Le khachkar, le tipiche croci armene incise nella roccia

da : https://blogcamminarenellastoria.wordpress.com/2018/08/01/armenia-il-monastero-rupestre-di-ghegard/

 

Dopo una fase di espansione, il monastero cominciò però un lungo declino, la chiesa principale infatti, venne addirittura usata per dare riparo alle greggi dei nomadi Karapapakh durante l’inverno, fino a che non venne restaurato da alcuni monaci provenienti dalla città di Echmiadzin, dopo la conquista russa.

Il sito, tuttora, ospita una piccola comunità ecclesiastica ed è meta di pellegrinaggi.

Un luogo incantevole, in cui regna un’atmosfera di pace e serenità.

 

 

Armenia – La bellezza architettonica del monastero Geghard

 

 

Kotayk' – Localizzazione

La regione di Kotayk’  in Armenia
TUBS 

Kotayk’ (in armeno Կոտայք?[kɔˈtɑjk) è una provincia dell’Armenia di circa 276.200 abitanti (2007). È situata nel centro del paese. Il suo capoluogo è Hrazdan.

La provincia è meta delle località turistiche di Garni e Geghard.

 

DA : 

https://it.wikipedia.org/wiki/Provincia_di_Kotayk%27

 

 

 

 

Vista generale

DA : https://it.wikipedia.org/wiki/Geghard#

 

 

Torneremo, chissà .. se qualcuno vuole proseguire con le immagini, consigliamo questo link:

https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Geghard?uselang=it#/media/File:+Ayrivank_12.jpg

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

DONATELLA D’IMPORZANO CI PARLA DEL LIBRO : ” ODESSA. SPLENDORE E TRAGEDIA DI UNA CITTA’ DI SOGNO ” DI CHARLES KING, EINAUDI 2013 + altro

 

 

 

bardelli,paradossalmente ,2017, computer graphics 009

donatella : ritratta da bardelli: ” Paradossalmente “, computer graphics, 2017
Voi non la vedete come la vedo io da cento anni, ma ha proprio quello sguardo  sul mondo – chiaro spalancato un po’ tenero un po’ triste  —  e.. il più delle volte, se ne ride.. sì, del mondo.

 

 

 

 

Odessa. Splendore e tragedia di una città di sogno - Charles King - copertina

Einaudi 2013

 

 

Avevo fatto una lunga e impressionante recensione sul libro “Odessa. Splendore e tragedia di una città di sogno” di Charles King, ed. Einaudi. Probabilmente anche il computer si è impressionato e dalla paura ha fatto evaporare lo scritto.

La faccio breve. Il libro, edito in Italia nel 2013, è scritto da uno storico statunitense, che insegna alla Georgetown University ( Washington). Lo stile è però quello di uno scrittore ” brillante”, per cui la lettura risulta appassionante e divertente. Nelle notizie su di lui ho letto che è autore di cinque libri sull’Europa Orientale; in italiano ha pubblicato un altro libro, ”Storia del Mar Nero”, edito da Donzelli nel 2005.

Odessa ( nome al femminile di Odisseo, voluto dalla femminista Caterina II di Russia ), viene fondata alla fine del 1700, quando la Russia zarista conquista all’Impero Ottomano un grande fetta di territorio che la porta fino al Mar Nero. La Nuova Russia ( così venne chiamato quel territorio) costituì una nuova unità amministrativa nella Russia imperiale.

Il “fondatore” di Odessa fu un ex militare borbonico nativo di Napoli che, distintosi nell’esercito russo contro i Turchi, ebbe da Caterina II l’incarico di attuare il progetto di una città che diventasse un centro navale e commerciale. Il progetto ebbe grande successo e Odessa divenne uno scalo tra i più importanti nel Mar Nero e nel Mediterraneo. Fu colpita diverse volte da terribili epidemie, ma riuscì sempre a risorgere. Soggiornò ad Odessa il poeta Puskin, mandato via da San Pietroburgo; vi fece il liceo il futuro Trotskj, vi nacque la poetessa Anna Akmatova e lo scrittore Isaak Babel’.

Nel 1905 si verificò un pogrom tra i più terribili contro la comunità ebraica, particolarmente ricca e numerosa. Il 1905 è anche la data della rivolta dei marinai della corazzata Potémkin, con cui solidarizzarono gli abitanti di Odessa. Attraversati i drammatici fatti legati alla Rivoluzione bolscevica ( molti furono gli esodi verso l’Europa e verso gli USA, soprattutto di ebrei), Odessa e il territorio circostante, durante la Seconda guerra mondiale, caddero sotto la Romania, alleata dei nazisti. Fu uno sterminio e, a differenza delle altre popolazioni mandate nei campi di annientamento, gli ebrei di Odessa e della regione che a lei faceva capo furono annientati direttamente in patria.

Con il ritorno dell’Armata Rossa vincitrice del nazismo, Odessa divenne la città ” martire” per eccellenza. Una storia contemporanea, al di là del mito, si potrà avere solo con lo studio dell’enorme archivio che fu trasportato a Mosca dai Russi dopo la vittoria sul nazismo. Attualmente Odessa è il più importante porto passeggeri di una nazione relativamente giovane, l’Ucraina, che è emersa dalle macerie dell’Unione Sovietica nel 1991.

C’è una presenza ebraica ancora sufficientemente diffusa ( le agenzie di viaggio offrono gite nell” Odessa ebraica”, che includono una sosta nel centro ipermoderno della comunità ebraica.

Vicino alla famosa scalinata di Odessa è stata rimossa la statua del tempo dei soviet che commemorava l’ammutinamento della corazzata Potémkin; al suo posto è stata messa la statua restaurata di Caterina II, ( a suo tempo tolta dai bolscevichi che l’ avevano sostituita con un busto di Karl Marx).

Concludo con le parole dello scrittore:” Nelle strade di Odessa c’è ancora un’identità che comprende persone che pronunciano accenti diversi e parlano troppo forte, ma sono comunque vicini di casa, anche nel mezzo del kitsch postsovietico, nell’ossessione ucraina per la mitologia nazionale e nel nuovo fascino della Russia per la sua vocazione imperiale”. pagg.288-289 del libro.

 

 

 

L’AUTORE

 

Charles King

Charles King  — 1967

 

Charles King insegna International Affairs and Government alla Georgetown University (Washington, DC). È autore di sei libri sull’Europa orientale.
In italiano ha pubblicato inizialmente

Storia del Mar Nero. Dalle origini ai giorni nostri - Charles King - copertina

Storia del mar Nero (Donzelli, 2005). Con Odessa (Einaudi, 2013) ha vinto il National Jewish Book Award.

 

Nel 2014, sempre

 

Nel 2014, sempre

Il miraggio della libertà. Storia del Caucaso - Charles King - copertina

 

per Einaudi, è uscito Il miraggio della libertà. Storia del Caucaso.
Un altro saggio fondamentale nella sua produzione è Midnight at the Pera PalaceThe Birth of Modern Istanbul.
Altre sue pubblicazioni sono:

 

Mezzanotte a Istanbul. Dal crollo dell'impero alla nascita della Turchia moderna - Charles King - copertina

 

Mezzanotte a Istanbul. Dal crollo dell’impero alla nascita della Turchia moderna (Einaudi, 2015)

 

e

La riscoperta dell'umanità. Come un gruppo di antropologi ribelli reinventò le idee di razza, sesso e genere nel XX secolo - Charles King - copertina

La riscoperta dell’umanità. Come un gruppo di antropologi ribelli reinventò le idee di razza, sesso e genere nel XX secolo (Einaudi, 2020)

 

 

 

 

QUALCHE IMMAGINE DI ODESSA DA :

 

 

VANITY FAIR

 

https://www.vanityfair.it/article/odessa-e-patrimonio-unesco-la-citta-sara-protetta-dalla-guerra

 

 

 

 

 

 

 

 

Odessa National Academic Opera and Ballet Theatre

TEATRO NAZIONALE OPERA E BALLETTO

 

 

 

 

Odessa National Academic Opera and Ballet Theatre

TEATRO OPERA SULLO SFONDO DEL PORTO DI NOTTE
– sempre link all’inizio, Vanity Fair

 

 

da GETTY IMAGES  link al fondo ::

 

 

Street in the historic center of Odessa, Ukraine

centro di Odessa — Getty Images

 

 

Cargo Ships Ply Their Trade At Odessa Port

Il Porto

 

 

 

Hidden street at Odessa Passage

una stradina della città vecchia

 

 

 

 

Inside the Orthodox Church in Odessa, Ukraine.

La più antica cattedrale ortodossa di Odessa dedicata a San Nicola

 

 

 

Outside the Odessa Orthodox Church in Ukraine.Le cupole di San Nicola

 

 

 

 

Odessa

una vista notturna di Odessa

 

 

 

 

Modern Residential building in old part of Odessa

edifici residenziali in una parte vecchia di Odessa davanti al porto

 

 

 

 

Odessa Passage

una galleria, passaggio coperto, a Odessa

 

 

 

 

Cat sitting alone on the street in Odessa

gatti solitari a Odessa

 

 

 

 

in questo link di Getty Images trovate moltissime foto

https://media.gettyimages.com/id/664297290/it/foto/cat-sitting-alone-on-the-street-in-odessa.jpg?s=1024×1024&w=gi&k=20&c=i1Q68UqWOs3XHhyL-Sml_3EAM9hzW_TZI9m7zsSG8x8=

Pubblicato in GENERALE | 2 commenti

Rete Italiana Pace e Disarmo @RetePaceDisarmo – 16.27 –6 aprile ’24 + Rete Italiana Pace e Disarmo @RetePaceDisarmo –10.08 –10 aprile 2024

 

 

“Per un 25 Aprile di Pace, nel segno del Disarmo e della Nonviolenza”

 

“Per un 25 Aprile di Pace, nel segno del Disarmo e della Nonviolenza”

 

 

 

Per questo il nostro impegno per la Pace, per il disarmo e per la nonviolenza è lo stesso impegno per la difesa della Costituzione e per i diritti universali.

Per questo rinnoviamo la richiesta ed il nostro impegno per il cessate il fuoco in Ucraina e nella Striscia di Gaza, per fermare la follia delle guerre, per il rispetto del diritto umanitario, per l’eliminazione delle armi nucleari, per condannare ogni violazione del diritto internazionale ed ogni forma di violenza contro la popolazione civile, per denunciare chi vuole delegittimare le organizzazioni umanitarie dell’Onu e quelle non governative che assistono le popolazione civili vittime dei signori della guerra.

Sono questi i motivi che ci spingono ad aderire all’appello de Il Manifesto per l’Anniversario della Liberazione: saremo a Milano il 25 Aprile con l’ANPI, così come l’ANPI è con noi nella costruzione della Pace. E lo facciamo proprio a 10 anni di distanza dall’Arena di Pace Disarmo di Verona in cui è iniziato il percorso di convergenza che ha portato alla nascita della nostra Rete e al rilancio di tutte le sue campagne su riduzione delle spese militari, disarmo umanitario, controllo della diffusione delle armi, percorsi nonviolenti di costruzione della Pace

 

 

 

10 aprile 2024– 10.08

L’aumento della #SpesaMilitare è purtroppo una tendenza davvero globale. Ma tutto questo dove ha condotto? Con il commercio di #armi ciò rende difficile il processo di crescita, di sviluppo, di #Pace, di dialogo… creando al contempo situazioni di tensione, di conflitto…

 

 

 

 

La #Legge185 del 1990 è a rischio: forse non avremo più quadro chiaro su #ExportArmi italiane proprio mentre il settore è sempre più florido Le preoccupazioni di

e la mobilitazione collettiva #BastaFavoriMercantiArmi sono su

 

 

 

@lifegate –https://www.lifegate.it/export-italiano-di-armi

 

 

La legge 185/90 è a rischio: forse non avremo più un quadro chiaro sull’export di armi italiane proprio mentre il settore è sempre più florido.

  • La relazione annuale sull’export italiano di armi conferma la crescita dei numeri: nel 2023 affari per 6,3 miliardi di euro.
  • Preoccupano le esportazioni verso Arabia Saudita, Turchia, Kuwait che contribuiscono all’attuale instabilità geopolitica.
  • L’allame di Vignara di Rete pace e disarmo: “La legge che regola l’export è a rischio, potrebbe essere l’ultima volta che abbiamo un quadro chiaro sull’export di armi”.

L’export italiano di armi vive un periodo di assoluto splendore, oggi ne abbiamo una nuova conferma, e presto potrebbe essere sottratto al controllo della società civile. Nella recente Relazione annuale sulle esportazioni di armi, presentata in Parlamento a fine marzo come previsto dalla legge 185/90 sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento, sono stati evidenziati dati cruciali relativi al 2023, che confermano trend già noti ma rivelano anche dettagli importanti che ci permettono di rafforzare la comprensione dell’industria bellica italiana e dei suoi flussi finanziari.

E proprio qui sta il punto: mentre il notevole incremento del +86 per cento nell’export italiano di armi negli ultimi 5 anni era noto grazie al rapporto del Sipri, lo Stockholm international peace research institute, ora abbiamo informazioni dettagliate, per esempio, sulle banche coinvolte nell’export, sui principali paesi destinatari e sulle criticità legate a determinati scambi commerciali.

 

 

Ma dall’anno prossimo questi dati, fondamentali per innescare un dibattito pubblico su una questione dalle mille implicazioni etiche e geopolitiche come quella della vendita di armi, potremmo non averli più a disposizione. Tutto perché la legge 185/90 in questione è fortemente a rischio nelle sue fondamenta: il provvedimento è stato già depotenziato da una recente modifica in Senato, adesso la parola spetta alla Camera ma se nel secondo passaggio parlamentare non dovessero essere ripristinati alcuni punti chiave il danno, a livello di trasparenza, sarebbe notevole. A lanciare l’allarme sono in molti: l’ha fatto Banca Etica, istituto bancario che per statuto non investe in export militare, l’ha fatto recentemente anche Rete pace e disarmo, il network composta di decine di associazioni, organizzazioni, sindacati, movimenti della società civile italiana guidato da Francesco Vignarca: proprio nei giorni scorsi le associazioni sono state ascoltate in audizione alla Camera, nell’ambito dell’esame della modifica alla legge 185/90 per esprimere tutte le loro preoccupazioni.

 

Il boom dell’export italiano di armi nel 2023

 

I numeri, intanto: nel 2023, l’export italiano di armi è aumentato significativamente
raggiungendo un valore di 6,31 miliardi di euro, con un notevole incremento delle autorizzazioni individuali di esportazione, ovvero quelle effettuate dall’Italia verso singoli Paesi e su singoli prodotti: tale incremento ha superato il 24 per cento, portando le autorizzazioni a 4,766 miliardi di euro. Le licenze globali, sia di progetto che di trasferimento, per co-produzioni strutturate con Paesi Ue-Nato, dunque concesse a livello comunitario, hanno mostrato un aumento del 37%, arrivando a un valore di poco meno di 1,5 miliardi di euro. Anche se non ai livelli record del triennio 2015-2017, queste cifre confermano una crescita strutturale nell’export militare italiano.

 

Tra gli 82 paesi destinatari delle esportazioni nel 2023, emergono dati significativi che richiedono una valutazione critica. Francia, Ucraina (solo al secondo posto), Stati Uniti e Arabia Saudita si posizionano ai vertici delle autorizzazioni concesse, mentre paesi come Turchia, Azerbaijan e Kuwait destano preoccupazione per la loro situazione politica e per il coinvolgimento in conflitti o controversie internazionali che riguardano tutto il Medio Oriente. La stessa autorizzazione di esportazioni verso l’Ucraina, sottolinea Vignarca, nonostante lo stato di guerra in corso, solleva interrogativi sulla coerenza con i trattati internazionali e sul rispetto delle normative vigenti. Oltre a costituire un vero e proprio paradosso: “In tutti questi anni il Parlamento ha autorizzato più volte la cessione di armi all’Ucraina in deroga alla legge, una cosa che non serviva perché effettuata dallo Stato. Mentre invece si scopre che nel frattempo molte aziende private hanno continuato a vendere armi e materiali a Kiev, senza autorizzazioni”.

 

 

 

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

video, 45 min. —CORRADO AUGIAS PARLA CON LUCIANO CANFORA DELLA DEMOCRAZIA – dopo segue Stefano Mancuso con cui si parla anche di immigrazione

 

 

 

11 ° min —interviene direttore di Limes Lucio Caracciolo

+++  16° min.   Fondamentalismo democratico

25° — crisi della democrazia  / — una delle ragioni dell’origine del Fascismo

27° — una delle ragione della perdita di democrazia (Togliatti )- potenze finanziarie ( dati ) )         e / Stati

30° — consenso delle masse e democrazia

39 °  –paure ( immigrazioni, guerre ) e bisogno di protezione

40 °  — ideali che si stanno appannando; per i giovani i principi, le idee astratte sono false

42 °  — democrazia ed educazione

43° –– indagine ; favore del regime militare- leader forte / ed età dei giovani

46° min. fine — inizia STEFANO MANCUSO

 

 

 

LA 7 — LA TORRE DI BABELE– 11 MARZO 2024
https://www.la7.it/la-torre-di-babele/rivedila7/serve-ancora-la-democrazia-la-torre-di-babele-puntata-del-1132024-11-03-2024-530823

 

Solo l’8% della popolazione mondiale vive in paesi democratici. Oggi la democrazia arretra mentre assistiamo all’avanzata delle autocrazie. Quest’anno si voterà in Russia, in Iran, negli Stati Uniti in Cina e in molti Paesi africani, ma bastano le elezioni a definire le regole del gioco democratico? Di fronte alle sfide globali dello sviluppo tecnologico, dell’impatto dell’intelligenza artificiale, del cambiamento climatico e delle migrazioni, un governo democratico è ancora efficace?

 

 

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

video, 2.57 – Mal d’America, il video editoriale di Lucio Caracciolo, 3 aprile 2024 — /// Lucio Caracciolo presenta “Mal d’America”, il numero 3/24 di Limes + altro + LIMESONLINE  – 15 DICEMBRE 2922 : cartina e scritto Midwest

 

 

Il numero 3/24 di Limes in edicola e in libreria (e in abbonamento digitale) a partire da sabato 6 aprile 2024.

Puntata registrata il 3 aprile 2024

 

LIMESONLINE.COM
https://www.limesonline.com/video/limes-video-editoriale-caracciolo-mal-america-15566483/?ref=LHTP-BH-I14884451-P8-S1-T1

 

1. nota :

 

IL MIDWEST DEGLI STATI UNITI= Stati Uniti medio occidentali (Midwest)

 

 

Image:Map of USA without state names.svg

 

 

 

ELENCO DEGLI OTTO STATI CHE COSTITUISCONO IL MIDWEST : 

 

      Iowa

      Michigan

      Minnesota

      Missouri

      Ohio

      Wisconsin

 

 

 

Centri urbani

 

  • Chicago — Nota come “Windy City”. – ILLINOIS
  • Cincinnati — Nota come “Queen City”.– OHIO
  • Cleveland — Nota come “The Heart of Rock and Roll”.– OHIO
  • Detroit — Nota come “Motor City”, a.k.a. “Motown”- MICHIGAN
  • Indianapolis — La capitale dello stato federato dell’Indiana che ospita l’Indy 500. MINNESOTA
  • Kansas City — Nota come “City of Fountains”. MISSOURI
  • Milwaukee — Nota come “City of Festivals”.- WISCONSIN
  • Minneapolis — Nota come “Twin City” (insieme a Saint Paul).– MINNESOTA
  • Saint Louis — Sede del birrificio Anheuser-Busch e del suo simbolo, il Gateway Arch.- MISSOURI

 

 

 

 

Nick Roux, amendments by LtPowers

 

2. 

LIMESONLINE  – 15 DICEMBRE 2922
https://www.limesonline.com/carte/carta-il-cuore-del-midwest-14715974/

 

 

 

CARTA: IL CUORE DEL MIDWEST

La carta inedita a colori della settimana.

carta di Laura Canali

 

 

Dettaglio della carta di Laura Canali, per visualizzare la versione integrale, scorri fino a fine articolo.

 

 

Per la versione integrale della carta, scorri fino a fine articolo.

 

La carta inedita a colori della settimana è dedicata a una delle regioni più strategiche degli Stati Uniti: il Midwest.

 

L’importanza del Midwest risiede nel fatto che qui si trova, distillato quasi in purezza, il cittadino americano medio. Gli Stati che ne fanno parte non figurano tra le colonie fondatrici degli Stati Uniti nel 1776, la loro formazione e il popolamento avvengono in una fase successiva. Ciò permette agli abitanti del Midwest di superare le identità locali e soprattutto le rivalità degli Stati affacciati sull’Atlantico, soprattutto di evitare la faglia Nord-Sud che dà vita alla guerra civile del 1861-65. Aderendo in massa alla causa dell’Unione, il Midwest decide la sconfitta militare della Confederazione meridionale. In tutta la storia patria, la sua natura mediana svolge un cruciale ruolo equilibratore.

 

Il Midwest non ha confini precisi, tuttavia la sua caratteristica geografica principale è sorgere al di là della catena montuosa degli Allegani-Appalachi, il primo limes della collettività statunitense. L’America si è fatta anche con il superamento di queste cime e con la conquista delle pianure ulteriori. Inoltre, si possono individuare i territori che indiscutibilmente costituiscono il cuore di questa regione, cioè gli Stati di Ohio, Indiana, Illinois, Michigan e Wisconsin.

 

I criteri per la definizione del nucleo sono essenzialmente due, uno storico e l’altro industriale. Nella carta è rappresentata l’area dell’antico Territorio del Nord-Ovest, costituito nel 1787, delimitato dai Grandi Laghi a nord, dal fiume Ohio a sud e dal fiume Mississippi a ovest. È questa la prima organizzazione amministrativa del Midwest, che contiene due aspetti decisivi per il futuro: la proibizione della schiavitù e l’obbligo di fondare università statali per formare la classe dirigente locale.

 

Oltre alla storia, il Midwest è definito dall’industria oppure, oggi, dalla sua decadenza. Nella carta il perimetro tratteggiato in rosso individua il cuore produttivo statunitense del XX secolo che rende l’America una potenza industriale e poi bellica, in grado di sostenere lo sforzo manifatturiero necessario a vincere la seconda guerra mondiale. Come si vede, sono compresi territori di Stati normalmente non associati al Midwest, in particolare New York e Pennsylvania. In particolare, la porzione più occidentale di quest’ultima, l’area di Pittsburgh, sotto il profilo storico, industriale e demografico costituisce sicuramente la porta del Midwest.

 

Questa regione, così decisiva nel Novecento, è oggi in crisi demografica ed economica, a causa delle delocalizzazioni che hanno trasferito all’estero il grosso della manifattura statunitense. Ne consegue una crisi morale, determinata dalla sensazione di spaesamento di una regione celebrata come il cuore dell’America ma evidentemente non più partecipe del dinamismo nazionale. Non sorprende che la discordia che flagella il paese si manifesti qui in forme particolarmente accentuate.

 

 

 

 

Testo di Federico Petroni.

 

Inedito a colori di Laura Canali in esclusiva per Limesonline.

 

 

 


 

 

3.

NOTA :

RUST BELT  nella cartina sopra è racchiusa nella linea tratteggiata rossa –

Rust Belt è un’espressione che indica la regione compresa tra i monti Appalachi settentrionali e i Grandi Laghi, un tempo cuore dell’industria pesante statunitense. L’espressione, traducibile con “cintura della ruggine”, si riferisce a fenomeni come il declino economico, lo spopolamento e il decadimento urbano dovuti alla contrazione del settore industriale. Il termine ha ottenuto popolarità negli Stati Uniti negli anni ottanta del Novecento.

La “cintura di ruggine” inizia nella parte occidentale dello Stato di New York e si estende attraverso la Pennsylvania, la Virginia Occidentale, l’Ohio, l’Indiana e la Penisola Inferiore del Michigan, terminando nell’Illinois settentrionale, nell’Iowa orientale, nel Wisconsin sudorientale e nel Minnesota.

La regione ha visto un declino industriale dalla metà del XX secolo dovuto a una varietà di fattori economici, come il trasferimento delle manifatture più a Ovest, l’aumentare dell’automazione e il declino delle acciaierie e delle industrie statunitensi del carbone. Mentre alcune città sono riuscite ad adattarsi al cambiamento riorientandosi verso il settore dei servizi e delle industrie ad alta tecnologia, altre non se la sono cavata altrettanto bene, come testimoniano l’aumento della povertà e la diminuzione della popolazione.

 

segue nel link : https://it.wikipedia.org/wiki/Rust_Belt

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato in GENERALE | 1 commento

QUALCHE BELLA FOTO DI MACHU PICCIU — in quechua ” Montagna vecchia ” ( AGUAS CALIENTES ) NELLA VALLE DI URUBAMBA ( fiume ) IN PERU

 

 

 

Mississippi (Massachusetts)

Vai al profilo di Evan Sanchez
Aguas Calientes, Peru

SONY, ILCE-7RM2
Aguas calientes è il nome ufficiale di Machu Picchu

Un lama in piedi in un campo con le montagne sullo sfondo

un lama piccolo in un campo, dietro le montagne

Avatar dell’utente Jake Johnson

Unsplash+

In collaborazione con Jake Johnson
Machu Picchu, Peru
Con licenza Unsplash+   2023

 

 

 

 

 

 

cornice in pietra marrone

Vai al profilo di Adrian Dascal
Canon, EOS 70D- 2019
lama bianco durante il giorno
un lama grande

lama bianco sul campo di erba verde durante il giorno

La Nefertiti delle Ande

 

 

una più  incazzata dell’altra

Una donna in un sombrero in piedi accanto a un lama

Cusco, Peru

NIKON CORPORATION, NIKON D700

 

 

undefined

Machu Picchu vista dalla vetta dell’Huayna Picchu  ( LA GIOVANE MONTAGNA )
Xauxa

 

 

undefined

CARTINA —Untifler

 

 

 

 

undefined

MACHU PICCIU — Terrazzamenti del lato est
www.janto.com.ar – maldealtura.com.ar

 

 

 

undefined

Il Templo del Sol o Torreón
Untifler

 

 

 

 

undefined

Il Templo Principal
Colegota

 

 

 

undefined

MACHU PICCIU –Vista del complesso 9 o de las Tres Portadas sopra tre livelli di terrazzamenti, visti dalla piazza principale
Diego Delso

 

 

 

undefined

Vista del Conjunto de los Morteros o Acllahuasi (Grupo 18) come lo si vede dall’intihuatana
Paetzoldthomas

 

 

 

undefined

Rocca posta sotto il Tempio del Sole, ingresso al cosiddetto Mausoleo reale. Alcuni autori lo considerano la “tomba” di Pachacutec.
Colegota

 

FOTO SOPRA DA :
https://it.wikipedia.org/wiki/Machu_Picchu#

 

 

Pubblicato in GENERALE | 1 commento

ANSA.IT — 8 APRILE 2024 – 18.26 : ‘Il bavaglio al dissenso’, l’accusa degli intellettuali. Quattro denunciati da membri del governo, ‘è caccia alle streghe’

 

 

ANSA.IT — 8 APRILE 2024 – 18-26
https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2024/04/08/il-bavaglio-al-dissenso-laccusa-degli-intellettuali_ebb0e172-85b8-4fa6-8188-a85ee13224cb.html

 

‘Il bavaglio al dissenso’, l’accusa degli intellettuali.

Quattro denunciati da membri del governo, ‘è caccia alle streghe’

 

ANSACheck

 

 

Quattro intellettuali per quattro denunce.

E tutte da parte di importanti esponenti del governo, premier Meloni compresa.

Per questo oggi Donatella Di CesareTomaso MontanariLuciano Canfora e Davide Conti si sono ritrovati nella sede della Federazione nazionale della stampa, insieme con il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, e con Vincenzo Vita di Articolo 21.

Docenti, studiosi, filosofi e giornalisti uniti per denunciare le “palesi intimidazioni” da parte del governo accusato di voler “emarginare le voci del dissenso” ed “eliminare il dibattito democratico”. “Ci si sta adattando – dicono – ad un clima di caccia alle streghe”.

“Stiamo scivolando su una china molto pericolosa”, ha detto Di Cesare, a giudizio dopo una denuncia del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. “Il governo vuole cancellare ogni forma di dissenso tentando di spegnere le voci scomode – ha rincarato la dose -. Si tocca l’apice di una strategia inaugurata da mesi volta a criminalizzare ogni contestazione e divergenza”. Secondo la filosofa e docente di filosofia teoretica a La Sapienza di Roma, “i ministri sono in cerca del nemico”. “La censura – ha concluso – viene eretta a metodo. La destra post-fascista mira a una Terza Repubblica che mette in forse i cardini della costituzione antifascista.

Assistiamo, oggi, ad una ‘orbanizzazione’ dell’Italia”.

Dello stesso parere anche Montanari, anche lui denunciato da Lollobrigida. “Stiamo assistendo a un ribaltamento del costituzionalismo moderno – ha spiegato – basato sulla tutela di chi non ha forza su chi ha forza. Dobbiamo svegliarci prima che sia troppo tardi”.

Querelato da Giorgia Meloni, il filologo Luciano Canfora ha evidenziato che il tentativo del governo di “tappare la bocca a persone molto attive nella loro professione di insegnanti è ancora più grave perché si tratta di professionisti in costante contatto con i giovani”.

Lo storico Davide Conti – querelato dalla sottosegretaria alla Difesa, Isabella Rauti – ha invece sottolineato due questioni: “quella del fascismo e dell’antifascismo, ancora centrale nello spazio pubblico” e “quella della legittimità del conflitto nello spazio pubblico”.

A chiudere gli interventi è stato il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo. “C’è un’evidente diseguaglianza tra il potere del singolo intellettuale o giornalista e il potere del governo – le sue parole -. al governo quando sentono la parola cultura mettono mano al tribunale. Noi, come associazione dei partigiani, siamo e saremo al fianco della libertà”.

 

Pubblicato in GENERALE | 1 commento

PHILIPPE ARIES, PADRI E FIGLI NELL’EUROPA MEDIEVALE E MODERNA, LATERZA, 2006 ( ultima ed.) — l’invenzione dell’infanzia risale, secondo l’autore, al XVII / XVIII secolo

 

 

Adulti e bambini nel Medioevo

Giochi dei bambini- Brughel il Vecchio, 1560- 181 x 161 cm- olio su tela
Kunsthistorisches Museum di Vienna

 

 

 

 

Dettagli dello stesso  da Pinterest

 

 

 

 

 

Padri e figli nell'Europa medievale e moderna

copertina da Amazon.it

 

 

 

Ariès, Philippe,

Padri e figli nell’Europa medievale e moderna,

trad. di M. Garin

Roma, Laterza, 1999 / 2006

Pagine: 492

€ 14,00

prima traduzione in italiano: 1968

 

 

Philippe Ariès, storico dei costumi sociali e della famiglia, nel 1960 pubblicò L’enfant et la vie familiale sous l’ancien régime, studio divenuto una pietra miliare della storia dell’infanzia. Attraverso fonti iconografiche e letterarie, si ripercorre lo sviluppo del sentimento familiare verso i bambini, anche se riferito soprattutto alle classi sociali superiori, poiché più rappresentate in arte e in letteratura.

Ariès studia il passaggio dall’idea medievale di bambino, piccolo adulto senza propria identità, a quella successiva in cui assume una posizione fondamentale nella famiglia.

La prima parte del libro affronta il sentimento dell’infanzia che, fino al Medioevo, non esisteva. Era diffusa l’indifferenza verso il bambino, dovuta anche all’alta mortalità, tanto che, nella lingua francese, non c’era un vocabolo per indicare il bimbo piccolo. L’arte raffigurava il bambino come un adulto più basso, vestito come i grandi, che praticava gli stessi giochi degli adulti.

In epoca moderna, si sviluppò una nuova sensibilità: si riconobbe che anche il bambino aveva un’anima immortale, cominciò ad avere un proprio abbigliamento, i suoi giochi si distinsero da quelli degli adulti, anche per l’azione moralizzatrice della Chiesa che mise al bando la promiscuità. Dal ʼ600, il mondo infantile si separò da quello adulto, la licenza sessuale non fu più consentita, l’infanzia divenne simbolo di innocenza.

C’era però anche l’idea che il bambino fosse un essere irrazionale da fortificare con un’educazione mirata, tanto che nel ʼ700 nacque una specifica letteratura infantile.

 

La seconda parte del volume è dedicata alla vita scolastica. Nel Medioevo esisteva solo l’istruzione impartita dalla Chiesa, poi, in epoca carolingia, nacque la scuola e in seguito l’università, ma erano riservate a pochi. Era un’istruzione senza gradualità rispetto all’età degli scolari, l’insegnamento era simultaneo, con un docente che insegnava più arti a bambini e ragazzi insieme.

In Età Moderna, invece, si impartiva un’educazione più specifica per età, spesso in collegi che, col tempo, furono frequentati anche dai ceti più modesti.

 

Nella terza e ultima parte, si affronta il sentimento familiare. L’iconografia medievale ci presenta spesso uomini al lavoro e solo in seguito compaiono le donne e i figli nelle situazioni quotidiane. Si assiste a uno sviluppo dei ritratti di famiglia, rappresentata soprattutto come nucleare e celebrata spesso nella Sacra famiglia, ma abbondano anche le scene di vita quotidiana, ad esempio la madre che allatta il bambino o che lo spidocchia.

Nel Medioevo non esisteva un sentimento familiare, contava solo il lignaggio, l’importanza di discendere da un capostipite e di mantenere indiviso il patrimonio di famiglia, attraverso il diritto di primogenitura.

Secondo Ariès, il venir meno dell’indivisibilità del patrimonio contribuì a cambiare i rapporti fra i membri familiari, così come l’abbandono dell’usanza medievale di mandare i figli ancora piccoli presso altre famiglie a “fare apprendistato”.

A partire dal ʼ600, tutto ciò favorì una relazione emotiva che prima non esisteva, ne è testimonianza la raffigurazione della famiglia raccolta in intimità intorno al focolare. Si assiste a una contrazione della socievolezza: in passato la casa era il luogo dove si viveva, ma anche quello dove si svolgevano gli affari economici e politici. La ricerca dell’intimità è testimoniata anche dalla trasformazione della casa, dal ʼ700 scompaiono le stanze comunicanti tra loro, o in promiscuità con i domestici. Anche la letteratura di quel secolo ci svela un sentimento familiare e dell’infanzia diverso, emerge la preoccupazione dei genitori verso l’educazione e la salute dei figli, un’evoluzione che però ancora non interessava le classi inferiori della società.

 

racconto del libro da:

chrome extension://efaidnbmnnnibpcajpcglclefindmkaj/https://www.minori.gov.it/sites/default/files/Padri_e_figli.pdf

 

 

qualcosa sull’autore::

 

PHILIPPE ARIES

 

 

Philippe Ariès (Blois21 luglio 1914 – Tolosa8 febbraio 1984) è stato un medievista francese, importante storico della famiglia e dei costumi sociali.

SEGUE IN WIKIPEDIAhttps://it.wikipedia.org/wiki/Philippe_Ari%C3%A8s

Pubblicato in GENERALE | 1 commento

video, 3.16 — I Krampus che sfilano a Pozza di Fassa ( prov, Trento ) + video, 2.17 Krampus Fusine Val Romana (Tarvisio) 5 dicembre 2019 + altro

 

undefined

i Krampus a Salisburgo
User:MatthiasKabel – Opera propria

 

 

video, 3.16

 

 

video, 2.17–Fusine Val Romana è una frazione di Tarvisio in Friuli-Venezia-Giulia, posto a circa 6km ad est dal capoluogo comunale.

 

 

 

undefined

Un Krampus del gruppo di Salisburgo
User:MatthiasKabel – Opera propria

 

 

Nella mitologia delle zone europee di lingua tedesca e, parzialmente, in quelle di lingua slava e ladina, il Krampus è un essere demoniaco che accompagna la figura religiosafolkloristica della reincarnazione di San Nicola, venendo rappresentato da una tradizionale sfilata in maschera lungo le strade del paese. Tale tradizione è legata alla mitologia cristiana– più precisamente al vescovo San Nicola e al suo servitore denominato Krampus – in cui quest’ultimo è un demonio sconfitto dal santo e perciò, successivamente, costretto a servirlo.

 

 

undefined

Krampus nella Repubblica Ceca
Richenza

 

 

Queste manifestazioni sono eventi tipici della giornata della vigilia di San Nicola, 5 dicembre, nate più di 500 anni fa e tuttora festeggiate in SloveniaGermaniaCroaziaAustriaItalia (Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia.

La sfilata solitamente segue questo ordine: in primis sfila lo stesso San Nicola, a piedi o su di un carro, distribuendo dolciumi e piccoli regali ai paesani; a seguire i Krampus, una masnada di demoni inferociti, armati di fruste e catene.

In Italia questa festa è maggiormente diffusa nella regione del Trentino-Alto Adige, ma viene celebrata anche nell’estremo nord-est del Friuli-Venezia Giulia,  e in alcune località del Veneto, come in provincia di Belluno (Cadore).
Nel resto d’
Europa, la sfilata avviene in molte altre zone, specialmente quelle di lingua tedesca, ma soprattutto in BavieraSvizzera e Austria.

 

 

undefined

La visita di San Nicola e del Krampus in una famiglia viennese
Newspaper-illustration from 1896

 

 

Krampus (dal bavarese krampn, ovvero “morto”, “putrefatto”.) sono demoni dalle sembianze mostruose e animalesche, scatenati e molto inquietanti, che si aggirano per le strade alla ricerca dei bambini “cattivi”.

 

 

La leggenda dei Krampus

Si racconta che tanto tempo fa, nei periodi di carestia, i giovani dei piccoli paesi di montagna si travestivano usando pellicce formate da piume, pelli e corna di animali. Essendo così irriconoscibili, andavano in giro a terrorizzare gli abitanti dei villaggi vicini, derubandoli delle provviste necessarie per la stagione invernale. Dopo un po’ di tempo, i giovani si accorsero che tra di loro vi era un impostore: era un demone, che approfittando del suo reale volto diabolico si inserì nel gruppo rimanendo riconoscibile solo grazie alle zampe a forma di zoccolo di capra.

 

 

undefined

Krampus of Morzger Pass in Salzburg Austria
User:MatthiasKabel – Opera propria

 

 

undefined

Krampus  sul suo carro e le fiamme dell’inferno

Berna24 – Opera propria

 

Venne dunque chiamato il vescovo Nicola per esorcizzare l’inquietante presenza. Sconfitto il demone, tutti gli anni, i giovani nel giorno della vigilia di San Nicola, travestiti da demoni, sfilavano lungo le strade dei paesi, non più a depredare, ma a “punire i bambini cattivi”, accompagnati dalla figura del vescovo che aveva sconfitto il male.

 

 

 

TARVISIO

 

Tarvisio (Tarvis in friulano e in tedesco Trbiž in sloveno) è un comune italiano di 4.010 abitanti ( DATI giugno 2022 ) in Friuli-Venezia Giulia, il comune più orientale e più esteso della ex-provincia di Udine. È l’unico comune che era ed è rimasto di confine con la Slovenia a cavallo della seconda guerra mondiale.

 

 

Tarvisio – Mappa

Posizione del comune di Tarvisio ( provincia di Udine, Friuli Venezia-.Giulia, Italia )

Vonvikken – Opera propria

 

 

 

undefined

Tarvisio, Lago del Predil, Tiesse – Opera propria

 

 

 

undefined

Tarvisio- Mangart e laghi di Fusine
Johann Jaritz – Opera propria

 

 

undefined

Camporosso, visto dal Monte Lussari  è una frazione di Tarvisio, rappresenta la parte più antica, infatt era situata qui la stazione doganale romana.
Johann Jaritz – Opera propria

se vuoi, guarda ” Storia ” nel wikipedia Camporosso, Tarvisio:
https://it.wikipedia.org/wiki/Camporosso_(Tarvisio)

 

  • Zaccaria, La dedica a Mitra di un vilicus del publicum portorii Illyrici rinvenuta a Camporosso in Valcanale, 2001
Pubblicato in GENERALE | 2 commenti

Siamo andati sulla neve…al Monte Santo di Lussari ( 1.790 m ) ++ Flaminia Giurato, Monte Lussari, dove il cielo è più vicino, LA STAMPA DEL 2 GIUGNO 2010 ( rivisto 2019 )

 

 

 

Regione Storia FVG

da: Regione storia FGV

 

 

Il Monte Santo di Lussari (1.790 m s.l.m. – detto anche Svete Višarje, “Le sante alture“, in sloveno, Mont Sante di Lussari in friulano e Luschariberg in tedesco) è una montagna delle Alpi Giulie, posta nel territorio del comune di Tarvisio (UD), a sud della frazione di Camporosso.

 

 

 

cartografia percorso mtb foresta tarvisio, intorno al monte santo di lussari, sentieri tra riofreddo e val bruna, percorso 618, 615, 617, 613

 

 

Con i suoi 1.789 m s.l.m., non è una delle maggiori cime delle Alpi Giulie e deve la sua fama principalmente al convento sorto nel XVI secolo in cima al monte e fa parte della catena Jof Fuart-Montasio:

 

 

Il santuario in inverno, dietro la Cima del Cacciatore (2 071 m s.l.m.)

Il santuario in inverno, dietro la Cima del Cacciatore (2 071 m s.l.m.)
Alessandro Caproni

 

 

la prima cappella, della quale non rimane più traccia, venne costruita nel 1360 nel luogo ove secondo la tradizione venne ritrovata una statuetta della Madonna col Bambino. L’attuale chiesa risale invece al 1500 ed al 1600. Nel corso dei secoli ha subito alcuni danneggiamenti: nel 1807 venne colpita da un fulmine e nel 1915 venne bombardata, ma venne sempre ricostruita. Nell’anno 2000, in occasione del Giubileo, la chiesa è stata completamente ristrutturata e rinnovata. La chiesa è chiamata anche “dei tre popoli”, in quanto è luogo di pellegrinaggio per le genti di tutte e tre le stirpi linguistiche confinanti: quella germanica (col tedesco), quella romanza (con friulano e italiano) e quella slava (con lo sloveno).

 

 

 

Sciare di notte sul Monte Lussari - Albuondi B&B Tarvisio

 

 

 

 

Monte Lussari, dove il cielo è più vicino - La Stampa

 

 

 

 

Il campanile del santuario

Il Campanile del Santuario
Johann Jaritz – Opera propria

 

E’ situato nel paese di Camporosso, nel comune di Tarvisio, provincia di Udine, regione Friuli – Venezia -Giulia

 

 

 

La vegetazione del Lussari

Gli alberi sul Lussari
Tiesse – Opera propria

 

 

LA STAMPA DEL 2 GIUGNO 2010, RIVISTO NEL 2019

https://www.lastampa.it/viaggi/italia/2010/06/02/news/monte-lussari-dove-il-cielo-e-piu-vicino-1.37009912

 

Monte Lussari, dove il cielo è più vicino

FLAMINIA GIURATO

 

LA CARTINA MOSTRA IL ” CAMMINO CELESTE ” DA AQUILEIA AL MONTE  LUSSARI-nel link maggiori informazioni

 

Tarvisio è il comune più ad est della provincia di Udine, in Friuli Venezia Giulia, e custodisce la foresta demaniale, il parco Regionale di Fusine Laghi e il Santuario del Monte Lussari, Lo sci alpino e nordico, lo shopping, sono solo alcune delle tante opportunità offerte al visitatore, in ogni periodo dell’anno. D’estate le suggestive valli laterali del Tarvisiano si prestano a gite ed escursioni, con la fitta rete di facili sentieri e, per i più esperti, con le arrampicate ad “alte vie” di varia difficoltà, che confluiscono verso i numerosi e attrezzati rifugi delle Alpi Giulie.

Dalla Via Romana di Tarvisio è facile raggiungere il “Parco Cervi”, vicino al sentiero sulle pendici del Monte Borgo. Poco prima del Parco si attraversa il ponticello sul Rio Borgo e si intraprende il percorso realizzato con comodi scalini in legno, che si sviluppa in salita all’interno del versante boscoso, di particolare interesse per la presenza di esemplari arborei di abete rosso e faggio secolari. Il sentiero sale rapidamente costeggiando il recinto del parco e da qui il percorso continua lungo la via che conduce in direzione est, verso Tarvisio Centrale.

Tutto questo tratto, completamente boscoso, consente di godere di frequenti e ampi scorci panoramici verso la città, la catena del Mangart e delle Ponze e i monti Priesnig e Florianca. Visitando queste zone non si può fare a meno di ammirare il Santuario del Lussari, che da tempo immemorabile è denominato “dei tre popoli”, in quanto luogo di incontro per le genti latine, slave e tedesche.

Il Santuario, dedicato alla Madonna dei Lussari, venne eretto secondo la leggenda per disposizione del Patriarca di Aquileia, sul monte in cui fu scoperta fra i cespugli, nel 1360, da un pastore di Camporosso, una graziosa statua lignea della Madonna col Bambino, che si venera sull’altar maggiore e che si suppone essere l’originale. Il paesaggio del Monte Santo di Lussari è molto suggestivo, con i suoi 1789 metri sul livello del mare, si trova infatti in posizione tale da dominare l’intera Valcanale e la conca del Tarvisiano, regalando uno dei più grandiosi panorami circolari delle Alpi italiane, dove sembra che il cielo sia più vicino.

Informazioniwww.tarvisiano.org

 

 

LA FIACCOLATA DI NATALE — VARIE FOTO

 

Torna la Fiaccolata del Monte Lussari: il programma tra tradizione e festa - Trieste All News

LA FIACCOLATA PER NATALE

 

 

 

 

Capodanno sul Lussari con la Fiaccolata più lunga delle Alpi, 1° gennaio 2018 Eventi a Udine

LA FIACCOLATA VISTA DA PIU’ LONTANO

 

 

 

 

Il 2018 si festeggia con la Fiaccolata del Monte Lussari | Radio Punto Zero Tre Venezie

 

 

 

 

Fiaccolata del Lussari 2019 Eventi a Udine

 

 

 

 

+++  UN MINI-VIDEO DELLA FIACCOLATA —  0.53

 

https://www.facebook.com/Nordest24/posts/1265366896995406

FACEBOOK NORDEST 24

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

IL MONASTERO PHUKTAL IN INDIA, REGIONE JAMMU E KASHMIR, a 4000 metri, AI PIEDI DELL’HIMALAYA, XII secolo — LA REGIONE — e nel documetario la regista racconta dall’inizio alla fine la storia di un bimbo di 8 anni che si chiama Kenrap-

 

 

video, 2.20

Film Festival della Lessinia

 

 

DA –(Himalaya, il sentiero del cielo) di Marianne Chaud 65′, Francia, 2009– notizie sulla regista al fondo

 

CLIP — Nel monastero di Phuktal, a 4000 metri, nello Zanskar himalayano, in India, monaci buddisti vivono separati da resto del mondo, come nel Medioevo. Tra di loro c’è il piccolo Kenrap di 8 anni.

 

Nella clip sopra :

  • sono partiti tutti
    quanti anni hai ? otto
    e quando sei arrivato qui ? cinque
    chi l’ha deciso ? – Io

 

***  PER CHI VOLESSE, AL FONDO IL DOCU COMPLETO

 

 

 

****

 

LA  REGIONE DEL MONASTERO E’ NELL’ESTREMO NORD DELL’INDIA

 

Aiuto allo Zanskar

 

“Lo Zanskar fa parte dello Stato Indiano del Jammu e Kashmir, zona cuscinetto fra la Cina, l’India ed il Pakistan.
Lo Zanskar è situato a nord della Catena dell’Himalaya ed a sud dalla valle superiore del fiume Indo.
Il tormentato rilievo montuoso, alleato alla rudezza del suo clima, rende questa regione di ben difficile accesso.
Dopo le prime nevicate che cadono in novembre il paese entra in un glaciale isolamento.
Le temperature sul fondovalle, situato a 3.500 metri, scendono a -35°.
Circa 12.000 persone vivono poveramente di agricoltura e di allevamento, attività principali che si svolgono in estate.
La popolazione, in maggioranza buddhista, è molto legata al suo capo spirituale il Dalai Lama.
Questa fede religiosa ha procurato alla regione il soprannome di «Piccolo Tibet».
L’isolamento geografico ha permesso al popolo dello Zanskar di conservare la sua identità e le sue tradizioni.
Ma questa autenticità intatta e pittoresca non cancella le difficoltà ed i problemi che rendono dura la vita degli abitanti dello Zanskar.

 

 

MAPPA DETTAGLIATA DELLO  ZANSKAR

nella parte bianca vedete Phuktal che è dove si trova il monastero

 

mappa dettagliata

 

CARTINE  E TESTO DA :

https://www.aazanskar.org/Italia/geografia.htm

 

 

 

 

 

 

 

Risultati immagini per MONASTERO PHUKTAL IN INDIA

 

Il monastero Phuktal o Phuktal Gompa è uno dei monasteri più isolati nella regione sud-orientale dello Zanskar ( CHE E’ UN FIUME), nel distretto di Ladakh di Jammu e Kashmir, nel nord dell’India, alle pendici dellì’Himalaya. Il monastero è una costruzione unica di fango e legno costruita all’ingresso di una grotta naturale sulle rive di una gola laterale di un importante affluente del fiume Lungnak (Lingti – Tsarap). Da lontano il monastero sembra quasi che sia un nido d’ape gigante. Phuktal Gompa fu fondato nei primi anni del 12° secolo da Gangsem Sherap Sampo, un discepolo di Gelug Tsongkhapa. Anche se il monastero fu costruito nel 12° secolo, il luogo era praticamente sconosciuto sino a che l’esploratore ungherese Alexander Cosmo de Koros non lo visitò, nel 1826-1827.

A questo importante esploratore va il merito di aver scritto il primo dizionario inglese tibetano e va a lui il merito dello studio della Tibetanologia.

La progettazione e la posizione isolata ha un significato spirituale, perché gli antichi monaci che viaggiavano cercavano riparo e meditazione nelle grotte della zona.Il monastero dispone di quattro sale di preghiera, una biblioteca, una serie di strutture dedicate alla didattica, una cucina e camere e alloggi per i circa 70 monaci che vi risiedono. Il soffitto è decorato con affreschi a soffitto e affreschi decorano la cappella popolata dai turisti. Il Phuktal Gompa è uno dei pochi monasteri buddisti del Ladakh che può essere raggiunto solo a piedi, trovandosi a circa 7 chilometri dalla città di Padum.

 

TESTO DA :: http://ambranna.blogspot.com/2015_09_30_archive.html

 

 

Da Padum è possibile raggiungere il Phuktal in 3 giorni di cammino; è però possibile farsi portare da una macchina fino…

 

Continua sul nuovo libro: di Enrico Guala – 2018

 

editore : La Memoria del Mondo
Collana : I libri della conchiglia
Nuova edizione riveduta con 160 tra fotografie e mappe– 2018

 

 

 

Immagine correlata

 

 

 

 

Risultati immagini per MONASTERO PHUKTAL IN INDIA

IL FIUME TSARAP VICINO AL MONASTERO

 

 

 

Immagine correlata

IL FIUME ZANSKAR

 

 

HIMALAYA, LE CHEMIN DU CIEL — 1 h .04 min-   2008

DOC COMPLETO

 

di Marianne Chaud, réalisatrice de “Himalaya, la terre des femmes” ( lo trovate su Youtube  )

 

 

L’AUTRICE

Marianne Chaud – Film, biografia e liste su MUBI

MARIANNE CHAUD — FOTO : MUBI

ALTRI DOCUMENTARI della stessa autrice

 

 

HIMALAYA, LAND OF WOMEN

HIMALAYA, LA TERRE DES FEMMES

Diretto da Marianne Chaud
Francia, 2008

 

 

LA NUIT NOMADE

Diretto da Marianne Chaud
Francia, 2011
Documentario, Drammatico

 

— per i curiosi–

FILM FESTIVAL DI LESSINIA

Film Festival della Lessinia

Il Film Festival della Lessinia è un festival cinematografico, l’unico del panorama italiano dedicato alla produzione di materiale multimediale riguardante la vita e la storia delle popolazioni montane. Si tiene ogni anno presso la sede stabile del teatro “Vittoria” di Bosco Chiesanuova, a Verona, alla fine di agosto. Wikipedia

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

Ho trovato queste belle foto di nostra figlia– con il gattino è una bambolina da mangiarsela –a questo punto, direi — di bacini insieme al gattino — –

 

–in Brasile si parla abbastanza con temini ai diminutivi – che aggraziano il modo relazionarsi –

Si inizia quando ci si incontra ( questo è quello che ricordo un po’ estremizzato, però ) a dire per es.  ” O meu bém, è tanto tempo che non ti vedo, perché — meu amor — altro — vedi, benzinho ( diminutivo di ” bene ” — ) —

Adesso il sopra  è un po’ esagerato, ma quando siamo venuti in Italia, per come parlavamo tra di noi ( Mario, Francesca ed io ), abbiamo schifato mia sorella e mio cognato perché ” pieni di storie e di paroline dolci — tutte scemate .. ! )

 

 

Nessuna descrizione della foto disponibile.

 

qui Francesca può avere due anni e mezzo, è estate, e lei fa gli anni in gennaio..

Pubblicato in GENERALE | 1 commento

Marco @P_M_1960 — 11.26 — 7 aprile 2024 — OSLO, NORVEGIA, IERI GRANDE MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA —grazie di aver condiviso, non l’avremmo saputo, ciao ch. / + altro

 

 

 

 

 

Norvegia Mappa Politica - Immagini vettoriali stock e altre immagini di Carta geografica - Carta geografica, Norvegia, Capo Nord - Norvegia - iStock

 

 

 

 

OSLO, conosciuta anche come Christiania dal 1624 al 1878 e come Kristiania dal 1878 al 1924) è la capitale della Norvegia.

Il nome è certo che derivi dal norreno, la lingua che precedette l’attuale norvegese.

Oslo è situata in fondo allo Oslofjord, un fiordo all’interno del bacino dello Skagerrak.
All’interno dei confini della città ci sono 40 isole e e 343 laghi.

Il nucleo più antico di Oslo è a nord della fortezza trecentesca di Akershus e rappresenta il centro vitale della città. La via principale è Karl Johans Gate. Su questa arteria lunga un chilometro e mezzo si affacciano gli edifici storici: il palazzo reale della prima metà dell’Ottocento, il Teatro Nazionale in stile rococò, la sede del Parlamento del XIX secolo, l’università datata 1851.

segue nel link : https://it.wikipedia.org/wiki/Oslo

 

Oslo – Veduta

Oslo – Veduta
Chell Hill – Opera propria

 

 

 

Oslo, Karl Johans gate, Slottet - last day of 2009 | Flickr

La via principale di Oslo, Karl Johans Gate

 

 

798 immagini, foto stock, oggetti 3D e immagini vettoriali Oslo karl johan gate | Shutterstock

 

 

Karl johans gate oslo immagini e fotografie stock ad alta risoluzione - Alamy

 

 

 

SEGUE DA QUI : Sarà Perchè Viaggio

CHE VI CONSIGLIAMO SE DOVETE FARE QUALCHE VIAGGIO IN GIRO PER IL MONDO

 

https://www.eleonoraongaro.it/cosa-vedere-ad-oslo/

 

Castello Akershus Oslo

 

 

 

Damstredet Telthusbakken Oslo

Le strade di Damstredet e Telthusbakken, unico quartiere rimasto con le case in legno

 

 

 

 

Cosa vedere a Oslo in 3 giorni la cattedrale

La cattedrale di Oslo

 

 

Giardino botanico Oslo

Giardino botanico

 

 

 

Bærums Verk Oslo

Bærums Verk è un villaggio in cui si respira un’atmosfera magica a poca distanza dal centro di Oslo.

 

 

 

Cosa vedere a Oslo

 

 

 

Cosa vedere a Oslo

 

 

 

Come risparmiare mangiando ad Oslo

mercato alimentare Mathallen

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

vide, 19 min. ca +++ DA : labarbara, da anni collaboratrice del diari che noi ringraziamo ! — PIEVE SANTO STEFANO – IL PAESE DEI DIARI – 4 APRILE 2024 — GENERAZIONE BELLEZZA

 

 

RAIPLAY –PROGRAMMA  ” GENERAZIONE BELLEZZA  ” –Il paese del Diari-

dal 1 gennaio 1985

https://www.raiplay.it/video/2024/03/Generazione-Bellezza—Pieve-Santo-Stefano-il-paese-dei-diari—Puntata-del-04042024-16dbdb41-598c-4c8d-9ca6-449e0245b9a5.html

 

 

 

s

Cento anni di Saverio Tutino: le celebrazioni

SAVERIO TUTINO

foto daArezzo Notizie

 

 

IL MANIFESTO  7 LUGLIO 2023
https://ilmanifesto.it/saverio-tutino-un-centenario-fuori-dagli-schemi-convenzionali

 

Saverio Tutino, un centenario fuori dagli schemi convenzionali

 

L’ANNIVERSARIO. Il giornalista e scrittore, scomparso nel 2011, era nato a Milano il 7 luglio del 1923. Prima reporter in America Latina, fondò l’Archivio dei Diari di Pieve Santo Stefano

Saverio Tutino, un centenario fuori dagli schemi convenzionali

Saverio Tutino

 

Oggi, cento anni fa, nasceva Saverio Tutino, giornalista e scrittore. Un visionario con i piedi ben piazzati per terra. Che da adolescente «balilla» durante il fascismo fugge nel Canton Ticino e a 21 anni si converte in commissario politico della Brigata partigiana e subito dopo della Divisione Garibaldi della Val d’Aosta (scriverà al riguardo La Ragazza scalza, racconti della Resistenza).

 

DOPO LA LIBERAZIONE entra L’Unità che lo invia a Pechino per il primo anniversario della rivoluzione cinese. Ne diventa poi corrispondente da Parigi, con incursioni nell’Algeria in rivolta.

Ma l’esperienza giornalistico/politica che lo caratterizza di più è da cronista a L’Avana durante la rivoluzione, che racconta con un taglio persino «romantico», annunciando, in piena Guerra fredda, il divenire di un terzo schieramento con il movimento dei Non Allineati. Tanto da piacere poco all’allora responsabile esteri del Pci Giancarlo Pajetta.

Mentre al contrario, raccontava lo stesso Tutino, se pure aveva un buon rapporto con Fidel Castro, il Che non gli diede mai confidenza proprio perché non si fidava dei comunisti italiani; scriverà numerosi testi al riguardo fra cui Cicloneros e Guevara al tempo di Guevara.

 

Nel 1975 è con Scalfari tra i fondatori di Repubblica dove si occupa soprattutto di America Latina, che gira in lungo e in largo. Ma il suo rapporto con Scalfari non fu facile. È che Tutino aveva una forte e libera personalità che avanzava tesi talvolta al di fuori degli schemi convenzionali, nella costante ricerca di trame e connessioni (a costo di essere accusato di «dietrologia») che interpretassero gli eventi che si consumavano nel mondo e in Italia (compresa la stagione delle Br). Ma spesso ebbe ragione; e comunque ti metteva in discussione (vedi le riflessioni che proponeva su Linus).

DESTINO VOLLE che nel 1981, quando per ragioni di salute Tutino smise di viaggiare, ricevetti virtualmente da lui il testimone di corrispondente sul posto (per questo giornale) del successivo grande rivolgimento dopo Cuba in America Latina: la rivoluzione Sandinista in Nicaragua che altrettante aspettative generò, per la sua pluralità nelle generazioni formatesi durante e nell’immediato post-’68. Ci conoscemmo personalmente solo anni più tardi ad Anghiari (Arezzo), dove mi trasferii anch’io. Infinite furono le discussioni sui processi rivoluzionari, compreso il suo disincanto verso il castrismo, con l’avversione che lui stesso patì nei suoi ultimi anni a L’Avana (rivissuta ne L’occhio del barracuda). Tanto da doversene andare.

Con il sottoscritto ad argomentargli che comunque «a sole 90 miglia dagli Usa la sovranità nazionale non poteva essere compatibile con la democrazia che abbiamo conosciuto noi nel benestante emisfero nordoccidentale. Sta di fatto che Cuba, pur alla fame, dopo oltre sessant’anni ancora oggi resiste. Mentre il Nicaragua del «fu» comandante Ortega si è convertito in una Corea del Nord tropicale.

Ma Saverio Tutino ha avuto una grande «fortuna». Che, con ammirazione, in molti gli invidiamo. L’aver tenuto un diario per la sua intera vita. Una necessità per lui. E al contempo una innata vocazione. Che si è estrinsecata poi lungo le rive del Tevere fra Roma e il suo buen retiro di Anghiari, nell’Alta Valtiberina Toscana. Dove ha inventato quasi quarant’anni fa l’Archivio nazionale dei Diari di Pieve Santo Stefano (che custodisce almeno novemila fra diari, memorie ed epistolari di persone «comuni»). Oltre ad aver ispirato ad Anghiari (dove riposa) la Libera Università dell’Autobiografia.

 

LA VALLE DELLA MEMORIA (dove oggi sono previste diverse attività in suo ricordo) è la sua opera maestra. Che ne ha trasceso l’esistenza. Dandogli pace dopo un mestiere come il giornalismo che ti rinserra talvolta in una maledetta solitudine. Memoria dunque non solo di sé. Ma di ogni essere umano. Insignificante quanto unico e irripetibile nella storia dell’umanità.

 

***

 

Gianni Beretta - vicino/lontano

GIANNI BERETTA
foto da : Vicino/ Lontano —  PREMIO TERZANI
F
ESTIVAL  20/a edizione—Udine
7-12 maggio 2024

Dall’inizio degli anni ’80 corrispondente da Managua per il Centro America e il Caribe per il quotidiano il Manifesto, Radio Popolare di Milano, Radio della Svizzera Italiana e Radio Suiza Internacional in onde corte; oltre che collaboratore di Epoca e Panorama.
Analista politico della rivista centroamericana Pensamiento Propio, edita in Nicaragua negli anni ’80.
Dalla fine degli anni ’90 filmaker in America Latina della Televisione Svizzera Italiana per il magazine informativo Falò, per la rubrica Cult Tv e per il programma della documentaristica Storie.

 

 

 

SEGUE DA :

 

Clelia Marchi, la contadina che scrisse la sua vita su un lenzuolo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL LENZUOLO DI CLELIA MARCHI NEL PICCOLO MUSEO DEL DIARIO

Pubblicato in GENERALE | 2 commenti

Fra poco – verso maggio — inizia la fioritura verso maggio della saponaria sull’Etna .. in Sicilia

 

 

 

 

 

 

Saponaria sicula (Etna) | JuzaPhoto

 

 

 

 

 

Saponara | Natural landmarks, Nature, Flora

 

 

 

 

 

 

Saponara | Natural landmarks, Nature, Flora

 

 

 

 

 

Etna (Catania) Saponaria Officinalis cresciuta su colata lavica.

 

 

 

 

 

 

Cuscino di saponaria dell' Etna

 

 

 

 

 

 

Servizi Fotografici, Video e Stampa Fine Art RUMEX AETNENSIS

 

 

 

 

 

La flora dell'Etna | Etnatao Etna Excursions

 

 

 

 

 

 

Saponaria dell'Etna Foto % Immagini| piante, fiori e funghi, sicilylandscape, natura Foto su fotocommunity

 

 

 

 

 

 

L'incanto della Saponaria dell'Etna - Go-Etna - Escursioni Etna

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

ΗΛΙΔΑ. ‘ΖΟΡΜΠΑΣ ‘ [ZORBAS SYRTAKI DANCE] . 2011. — Musica di Mikis Theodorakis — postato da : Giannis Mpenechoutsos – durata : 4 minuti ca +++ altro

 

 

 

 

 

 

 

mikis theodorakis in Berlino  est nel 1987 :

 26 Strosse to Stroma sou- Zorba

 

 

 

 

FINALE DEL FILM IN ITALIANO — peccato che il video è buio, in inglese è migliore–

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

Una foto magnifica delle Logge di Raffaello al Vaticano postata da : Ugo Ramella @RamellaUgo – 17.37 – 6 aprile 2024 — che ringraziamo di cuore.

 

 

 

Immagine

 

 

 

 

 

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

IL CAVALLO E LA TORRE – L’IPOCRITA — 5 APRILE 2024 — INTERVIENE OSCAR CAMPS, spagnolo, fondatore di Open Arms — + Mauro Biani

 

 

— -che ha organizzato, tra l’altro, l’operazione con il personale della Ong World Central Kitchen ( 7 membri uccisi al 1 aprile   2024  dall’esercito  israeliano )

 

 

RAIPLAY.IT / VIDEO – 5 APRILE 2024

https://www.raiplay.it/video/2024/03/Il-Cavallo-e-la-Torre—Ipocrita—Puntata-del-05042024-ed301874-820e-4d2b-ab88-467f84b4e5b7.html

 

 

L'auto colpita dall'attacco israeliano, a bordo c'era personale della Ong World Central Kitchen

L’auto colpita dall’attacco israeliano, a bordo c’era personale della Ong World Central Kitchen

(reuters)

 

 

FABIANA MAGRÌ

5 APRILE 2024
https://www.lastampa.it/esteri/2024/04/05/news/uccisione_operatori_world_central_kitchen_israele_scuse-14199112/

 

 

 

 

Pubblicato in GENERALE | 2 commenti

Alberi di Rododendro attraversando la foresta in primavera a Ghandruk, villaggio in Nepal + altro sullo stesso tema

 

 

 

 

Trail through Rhododendron forests at springtime in Ghandruk village in Nepal

 

 

 

 

 

Rhododendron in bloom

un albero di Rododendro in fiore dietro una staccionata sul prato a Copake, New York, USA.

 

 

 

Rhododendrons in bloom, Lombardy, Italy

Questi sono i rododedri che abbiamo visto nelle nostre montagne tra i 1500 / e i 2000 metri in primavera

 

 

 

 

Un calabrone vola sopra una pianta di azalea alla ricerca di nettare

un calabrone vola sui fiori di rododendro

 

 

Il nome del rododendro deriva dal greco antico: rhodon significa rosa, dendron equivale ad albero, pertanto è corretto dire che il rododendro sia l’albero delle rose. Si tratta di una pianta rustica, arbustiva o strutturata ad albero, con altezza variabile dai 40 centimetri ad oltre 4 metri a seconda della specie.

Ne esistono oltre 500 tipologie differenti, numerosi ibridi e varietà, note con il nome comune di rododendro o azalea.

Un tempo queste due specie venivano considerate diverse, ma nella moderna classificazione il genere Azalea è stato abolito e tutte le specie moderne sono state attribuite al genere Rhododendron.

Nelle Alpi esistono due tipi di Rododendro :

 

  1.  Rhododendron ferrugineum

Rododendro – Rhododendron ferrugineum – Universo alpino

foto da Universo alpino

 

2. Rhododendron hirsutum.

Rhododendron hirsutum

 

 

 

testo e alcune immagini da :

di Norma Raimondo

https://www.laboratorioaltevalli.it/blog/fiori-e-piante/il-rododendro-larbusto-che-colora-le-nostre-montagne

 

 

Rhododendron ferrugineum Ericaceae Rododendro Rosa delle Alpi

Summa Gallicana

 

 

 

Rhododendron hirsutum L. - Sistema informativo sulla flora delle Alpi Carniche meridionali (Ampezzo-Sauris)

Rododendro Hirsutum

UniTS  – Alpi Carniche

 

 

 

 

Una bella foto su una strada di campagna

Oaks and Azaleas Lining Rural Road

 

 

 

TREGOTHNAN, CORNWALL: WHITE BENCH BENEATH RHODODENDRON 'RUSSELLIANUM'

TREGOTHNAN, CORNOVAGLIA, rododendri  ” Rosselliani ” circondano una panca bianca

 

 

 

Morning fog on small pond with springtime azeleas

una leggera nebbia mattutina  in un piccolo stagno  con azalee primaverili

 

 

 

REPUBBLICA GREEN/BLUE   —3 LUGLIO 2023
https://www.repubblica.it/green-and-blue/2023/07/03/news/azalea_periodo_coltivazione_e_cura-404547800/

 

Azalea: coltivazione, cura e significato

Azalea: coltivazione, cura e significato

 

Pianta sempreverde è arrivata nel nostro Paese nei primi anni del XIX secolo e si è diffusa rapidamente su tutto il territorio. Nel linguaggio floreale è associata alla mamma

La terra di origine dell’azalea è l’Asia, precisamente le zone boschive e umide di questo continente che hanno per prime accolto questa bellissima pianta appartenente al genere Rhododendron. L’azalea arrivò nel nostro paese nei primi anni del 1800 per mano di commercianti di lane inglesi che giunsero in Nord Italia e precisamente nella zona del biellese. L’azalea oggi è una pianta molto diffusa nel nostro Paese, è possibile trovarla sovente crescere spontaneamente in prossimità di corsi d’acqua in zone a riparo dalla luce diretta del sole.

Caratteristiche

L’azalea è una pianta sempreverde, la cui altezza può variare dai quaranta ai novanta centimetri; il fusto è ramificato di colore scuro e consistenza legnosa, le sue foglie sono ricoperte da una leggera lanugine e sono di forma ovale. Il fiore dell’azalea è formato da cinque a dieci petali circondati da una corolla ed i colori possono variare dal bianco al rosso fino ad arrivare a ibridi di colore lilla o azzurro. L’azalea è una pianta ricca di nettare ma attenzione non tutti i suoi ibridi possono vantare di possedere all’interno della corolla mieli non tossici, esistono infatti alcuni tipi di azalee velenose per l’appunto. Non tutti i tipi di azalea sono adatti alla vita all’aperto, esattamente come tanti altri tipi mal tollerano la messa in vaso. Occorre dunque distinguere questa pianta in due macro tipologie: l’azalea da interno detta anche “indica” e l’azalea da esterno o da giardino detta “japonica”.

 

Azalea Indica

L’azalea indica ha fusti sottili e ramificati. Essendo una pianta da interno non supera mai i cinquanta centimetri di altezza e in generale si espande a mo’ di cespuglio. La fioritura dell’azalea indica inizia a primavera con tanti piccoli fiorellini a forma di imbuto che la ricoprono completamente. I vari tipi di ibridi ottenuti dalla specie indica, hanno portato alla creazione di piante che fioriscono tutto l’anno; passeggiando in un vivaio sarà  possibile scegliere proprio una pianta da interno fiorita da regalare ad una persona cara.

Azalea Japonica

Questo tipo di azalea ha una crescita piuttosto rapida e un’estensione che può raggiungere anche i tre metri. La collocazione in un luogo ombreggiato e al riparo dal vento assicurerà la riuscita da una fioritura maestosa. Come tutte le azalee è una pianta che necessita di un terreno acido e di acqua povera di calcare.

Significato

L’azalea nel linguaggio floreale evoca la figura femminile per accellenza alla quale siamo più legati in assoluto: la mamma. L’azalea infatti richiama le doti della femminilità e della temperanza che in effetti si identificano per un essere umano nella figura materna. Tuttavia le azalee che si differenziano per il colore richiamano altri significati: l’azalea rossa ad esempio simboleggia la vendetta mentre quella gialla la falsità. È invece l’azalea classica il fiore che è stato scelto dalle associazioni che si occupano di raccogliere fondi per la ricerca contro il cancro e la leucemia. A simboleggiare questa ricorrenza si è scelta la data del 14 maggio di ogni anno, in cui è possibile in cambio di un’offerta economica, regalare l’azalea in segno di solidarietà a sostegno di questa nobile causa.

Coltivazione dell’Azalea

Ogni volta che parliamo della coltivazione di una pianta dobbiamo essere a conoscenza della resistenza di quella determinata specie al sole o al vento, poiché una volta messa a dimora non è consigliabile spostarla nel breve periodo. Nel caso dell’azalea vi suggeriamo di scegliere un luogo a mezz’ombra e al riparo dal vento. È una pianta che resiste a temperature che vanno dai -10 gradi ai 20, tuttavia in inverno potendo spostarla in una serra sicuramente le farete cosa gradita. Le azalee non vanno piantate molto in profondità perché hanno le radici piuttosto superficiali. Il momento migliore per la messa a dimora dell’azalea sia in giardino che in vaso è la primavera.

Quale terriccio utilizzare

Una delle cause di morte di questa pianta è la messa a dimora in terreno non adatto al suo processo di assorbimento delle sostanze nutritive. L’azalea necessita di un terreno a pH tendenzialmente acido che si aggiri tra 5-6, sono infatti classificate come piante acidofile. L’azalea inoltre, cresce rigogliosa in terreni ricchi di sostanze organiche e privi di ristagni idrici.

Cura

Una volta piantata l’azalea, le irrigazioni dovranno essere molto frequenti per far radicare la pianta, successivamente, soprattutto durante autunno/inverno bisognerà monitorare la condizione del suolo che non dovrà mai subire dei ristagni idrici causa certa della morte della pianta. Dunque nella stagione fredda si consiglia di diradare le irrigazioni.

Come tenerla d’inverno

L’azalea ha una buona resistenza al freddo, ma in zone dove le temperature sono piuttosto ostili, è consigliabile posizionarla in un luogo riparato, come ad esempio una serra o un androne condominiale o direttamente in casa facendo attenzione sempre a non esporla al sole diretto o a fonti di calore.

Fioritura

L’azalea fiorisce nel periodo compreso tra la primavera e l’autunno inoltrato.

Coltivazione dell’azalea in vaso

Qualora si decida di coltivare l’azalea in vaso, si consiglia l’utilizzo di un vaso in argilla che sia abbastanza capiente per permettere alle radici di svilupparsi in maniera sana. Sarà bene nebulizzare sia il terriccio che le foglie poiché questa pianta ama l’umidità. Non dimentichiamoci anche per la coltura in vaso, di utilizzare un terriccio adatto per le piante acidofile e di aggiungere un po’ di ghiaia per scoraggiare il ristagno dell’acqua di irrigazione.

Malattie e parassiti

Il ristagno idrico è la prima causa di deperimento di questa pianta, le radici infatti non potendo assorbire l’acqua in eccesso col tempo possono marcire rendendo bersaglio facile l’accatto del fungo Exobasadium rhododendri.

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

QUEI BRIGANTI NERI… — GRUPPO L’ESTORIO DROLO — un canto partigiano eseguito molto bene + altro

 

 

L’estorio Drolo

 

” Estorio Drolo ” cioè la “Storia Buffa” si struttura nell’agosto 1992, da un incontro fra musicisti delle valli di Cuneo al Festival Interceltico di Lorient. Fin dagli inizi il gruppo si qualifica per il suo approccio fresco e spontaneo alle musiche della tradizione, da una propensione più per le cantate e le suonate in strada o in osteria che per gli spettacoli sul palcoscenico, un modo di essere ben espresso dalla frase di introduzione al loro primo CD, riportata sopra. In questo senso L’Estorio Drolo costituisce una presenza esemplare, portatrice di un’espressività genuinamente popolare, cresciuta dal basso, generosa ed intensa, mai banale.
Un loro concerto ci riporta quindi allo spirito di convivialità e calore da cui la musica tradizionale nasce e a cui rimanda, arricchito da una sensibilità verso i valori sociali propri della realtà popolare, che nell’esperienza partigiana hanno trovato un momento esemplare di espressione, e che il gruppo ha valorizzato a modo suo nello spettacolo “Che anno era, cerchiamo di ricordarcelo”, allestito nel 1995 in occasione del cinquantennale della Liberazione.

Al primo CD, “Pa mai de regret”, pubblicato nel 1999, segue una seconda, recente, incisione, “Che ti trafiggo il cuore”, che presenteranno a “Cantavalli 2004”, singolare affresco sonoro che nasce nel segno dell’amicizia e vede la partecipazione di numerosi artisti popolari incontrati dal gruppo nel corso delle sue peregrinazioni musicali, come I Suonatori Terra Terra della Val di Sieve e i Cantori di Ollioules, fino al manipolo di amici che con i componenti de l’Estorio Drolo hanno dato vita all’ensemble festaiolo dei Troumbaire Gaire

 

 

 

 

 

 

E quei briganti neri è un canto partigiano cantato nell’Ossola. Molto popolare tra i canti della Resistenza italiana, il testo deriva da un canto dedicato all’anarchico Sante Caserio, “Le ultime ore e la decapitazione di Sante Caserio”, l’anarchico italiano che uccise nel 1894 il presidente della repubblica francese Sadi Carnot. Su Sante Caserio sono state composte diverse canzoni popolari che ancora adesso formano uno dei temi più conosciuti del canto anarchico, da cui riprende alcuni elementi.

Il testo fu composto nel 1944, e adattò alla situazione storica del momento le parole del brano composto nel tardo Ottocento.. Il testo è incentrato sul destino del condannato a morte che si sacrifica contro la tirannia.

Diversi gli interpreti che negli anni hanno interpretato questo canto popolare, tra cui Fausto Amodei e Michele Straniero

 

 

Testo della canzone

 

«E quei briganti neri mi hanno arrestato,
In una cella scura mi han portato.
Mamma, non devi piangere per la mia triste sorte:
Piuttosto di parlare vado alla morte.E quando mi han portato alla tortura,
Legandomi le mani alla catena:
Tirate pure forte le mani alla catena,
Piuttosto che parlare torno in galera.E quando mi portarono al tribunale
Dicendo se conosco il mio pugnale:
Sì sì che lo conosco, ha il manico rotondo,
Nel cuore dei fascisti lo cacciai a fondo.E quando l’esecuzione fu preparata,
Fucile e mitraglie eran puntati,
Non si sentiva i colpi, i colpi di mitraglia,
Ma si sentiva un grido: Viva l’Italia!Non si sentiva i colpi della fucilazione,
Ma si sentiva un grido: Rivoluzione!» 

a chi può interessare :

 

  1.  video, 7 min. ca del FESTIVAL INTERCELTICOI DI LORIENT – 

4 / 13 agosto  2023 — Anno dell’Irlanda

Le Festival Interceltique de Lorient est né de la volonté de ses fondateurs de contribuer au développement de la musique et de la culture bretonne mais également de s’ouvrir vers les nations d’implantation celte : l’Écosse, le Pays de Galles, la Cornouailles, l’Île de Man, l’Irlande, la Galice, les Asturies, et dans toutes les diasporas : l’Acadie (La regione dell’Acadia in francese Acadie) è un’area dell’America settentrionale sulla costa dell’Oceano Atlantico ). , l’Argentine, l’Australie, le Mexique….Lorient, capitale interceltique ! Rendez-vous incontournable des expressions contemporaines des pays celtiques, le Festival Interceltique de Lorient propose chaque année des concerts, des animations culturelles, artistiques, des conférences, des expositions, de cornemuses, un marché interceltique, un jardin littéraire, des luthiers et artisans d’arts…

Site internet: http://www.festival-interceltique.bzh
Facebook:
http://goo.gl/RG2uYw
Twitter:
http://goo.gl/Sx1iHA
Instagram:
http://goo.gl/rcmXCH
Flickr:
http://goo.gl/CWp1Rq

 

 

LORIENT

 

Lorient (in bretoneAn Oriant) è un comune francese di 57 846 abitanti (al 1º gennaio 2021)[1] situato nel dipartimento del Morbihan nella regione della Bretagna.

 

 

Vue aérienne de Larmor-Plage 56260 avec la rade de Lorient
Jack Mamelet – Opera propria

 

 

LORIENT

FOTO SOPRA DA : 
https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Lorient?uselang=it

 

 

La città, porto militare oltre che di pesca (si affaccia sulla riva nordoccidentale dell’estuario formato dalla confluenza del fiume Scorff nel Blavet), fu quasi interamente distrutta nel corso della seconda guerra mondiale. Fra l’altro fu un obiettivo per l’ultima missione, la venticinquesima, della famosa “Fortezza volante” B-17 “Memphis Belle” dell’USAAF. Negli anni cinquanta fu ricostruita con criteri moderni (vie larghe e ampi spazi verdi).

 

undefined

IL PORTO TURISTICO DI LORIENT
S3b~commonswiki

 

TESTO E ALCUNE FOTO DA WIKIPEDIA :
https://it.wikipedia.org/wiki/Lorient

 

 

CARTINA DELLA BRETAGNA

 

 

Bretagna Francia Cartina

LORIEENT — SUD -EST

ENTRAMBE LE MAPPE SONO DA : https://glenofeden.nl/

 

 

France, Bretagne, Brittany. Lorient. The Seaport

IL PORTO

 

 

 

France, Brittany, Morbihan. Lorient. Aerial view.

BRETAGNA – MORBIHAN –LORIENT

 

 

France, Brittany, Morbihan. Lorient. Port Louis citadel. Aerial view.

 

 

 

La cittadella di Port-Louis si trova di fronte alla città  di Lorient

 

Port-Louis (Brittany, north-western France): aerial view of the citadel at the entrance to the natural harbour of Lorient

LORIENT – PORT LOUIS, LA CITTADELLA

 

 

 

Port-Louis (Brittany, north-western France)

PORT LOUIS

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

Un quadro magnifico : Chiaro di luna a Trafalgar Square, 1865 – di Henry Pethers

 

 

 

 

 

 

immagine da :
https://www.meisterdrucke.it/

 

 

 

 

 

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

Gio @gifebe – 5.48 -5 aprile 2024 – è magnifica a sbadigliare, grazie ! con quel bocchino che fa ..

 

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

I SONNAMBULI DI CHRISTOPHER CLARK — un titolo attualissimo e indovinato per studiare ” Come l’Europa arrivo’ alla Grande Guerra “- Laterza 2016 + piccole recensioni

 

 

I sonnambuli. Come l'Europa arrivò alla Grande guerra - Christopher Clark,David Scaffei - ebook

 

I sonnambuli. Come l’Europa arrivò alla Grande guerra

 

 

 

Descrizione

Re, imperatori, ministri, ambasciatori, generali: chi aveva le leve del potere era come un sonnambulo, apparentemente vigile ma non in grado di vedere, tormentato dagli incubi ma cieco di fronte alla realtà dell’orrore che stava per portare nel mondo. La Grande Guerra continua a essere studiata come un modello di catastrofe evitabile… se solo se ne smontano con lucidità tutti i meccanismi. È quello che fa Clark nel suo magistrale, avvincente affresco. Federico Rampini, “la Repubblica” I sonnambuli descritti da Clark sono i governi che scivolarono nella guerra presentendo il cataclisma, simulando allarmi, ma senza far nulla per scongiurarla. Da allora sono passati quasi cent’anni, e molte cose sono cambiate. L’Europa ha istituzioni comuni, l’imperialismo territoriale è svanito. Non si combatte più per spostare confini ma l’Unione non è in pace, e la crisi che traversa la sta squarciando come già nel 1913-14. Gli Stati odierni, oggi come allora, sono incapaci di trarre conseguenze da quello che apparentemente presagiscono. Barbara Spinelli, “la Repubblica”

 

 

 

 

DESCRIZIONE LATERZA

 

1914. Re, imperatori, ministri, ambasciatori, generali: chi aveva le leve del potere era come un sonnambulo, apparentemente vigile ma non in grado di vedere, tormentato dagli incubi ma cieco di fronte alla realtà dell’orrore che stava per portare nel mondo.

La mattina di domenica 28 giugno 1914, l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austro-ungarico, e sua moglie Sofia arrivarono in treno a Sarajevo e salirono a bordo di un’autovettura, imboccando il lungofiume Appel, per raggiungere il municipio. Non apparivano affatto preoccupati per la loro sicurezza. Venivano da tre giorni di soggiorno nella cittadina di vacanze di Ilidze, dove non avevano incontrato che facce amiche. Avevano perfino avuto il tempo per un’imprevista visita al bazar di Sarajevo, dove avevano potuto muoversi senza essere disturbati nelle viuzze affollate di gente. Non sapevano che Gavrilo Princip, il giovane serbo bosniaco che li avrebbe uccisi solo tre giorni dopo, era anch’egli nel bazar, intento a seguire i loro movimenti.

Anche l’Europa si avviava inconsapevole al dramma. Non sapeva di essere fragile, frammentata, dilaniata da ideologie in lotta, dal terrorismo, dalle contese politiche. Così l’atto terroristico compiuto con sconcertante efficienza da Gavrilo Princip ai danni dell’arciduca ha un esito fatale: la liberazione della Bosnia dal dominio asburgico e l’affermazione di un nuovo e potente Stato serbo, ma anche il crollo di quattro grandi imperi, la morte di milioni di persone e la fine di un’intera civiltà.

Impeccabilmente documentato, sostenuto da una prosa brillante e provocatoria, questo libro è un modello esemplare di ricerca.
Max Hastings
, “Sunday Times”

Ci sono molti libri sulla prima guerra mondiale, ma pochi illuminanti come questo. Clark indaga ogni dettaglio, ma è particolarmente acuto sulle cause balcaniche del conflitto.
“Financial Times”

 

Il libro è stato inserito dal “New York Times” tra i 10 Best Books of 2013

 

 

 

RECENSIONE SEGUE DA :
https://www.sissco.it/recensione-annale/i-sonnambuli-come-leuropa-arrivo-alla-grande-guerra/

 

Barbara Bracco

 

Nell’ormai vasto panorama delle opere dedicate alla Grande guerra, il volume di Clark offre uno dei racconti più dettagliati delle fasi che precedettero lo scoppio del conflitto. E lo fa con una scansione narrativa molto particolare. Se infatti riserva ai decenni precedenti al 1914 buona parte dell’opera offrendo un quadro ricco – forse eccessivo – delle relazioni internazionali e della politica interna dei principali Stati europei, il ritmo improvvisamente rallenta nell’ultima parte dove i tragici giorni dell’estate 1914 vengono come fissati in un fermo immagine. Dichiaratamente disinteressato al tema delle colpe, l’a. ricostruisce il come, i meccanismi attraverso i quali maturò la grande crisi. Una fitta rete di relazioni diplomatiche, storie dinastiche, relazioni tra militari e civili nei singoli stati, interessi economici, brevi e talvolta gustose annotazioni su regnanti e politici, orientamenti dell’opinione pubblica (in verità solo poche osservazioni) va così componendosi sotto gli occhi del lettore. Ed è da questo intreccio – le cui pericolose potenzialità si erano già manifestate nel decennio precedente – che sarebbe maturata la prima catastrofe del secolo, non senza la complicità degli attori finali, politici e militari, i sonnambuli appunto, che come sospesi sulla polveriera europea optarono per il rischio dell’intervento militare nella convinzione di poter circoscrivere il conflitto.

Quanto mai attento a evitare una lettura «colpevolizzante» della crisi o volta a proiettare retrospettivamente su quella estate indizi di vicende successive, l’a. rimane però intrappolato proprio nel gioco del prima e del dopo. Come è stato possibile – questa la domanda alla base del volume – che l’Europa sia corsa senza avvedersene verso la più grande catastrofe della sua storia? Il punto di partenza sembra insomma essere ancora la consapevolezza acquisita ex post del valore epocale del conflitto 1914-1918 quale inizio della modernità, quando una ricca letteratura storiografica ha ormai illuminato il carattere premoderno della crisi. In fondo il quadro offertoci anche da questo stesso volume è quello di un intreccio politico-diplomatico assai più complicato e difficile ma non diverso da quello dei decenni precedenti: quasi tutti gli attori giocarono una partita a scacchi convinti di poter o dover assumere un rischio calcolato. Il saggio finisce insomma per confermarci la genesi quasi «antica» della guerra, iniziata come un conflitto ottocentesco e trasformatasi ben presto in un’apocalisse novecentesca. Un’ultima annotazione. Dispiace dover rilevare come anche in un volume così ricco la storia italiana non solo trovi poco spazio ma anche e soprattutto riferimenti imprecisi. A parte infatti l’attribuzione (frutto di una lettura retrospettiva) di inaffidabilità all’Italia nell’ambito della Triplice in tempi non «sospetti», e altre inesattezze, fa un certo effetto apprendere che i socialisti italiani furono in fondo favorevoli alla guerra di Libia. Più che una forzatura alla storia italiana, pare essere una semplificazione della storia europea alla cui complessità il libro è in fondo dedicato.

 

 

 

Christopher Clark

 

Christopher Clarkè Regius Professor di Storia all’Università di Cambridge. È autore di: The Politics of Conversion: Missionary Protestantism and the Jews in Prussia 1728-1941Kaiser Wilhelm IIIron Kingdom: The Rise and Downfall of Prussia 1600-1947 (che, con il titolo Preußen, è stato un bestseller in Germania). Laterza ha pubblicato I sonnambuli. Come l’Europa arrivò alla Grande Guerra.

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

VINCENT NOCE – Dopo i commenti su Israele-Hamas Judith Butler rinuncia alle conferenze al Pompidou — IL GIORNALE DELL’ARTE – 5 aprile 2024  | Parigi

 

 

 

 

IL GIORNALE DELL’ARTE 

 

VINCENT NOCE |   | Parigi

 

https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/dopo-i-commenti-su-israele-hamas-judith-butler-rinuncia-alle-conferenze-al-pompidou-/145376.html

 

 

 

 

Dopo i commenti su Israele-Hamas Judith Butler rinuncia alle conferenze al Pompidou

 

 

Criticata per aver descritto gli attacchi del 7 ottobre come un «atto di resistenza armata» la filosofa, docente a Berkeley, non ha voluto essere una «distrazione» per l’evento in programma a Parigi a fine aprile

 

 

 

Judith Butler

 

 

 

La filosofa e studiosa americana di studi di genere Judith Butler ha deciso di ritirarsi da una serie di eventi da lei organizzati al Centre Pompidou di Parigi.

Alle origini del gesto è la sua posizione sull’attuale conflitto tra Israele e Hamas: «Mi è ormai chiaro che la mia presenza alla fine di aprile nel programma del Centre Pompidou sarà una distrazione rispetto all’importante lavoro che artisti e intellettuali presenteranno in quell’occasione. Di conseguenza ho deciso di non intervenire formalmente agli eventi, ma ho esortato tutti gli ospiti a parteciparvi come previsto. È una mia scelta, basata sul mio giudizio su ciò che è meglio in queste circostanze, e confido che il programma sarà davvero eccellente e invoglierà il pubblico a partecipare», ha scritto la studiosa in una nota.

La docente di Berkeley è stata invitata dal Pompidou come «intellettuale in residenza» per una serie di conferenze ed eventi. Prevista inizialmente dal 14 settembre 2023 al 25 gennaio 2024, la serie è stata rinviata a causa di scioperi del personale che hanno portato a ripetute chiusure del centro. La «stagione intellettuale» dell’istituzione parigina, che comprende un panel con il filosofo francese Étienne Balibar, è stata riprogrammata dal 24 al 28 aprile. Dal Pompidou comunicano di star rielaborando i dettagli del programma, che dovrebbe essere annunciato a breve.

 

Butler, che fa parte dell’associazione americana Jewish Voice for Peace ( Voce ebrea perla pace ), è stata criticata per le dichiarazioni rilasciate durante una conferenza videoregistrata il 3 marzo nei pressi di Parigi. Durante la trasmissione francese «Paroles d’Honneur» su YouTube , Butler ha affermato che l’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre, seppur «terribile», «non è stato un attacco terroristico o un atto antisemita», ma una «rivolta» e un «atto di resistenza armata».

La studiosa ha poi chiosato: «Finirò nei guai per questo». Sul sito francese di notizie Mediapart Butler ha poi spiegato che i suoi commenti intendevano «analizzare» l’azione di Hamas «come tattica politica», ma ciò «non significava che lei sostenesse Hamas o ne glorificasse le atrocità».

 

Il Comune di Parigi aveva già cancellato uno dei suoi interventi sulla Palestina a dicembre 2023. A marzo l’École Normale Supérieure ha cancellato altre due conferenze sui temi al centro dell’ultimo libro di Butler (in Italia edito da Laterza col titolo Che mondo è mai questo?, 2023, Ndr).

 

 

 

Che mondo è mai questo? - Judith Butler - copertina

 

Che mondo è mai questo?

Laterza, 2023

 

Descrizione

È uno spaesamento collettivo senza precedenti, quello che stiamo vivendo. Crisi sanitaria, emergenza ambientale e diseguaglianze crescenti sono i volti di un mondo divenuto d’un tratto irriconoscibile, opaco. Un mondo poroso e interconnesso, dove la nostra etica egoistica si dimostra inadeguata e i nostri concetti politici disperatamente obsoleti. Come possiamo ripensare le relazioni fra di noi e con il pianeta? E dove ricercare il senso di un mondo comune?

L’esperienza della pandemia ci ha rivelato un mondo sconosciuto, diverso da quello che credevamo possibile. In questo nuovo mondo ci siamo sentiti parte di una società planetaria, sempre più unita e interconnessa, ma al tempo stesso frastagliata, minacciata dal disastro ecologico, percorsa da diseguaglianze che continuano a inasprirsi. È da questo senso di smarrimento percettivo che muove Judith Butler, per riflettere sulla nostra condizione di interdipendenza e ripensare i concetti che guidano il nostro agire etico e politico. Se non possiamo più dubitare che la nostra esistenza sia legata all’ambiente che ci circonda, a venir meno è allora l’idea liberale dell’individuo chiuso in se stesso, fondata sull’interesse personale e sulla proprietà privata. È la vita umana a essere messa a nudo, una vita colta nel suo intreccio inestricabile con tutte le altre forme viventi e con il pianeta, nell’urgenza, ormai ineludibile, di lottare contro la distruzione ambientale e di ricreare insieme un mondo abitabile.

 

Pubblicato in GENERALE | Lascia un commento

Una bellissima immagine, guardando bene è l’Italia, subito sembra un quadro fantasioso– un dettaglio della copertina del numero di Limes 2/24 — naturalmente di LAURA CANALI ( Roma, 1968 )

 

 

 

 

molte belle notizie su Laura Canali in wikipedia :
https://it.wikipedia.org/wiki/Laura_Canali

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato in GENERALE | 2 commenti